lo - che vedrà poi importanti fermenti in area
anarcosindacalista, e forti opposizioni alla linea autoritaria e
arrogante di Alceste De Ambris, da parte sia del Centro Studi Sociali,
sia, personalmente anche con apposite testate, da parte di Renzo
Provinciali - nasce, il 7 aprile del 1907, un curioso e interessante
giornale, il «Cavalier Cortese», testatina di quattro
facciate, priva di sottotitolo, stampata per la prima volta su carta
giallognola, dove si incontrano personaggi di una certa rilevanza.
Paolo Buzzi, poeta, scrittore, paroliberista futurista e sincero
libertario, amico di Ugo Tommei ed estimatore ricambiato di Lucini:
vince un concorso bandito da «Poesia». L'opera, dal nome
L'Esilio, viene acquistata dal giornale, il quale, dedica l'intera
quarta pagina alla prima parte. Divisa in sei puntate, uscirà,
completa entro il 26 maggio 1907, sul n.7 che è anche l'ultimo.
Dal secondo numero (14 aprile) giunge la dichiarazione, attraverso il
sottotitolo, degli intenti del giornale: 'Arte - Letteratura - Cronaca
Mondana - Teatro - Sport'. Nonostante questa descrizione
"larga", in realtà, l'interesse è circoscritto a un mondo
culturale preciso, a una sinistra umanitaria, ma anche libertaria e
anarchica, di tutto rispetto. Proprio sul secondo numero, si affaccia,
ed è dichiarato collaboratore, Enrico Cavacchioli, "poeta della
rivolta", autore di Cavalcando il sole, Ranocchie Turchine,
Rivoluzione, 7 Scaricatori di carbone, tutte dense di una forza
eversiva, non solo sul piano del linguaggio, che faranno conoscere e
amare questo poeta da numerosi libertari.
Qui Cavacchioli presenta La Serenata, prima che sia pubblicata
all'interno de L'Incubo velato da «Poesia» a seguito della
vincita di un altro concorso bandito dalla stessa editrice. Non solo,
attraverso una corposa recensione, riceve una sorta di riconoscimento
ufficiale: l'ironico attestato di Grande Poeta.
Se appare strano che su questo giornaletto che cambia spesso colore
della carta, ora gialla, ora celeste, povero di pagine ed economico
nella stampa, si trovino cosi importanti personaggi, che apparterranno
al successivo movimento futurista, basti ricordare che
«Poesia», per un anno, fu stampato proprio a Parma ed
è probabile che tale sia il motivo per cui esiste, in parallelo
alle pubblicazioni di «Poesia», questo spazio da
allenamento per giovani emergenti.
L'ultimo numero, sul quale si annuncia che il giornale salterà
una settimana, per poi, in realtà, interrompere le
pubblicazioni, presenta una lungo recensione in forma di articolo, di
P. Chistoni, sull'amato e rimpianto Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, e
sulla sua più recente opera Ode per una nave di battaglia
pubblicata a Genova in quell'anno. L'apuano libertario Ceccardo, amico
di Viani e Soffici, "valicherà" così gli appennini, per
approdare nella pianura parmense, dove la sua opere è già
sufficientemente conosciuta e amata.
Alberto Ciampi