Umanità Nova, n.16 del 26 aprile 2009, anno 89

Profili. Il "Cavalier Cortese"


lo - che vedrà poi importanti fermenti in area anarcosindacalista, e forti opposizioni alla linea autoritaria e arrogante di Alceste De Ambris, da parte sia del Centro Studi Sociali, sia, personalmente anche con apposite testate, da parte di Renzo Provinciali - nasce, il 7 aprile del 1907, un curioso e interessante giornale, il «Cavalier Cortese», testatina di quattro facciate, priva di sottotitolo, stampata per la prima volta su carta giallognola, dove si incontrano personaggi di una certa rilevanza.
Paolo Buzzi, poeta, scrittore, paroliberista futurista e sincero libertario, amico di Ugo Tommei ed estimatore ricambiato di Lucini: vince un concorso bandito da «Poesia». L'opera, dal nome L'Esilio, viene acquistata dal giornale, il quale, dedica l'intera quarta pagina alla prima parte. Divisa in sei puntate, uscirà, completa entro il 26 maggio 1907, sul n.7 che è anche l'ultimo.
Dal secondo numero (14 aprile) giunge la dichiarazione, attraverso il sottotitolo, degli intenti del giornale: 'Arte - Letteratura - Cronaca Mondana - Teatro -  Sport'. Nonostante  questa descrizione "larga", in realtà, l'interesse è circoscritto a un mondo culturale preciso, a una sinistra umanitaria, ma anche libertaria e anarchica, di tutto rispetto. Proprio sul secondo numero, si affaccia, ed è dichiarato collaboratore, Enrico Cavacchioli, "poeta della rivolta", autore di Cavalcando il sole, Ranocchie Turchine, Rivoluzione, 7 Scaricatori di carbone, tutte dense di una forza eversiva, non solo sul piano del linguaggio, che faranno conoscere e amare questo poeta da numerosi libertari.
Qui Cavacchioli presenta La Serenata, prima che sia pubblicata all'interno de L'Incubo velato da «Poesia» a seguito della vincita di un altro concorso bandito dalla stessa editrice. Non solo, attraverso una corposa recensione, riceve una sorta di riconoscimento ufficiale: l'ironico attestato di Grande Poeta.
Se appare strano che su questo giornaletto che cambia spesso colore della carta, ora gialla, ora celeste, povero di pagine ed economico nella stampa, si trovino cosi importanti personaggi, che apparterranno al successivo movimento futurista, basti ricordare che «Poesia», per un anno, fu stampato proprio a Parma ed è probabile che tale sia il motivo per cui esiste, in parallelo alle pubblicazioni di «Poesia», questo spazio da allenamento per giovani emergenti.
L'ultimo numero, sul quale si annuncia che il giornale salterà una settimana, per poi, in realtà, interrompere le pubblicazioni, presenta una lungo recensione in forma di articolo, di P. Chistoni, sull'amato e rimpianto Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, e sulla sua più recente opera Ode per una nave di battaglia pubblicata a Genova in quell'anno. L'apuano libertario Ceccardo, amico di Viani e Soffici, "valicherà" così gli appennini, per approdare nella pianura parmense, dove la sua opere è già sufficientemente conosciuta e amata.

Alberto Ciampi

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