Umanità Nova, n.16 del 26 aprile 2009, anno 89

Profili. Ceccardo Roccatagliata Ceccardi


Novanta anni fa, il 2 di agosto, moriva a  Genova, dove era nato il 6 gennaio 1871 da Lazzaro e Giovanna Battistina Ceccardi. Poeta, si era iscritto alla facoltà di legge. Nel 1892 a causa della morte della madre interrompe gli studi iniziando un percorso completamente nuovo. Due anni dopo, scrive Dai paesi dell'Anarchia, meraviglioso commento ai moti della lunigiana, e per ciò subito sequestrato. Legatissimo a queste terre di mare, per portato filosofico e origine della madre, assume anche il riconoscibile pseudonimo (Comes Lunae).  Nello stesso anno scrive Il libro dei frammenti. Ceccardo collabora a numerosi giornali specie del  genovesato, quali «L'Elettrico», «Caffaro», «Gazzetta di Genova», «L'Idea Liberale». Nel 1896 dirige «Lo Svegliarino» di Carrara dove frequenta 'Il Cenacolo di Sturla' con Nomellini e Lucini. Negli anni della crisi di fine secolo (1898) scrive Il Viandante.  All'alba del nuovo secolo nasce il figlio Tristano (1902) e l'anno seguente gli muore il fratello. La sua breve esistenza è costellata di disgrazie e di problemi di salute. Attratto dalle avanguardie del Novecento, specie attraverso Meriano e Papini, ha già conosciuto tramite «Poesia», sia Viani, che Buzzi e Lucini. Quest'ultimo argutamente definisce Ceccardo "distruttore di Catene e di Iddii". Dopo sei anni dalla stesura, nel 1904 pubblica a Torino Il Viandante. L'anno seguente (1905) scrive Apua Mater, e due anni dopo pubblica la rivista «Apua giovane». Nello stesso anno, pronuncia il discorso 'Per il poeta del liberato mondo' in omaggio a Shelley nel Comune di La Spezia. Viene recensito sul «Cavalier Cortese» (Parma, 1907) di Marinetti e Cavacchioli. Nel 1908 crea il  modenese "Gruppo degli Apuani di Apua Mater" al quale aderiscono Viani e Soffici. Nel 1910, già malato, con copertina di Nomellini pubblica ad Empoli Sonetti e Poemi del quale parleranno lodandolo, fra gli altri, Campolonghi e Soffici, il quale ha già subito attacchi per plagio di metodiche ceccardiane. P. A. Baratono su «Il Lavoro» di Genova gli dedica in vita 'Il poeta apuano' (31 mag. 1910) e in morte  'Ceccardo di Viani' (2 lug. 1922) a seguito dell'uscita dell'omonima opera pubblicata da Alpes di Milano nello stesso anno.
Nel 1913 si ha notizia di una proposta di pubblicazione di Ceccardo. con Govoni, Lucini e Cardile, e Tommei ne annuncia una serata futurista con Malatesta. A Parma, nel 1915 pubblica Per un brindisi di Guglielmo Imperatore ed altre odi. Nel 1917 scrive Sillabe e ombre.
Muore a Genova il 2 agosto 1919. 

Alberto Ciampi

Nota Bibliografica:
Archivio Primo Conti (Fiesole), fondi Meriano e Papini; Dai paesi dell'Anarchia, Tipografia Operaia, Genova 1894 (1ª), e versione illustrata da P. L. Puccini, Maria Pacini Fazzi, Lucca, 2001;  Dizionario del Futurismo italiano, ad nomen; Dizionario biografico degli anarchici italiani, ad nomen.

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