Umanità Nova, n.17 del 3 maggio 2009, anno 89

Armi inglesi nel massacro di Gaza


Non è stata una sorpresa per i sostenitori dello "Stop Arming Israel" sentire il ministro degli esteri britannico David Miliband rivelare che componenti fornite dagli inglesi sono state "quasi certamente" usate da Israele nel suo recente assalto a Gaza.
La sorpresa è stata sentire il governo britannico annunciare che saranno riviste le direttive di vendita di attrezzature militari al governo israeliano.
Malgrado le continue violazioni ai diritti umani, negli ultimi anni il governo del Regno Unito ha autorizzato l'esportazione di armi per un valore compreso tra i 10 e i 25 milioni di sterline all'anno e nei primi nove mesi del 2008 sono state approvate vendite per ben 27 milioni di sterline.
Lo "Stop Arming Israel" ha iniziato la sua campagna nel 2006, durante l'invasione del Libano, e ha come obiettivo principale l'embargo per il commercio di armi verso e da Israele. Un dettagliato rapporto presentato dai sostenitori dell'iniziativa, ha fatto conoscere all'opinione pubblica inglese il sistema ipocrita e privo di etica con il quale il governo britannico intrattiene rapporti commerciali con il governo israeliano.
Nonostante in Gran Bretagna, dall'ottobre del 2000, sia applicato il "Consolidated EU and National Arms Export Licensing Criteria", che impone una serie di considerazioni, incluso se il paese di destinazione è in violazione delle leggi internazionali o è coinvolto in un conflitto armato e rispetta i diritti umani e Israele sia "fortemente mancante" su questi punti, il rigetto di licenze per la vendita di armi a questo paese è decisamente in calo (dalle 84 del 2002 alle 17 del 2007), mentre il numero di morti palestinesi è "decisamente" in aumento. Aerei da combattimento, attrezzature per la guerra elettronica, motori per aerei, radar navali, missili terra-aria e componenti per i sistemi di puntamento e comunicazione vengono abitualmente forniti al governo e alle aziende israeliane. Inoltre, un rilevante numero di componenti inglesi sono anche usati per i sistemi di azionamento dei missili sugli elicotteri Apache e per gli "Head-Up Displays" (o HUD, un tipo di display che permette la visualizzazione dei dati di volo) usati nei caccia F16. Elicotteri da combattimento Apache e caccia F16 sono stati usati per massacrare le popolazioni di città e villaggi libanesi e palestinesi.
Da tempo lo "Stop Arming Israel" sostiene che aeroplani e carri armati per cui le aziende britanniche fanno componenti, sono regolarmente usati contro i palestinesi e che la spregiudicatezza e il menefreghismo del governo rendono, di fatto, inutili le norme di vendita, tema confermato nel 2006 dal ministro degli esteri Kim Howells che, parlando di fronte al "Parliamentary Quadripartite Committee" britannico, pur affermando che "è politica del governo britannico non permettere l'esportazione di forniture o componenti che potrebbero essere usate aggressivamente nei territori palestinesi occupati",  riconosce che "quasi tutte le componenti, suppongo, possono essere usate aggressivamente". Dall'inizio del massacro di Gaza, si sono moltiplicati gli appelli a sostegno dell'embargo verso e da Israele. Il relatore speciale delle Nazioni Unite ha provocato "quei paesi che sono stati e rimangono complici, sia direttamente che indirettamente, nelle violazioni delle leggi internazionali da parte di Israele. Questa complicità include quei paesi che deliberatamente forniscono attrezzature militari inclusi aerei militari e missili usati in questi attacchi illegali".
Vendendo armi a Israele,  la Gran Bretagna diventa sostenitore materiale delle aggressioni israeliane e manda un chiaro messaggio di approvazione delle sue azioni.
Le teatrali condanne ufficiali dei governi vengono costantemente sbugiardate dalla azione pratica del "business as usual", il "commercio malgrado tutto", con il quale si intrattengono rapporti spregiudicati con Israele e che di fatto sostiene l'azione destabilizzante, tanto cara alle potenze occidentali, da anni in atto in quella zona.
La condanna della complicità dei governi mondiali nella mattanza di Gaza deve necessariamente accompagnarsi ad azioni decise e determinate che rendano visibile l'ipocrisia di questi governi, smuovendo l'immobilità delle popolazioni che li sostengono.

Alexander

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