Umanità Nova, n.17 del 3 maggio 2009, anno 89

Il tunnel della discriminazione


In Sudafrica l'African National Congress, il maggior protagonista della decennale lotta all'apartheid e partito di governo dal 1994, ha vinto, come previsto, le elezioni anticipate del 22 aprile. Questo nonostante l'ANC sia reduce da una recente scissione "a destra": nel dicembre 2007 il compagno di partito-rivale Jacob Zuma ha provocato la caduta del governo di Thabo Mbeki, il quale ha sbattuto la porta in faccia all'ANC per fondare il Congress of the People (COPE).
Lo scorso aprile si sono ripetute le stesse scene che avevano fatto il giro del mondo nel 1994, al tempo delle prime elezioni libere del dopo apartheid, quelle lunghe code ai seggi che parevano simboleggiare la vittoria della democrazia. In maniera apparentemente simile è ricomparso sulla scena il novantenne "Madiba" (Nelson Mandela) a dare il proprio supporto al candidato dell'ANC Zuma. E ancora, come nel 1994, l'ANC ha incassato il supporto del partito comunista sudafricano (SACP) e soprattutto del maggiore sindacato, il COSATU, che da sempre è stato un soggetto politico fondamentale nella scena politica sudafricana, una sorta di ago della bilancia della popolarità dell'azione di governo. Soprattutto il COSATU ha svolto un ruolo fondamentale per assicurare il potere all'ANC, guadagnando a sé quasi tutti i movimenti sociali nati negli ultimi quindici anni: dopo la fine dell'apartheid e i primi anni di governo dell'ANC, una parte della società – in particolare quegli strati popolari che vivevano nella miseria delle townships (baraccopoli) delle maggiori città – delusa dalla mancanza di politiche popolari da parte del governo, aveva dato vita a diversi comitati di lotta in particolare contro le privatizzazioni di vari servizi essenziali. L'Anti Privatisation Forum, di impostazione trozkista, che raccoglieva diversi movimenti sociali, è stato via via cooptato dal COSATU; lo stesso è accaduto, seppure in diversi gradi, ai movimenti in lotta per la redistribuzione delle terre, tra i quali l'influente Landless People's Movement o per il diritto alla casa e all'elettricità (Soweto Crisi Committee). Il COSATU,  dietro la facciata di paladino delle aspirazioni popolari e in nome della lotta alla corruzione, ha in realtà rispettato il suo vero ruolo di cinghia di trasmissione dell'ANC. Così i movimenti che chiedevano lavoro, il rilancio dell'edilizia popolare, dei trasporti, dell'educazione scolastica, uno stop alle privatizzazioni di servizi fondamentali quali l'accesso all'acqua e all'elettricità hanno guadagnato un certo spazio e le speranze di molti sudafricani fin verso il 2001, ma sono poi stati affossati dalle rassicurazioni del COSATU.
Questi si diceva, e si dice tuttora, portavoce delle istanze popolari presso l'ANC, un sindacato di lotta e di governo che ha portato ben pochi miglioramenti per le classi popolari sudafricane, ottenendo invece una porzione importante di potere. Non a caso, nonostante la fine dell'apartheid e la conquista dei diritti civili, la situazione economica in Sudafrica non ha subito nessun cambiamento significativo. Il 43% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, la disoccupazione tocca quasi un sudafricano su due; nel paese ci sono circa sei milioni di sieropositivi (su una popolazione di meno di cinquanta milioni) e i crimini negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente in misura proporzionale a una sempre maggiore sperequazione sociale, tanto che si contano circa cinquanta omicidi ogni giorno.
Le statistiche mostrano come i più poveri oggi stanno economicamente peggio che nel 1995 e il gap tra ricchi e poveri si è ulteriormente divaricato negli ultimi due anni. I ricchi sono diventati sempre più ricchi: lo stipendio dei manager nel 1994 era sei volte quello dei lavoratori, nel 2004 era cinquanta volte e da allora è aumentato ancora.
Dopo queste elezioni la coalizione "di sinistra" formata da ANC, COSATU e SACP guiderà un paese affetto da un deficit cronico nella bilancia dei pagamenti, il cui tasso di crescita economica è stato negli ultimi anni tanto elevato quanto fittizio, prosperato su una disuguaglianza sociale mostruosa al suo interno: tutte dinamiche che si faranno ancora più acute con gli effetti devastanti della crisi economica mondiale che, anche in Sudafrica, hanno tra l'altro già dato la stura a sentimenti nazionalisti e razzisti nei confronti di tutti quei migranti che dagli altri Stati africani cercano fortuna nella "nazione di Mandela".
Come negli ultimi quindici anni, c'è assai poco da aspettarsi da questo governo "di sinistra": con i movimenti sociali "addomesticati", come sono oggi, non ci sarà nessuna redistribuzione delle ricchezze, il gap tra ricchi e poveri continuerà ad aumentare, così come cresceranno sentimenti xenofobi e nazionalisti. I movimenti della sinistra extraparlamentare, tra i quali un piccola federazione comunista anarchica (ZABALAZA), non si fanno soverchie illusioni sulla possibilità a breve termine di trasformazioni sociali di una certa importanza e guardano con terrore più che con speranza agli effetti della crisi economica. Non per questo smetteranno di fare attività di base, nelle townships e nelle campagne e continueranno a svelare le false promesse che ANC e alleati continuano a propinare ai poveri.

A. Soto

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti