Franco Serantini anarchico di vent'anni moriva a Pisa il 7 maggio
1972. Due giorni prima, mentre partecipava ad una manifestazione
antifascista di protesta contro il comizio dell'on. Giuseppe (Beppe)
Niccolai del Movimento sociale italiano, alcuni uomini del 2° e
3° Plotone della 3a Compagnia del 1° Raggruppamento celere di
Roma lo avevano barbaramente pestato a sangue. Fermato e trasportato
nel carcere del Don Bosco, il giorno seguente, nonostante manifestasse
un malessere generale, era stato interrogato da un magistrato e
sottoposto ad una superficiale visita medica. La mattina del 7 maggio
venne trovato agonizzante nella sua cella e trasportato d'urgenza al
pronto soccorso dove si spense.
Il certificato di morte parla di "ematoma intracranico
post-traumatico", chi assisterà all'autopsia dichiarerà
di aver visto un corpo massacrato dai colpi ricevuti durante l'arresto.
Una storia tragica di questo paese, purtroppo non l'unica, di cui gli
esecutori all'epoca sono stati gli uomini preposti all'"ordine
pubblico" e il mandante il governo del democristiano Giulio Andreotti e
del ministro degli interni Mariano Rumor. Pisa, come molte altre
città, fu destinata ad essere il banco di prova di una campagna
elettorale provocatoria e violenta, incentrata sull'ordine pubblico:
unico obiettivo di questa campagna fu di portare allo scontro
"militare" le opposizioni, soprattutto quelle extraparlamentari, per
poter avallare la tesi degli opposti estremismi e riaffermare
l'autorità dello Stato.
Sono passati 37 anni e di Serantini si continua a parlare, la sua morte
è ancora una ferita aperta nella storia recente della
società italiana. Se ne parla, anche se, ad esempio, una parte
della città di Pisa - come una parte delle forze politiche -
vorrebbe una volta per tutte sotterrare di nuovo quel nome e la sua
storia. Il motivo di questa accesa guerra alla memoria è
semplice: si vuole nascondere le responsabilità di chi ha
guidato il Paese, promosso, organizzato ed eseguito, con cinica
determinazione, quella stagione passata alla storia come "gli anni di
piombo" ma che sarebbe più appropriato definire l'epoca del
terrorismo di Stato e delle stragi impunite.
Troppo spesso negli ultimi decenni i "vincitori" hanno presentato il
conto a quella parte politica, che viene considerata la madre
spirituale del "terrorismo rosso", scordandosi, non a caso, la dinamica
dei fatti e le responsabilità oggettive, anche se con obiettivi
diversi, delle forze di governo, dei servizi segreti interni ed esteri,
degli apparati polizieschi e dei neofascisti nello scatenamento di
quella stagione di violenza.
Oggi sono i politici che vogliono fare la storia e le loro fonti
predilette sono le sentenze dei tribunali e i media prezzolati ma in
realtà la storia di quel decennio è ancora in gran parte
da scrivere.
Grazie a molti la memoria di Serantini non si è persa, vive nei
cuori delle donne e degli uomini che continuano a credere e a battersi
per gli ideali di giustizia sociale e libertà per i quali ha
vissuto Franco. La memoria di Serantini resiste, sui muri delle
città, nelle canzoni, nei teatri, nei libri e nelle pagine web.
Recentemente, un giovane musicista d'origine pisana, Francesco Filidei,
gli ha dedicato anche un'opera che è stata presentata al
Festival musicale di Montecarlo.
Una memoria che giorno dopo giorno, testardamente, ricorda la scomoda
verità: Franco Serantini, per la sua scelta di campo
antifascista e libertaria, fu ucciso due volte: la prima da coloro che
ne devastarono il corpo, la seconda da uno Stato che per scelta
politica non volle fare "giustizia", perché ovviamente lo Stato
non può processare se stesso.
Franco B.
Nell’ambito del trentennale delle attività della Biblioteca
Franco Serantini di Pisa sono organizzate una serie di manifestazioni
Mercoledì 6 maggio
ore 18.00 Cinema Arsenale, vicolo Scaramucci 4, Pisa:
proiezione del documentario “S’era tutti sovversivi†di Giacomo Verde (dedicato alla memoria di Franco Serantini);
presentazione della nuova edizione de “Il sovversivo: vita e morte
dell’anarchico Serantini†di Corrado Stajano (BFS edizioni, 2008)
con: Paolo Finzi - redattore di A rivista anarchica; Franco Bertolucci - Biblioteca F. Serantini
Giovedì 7 maggio
dalle 17.00 alle 22.00 in Piazza XX settembre a Pisa; presidio informativo con libri e altro...
mostra su Serantini e la biblioteca - sketch teatrali;
dalle 19.00 aperitivo musicale con i Sonalastrana