Umanità Nova, n.17 del 3 maggio 2009, anno 89

informAzione - 1


Milano. 25 aprile

La giornata è iniziata alle 10 con un ricordo dell'esperienza della Volante Rossa a cura di 'Resistenze metropolitane'  nel quartiere di Lambrate ove questa formazione dell'antifascismo militante – aggregatasi nella locale 'Casa del popolo' e ai margini dell'ufficialità del PCI - aveva operato nell'immediato dopoguerra.
Poi è continuata con la manifestazione di quartiere nella zona di Via Padova, sede di un intervento politico continuativo tra i numerosi cittadini immigrati che vi risiedono, indetta dal centro sociale di via dei Transiti e dal Comitato antirazzista, ove un centinaio di compagni in corteo ha richiamato l'importanza di un impegno odierno contro il razzismo e la xenofobia montanti.
Entrambe queste iniziative sono poi confluite nel corteo, a carattere nazionale, in partenza da porta Venezia alle 15.  E c'era un po' di tutto in porta Venezia in questo 25 aprile.
Dai partigiani superstiti di Anpi e Fiap, ai partiti della sinistra ex parlamentare, al governatore della Lombardia il ciellino Formigoni, ai centri sociali, ai deportati dell'Aned, ai partiti del centro sinistra, al candidato del PdL alla provincia, a Cofferati, alla brigata ebraica, ai profughi politici del corno d'Africa e qualcun altro sicuramente me lo dimentico. Una massa enorme di gente – 100.000 – la gran parte in difesa dei valori della Liberazione e della costituzione repubblicana (il popolo di sinistra), uno sparuto gruppo di berlusconiani – quelli che non si sono mai visti in  questa ricorrenza  - in difesa di una generica 'libertà' conquistata contro un altrettanto generico 'totalitarismo'. Non sono mancati ovviamente i riferimenti all'esperienza storica dell'antifascismo classista e rivoluzionario da parte di un settore del corteo, mentre forte, da parte dei molti giovani presenti, era il richiamo all'impegno antirazzista e antifascista, contro le leggi securitarie per un'alternativa sociale.
Al comizio l'intervento di Formigoni è stato sonoramente fischiato dalla piazza nonostante i tentativi di 'protezione' degli altri oratori. Una buona dose di fischi e di slogan se li è presi anche Cofferati al suo passaggio di fianco al banchetto informativo della Federazione Anarchica Milanese.
In contemporanea al Ticinese, Cox 18 organizzava 'Fazulet foera di ball', storie di rivolta e resistenza sviluppate con un giro nel quartiere per raccontarne la storia ribelle, i tanti momenti di lotta contro i fascisti e lo Stato, di resistenza ai soprusi e di rivolta contro le ingiustizie, accompagnate dai  canti popolari e anticlericali del coro 'hard coro' di Bologna.
A conclusione della giornata in molti poi hanno raggiunto l'area parcheggio di Bonola, al Gallaratese, ove la 'rete partigiani in ogni quartiere' – nata nell'ambito delle mobilitazioni contro la sede di Cuore Nero - a partire dalle 18  ha organizzato una serata all'insegna della musica, della cultura e della riflessione politica con la presenza di esponenti partigiani – Pizzinato e Norina Pesce – di attori e musicisti – Paolo Rossi, Moni Ovadia, Renato Sarti e molti altri con l'obiettivo di continuare a valorizzare le periferie, per conferire agli spazi pubblici un alto valore sociale e per lasciare una traccia antifascista e solidale nel territorio. Parallelamente un corteo musicale animato da vari gruppi (Mitoka samba, Coro di Micene, Voci di mezzo) coinvolgeva gli abitanti nell'iniziativa.
Per concludere: molte attività, ma anche molte ambiguità e non potrebbe essere altrimenti se, per ricercare una convergenza di interessi moderati, si accettano le continue capriole, gli opportunismi, gli sfacciati voltafaccia di chi fino a ieri inneggiava al duce e oggi diventa il campione della libertà.
In epoche lontane quando il paese era teatro del conflitto tra le potenze spagnole e francesi vi era un  motto che andava alla grande: 'Francia o Spagna, purché se magna'; oggi tale motto potrebbe essere aggiornato con 'fascismo o antifascismo, purché se magna' per le classi dirigenti e proprietarie di questo paese, impegnate a ridisegnare le forme del potere e della piramide sociale, a scapito, come sempre, dei ceti popolari e dei lavoratori.

m.v.

Bologna. Un bel 25 aprile

Si è svolto, come annunciato, il 25 aprile dell'antifascismo bolognese; di quell'antifascismo che non condivide la memoria con chi sta al governo e con chi vuole revisionare la storia cancellando gli aneliti alla libertà che la lotta partigiana aveva concretamente dimostrato.
Quest'anno le diverse componenti del movimento si sono date 5 appuntamenti distinti ma solidalmente coordinati:
-    Piazza dell'Unità dalle 15 alle 21 ha visto il palco allestito da XM24 e diversi banchetti (fra i quali quello del circolo anarchico Berneri) con concerti e interventi dal palco; ampia diffusione di materiale antifascista; ampia propaganda al Festival delle Culture Antifasciste che si terrà al parco delle Caserme Rosse dal 29 maggio al 2 giugno prossimi
-    Via del Pratello, anche qui per tutto il pomeriggio, Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo Lesbian Group e MIT hanno dato vita al "Pratello r/esiste" con banchetti, proiezioni all'aperto, comizi volanti dedicati alla testimonianza antifascista dei movimenti gay e lesbiche e ricordando il contributo di lotta e di sangue che questa componente ha dato alla lotta per la libertà
-    Al VAG 61, in via Paolo Fabbri, grigliata partigiana e una bella iniziativa dell'Assemblea Antifascista Permanente di Bologna che ha presentato il suo lavoro su Luigi Fabbri e la Controrivoluzione Preventiva; nell'ambito dell'attività di riedizione di questo fondamentale testo di analisi del fascismo che verrà edito con Zero in Condotta, l'AAP ha organizzato la prima di un reading dal titolo "Catilina parla" che nelle prossime settimane verrà portato all'interno di altri spazi sociali e situazioni di lotta
-    All'Iqbal Masih della Barca, serata "resistente" con un bel concerto di canti della resistenza e della tradizione di lotta del movimento operaio; con canti corali che sono andati avanti fino a tarda sera
-    Al casone partigiano di Rubizzano (San Pietro in Casale), la serata del 24 con l'iniziativa "Suoni resistenti" aveva aperto le giornate antifasciste in provincia
-    Su http://www.zic.it/zic/articles/art_4461.html é registrata la "diretta radio" in webstreaming della giornata a testimonianza del carattere plurale e unitario di tutte le inziative
Complessivamente le diverse iniziative hanno visto la partecipazione di qualche migliaio di persone (soprattutto a Piazza dell'Unità e al Pratello), a testimonianza della diffusione e del radicamento del movimento antifascista alla faccia di chi predica la pacificazione nazionale e la rimozione della memoria.
Nei prossimi giorni non mancheranno le occasioni di lotta: dalle iniziative contro la Lega Nord che perpetua la sua politica razzista e reazionaria utilizzando gli spazi della campagna elettorale per imbastire provocazioni; al contrasto dei raduni di Forza Nuova che annuncia per il 29 aprile un convegno all'Hotel Europa con lo stesso taglio e gli stessi intenti provocatori realizzati a Milano il 5 aprile scorso.

Redb

Torino. Tre giorni antifascisti

Un 25 aprile di testimonianza, ricordo, lotta sotto la Mole. I tre giorni antifascisti promossi dalla FAI torinese si sono articolati intorno a diverse iniziative: dal punto info alla diffusione di volantini e manifesti, alla serata dedicata alle rivolte partigiane dopo la Liberazione, al presidio con bicchierata e commemorazione alla lapide del "Moro", il comandante della VII brigata SAP alle Ferriere, l'anarchico Ilio Baroni.

23 aprile. Punto info in via Po
Nella centralissima via Po si è tenuto un punto info antifascista con distro, mostra, volantinaggio, musica. Come di consueto in queste occasioni una semplice iniziativa informativa era guardata a vista da una dozzina di Digos e un gippone di antisommossa. Un tale passando ha domandato ironicamente se ci si sentisse più sicuri. Nel volantino distribuito ai passanti si narrava di questo 25 aprile all'insegna del fascismo che ritorna, che colpisce ogni giorno.
In un manifesto diffuso in quasi mille copie è stata riprodotta la celebre foto di Mussolini appeso a testa in giù in piazzale Loreto. Il volto di Mussolini è stato sostituito da quello del razzista padano Mario Borghezio. Ecco il testo, breve ma esplicativo: "Resistenza! Oggi come ieri.
Ieri camicie nere… oggi camice verdi.
Ieri squadracce… oggi ronde.
Ieri leggi razziali… oggi leggi razziste.
Ieri ebrei e rom… oggi immigrati e rom.
Oggi il fascismo ha il volto della Lega.
Bossi, Maroni, Borghezio…
a piazzale Loreto c'è ancora tanto posto!"
Un paio di giorni prima la polizia aveva intercettato due compagni che affiggevano questi manifesti, multando la compagna pescata con il pennello. Secondo quanto riportato da alcuni giornali l'onorevole Borghezio avrebbe denunciato i due per minacce e calunnia.

Notte tra il 23 e 24 aprile
Borghezio appeso in effige davanti alla Lega.
Le buone idee, si sa, sono contagiose. Così nella notte tra il 23 e il 24 aprile nel cuore di Barriera di Milano, Mario Borghezio, appeso a testa in giù, la faccia a portata di sputo, faceva mostra di sè di fronte alla sede provinciale della Lega in via Poggio 23.
Sui muri la scritta "Lega=fascismo", sotto il campanello il cartello "Bossi, Maroni, Borghezio… a piazzale Loreto c'è ancora tanto posto!"
Purtroppo quello di Borghezio era solo un fantoccio.
La mattina successiva intorno a quel fantoccio con la faccia dell'onorevole appeso a testa in giù con tanto di camicia e cravatta verde squadrista si agitavano fotografi, giornalisti e un nugolo di poliziotti, che cercavano "prove" rovistando tra l'immondizia lasciata fuori dai leghisti. Unanime la condanna dei politici di ogni tipo, che si sono affrettati e rilasciare dichiarazioni di solidarietà a Borghezio.
L'esponente leghista si era distinto di recente per una lectio magistralis tenuta in Francia, a Beaune, nel corso di un'assise identitaria, cui aveva partecipato il fior fiore dei fascisti europei. Borghezio aveva suggerito ai camerati di non proclamarsi apertamente fascisti e nazisti, limitandosi a propagandare idee razziste e xenofobe. In altre parole la via leghista al potere. L'intervento di Borghezio ha suscitato feroci polemiche sui principali quotidiani d'oltralpe: da noi solo un imbarazzato silenzio.
Borghezio, confermando una propria spiccata attitudine esibizionista, si è fatto riprendere in svariate pose accanto al suo fantoccio appeso. In una foto lo si vede posare accanto al manichino mostrando indignato il manifesto della Federazione Anarchica Torinese.
Secondo i giornali, gli 007 della Digos torinese avrebbero già individuato i responsabili del gesto. Si tratterebbe degli stessi due compagni pescati ad affiggere il manifesto in questione. Forse la Digos pensa che questi due compagni abbiano i superpoteri.

24 aprile. Le rivolte partigiane dopo la Liberazione
Marco Rossi ha presentato il suo ultimo libro "Ribelli senza congedo" nella sede della FAI torinese, in corso Palermo 46. La sala era piena e i compagni presenti hanno poi dato vita a un confronto vivace ed interessante.
Il libro di Marco racconta una storia spesso taciuta, quella delle migliaia di partigiani, che a distanza di poco più di un anno dalla Liberazione, tornarono in montagna "per rifiuto di abitare nella Repubblica che mitraglia i contadini, libera i fascisti e mette gli operai alla disoccupazione". "Il libro", come ha detto Marco introducendo la serata, "non poteva che essere presentato per la prima volta a Torino, poiché i due principali episodi di cui narra si sono svolti in Piemonte".
Si tratta di una vicenda che ancora è oggi scomoda, perché mette in discussione la storia ufficiale della Resistenza, che non ha un prima e, soprattutto non ha un dopo. Il 25 aprile diventa così lo spartiacque tra la Resistenza "buona", inscrivibile, anche se a forza, nel mero quadro della liberazione "nazionale", da quella "cattiva", delle "componenti più intransigenti e avanzate del movimento partigiano che avevano vissuto la lotta armata contro i fascisti come la premessa per la costruzione di una società diversa". Ne è conseguito che "tali insorgenze, nonostante le considerevoli dimensioni raggiunte, rimangono a tutt'oggi una parentesi pressoché ignorata e sconosciuta, a causa dell'evidente dissonanza che rappresentò e ancora rappresenta" con la storia congelata nelle cerimonie ufficiali. Il libro di Marco è un utile strumento per ricostruire questa storia dimenticata ma, anche, un importante grimaldello contro il revisionismo imperante, quello della "pacificazione" a tavolino, che 64 anni dopo, prova a fare la destra tornata al governo.

25 aprile. Vino e fiori alla lapide di Ilio
Come ogni anno i compagni e le compagne delle FAI torinese si sono dati appuntamento in corso Giulio Cesare angolo corso Novara alla lapide che ricorda Ilio Baroni, che in quel punto morì combattendo il 26 aprile del 1945.
Maria Matteo, in una breve introduzione, ha ricordato che il fascismo non è morto in quel lontano aprile. A ciascuno di noi riprendere il cammino contro il fascismo che ritorna con altro nome, ma immutata ferocia.
Roberto Prato ha fatto un lungo e preciso intervento, che non si è limitato alla consueta commemorazione ma ha ripercorso la difficoltà di comunicare oggi il senso profondo della lotta di chi, in quel quartiere, diede la vita per impedire la distruzione della città. Roberto ha ricordato come le truppe naziste, nel lasciare Torino, avessero deciso di lasciare il deserto alle proprie spalle, distruggendo fabbriche, strade, ponti, ferrovie. I partigiani della zona nord, quelli delle Ferriere, della Grandi Motori, decisero di impedirlo, sfidando in pochi, con armi leggere un'intera divisione nazista. Barriera di Milano è costellata dalla lapidi dei tanti, in buona parte operai come Baroni, che caddero per conservare il proprio pane, per la speranza di un mondo migliore, che poi non fu. Ciascuno fece la sua parte, senza capi e senza ordini, ciascuno forte della propria determinazione. In ciò Roberto individua la cifra di un'autonomia che era il segno di un agire intrinsecamente libertario.
Messi i fiori con la dedica "a Ilio Baroni. Gli anarchici", il brindisi alla "libertà, all'anarchia" a tutti i partigiani della libertà. Alla fine un anziano partigiano, appoggiato al bastone, le pantofole alte grigie dei vecchi poveri, ha intonato una delle canzoni di allora.
Poi via con la distro ai giardini (ir)reali, davanti al Fenix, sgomberato dopo un corteo antifascista seguito all'accoltellamento di due anarchici. Gli Squatter Torino, come ormai tradizione dal 2006, hanno occupato i giardini con concerti, salsicce, bar e banchetti informativi.
Notevole l'attenzione dei passanti (e della Digos) nei confronti del pannello con le foto di Borghezio a testa in giù.
A quest'indirizzo potete vedere e scaricare il manifesto della FAI torinese "a piazzale Loreto c'è ancora tanto posto":
http://piemonte.indymedia.org/article/4710
A quest'indirizzo foto e comunicato sull'azione alla Lega:
http://piemonte.indymedia.org/article/4772
Qui la rassegna stampa on line:
http://piemonte.indymedia.org/article/4779
Gli articoli di TorinoCronacaqui, La Stampa, Repubblica, La Padania, Epolis, Libero, Il Giornale del 25 aprile con link e foto sull'azione antifascista del 24 aprile alla sede della Lega a Torino sono qui:
http://piemonte.indymedia.org/article/4798
e qui:
http://piemonte.indymedia.org/article/4799

R. Em. 

Torino. Defilè antirazzista al Palagiustizia

Era il luglio del 2008. A Torino in via Germagnano, tra le baracche dei rom i bambini giocavano nel fango e tra i topi. L'alluvione di primavera per poco non si era mangiata le miserabili baracche della parte bassa del campo, dove vivono i più poveri. Alcune famiglie, stanche di una miseria che aveva segnato ogni momento delle loro vite, decidono di prendersi la loro parte di futuro, occupando una palazzina dell'Enel in via Pisa. La casa era abbandonata all'incuria da molti anni. Uomini donne e bambini hanno dormito sotto ad un tetto sino al 15 luglio: per alcuni era la prima volta.
La mattina di quel giorno le truppe dello Stato in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione nell'edificio: i bambini, spaventati, si sono svegliati urlando. Fuori li aspettava un pullman della GTT che li ha riportati alle baracche di via Germagnano. Uno dei solidali accorsi venne arrestato e rilasciato due giorni dopo: aveva osato chiedere notizie sul futuro di quelli di via Pisa.
Due giorni dopo, era il 17 luglio, in piazza d'Armi, nell'ambito del festival ARCIpelago era prevista una tavola rotonda. Di "Paure metropolitane" dovevano parlare politici e professori: tra loro Ilda Curti, assessore con la delega all'integrazione degli immigrati.
Non potevano mancare gli antirazzisti. Armati di striscione, volantini e megafono hanno parlato a Curti delle paure di chi, giorno dopo giorno, vive ai margini di una città che spende per giochi e luci d'artista ma permette che i bambini crescano senza una casa.
Curti non tollera la contestazione, dà in escandescenze ed infine abbandona il palco. Fila dalla polizia e sporge denuncia per violenza privata. Prima di andarsene grida "E, io, che c'entro?" Le stesse parole di Chiamparino di fronte ai bambini che lo inseguivano con lo striscione dove campeggiava la scritta "casa per tutti".
La mattina del 23 aprile in tribunale era previsto il riconoscimento "all'americana" di quattro antirazzisti, accusati da Curti di "violenza privata", "minacce" e "ingiurie". Roba che in tribunale può costare sino a quattro anni di reclusione. Tra gli imputati una compagna della FAI torinese. La compagna, per facilitare la memoria degli assessori Curti e Alfieri, nascosti dietro il vetro della stanza "ricognizioni", indossava una maglietta con la scritta "Casa per tutti. Via Pisa non si cancella".
La dignità degli uomini donne bambini di via Pisa è un forte, silente, atto di accusa contro chi, in questa città, di fronte alla miseria, alle baracche, ai bimbi morsi dai topi dice "E io che c'entro?"

R. Em.

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