Umanità Nova, n.17 del 3 maggio 2009, anno 89

informAzione - 2


Pisa. Per il movimento contro l'apartheid

Venerdì 24 aprile al Centro Sociale Rebeldia di Pisa si è tenuta una iniziativa pubblica su "L'orrore di Gaza e le prospettive del movimento di azione diretta unitaria contro l'apartheid", con cena di sottoscrizione per gli "Anarchici contro il Muro", colpiti dalla repressione dello Stato israeliano. Organizzavano il Kronstadt Anarchico Toscano, gli Anarchici Pistoiesi, il laboratorio delle Disobbedienze Rebeldia e il BDS gruppo di Pisa.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di alcune decine di persone. Era stata allestita una mostra sulla storia del movimento di azione diretta unitaria della Cisgiordania (comitati di villaggio palestinesi + ribelli israeliani + attivisti internazionali) e sugli "Anarchici Contro il Muro".
Il dibattito ha messo in luce la peculiarità del movimento della Cisgiordania nel quadro della lotta di emancipazione palestinese e la sua diversità rispetto alle altre forze in campo nel drammatico teatro mediorientale. Più di un intervento ha posto l'accento sulle potenzialità internazionaliste che questo movimento ha in sé. Si è messa in luce l'infinita barbarie messa in atto dallo Stato di Israele durante la recente operazione militare a Gaza "Piombo fuso", coronamento di una strategia genocida di lunga durata nei confronti delle popolazioni palestinesi. E' stata ribadita la necessità di continuare la propaganda per il boicottaggio delle merci israeliane e la necessità di aiutare le popolazioni della striscia di Gaza, martoriate da uno strangolamento economico-sanitario (l'embargo). L'embargo oltre ad essere aberrante dal punto di vista umano, rende molto difficile lo sviluppo a Gaza di movimenti alternativi alla reazione fondamentalista rappresentata da Hamas. Si è anche posto l'accento sulla necessità di individuare localmente obbiettivi concreti da boicottare e contrastare, tipo le aziende che fanno affari con Israele.
Non sono mancati momenti dialettici con alcuni esponenti di un comitato cittadino di solidarietà con la Palestina che portavano una visione molto diversa soprattutto sulla questione di Hamas, ma comunque il dibattito è rimasto su un terreno di correttezza e rispetto. Il gruppo BDS (Boicotta Disinvesti Sanziona) è intervenuto presentando il lavoro che sta svolgendo.
La cena ha raccolto 360 euro da inviare agli "Anarchici contro il Muro", mentre si è avviata anche una raccolta di fondi per il sostegno umanitario delle popolazioni di Gaza che continuerà nelle prossime iniziative (per ora ci sono già 120 euro).

Claudio Strambi

Savona. Esiliati Cileni - l'Ecomemoria in provincia

Domenica 19 aprile altri quattro Comuni della provincia di Savona hanno accettato di piantare nei loro territori una pietra con i nomi dei resistenti alla dittatura cilena assassinati da Pinochet. Le pietre innalzate a Noli, dietro la chiesa di Vaze, a Spotorno, nel parco Magiarda, a Quiliano, nel parco in Carpignano e a Vado Ligure, in Valle di Vado, ricordano Guillermo Tamburini, Josè Eugenio Monealve Sandoval, Juan Angel Queda Aguayo, Juan Bosco Maino Canales, Miguel Cabrera Fernandez, Propsero del Carmen Guzman Soto, Raul Rodrigo Obregon Torres, Rene Eduardo Bravo Aguilera, Victor Alfonso Martinez, tutti militanti del Mir e del Mapu caduti da partigiani in Cile. Accanto alla pietra un albero di olivo, perchè segno di vita che dà frutto e perché la Resistenza  era ed è contro la guerra imposta dal fascismo.
Presenti oltre ai sindaci e i loro gonfaloni, le bandiera dell'ANPI provinciale e locale che hanno  chinato i loro drappi fino a toccare le pietre, in silenzio. Fino a Vado non ci sono state cerimonie solo la parola di Urbano a nome del Comitato dei Lavoratori Cileni Esiliati per spiegare la ricerca di questi nomi strappati al tentativo di cancellare la memoria in nome di una pacificazione nazionale. Ma chi non riconosce il passato è condannato a riviverlo se non coltiva la memoria. Ecco perché da sei anni il Comitato degli esiliati cileni lavora su questi nomi, sulla loro storia, personale e sociale, sul come sono morti e mette sul tavolo la proposta di scolpirli sulla pietra ed esporli pubblicamente come  Partigiani, accanto ai nostri Partigiani, proprio nel mese di aprile, a ricordo della Liberazione dal nazifascismo.
A Vado Ligure, proprio in quella Valle di Vado che fu territorio di battaglia partigiana, ci si è fermati a testimoniare. Prima dell'intervento finale dell'Istituto Storico della Resistenza a Savona,  ha parlato Ana Maria Taquias Vergara  rappresentante europea dei familiari degli scomparsi Cileni. Ha parlato in spagnolo ma è stata di una comprensione didattica: ha ricordato la responsabilità strategica dell'imperialismo americano, i finanziamenti della CIA e gli interessi economici e gli indirizzi politici, come quella cooperazione di repressione internazionale definita "Condor", sia durante la dittatura sia durante il cosiddetto cambio istituzionale; ha ricordato le responsabilità della democrazia cristiana di Frei per l'immunità data al dittatore e ai generali assassini e per il silenzio con il quale avrebbe ripagato le vittime se non vi fosse stata una rivolta sociale nel paese, una rivolta sociale che permane tuttora in Cile e che viene ancora repressa con le stesse armi della dittatura; ogni mobilitazione studentesca nelle strade e nelle università, ogni sciopero o manifestazione di lavoratori per il lavoro, per la casa, per i diritti vengono caricate dalla polizia che spara ad altezza d'uomo, carica e arresta come ieri, avendo gli stessi comandanti, le stesse carceri, la stessa giustizia di palazzo.
Si poteva giudicare Pinochet dopo che la mobilitazione cilena in Europa lo aveva fermato a Londra. Ma la storia ci insegna che le dittature riescono a vivere grazie anche al collaborazionismo dei cosiddetti paesi democratici dell'Occidente. Di fronte al nazismo del '900 paesi europei chiusero le frontiere, stettero in silenzio sullo sterminio in Polonia e della Polonia e così Hitler potè raggiungere la somma  che ha raggiunto. Così Pinochet potè tornare libero in Cile perché i laburisti inglesi ringraziavano così dell'appoggio avuto nella guerra delle Malvine contro l'Argentina .
Il tutto con la benedizione della chiesa cattolica fedele al suo comportamento nel '900.
Ora la Resistenza ricorda e propone comportamenti sociali. Nel savonese sono già 14 gli alberi piantati accanto a nomi di partigiani cileni. La ricerca continua e la proposizione anche. Pinochet è morto, questi uomini e queste donne sono vive e danno frutto sulla terra. Presenti con i colori rosso e neri la FAI di Savona e di Cuneo

Antonio Lombardo

Modena. Ex caseificio

Nella serata di venerdì 10 aprile alcune compagne e compagni hanno occupato un nuovo spazio sociale anarchico/libertario a Modena. Lo stabile è un ex caseificio in strada San Martino a San Martino di Mugnano, alla periferia sud di Modena (strada per Maranello-Abetone).
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato degli occupanti con qualche aggiornamento.
L'ultima occupazione viaggia molto bene. Rispetto allo spazio sociale Libera si supera il numero delle persone che frequenta e partecipa alle serate. Le aperture nella settimana appena passata come in quella entrante sono oltre all'assemblea settimanale del martedì, di 4 serate, dal giovedì alla domenica. Col proprietario ancora nulla di sicuro, anche se tra tante cose dette è uscito, forse, che rivuole l'edificio il 10 maggio. Non era molto convinto di quello, ma voleva dare un segnale che non deve passare troppo tempo. Ancora la denuncia non è stata fatta ma a suo dire un esposto che lo tutela da incidenti o qualsiasi altra cosa illegale si faccia li dentro. Stiamo anche pulendo altri spazi e speriamo per questa settimana di aver reso agibile altre strutture. Ci stiamo turnando per il dormire, cosa che rappresenta anche una utile autodifesa. L'autogestione è possibile, la rassegnazione è un suicidio quotidiano, la delega è una privazione della propria progettualità.

www.libera-unidea.org
http://excaseificio.indivia.net

Milano. Al Congresso dello Slai Cobas

Ho partecipato, in rappresentanza della FAM, al Congresso Nazionale della Slai Cobas, che si è tenuto a Milano nei locali dell'ex Paolo Pini, sabato 18 aprile, in occasione  della sezione aperta alle  associazioni sindacali, sociali e politiche.
Nella relazione congressuale d'apertura, dopo le analisi sulle responsabilità della crisi utilizzata contro i lavoratori e sugli obbiettivi di lotta da porsi, abbastanza condivisibili, sono state evidenziate due questioni di prospettiva:
1° Quella di trovare unicamente nella lotta la possibilità di unità con le altre forze sindacali e con i lavoratori, in alternativa al "patto di base" tra Cub – Conf. Cobas – SdL, criticato come logiche da Cgil-Cisl-Uil.
2° La funzione del sindacato di classe di farsi carico oltre che della lotta sindacale anche di quella politica, creando le condizioni per favorire lo sviluppo di una organizzazione politica indipendente del proletariato, confrontandosi anche con i raggruppamenti della sinistra, non per farsi orientare da loro, ma per influenzarne la crescita in tal senso.
Nell'intervento che ho fatto, dopo il ringraziamento per l'invito e l'apprezzamento per aver riportato la frase di Pietro Gori "Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà" nella loro Agendina sindacale, ho invitato a riflettere sul fallimento dei vari partiti e partitini, che si pretendono rappresentanti dei lavoratori, come effetto del loro inevitabile processo istituzionale.
Ho rimarcato il nostro giudizio sul processo di unità del sindacalismo di base intrapreso con il "patto di base" che da una parte è stato valutato positivamente, come espressione dell'esigenza dei lavoratori aderenti e dei militanti di base, dall'altra criticato per l'esclusione di una parte del sindacato di base.
Riprendendo lo slogan lanciato recentemente nell'area Slai Cobas "se non ora quando?" invitavo a ragionare rispetto all'urgenza della crisi in atto e della opportunità di una azione unitaria di tutto il sindacalismo di base, evitando "arroccamenti" di parte, approfittando delle aperture dichiarate per far pesare l'esperienza e la forza nell'ambito di una più ampia intesa unitaria, anche per sconfiggere le aree interne al "patto di base" più propense a scambiare "diritti sindacali" con la firma di contratti bidone.
Trovare l'unità del sindacalismo di base unicamente nell'azione di lotta presenta spesso dei limiti: quello della logica delle "bandierine" che ci portiamo dietro, che non sempre favoriscono i processi unitari.

E. M.

Tirolo. Festa e manifestazione antifascista

Tutt* ad Innsbruck contro le corporazioni studentesche di estrema destra!
Dal 19 al 21 giugno 2009 si terrà ad Innsbruck/Tirolo la festa delle "Burschenschaften" (corporazioni studentesche di estrema destra). Il motivo attuale per questa occasione è che nel 2009 si celebra per la duecentesima volta la battaglia del "Bergisel", nella quale contadini tirolesi si rivoltarono contro l`Illuminismo – motivo abbastanza buono per reimpugnare la sciabola e glorificare anche il terrorismo altoatesino con il tema "200 anni di lotta di liberazione tirolese".
Le "Burschenschaften" usano questo ritrovo come occasione per approfittare della presenza dei media e così presentare le loro reti di potere nelle elite politico-economiche del paese. In questo modo verranno riportati nuovamente nella società i loro ideali di elite, di nazionalismo tedesco e di antisemitismo. Le donne non vengono accettate in queste corporazioni, infatti il potere dei membri sembra rispecchiarsi bene nel patriarcato e nella società classista – capitalista; nessun pensiero agli interessi degli sfruttati, bensì a vantaggio di un piccolo gruppo. Le conseguenze sono un`emarginazione di quelle persone che non rientrano nella visione mondiale dell`estrema destra, come per esempio i lavoratori, le donne, gli immigrati, gli ebrei, le minoranze linguistiche e coloro che non rientrano nell´identità eterosessuale, ecc.
Queste corporazioni non sono degli innocui gruppi culturali, bensì gruppi influenti, che agiscono nello stato e nelle istituzioni; almeno 13 deputati statali fanno parte di una corporazione nazionalista, come per esempio il presidente del consiglio dei ministri Martin Graf, che presenterà pubblicamente l´evento con un discorso. Queste rappresentano quindi un collegamento molto importante tra partiti e forze neonaziste.
Mentre la "società civile" e i partiti politici provano a intervenire attraverso lo stato, che tra l´altro è collegato in maniera indivisibile alla storia del nazionalsocialismo  e delle corporazioni, noi invitiamo a partecipare a una protesta autonoma contro questo evento. Non deve esserci spazio per le reti e l´odio delle corporazioni di estrema destra, né in Tirolo, né altrove! Per una società egualitaria, contro il capitalismo e il patriarcato!

Programma:
Venerdi 19.06.2009 – azioni dirette – ritrovo informativo a partire dalle ore 20.00
Sabato 20.06.209 – Festa in strada dalle 12.00 – alle 17.00 parte la manifestazioni verso il centro della città – alle 21.00 concerto nel CS

www.antifa-ibk.it.tt
www.myspace.com/antifaibk
antifa_innsbruck@riseup.net

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