Venerdì 24 aprile al Centro Sociale Rebeldia di Pisa si
è tenuta una iniziativa pubblica su "L'orrore di Gaza e le
prospettive del movimento di azione diretta unitaria contro
l'apartheid", con cena di sottoscrizione per gli "Anarchici contro il
Muro", colpiti dalla repressione dello Stato israeliano. Organizzavano
il Kronstadt Anarchico Toscano, gli Anarchici Pistoiesi, il laboratorio
delle Disobbedienze Rebeldia e il BDS gruppo di Pisa.
L'iniziativa ha visto la partecipazione di alcune decine di persone.
Era stata allestita una mostra sulla storia del movimento di azione
diretta unitaria della Cisgiordania (comitati di villaggio palestinesi
+ ribelli israeliani + attivisti internazionali) e sugli "Anarchici
Contro il Muro".
Il dibattito ha messo in luce la peculiarità del movimento della
Cisgiordania nel quadro della lotta di emancipazione palestinese e la
sua diversità rispetto alle altre forze in campo nel drammatico
teatro mediorientale. Più di un intervento ha posto l'accento
sulle potenzialità internazionaliste che questo movimento ha in
sé. Si è messa in luce l'infinita barbarie messa in atto
dallo Stato di Israele durante la recente operazione militare a Gaza
"Piombo fuso", coronamento di una strategia genocida di lunga durata
nei confronti delle popolazioni palestinesi. E' stata ribadita la
necessità di continuare la propaganda per il boicottaggio delle
merci israeliane e la necessità di aiutare le popolazioni della
striscia di Gaza, martoriate da uno strangolamento economico-sanitario
(l'embargo). L'embargo oltre ad essere aberrante dal punto di vista
umano, rende molto difficile lo sviluppo a Gaza di movimenti
alternativi alla reazione fondamentalista rappresentata da Hamas. Si
è anche posto l'accento sulla necessità di individuare
localmente obbiettivi concreti da boicottare e contrastare, tipo le
aziende che fanno affari con Israele.
Non sono mancati momenti dialettici con alcuni esponenti di un comitato
cittadino di solidarietà con la Palestina che portavano una
visione molto diversa soprattutto sulla questione di Hamas, ma comunque
il dibattito è rimasto su un terreno di correttezza e rispetto.
Il gruppo BDS (Boicotta Disinvesti Sanziona) è intervenuto
presentando il lavoro che sta svolgendo.
La cena ha raccolto 360 euro da inviare agli "Anarchici contro il
Muro", mentre si è avviata anche una raccolta di fondi per il
sostegno umanitario delle popolazioni di Gaza che continuerà
nelle prossime iniziative (per ora ci sono già 120 euro).
Claudio Strambi
Domenica 19 aprile altri quattro Comuni della provincia di Savona
hanno accettato di piantare nei loro territori una pietra con i nomi
dei resistenti alla dittatura cilena assassinati da Pinochet. Le pietre
innalzate a Noli, dietro la chiesa di Vaze, a Spotorno, nel parco
Magiarda, a Quiliano, nel parco in Carpignano e a Vado Ligure, in Valle
di Vado, ricordano Guillermo Tamburini, Josè Eugenio Monealve
Sandoval, Juan Angel Queda Aguayo, Juan Bosco Maino Canales, Miguel
Cabrera Fernandez, Propsero del Carmen Guzman Soto, Raul Rodrigo
Obregon Torres, Rene Eduardo Bravo Aguilera, Victor Alfonso Martinez,
tutti militanti del Mir e del Mapu caduti da partigiani in Cile.
Accanto alla pietra un albero di olivo, perchè segno di vita che
dà frutto e perché la Resistenza era ed è
contro la guerra imposta dal fascismo.
Presenti oltre ai sindaci e i loro gonfaloni, le bandiera dell'ANPI
provinciale e locale che hanno chinato i loro drappi fino a
toccare le pietre, in silenzio. Fino a Vado non ci sono state cerimonie
solo la parola di Urbano a nome del Comitato dei Lavoratori Cileni
Esiliati per spiegare la ricerca di questi nomi strappati al tentativo
di cancellare la memoria in nome di una pacificazione nazionale. Ma chi
non riconosce il passato è condannato a riviverlo se non coltiva
la memoria. Ecco perché da sei anni il Comitato degli esiliati
cileni lavora su questi nomi, sulla loro storia, personale e sociale,
sul come sono morti e mette sul tavolo la proposta di scolpirli sulla
pietra ed esporli pubblicamente come Partigiani, accanto ai
nostri Partigiani, proprio nel mese di aprile, a ricordo della
Liberazione dal nazifascismo.
A Vado Ligure, proprio in quella Valle di Vado che fu territorio di
battaglia partigiana, ci si è fermati a testimoniare. Prima
dell'intervento finale dell'Istituto Storico della Resistenza a
Savona, ha parlato Ana Maria Taquias Vergara rappresentante
europea dei familiari degli scomparsi Cileni. Ha parlato in spagnolo ma
è stata di una comprensione didattica: ha ricordato la
responsabilità strategica dell'imperialismo americano, i
finanziamenti della CIA e gli interessi economici e gli indirizzi
politici, come quella cooperazione di repressione internazionale
definita "Condor", sia durante la dittatura sia durante il cosiddetto
cambio istituzionale; ha ricordato le responsabilità della
democrazia cristiana di Frei per l'immunità data al dittatore e
ai generali assassini e per il silenzio con il quale avrebbe ripagato
le vittime se non vi fosse stata una rivolta sociale nel paese, una
rivolta sociale che permane tuttora in Cile e che viene ancora repressa
con le stesse armi della dittatura; ogni mobilitazione studentesca
nelle strade e nelle università, ogni sciopero o manifestazione
di lavoratori per il lavoro, per la casa, per i diritti vengono
caricate dalla polizia che spara ad altezza d'uomo, carica e arresta
come ieri, avendo gli stessi comandanti, le stesse carceri, la stessa
giustizia di palazzo.
Si poteva giudicare Pinochet dopo che la mobilitazione cilena in Europa
lo aveva fermato a Londra. Ma la storia ci insegna che le dittature
riescono a vivere grazie anche al collaborazionismo dei cosiddetti
paesi democratici dell'Occidente. Di fronte al nazismo del '900 paesi
europei chiusero le frontiere, stettero in silenzio sullo sterminio in
Polonia e della Polonia e così Hitler potè raggiungere la
somma che ha raggiunto. Così Pinochet potè tornare
libero in Cile perché i laburisti inglesi ringraziavano
così dell'appoggio avuto nella guerra delle Malvine contro
l'Argentina .
Il tutto con la benedizione della chiesa cattolica fedele al suo comportamento nel '900.
Ora la Resistenza ricorda e propone comportamenti sociali. Nel savonese
sono già 14 gli alberi piantati accanto a nomi di partigiani
cileni. La ricerca continua e la proposizione anche. Pinochet è
morto, questi uomini e queste donne sono vive e danno frutto sulla
terra. Presenti con i colori rosso e neri la FAI di Savona e di Cuneo
Antonio Lombardo
Nella serata di venerdì 10 aprile alcune compagne e compagni
hanno occupato un nuovo spazio sociale anarchico/libertario a Modena.
Lo stabile è un ex caseificio in strada San Martino a San
Martino di Mugnano, alla periferia sud di Modena (strada per
Maranello-Abetone).
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato degli occupanti con qualche aggiornamento.
L'ultima occupazione viaggia molto bene. Rispetto allo spazio sociale
Libera si supera il numero delle persone che frequenta e partecipa alle
serate. Le aperture nella settimana appena passata come in quella
entrante sono oltre all'assemblea settimanale del martedì, di 4
serate, dal giovedì alla domenica. Col proprietario ancora nulla
di sicuro, anche se tra tante cose dette è uscito, forse, che
rivuole l'edificio il 10 maggio. Non era molto convinto di quello, ma
voleva dare un segnale che non deve passare troppo tempo. Ancora la
denuncia non è stata fatta ma a suo dire un esposto che lo
tutela da incidenti o qualsiasi altra cosa illegale si faccia li
dentro. Stiamo anche pulendo altri spazi e speriamo per questa
settimana di aver reso agibile altre strutture. Ci stiamo turnando per
il dormire, cosa che rappresenta anche una utile autodifesa.
L'autogestione è possibile, la rassegnazione è un
suicidio quotidiano, la delega è una privazione della propria
progettualità.
www.libera-unidea.org
http://excaseificio.indivia.net
Ho partecipato, in rappresentanza della FAM, al Congresso Nazionale
della Slai Cobas, che si è tenuto a Milano nei locali dell'ex
Paolo Pini, sabato 18 aprile, in occasione della sezione aperta
alle associazioni sindacali, sociali e politiche.
Nella relazione congressuale d'apertura, dopo le analisi sulle
responsabilità della crisi utilizzata contro i lavoratori e
sugli obbiettivi di lotta da porsi, abbastanza condivisibili, sono
state evidenziate due questioni di prospettiva:
1° Quella di trovare unicamente nella lotta la possibilità
di unità con le altre forze sindacali e con i lavoratori, in
alternativa al "patto di base" tra Cub – Conf. Cobas – SdL, criticato
come logiche da Cgil-Cisl-Uil.
2° La funzione del sindacato di classe di farsi carico oltre che
della lotta sindacale anche di quella politica, creando le condizioni
per favorire lo sviluppo di una organizzazione politica indipendente
del proletariato, confrontandosi anche con i raggruppamenti della
sinistra, non per farsi orientare da loro, ma per influenzarne la
crescita in tal senso.
Nell'intervento che ho fatto, dopo il ringraziamento per l'invito e
l'apprezzamento per aver riportato la frase di Pietro Gori "Nostra
patria è il mondo intero, nostra legge è la
libertà" nella loro Agendina sindacale, ho invitato a riflettere
sul fallimento dei vari partiti e partitini, che si pretendono
rappresentanti dei lavoratori, come effetto del loro inevitabile
processo istituzionale.
Ho rimarcato il nostro giudizio sul processo di unità del
sindacalismo di base intrapreso con il "patto di base" che da una parte
è stato valutato positivamente, come espressione dell'esigenza
dei lavoratori aderenti e dei militanti di base, dall'altra criticato
per l'esclusione di una parte del sindacato di base.
Riprendendo lo slogan lanciato recentemente nell'area Slai Cobas "se
non ora quando?" invitavo a ragionare rispetto all'urgenza della crisi
in atto e della opportunità di una azione unitaria di tutto il
sindacalismo di base, evitando "arroccamenti" di parte, approfittando
delle aperture dichiarate per far pesare l'esperienza e la forza
nell'ambito di una più ampia intesa unitaria, anche per
sconfiggere le aree interne al "patto di base" più propense a
scambiare "diritti sindacali" con la firma di contratti bidone.
Trovare l'unità del sindacalismo di base unicamente nell'azione
di lotta presenta spesso dei limiti: quello della logica delle
"bandierine" che ci portiamo dietro, che non sempre favoriscono i
processi unitari.
E. M.
Tutt* ad Innsbruck contro le corporazioni studentesche di estrema destra!
Dal 19 al 21 giugno 2009 si terrà ad Innsbruck/Tirolo la festa
delle "Burschenschaften" (corporazioni studentesche di estrema destra).
Il motivo attuale per questa occasione è che nel 2009 si celebra
per la duecentesima volta la battaglia del "Bergisel", nella quale
contadini tirolesi si rivoltarono contro l`Illuminismo – motivo
abbastanza buono per reimpugnare la sciabola e glorificare anche il
terrorismo altoatesino con il tema "200 anni di lotta di liberazione
tirolese".
Le "Burschenschaften" usano questo ritrovo come occasione per
approfittare della presenza dei media e così presentare le loro
reti di potere nelle elite politico-economiche del paese. In questo
modo verranno riportati nuovamente nella società i loro ideali
di elite, di nazionalismo tedesco e di antisemitismo. Le donne non
vengono accettate in queste corporazioni, infatti il potere dei membri
sembra rispecchiarsi bene nel patriarcato e nella società
classista – capitalista; nessun pensiero agli interessi degli
sfruttati, bensì a vantaggio di un piccolo gruppo. Le
conseguenze sono un`emarginazione di quelle persone che non rientrano
nella visione mondiale dell`estrema destra, come per esempio i
lavoratori, le donne, gli immigrati, gli ebrei, le minoranze
linguistiche e coloro che non rientrano nell´identità
eterosessuale, ecc.
Queste corporazioni non sono degli innocui gruppi culturali,
bensì gruppi influenti, che agiscono nello stato e nelle
istituzioni; almeno 13 deputati statali fanno parte di una corporazione
nazionalista, come per esempio il presidente del consiglio dei ministri
Martin Graf, che presenterà pubblicamente l´evento con un
discorso. Queste rappresentano quindi un collegamento molto importante
tra partiti e forze neonaziste.
Mentre la "società civile" e i partiti politici provano a
intervenire attraverso lo stato, che tra l´altro è
collegato in maniera indivisibile alla storia del
nazionalsocialismo e delle corporazioni, noi invitiamo a
partecipare a una protesta autonoma contro questo evento. Non deve
esserci spazio per le reti e l´odio delle corporazioni di estrema
destra, né in Tirolo, né altrove! Per una società
egualitaria, contro il capitalismo e il patriarcato!
Programma:
Venerdi 19.06.2009 – azioni dirette – ritrovo informativo a partire dalle ore 20.00
Sabato 20.06.209 – Festa in strada dalle 12.00 – alle 17.00 parte la
manifestazioni verso il centro della città – alle 21.00 concerto
nel CS
www.antifa-ibk.it.tt
www.myspace.com/antifaibk
antifa_innsbruck@riseup.net