Umanità Nova, n.17 del 3 maggio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

Siviglia: assolti  Nico Sguiglia e Javier Toret

Il 29 aprile 2006, in preparazione della May Day, un centinaio di precari irruppero mascherati nel supermercato Plus in calle Arroyo a Siviglia, accompagnati dalla "Virgen de la precariedad", per protesta contro il licenziamento di Fatima Fernandez.
Per un'ora le casse del supermercato restarono ferme, mentre i dimostranti lanciavano slogan chiedendo lavoro e diritti per tutti, per poi uscire dai locali portandosi dietro tre carrelli carichi di merce.
Durante la manifestazione, Nicolas Sguiglia e Javier Toret, rappresentanti sindacali rispettivamente della CGT e della SOC-SAT, intervennero per giungere a un accordo con la proprietà che, invece, sporse denuncia contro i due compagni.
Il 17 aprile scorso si è finalmente svolta la prima e unica udienza del processo nel quale i due compagni rischiavano addirittura due anni di galera in quanto accusati di "rapina con intimidazione".
Il giudice ha assolto Nico e Javier, riconoscendo nel loro operato una azione unicamente di mediazione con la direzione del supermercato per la revoca del licenziamento della compagna Fatima.
Soddisfazione quindi per tutte le organizzazioni sindacali e sociali che, a Siviglia e in tutta la Spagna, in questi mesi hanno sostenuto Nico e Javier con manifestazioni e presidi.

I ricercatori a Nerviano lottano contro la chiusura dell'azienda

Nell' hinterland milanese, Nerviano Medical Sciences, il più importante centro di ricerca europeo di farmaci antitumorali, è stato gratuitamente ceduto nel 2004 da "Pfizer", prima multinazionale farmaceutica mondiale, alla "Congregazione dei figli della immacolata concezione", ente di diritto vaticano, assieme a una ricca dote di 250 milioni di euro. La multinazionale doveva disfarsi in modo pulito del centro, originariamente della Farmitalia Carlo Erba, che aveva acquisito la Pharmacia. Per l'ente della "Congregazione" è stata un'occasione per entrare nel mondo "degli affari della ricerca" e nelle stesso tempo acquisire gratuitamente il patrimonio immobiliare del centro (valore dai 130 ai 160 milioni) per intraprendere operazioni di speculazione nel territorio. A causa del mancato arrivo dei finanziamenti statali promessi a sostegno della ricerca, il consiglio d'amministrazione di Nerviano ha minacciato di portare i libri in tribunale il 6 aprile scorso, fatto che provocherebbe il fallimento e la conseguente perdita dell'occupazione per tutti i 650 lavoratori, ricercatori, impiegati e operai, oltre 300 addetti dell'indotto.
 Le dismissioni del centro sono state contrastate da una partecipata mobilitazione dei lavoratori, iniziata il 18 marzo con un presidio a Saronno davanti alla sede della Congregazione, seguita da una manifestazione sotto il Pirellone, sede della regione, e culminato il 2 aprile con il blocco della statale del Sempione. L'elevata partecipazione dei lavoratori alla lotta ha portato alla convocazione di un tavolo di trattativa per il 16 aprile tra sindacato, consiglio d'amministrazione, Congregazione e regione Lombardia. Per scongiurare la chiusura del Centro ricerche di Nerviano i lavoratori continuano a mantenere un elevato livello di mobilitazione, sia per difendere i propri posti di lavoro che per salvaguardare un importante settore di ricerca che dovrebbe essere d'interesse generale.

Contro la criminalizzazione delle lotte alla Fiat di Pomigliano

Nel gennaio 2008, allo stabilimento Fiat di Pomigliano aveva preso il via il "piano Marchionne", con l'annuncio di licenziamenti e l'evidente intento di alimentare un clima di paura tra i lavoratori, confinando quelli più combattivi nel reparto logistica di Nola.
Di fronte alle mosse dell'azienda i lavoratori avevano reagito con scioperi e presidi ai cancelli che durarono per ben sei giorni ottenendo la solidarietà dei movimenti sociali della Campania e di numerosi lavoratori di altre aziende.
Oggi, per quei fatti, la procura ha inviato 16 avvisi di garanzia di cui per altro i diretti interessati sono venuti a conoscenza solo leggendo i propri nomi sui giornali.
Ancora una volta la magistratura si è schierata con i padroni, proprio in un momento in cui è sempre più forte il timore di una chiusura dello stabilimento. Un'azione, quella dei magistrati, con l'evidente scopo di intimidire gli operai, colpire  chiunque combatta contro la precarietà e criminalizzare coloro che reagiscono alla crisi con la lotta sociale e sindacale.
Uno sciopero, un picchetto, una manifestazione di lotta e di rabbia è etichettata con parole che esprimono sin troppo bene l'intento criminalizzante: gli operai sono accusati di "violenza privata", "minacce",  "violazione dell'ordinanza di sgombero" eccetera.
La CUB, COBAS, SDL hanno già in cantiere diverse iniziative di risposta. Non sarà permesso trattare come un criminale chi lotta per i propri diritti.

Milano: i poliziotti manganellano  e un operaio Alfa Romeo viene processato

Il 20 aprile nel tribunale di Milano Massimo Vinci, operaio della Fiat e delegato dello Slai Cobas, è stato processato con l'accusa di aver colpito con un bastone l'auto dell'allora sindaco di Milano Gabriele Albertini.
Il fatto si sarebbe svolto nel settembre 2004, durante una manifestazione di protesta contro le espulsioni dei lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese messe in atto dall'azienda, mentre l'Albertini partecipava a una cerimonia ufficiale nel quartiere Bicocca.
In quella occasione ci furono gravi incidenti provocati dalle forze di polizia che aggredirono i manifestanti.
Il P.M. aveva chiesto la condanna a due anni di carcere. Il lavoratore, difeso dall'avv. Mirko Mazzali, ha dimostrato che l'accusa era infondata, in quanto nell'occasione "aveva in mano una semplice bandiera con un'asta di plastica…" per cui il Tribunale l'ha assolto.
"Massimo Vinci è stato messo in cassa integrazione a zero ore dal 2002 ed è stato licenziato dalla Fiat il 1° marzo 2008" dichiara lo Slai Cobas dell'Alfa Romeo, concludendo: "Basta speculazioni sull'area di Arese. Vogliamo lavoro per Massimo e gli altri compagni licenziati"!

Per contatti e invio informazioni: bel-lavoro@federazioneanarchica.org

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