Un cielo denso di nubi di colore nerastro, un acquazzone pomeridiano
che minacciava di trasformarsi in temporale ci lasciavano pensare che
il comizio programmato dalla FMB per le ore 20,00 sicuramente non si
sarebbe potuto svolgere, nonostante che sul palco allestito nella
centrale Piazza Matteotti sin dalla mattina le bandiere rossonere
continuassero a sventolare. Ci eravamo ormai quasi rassegnati: "vuol
dire che il primo maggio 2009 lo celebreremo anche noi anarchici e
libertari spixagnot e cusdinra (spezzanesi e cosentini) tra musica,
canti e bevute col concerto programmato per la serata nel Cafè
Culturale il Galeone", era questo insomma ciò che in molti
pensavamo. Ma ecco che nel tardo pomeriggio l'azzurro prende il posto
delle nuvole ed un sole splendente ci fa completamente ricredere: il
comizio si farà!
Verso le ore 19,00 ci portiamo in piazza e cominciamo a ravvivarla col
canzoniere anarchico mentre iniziano intanto ad arrivare compagne e
compagni anarchici dal cosentino, e naturalmente le/gli spixagnot. Che
il comizio fosse molto atteso in loco, a dire il vero non ne avevamo
avuto un gran che di sentore, ma a pensare che potesse essere
addirittura rispettato da una forza storicamente avversaria al punto di
rinunciare alla propria manifestazione, non ci passava neanche per
l'anticamera del cervello, ed invece… ecco che proprio un ex sindaco
che ha spadroneggiato in loco per un ventennio negando agli anarchici
la sala consiliare e le piazze ci manda a dire che rinunciava al suo
comizio, che avrebbe dovuto tenere in una piazza vicina quale segno di
rispetto nei confronti del comizio della FMB. Praticamente si rinuncia
alla pubblicità elettorale per la propria lista comunale per
rispetto alle posizioni astensioniste degli anarchici e dei libertari.
Che dire? Boh. Vogliamo chiamarlo miracolo elettorale alla rovescia?
Ad aprire il comizio è l'intervento del compagno A. Nociti che
mira a puntualizzare col suo dire la politica dell'apparire dei
politicanti di mestiere, dall'essere degli anarchici e dei libertari
facendo da un lato riferimento alle passerelle berlusconiane in terra
d'Abruzzo con strette di mano, baci ed abbracci riprese da televisioni,
radio, stampa e dall'altro, invece, all'agire degli anarchici e dei
libertari tra i terremotati, completamente oscurato dai media del
potere. Man mano che il comizio procede, la piazza si riempie di
centinaia e centinaia di persone ed è proprio allora che
avvertiamo quanto fosse atteso nella nostra comunità il primo
maggio comunalista degli anarchici e dei libertari.
All'intervento di Tonino segue quello del compagno Domenico Liguori
che, ad una piazza ormai stracolma di popolo, parla delle nefandezze
degli stati e dei padroni, della crisi che fa avanzare
precarietà, miseria, fame, delle guerre sparse nel mondo, del
razzismo contro immigrati, rom, e della politica spettacolo con cui
Berlusconi, Franceschini, Fini et similia, fronteggiano il tutto.
Riferimenti vengono inoltre fatti da Domenico alla situazione locale
annunciando per l'intero mese di maggio una forte campagna sociale
anarchica e libertaria che porterà nelle piazze la "Spezzano
Altra", la Spezzano comunalista e libertaria, a far fronte contro la
demagogia e le promesse elettoralistiche di chi si candida per
conservare il potere comunale o per conquistarlo.
L'attiva e attenta partecipazione al comizio una cosa l'avrà
sicuramente fatta intendere alle tre probabili liste in lizza, ossia
che chiunque vinca tra loro tre, una cosa è intanto certa:
nessuna potrà tranquillamente decidere sulla testa del popolo di
Spezzano senza fare i conti con la Spezzano dell'autogoverno. A comizio
terminato, dopo scambi di vedute, congratulazioni ed abbracci con gente
del luogo, ci siamo portati al Galeone per il concerto di "Sand Creek"
e di "Bashkim radici etnofolk dal sud-Italia contaminato", dove tra
musica, canti, tarantelle, vino a volontà ed in chiusura col
canto in corale del Primo maggio di Pietro Gori e del Galeone ci siamo
dati appuntamento al Primo Maggio del 2010.
L'incaricato
Gli anarchici sono di nuovo in piazza a Piombino, storico territorio
di giornate di lotta e sovversione anche in occasione del Primo Maggio.
Il Primo Maggio del 2009 le bandiere rossonere sono tornate a
sventolare, a sottolineare che oggi, di fronte alla crisi, voluta e
sostenuta dall'economia capitalista, deve riprendere l'azione degli
sfruttati per ricostruire, nei posti di lavoro come fuori nel sociale,
la lotta quotidiana autogestita, fuori dalla logica dei politici e
sindacalisti di professione. Già nella sera del 30 aprile, si
è svolta, nella sede della Federazione Anarchica Elbano
maremmana, una partecipata e interessante conferenza tenuta dal
compagno Sergio Onesti su Pietro Gori "Avvocato e criminologo". Nella
mattinata del Primo Maggio corteo per le strade di Piombino che proprio
a Pietro Gori ha dedicato una delle vie principali del suo centro. Come
anche a F. Ferrer. Il corteo si è soffermato sotto le lapidi
volute dalla popolazione di Piombino a ricordo dell'importanza di
questi compagni e pensatori libertari e posto fiori profumatissimi,
cantato canzoni. Il Primo Maggio è nato per sovvertire la logica
dello sfruttamento, anche per la richiesta della giornata lavorativa di
otto ore, ma i 5 lavoratori impiccati a Chicago nel 1887 volevano
costruire una società libera fra eguali. Una società
senza sfruttamento. In questo senso a Piombino abbiamo "festeggiato" il
Primo Maggio. Ricordando P. Gori, imprigionato, esiliato, F. Ferrer,
ucciso per le sue idee libertarie. Infine il nutrito comizio, aperto
dal compagno Umberto, che ha ricordato la storia e le ragioni del Primo
Maggio, delineando bene come questa giornata è nata sovversiva e
in questa maniera si deve rivendicare. I cinque lavoratori anarchici
furono impiccati per le loro idee sovversive! A seguire l'intervento
molto critico della concezione salvatrice del lavoro del compagno Mario
che ha posto molto chiaramente un interrogativo che è stato
emarginato da molto tempo: si deve davvero rinunciare a tutto, alla
vita, alla dignità per un posto di lavoro? Il compagno Tiziano
ha sottolineato l'urgenza delle lotte autogestite dei lavoratori per
"uscire" dalla crisi. La validità delle idee principali che
hanno costituito la forza dei movimenti libertari e che a ben vedere
costituiscono dei validissimi strumenti. di coscienza proletaria e
quindi di lotta sociale. Anche l'intervento della compagna Patrizia
dell'UniCobas ha specificatamente posto le urgenze di costituire sui
posti di lavoro, come nella scuola o nel pubblico impiego distrutto
dalle ultime politiche governative, organizzazioni autogestite e in
grado di contrastare la perdita ormai emorragica dei diritti e garanzie
dei lavoratori. Il compagno Sergio dell'Unione Sindacale Italiana,
sindacato anarcosindacalista, ha ancora di più rafforzato la
necessità della costruzione della capacità di
organizzazione dei lavoratori, riportando una dura realtà: oggi,
per normativa, molti lavoratori sono costretti a lavorare fino a 12 ore
e mezzo senza sicurezza, altro che otto ore! La necessità di
organizzazione per la costruzione parallela di lotte sindacali ed
obiettivi libertari. Tutti gli interventi hanno sottolineato che i
lavoratori, quando lottano in prima persona, non solo difendono le
proprie condizioni di lavoro e la qualità della vita, ma sono
capaci anche di solidarietà, emarginano i carrozzoni politici e
sindacali e riescono ad avere coscienza delle enormi possibilità
di lotta sociale. Gli anarchici a Piombino, unici in piazza per il
Primo Maggio a dare solidarietà ad una città che sta
vivendo la crisi dei padroni sulla pelle dei lavoratori. Dopo, una
merenda sul mare molto gioiosa e appetitosa.
Federazione Anarchica Elbano - Maremmana
Nonostante la sera prima avessimo avuto chiari riscontri del nostro
essere invisi alle sfere divine (se mai esistono), con rotture in serie
(furgoni, generatore, impianti, ecc.), ugualmente siamo riusciti a far
andare tutto per il meglio.
La manifestazione, organizzata da USI-AIT e RDB-CUB, con l'ausilio
fondamentale della FAI di Parma, ha potuto contare su almeno 600
partecipanti (dato questura, nonostante i virtuosi – anche tra noi –
del "se abbassiamo il numero a casa altrui è più figo"),
oltre ad altri passati nel pomeriggio. Il corteo, con tanto e
rinfrancante rosso-nero che sventolava, si è snodato nella
storica zona dei Navigli, nei quali nell'agosto del '22 si
combatté duramente contro i fascisti. Comandante di quella zona
(quella dagli scontri più duri) era Antonio Cieri, che abbiamo
ricordato con fiori sulla lapide. Il corteo è poi confluito in
p.le della Pace, dove s'è tenuto l'applauditissimo comizio di
Giordano Cotichelli. Altrettanto apprezzato il saluto del Segr. Naz.
USI Angelo Mulè e quello di Betti dell'RDB-CUB. In p.le S.
D'Acquisto si è poi tenuta la festa: pranzo autogestito grazie
ai compagni e alle compagne della montagna, birra di qualità,
vino, banchetti, ecc. Un interessante e variegato concerto (ben sei le
band coinvolte) hanno accompagnato fino alle 19 l'iniziativa. Da
registrare, la presenza di tre fascistelli ucraini, prontamente
allontanati, "grazie" ai quali le tv locali hanno fatto un breve cenno,
mentre qualche articoletto in più è apparso sulla stampa.
Evidentemente, non gli piacciamo granché, ma, si sa, non
è un grande problema..
m. ilari
Un Primo Maggio difficile all'ombra della Mole, dove la crisi ha messo alle corde migliaia di lavoratori e le loro famiglie.
Il tradizionale corteo che, come ogni anno, parte da piazza Vittorio e
si conclude in piazza S. Carlo, attraversando via Po, piazza Castello,
via Roma, era diviso in due da un filo invisibile, ma robusto.
C'è stato il Primo Maggio dei politici a caccia di voti per la
prossima tornata elettorale di giugno, dove in palio c'è la
Provincia e numerosi consigli comunali. Come in passerella hanno
sfilato Di Pietro, l'ex ministro supporter del Tav, e il suo ex
collega, Paolo Ferrero, il ministro delle promesse mancate; i due
sceriffi del PD, Chiamparino e Cofferati, quest'ultimo accolto da una
bordata di fischi da ampi settori del corteo; Saitta, in campagna per
la rielezione alla presidenza della Provincia, accanto alla
governatrice Bresso e a Fassino.
Nella stessa piazza, ma su ben altro pianeta politico, c'è stato
il Primo Maggio di chi lotta per il proprio futuro, perché la
crisi dei padroni non la paghino i lavoratori.
Gli anarchici della FAI hanno promosso uno spezzone rosso e nero che,
all'arrivo in piazza S. Carlo, raccoglieva circa 300 anarchici e
libertari. Presenti anche alcuni compagni del laboratorio anarchico
Perlanera di Alessandria.
In apertura, dopo il camion con l'ampli, lo striscione "azione diretta
contro lo stato e il capitale". I compagni che sono intervenuti durante
il percorso hanno ribadito la necessità di rompere il meccanismo
perverso della guerra tra poveri, innescando processi di
solidarietà tra lavoratori italiani e migranti, sviluppando
l'autonomia degli sfruttati.
Argomenti che rispecchiavano il volantino distribuito in piazza dove si
ribadiva che "In un tempo in cui chi lavora è chiamato a pagare
l'ennesima crisi del capitalismo con disoccupazione, tagli ai servizi,
maggior flessibilità, in una parola: con più
povertà; in un tempo come questo, il Primo Maggio può e
deve essere un giorno in cui ci si ferma a pensare a quanto siano
contrapposti e lontani gli interessi dei padroni e dei lavoratori,
degli sfruttati e degli sfruttatori. (…) Quanto della crisi attuale
è frutto della favola ipocrita, della mistificazione, che vi
siano comuni interessi tra lavoro e capitale? (…)
Davanti alla cruda verità che il capitale si basa
sull'impoverimento del lavoro e della natura; davanti al fallimento dei
progetti politici che volevano vender la favola della "partecipazione
democratica" mantenendo inalterato un sistema basato sulla
schiavitù legalizzata del lavoro salariato; davanti al ruolo
spudoratamente asservito agli interessi dei padroni di troppo
sindacalismo, sindacalismo che è diventato un mestiere come
altri, burocratico e ripiegato su se stesso, sempre teso a rafforzare
la propria organizzazione, anziché a fare gli interessi dei
lavoratori; davanti ad un governo fascista, clericale, servo degli
interessi dei padroni al punto da attaccare ogni giorno il salario, la
sicurezza, il diritto di sciopero; ebbene, davanti a tutto questo, i
lavoratori non possono più delegare ad alcuno la loro difesa,
perché dovrebbe essere ormai chiaro che è proprio nel
meccanismo della delega il punto nodale della debolezza del lavoro
davanti al capitale."
Dopo il corteo, nella sede della FAI torinese, in corso Palermo 46, si
è svolta l'ormai tradizionale festa, con pranzo benefit per i
compagni che hanno qualche guaio con la legge.
R. Em.