Umanità Nova, n.18 del 10 maggio 2009, anno 89

Brevi di mAggio


Kreuzberg, Berlino

Fin dal mattino la centralissima Unter den Linden, a ridosso della Porta di Brandeburgo, è occupata da migliaia di persone, banchetti, bandiere rosse, cibo e birra in quantità, secondo un copione classico, organizzato dal sindacato a cui prendono parte anche molte formazioni e gruppi di sinistra, associazioni ecologiste, della società civile come Amnesty, il Partito comunista iraniano e, tra gli altri, gli anarchici della biblioteca Der Freien e gli anarcosindacalisti della FAUD. Il corteo che attraversa il centro è caratterizzato dalle parole d'ordine "lavoro" e "diritti". Un'aria composta e "ufficiale" che svanisce invece dall'altra parte della città, nello storico quartiere proletario e multiculturale di Kreuzberg, dove per tutto il giorno va avanti una festa  popolare assai più numerosa che in centro. Decine e decine di migliaia di persone si riversano in strada dando vita a un  mix di comizi e bandiere – rosse, nere, antifasciste – di odori e sapori, di alcol e suoni, di punk e melodie arabe: una festa rabbiosa, orgogliosamente "mista", antifascista e anticapitalista. Alle 13:00 una prima manifestazione organizzata da gruppi comunisti turchi attraversa il quartiere, ma è solo un assaggio dell'attesa manifestazione serale. Qui sono presenti in forze i gruppi autonomi e antifascisti, gli anarchici, la sinistra turca e tedesca, il coordinamento "Free Mumia" (per la liberazione di Mumia Abu-Jamal), gruppi curdi, palestinesi e antimilitarsti. Alcuni di questi, circa tremila, si erano mobilitati già dal primo mattino, per impedire agli estremisti di destra del NPD di manifestare a Wittenbergplatz. In realtà dei circa mille neonazisti preannunciati non se ne erano visti più di duecento che hanno infine rinunciato al corteo per rimanere dentro una loro sede protetti da un migliaio di  poliziotti.
Il corteo di Kreuzberg parte invece alle 18: gli slogan "Libertad" e "Antikapitalismus" chiamano a una  manifestazione imponente, aperta dallo striscione "Kapitalismus is krieg und krisis" ("Il capitalismo è guerra e crisi"): la testa del corteo, davanti e ai lati, è protetta dagli striscioni e avanza a sbalzi, ondeggiando. L'urlo "Alerta antifascista" e lo scoppio di un innocuo petardo sono il segnale: il corteo non è partito che da dieci minuti e la prima fila di antisommossa riceve la prima dose di pietre e bottiglie. La polizia, presente in forze, bene organizzata ed equipaggiata, carica a più riprese. Il corteo riesce tuttavia a proseguire e a attraversare il quartiere; dalle case occupate vengono calati striscioni contro la crisi e la disoccupazione. Ma ben presto la pressione dei poliziotti si fa veramente pesante: prima affiancano il corteo e poi lo rompono in più punti, caricando anche con l'utilizzo di spray urticante; infine presidiano ogni incrocio e le piazze dove si tengono i concerti. Un elicottero controlla dall'alto gli scontri che proseguono comunque per diverse ore: circa cento sono i fermi tra i manifestanti e il questore il giorno dopo lamenterà più di duecentocinquanta  poliziotti feriti (nessuno in modo serio).   
Giovani e meno giovani, tedeschi e immigrati di prima e seconda generazione guardano con  soddisfazione al corteo: molto più simile a quelli di una decina di anni fa,  che a quelli, un po' scialbi, degli ultimi anni. E' vero che gli scontri il 1° maggio a Kreuzberg sono un "classico" e non stupiscono più di tanto. Ma sono anche un segno di resistenza, o forse, più che altro, un termometro della situazione sociale, attraverso cui da una parte risulta evidente che la crisi sta cominciando a battere forte anche in Germania, dall'altra che le forze dell'ordine non hanno nessuna intenzione di lasciare molto spazio alla protesta. Perchè la consapevolezza che il capitalismo sia "guerra e crisi" è, ai loro occhi, sin troppo diffusa e questo potrebbe diventare molto pericoloso...

Grecia

Si sono svolte manifestazioni in tutte le maggiori città: Atene, Salonicco, Patrasso, Larissa, Lesbos ed Heraklion, nell'isola di Creta.
Ad Atene, la manifestazione indipendente di anarchici, anarcosindacalisti e sindacati autonomi ha attratto più di un migliaio di persone a dispetto delle misure "anti-anarchiche". Il corteo ha attraversato i quartieri a più alta densità di immigrati - recentemente denigrati dal governo e dai media - e ha colpito l'entrata della sede dell'ISAP, sfasciandola. L'ISAP è la compagnia pubblica dei treni elettrici che dava lavoro a Konstantina Kouneva, un'addetta alle pulizie sindacalista e immigrata, ricoverata in ospedale dopo essere stata attaccata lo scorso dicembre con acido solforico sulla faccia. Durante la rivolta di dicembre la sede dell'ISAP fu occupata dai manifestanti in solidarietà con la Kouneva e con la lotta degli addetti alle pulizie.
Lo stesso giorno un corteo in solidarietà con la Kouneva si è tenuto anche a Sofia, in Bulgaria, con un bus di manifestanti arrivati anche dal confine greco. Alla fine della manifestazione, il corteo è stato attaccato dai fascisti ma nessuno dei manifestanti è stato ferito.

Bielorussia

Due eventi hanno caratterizzato il 1° maggio di Minsk. Nella mattinata, un gruppo di anarchici ha manifestato festosamente in un ipermercato informando gli avventori del vero significato della giornata. Dopo aver attraversato da una parte all'altra l'ipermercato, i manifestanti si sono dispersi e nessuno è stato fermato. La sera, quasi un centinaio di persone si sono riunite in un corteo denunciando la politica delle istituzioni che finanziano copiosamente la locale centrale nucleare e si dimenticano dei bassi salari. Al termine della manifestazione, avvenuto prima del previsto, quattro compagni sono stati fermati.

Repubblica Ceca

Nel centro di Praga più di un centinaio di persone hanno partecipato alle celebrazioni organizzate dalla ceskoslovenska anarchisticka federacia (caf) ed avvenute senza incidenti.
La giornata è iniziata con un festival contro il razzismo il cui motto era "Ama la musica, odia i nazisti". Sul palco si sono succedute band locali e straniere.
Si è poi tenuto un corteo anarchico che ha attraversato la città ricordando i martiri di Chicago e le origini del 1° maggio.

Turchia

Il 1° maggio in molte delle principali città turche come Istanbul, Ankara e Antalya si sono tenute manifestazioni partecipate anche da anarchici.
Ad Ankara, molti gruppi anarchici hanno partecipato alla manifestazione ognuno con la propria sigla e le proprie bandiere. Si sono verificati scontri con la polizia e lancio di lacrimogeni da parte di quest'ultima quando il corteo ha tentato di entrare nella piazza principale della città.
Anche a Istanbul nonostante i divieti e le intimidazioni, mıglıaıa di persone hanno comunque manifestato nei luoghi autorizzati ai raduni. Il centro cittadino dove si trova anche la piazza principale di Taksim, luogo simbolo per Istanbul e per tutta la Turchia, è però rimasto off limits. A margine delle manifestazioni sindacali, si sono registratı incidenti tra dimostrantı che tentavano di raggiungere il centro nonostante il divieto, e le forze di polizia, diverse decine di migliaia dislocate soprattutto nel centro cittadino.
Era praticamente impossibile entrare nella zona rossa che comprendeva tutta l'area intorno alla Piazza Taksim. La polizia ha fatto largo uso di gas lacrimogeni e idranti. Numerosi i feritı e più di cento gli arrestati. Alla fine dopo un lungo braccio di ferro e stato possibile tenere un comizio nella piazza centrale che è durato comunque poco è che è stato prontamente interrotto dalla polizia. Le vie adiacenti al Corso principale che porta nella Piazza di Taksim erano chiuse ermeticamente e i tentativi da parte di gruppuscoli di forzare il blocco, sono stati respintı dalla polizia ın assetto antısommossa. E' stata comunque una festa nonostante i divieti e migliaia di persone appartenenti ai sindacati, ai partitı e ai gruppi extraparlamentari hanno dato vita a una grande dimostrazione di coraggio e di voglia dı lottare per i propri diritti.

Bulgaria

A Sofia centinaia di giovani anarchici hanno partecipato al corteo che si è snodato da Piazza Garibaldi, dove si sono avuti piccoli scontri con la polizia, fino alla periferia della città. Gli organizzatori hanno sottolineato l'importanza della giornata al di là delle singole sigle. Solo nel dicembre 2008, 15.000 lavoratori bulgari sono stati licenziati e si prevedono  60-80.000 esuberi per la metà del 2009. "Il Partito Socialista Bulgaro è un partito capitalista che non protegge i diritti dei lavoratori" affermano alcuni compagni parlando del partito bulgaro con più voti al comando di una coalizione di larghe intese.

a cura di jacob, edvino e alcuni compagni tedeschi

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