Umanità Nova, n.18 del 10 maggio 2009, anno 89

informAzione


BRESCIA. Non c'è Libertà: è carcere l'intera città

La quarta edizione della Biennale Arte & Anarchia ha visto un nutrito gruppo di artisti esporre le proprie opere nei locali del circolo anarchico "Ettore Bonometti".
Se nelle precedenti edizioni ci si era confrontati sul tema del rifiuto della guerra in "Luoghi d'ombra" o sull'autobiografia e l'importanza della memoria in "Memo", quest'anno abbiamo fatto nostro un passo del poeta pesarese Gianni D'Elia: "Non c'è libertà. E' carcere l'intera città".
Lo strozzamento delle libertà individuali e lo smantellamento dei pochi diritti faticosamente conquistati sono ormai pratica quotidiana non solo del governo centrale. In un contesto di autoritarismo crescente, a fronte di un imbarazzante vuoto culturale, assistiamo a dichiarazioni dal sapore surreale anche da chi amministra il potere locale.
Basta citare alcuni punti del regolamento di polizia urbana emanato a fine novembre 2008 dalla giunta di centrodestra, "gargarismi al vento" per giustificare i nuovi emendamenti con gli stereotipi di sempre, salvaguardare la convivenza civile, la più ampia fruibilità dei beni comuni, tutelare la qualità della vita e dell'ambiente. Ecco qui di seguito declinate alcune perle: "vietato legarsi (?) o legare biciclette ai pali, divieto di volantinaggio alle intersezioni stradali, salire sugli alberi in tutte le aree verdi, mangiare nei parchi o bere  in città, obbligo per l'amministratore condominiale di applicazione della targa indicante nominativo e recapito telefonico di pronta reperibilità del 'collaborazionista' di turno…".
Prevenzione, Ordine & Decoro poi Sicurezza, Rispetto delle Norme, Sanzioni... e via di questo passo. Quanto basta per innescare irrefrenabili e inammissibili sussulti discriminatori. "Vietato giocare a cricket in tutte le aree verdi"!... Dobbiamo aggiungere qualche parola per capire il senso di queste norme o possiamo togliere divieti e sanzioni come la nuova amministrazione sradica le panchine, perché si siedono quelli che i postfascisti di turno definiscono sui quotidiani cittadini "perdigiorno" (leggere tra le lettere extracomunitari)? Per non parlare del Bonus Bebè di 1000 euro destinato solo a bambini nati da genitori italiani DOC residenti a Brescia.
"La rivendicazione identitaria  è la rivendicazione di un riflusso. L'identità rinviando a ciascun individuo o a ciascuna cultura a un'appartenenza, designa la loro origine, a partire da quel che erano una volta e non da quello che stanno diventando. L'identità è pensiero in cemento armato, un pensiero della retromarcia, avanziamo, per così dire, a ritroso nel tempo." (F. Laplantine in - Identità e metissage – ed. Eleutera 2004).
E' in questo contesto cittadino che è stata inaugurata la quarta edizione della Biennale Arte & Anarchia promossa dalla rivista "ApARTE: materiali irregolari di cultura libertaria"( ApARTE C.P.85 – Mestre Succ.8, 30171 MESTRE VE). L'esposizione ha registrato l'intervento  di un pubblico  numeroso ed è stata caratterizzata da opere che seppur riconducibili a linguaggi e sensibilità diverse, hanno avuto il merito di confrontarsi con il tema indicato, proponendo riflessioni non banali.           

Agostino Perrini

Torino. Casa chiesa moschea

La Lega ha iniziato la propria crociata contro il progetto di una nuova moschea in via Urbino, che sostituirà i locali di corso Giulio Cesare 6. Si tratterebbe di un centro culturale islamico con sala di preghiera. I soldi li metterà il governo di Rabat. Tutto questo non piace ai razzisti della Lega ma non piace neppure ad alcuni politici e intellettuali della comunità marocchina, che poco gradiscono il diretto controllo del governo del loro paese su un importante centro di potere come la nuova moschea.
In prima fila Mohammed Lamsuni, che, pur di dare visibilità alla propria protesta, si è alleato con la Lega Nord. In una conferenza stampa fatta nella sede della Lega, Lamsuni e Borghezio sono fianco a fianco. Borghezio, il difensore dell'Italia cattolica, quando si tratta di islamici, si scopre un'anima "laica". Alla crociata di Borghezio si sono immediatamente accodati fascisti e postfascisti.
L'assessore all'immigrazione, Ilda Curti, invece sostiene il progetto: le giunte di centrosinistra sono solite appoggiarsi a preti ed imam perchè sono utili strumenti di controllo degli immigrati. È ben nota la partecipazione, tra il 1999 e il 2000, di Bouriki Bouchta, l'imam preferito degli "antagonisti" torinesi, al comitato per l'ordine e la sicurezza del vicesindaco Carpanini, uno dei primi diessini a guadagnarsi il "nick" di "sceriffo". La collaborazione cessò quando Bouchta, nel 2001 si sbilanciò un po' troppo a favore delle politiche del palazzinaro saudita Osama bin Laden e venne scaricato dai suoi amici nelle istituzioni ed infine espulso in Marocco.
Mentre la moschea divide la chiesa unisce destra e sinistra. In Sala Rossa non ci sono contrasti sulla prossima ostensione della Sindone che verrà finanziata da una montagna di soldi pubblici.
Giovedì 28 aprile si è tenuto in via Po un punto info su "casa, chiesa, moschea" promosso dalla FAI torinese.
Nel volantino distribuito si diceva in modo chiaro che "finanziare e sostenere iniziative islamiche o cattoliche è un affronto alla libertà degli uomini e, soprattutto, delle donne che subiscono il giogo di religioni maschiliste, autoritarie, gerarchiche che negano l'autonomia dei singoli, mirando a modellare su di se l'intera vita sociale." Si faceva altresì rilevare che "per la povera gente, quella che fa fatica ad arrivare a fine mese, quella dei lavori precari senza un posto per vivere, le risorse non ci sono mai.
Nel silenzio e nell'indifferenza si consuma la vita delle migliaia e migliaia di uomini, donne e bambini, italiani ed immigrati che vivono in strada, in baracche, roulotte, tra le rovine delle fabbriche abbandonate.
Per loro niente indignazione e niente soldi. Destra e sinistra sono bipartisan.
Quelli che alzano la testa e decidono di dare dignità e futuro a se ed ai propri figli trovano solo manganelli e polizia." Come i 300 profughi del corno d'Africa, sgomberati, pestati, blanditi e infine lasciati in strada dall'amministrazione comunale milanese.
Come le famiglie rom di Torino che, lo scorso luglio, occuparono una palazzina dell'Enel abbandonata, vennero sgomberati e poi deportati nelle baracche piene di topi lungo la Stura.
Il sindaco Chiamparino e l'assessore Curti, di fronte ai senza casa che protestavano risposero sprezzanti "E io che c'entro?".
Tranne poi sostenere chiese e moschee per farli star buoni.

R. Em.

Torino. Presidio dei lavoratori ex CGS

Continua la lotta dei lavoratori ex CGS contro il caporalato, per il salario e il lavoro.
Giovedì 30 aprile hanno fatto un presidio al centro commerciale Le Roy Merlin, in via Postiglione, a duecento metri dallo stabilimento Ilte di Moncalieri, dove, sino allo scorso dicembre, lavoravano come operai poligrafici, anche se se avevano un contratto da facchini. A dicembre sono stati lasciati a casa senza liquidazione, né pagamento delle ultime mensilità.
Il presidio del 30 maggio è stata l'ultima di una lunga serie di iniziative di lotta. Al presidio, oltre a un sindacalista CUB, erano presenti compagni dell'Assemblea antirazzista e della FAI.
Quelli di CGS erano addetti alla parte finale della lavorazione di Pagine Bianche e Pagine Gialle, due prodotti che tutti conoscono, perché sono sugli scaffali di ogni casa.
A dicembre Gesconet, che aveva l'appalto per questo lavoro lo perde e subentra HDL. Gli operaie e le operai dipendenti da Gesconet sono stati riassorbiti in HDL ed hanno continuato a lavorare. Quelli di CGS, da cui Punto Lavoro li aveva affittati per conto di Gesconet, vengono lasciati a casa perché "c'é più lavoro".
I lavoratori ex CGS sono tra i tanti operai "usa e getta" della nostra città: CGS, Punto Lavoro e Gesconet hanno lucrato sulla loro pelle ed ora si rimpallano le responsabilità. Molti sono immigrati sottoposti al ricatto del lavoro che rende "liberi", grazie all'equiparazione tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.
Non sono stati neppure licenziati quindi per loro niente liquidazione e niente indennità di disoccupazione.
Gli ex CGS chiedono di essere a loro volta assunti da HDL,
vogliono i salari non versati ed il riconoscimento delle mansioni effettivamente svolte che implicavano una ben diversa retribuzione.
Da dicembre ad oggi hanno manifestato in più occasioni, sia al Solarium della proprietaria di CGS, sia alle sedi di Gesconet e Hdl, infine più volte anche alla Ilte.
I vari caporali di questa vicenda hanno tentato di sottrarsi.
Dopo lunghi mesi di lotta pare finalmente aprirsi qualche spiraglio: quelli di Gesconet hanno riconosciuto il loro diritto alla paga ed hanno anche avanzato un'offerta di lavoro – a Milano, Piacenza, Bologna - che i lavoratori stanno vagliando.
La lotta va avanti… Nuove iniziative sono in cantiere.

R. Em.

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti