A cura di Jacopo e Benedetta
Venerdì 24 aprile, una settimana dopo l'uccisione da parte
dei soldati israeliani di un abitante di Bil'in, Bassem Abu Rahmeh,
durante una manifestazione contro il muro, attivisti israeliani e
internazionali hanno marciato ancora una volta fianco a fianco con gli
abitanti di Bil'in, Ni'ilin (vicino a Ramallah) e al Ma'asara (vicino a
Betlemme).
A Bil'in, dove Bassem era stato ucciso appena la settimana prima
durante una manifestazione similare, centinaia di persone hanno
partecipato alla marcia di protesta del villaggio contro il muro
israeliano. La marcia ha avuto luogo dopo la chiusura della 4°
Conferenza Internazionale Annuale della Resistenza Popolare a Bil'in,
tenuta quest'anno in memoria di Bassem.
Non appena i manifestanti hanno raggiunto il sito della barriera di
separazione, le truppe israeliane appostate dall'altra parte della
recinzione hanno immediatamente (e senza nessuna provocazione da parte
dei dimostranti) iniziato a lanciare granate stordenti e a sparare
lacrimogeni contro la folla, seguiti dall'ampio uso di proiettili di
metallo rivestiti di gomma. Tuttavia, nonostante questo attacco
immotivato, i manifestanti sono riusciti a erigere un piccolo memoriale
per Bassem Abu Rahmeh vicino al cancello della barriera di separazione,
dove era stato ucciso.
A Ni'ilin, circa trecento persone hanno tentato di manifestare, ma sono
state disperse violentemente con un intenso lancio di lacrimogeni da
parte delle truppe israeliane. Un piccolo gruppo di dimostranti
è tuttavia riuscito ad arrivare alla barriera dove si è
trovato a fronteggiare, dall'altra parte del muro, una manifestazione
pro-coloni. L'esercito è nel frattempo entrato nel villaggio di
Ni'ilin e, asserragliatosi su di un tetto, ha iniziato a tempestare
l'abitato di gas lacrimogeno. Risultato: alcuni feriti lievi e un
ferito grave alla testa.
Mentre l'ambulanza della Luna Rossa Crescente stava evacuando i feriti,
i soldati gli hanno sparato addosso dei lacrimogeni – pratica diventata
comune tra le truppe israeliane. Dopo aver temporaneamente fermato
alcuni manifestanti, l'esercito si è allontanato dal villaggio.
Anche ad al Ma'asara si è tenuta una manifestazione contro il
muro che è stata però bloccata dal filo spinato posto
dall'esercito israeliano nella strada per raggiungere il muro e dalle
cariche violente delle truppe.
Mentre il governo di destra ad Atene ha rivelato i suoi propositi
per una legislazione anti-anarchica nel bel mezzo delle procedure di
impeachment che potranno portare ad elezioni anticipate, anarchici,
antiautoritari, libertari e l'intero spettro del movimento antagonista
si sta mobilitando in risposta alla repressione dello Stato, tenendo
una serie di manifestazioni in tutto il paese in sostegno agli squat
posti sotto sgombero dalle autorità.
A Salonicco lunedì 27 aprile la stazione radiofonica "Imagine"
è stata occupata da attivisti e obbligata a trasmettere un lungo
messaggio di solidarietà agli squat. Vorremmo citare, fra le
altre, una delle frasi conclusive: "[...]Il loro meccanismo repressivo
può assoggettare gli edifici, ma non può assoggettare le
coscienze."
Il 27 aprile, giornata della liberazione in Slovenia, si è tenuta a Ljubljana (Slovenia) una grande manifestazione antifascista. Più di un migliaio i partecipanti, quasi il doppio rispetto alle previsioni fatte dagli organizzatori. L'urgenza di questa mobilitazione antifascista è nata per contrastare la provocatoria manifestazione di un gruppo di organizzazioni fasciste e razziste contro la costruzione di una moschea, manifestazione organizzata appositamente in questa data. I compagni si sono mobilitati per più di due mesi creando un fronte assieme a tutte le altre realtà antifasciste slovene, unito e compatto seppur nelle differenze e nelle modalità di porsi di fronte al problema. Tutta questa mobilitazione ha causato la marcia indietro dei fascisti che hanno infine ritirato la loro manifestazione il 26, quindi solo un giorno prima. La manifestazione è stata tranquilla e pacifica, non ci sono state provocazioni né da parte di fascisti, né da parte della polizia. Al passaggio del corteo la gente dalle finestre degli edifici simpatizzava, così come i passanti in automobile o chi attendeva il passaggio del corteo ai bordi della strada. All'arrivo a Kongrensitrg, tappa conclusiva del corteo, sulla recinzione che circonda un cantiere sono state prontamente cancellate alcune scritte provocatorie fatte dai fascisti contro la manifestazione. Tranquillo anche il ritorno in massa (quasi un altro corteo) nel cortile del Rog. Erano presenti compagni, oltre che da Slovenia, Croazia e Serbia, anche da Udine, dall'isontino e da Trieste. Nei giorni precedenti i compagni dell'A-infoshop di Ljubljana hanno organizzato una tre giorni di riunioni, incontri e workshop ai quali hanno partecipato compagni antifascisti anarchici provenienti da Serbia, Croazia, Austria, Polonia e Italia. Durante questi incontri si è fatto un resoconto delle varie situazioni dell'antifascismo e dei metodi di lotta in ciascun paese. Si è deciso anche di scrivere un comunicato di solidarietà internazionale ai compagni sloveni, firmato come antifascisti anarchici dai vari paesi di provenienza che è stato poi letto in inglese da un compagno al termine del corteo.