Umanità Nova, n.20 del 24 maggio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese  

La società Ambiente SpA di Sora… un brutto ambiente

Alla società Ambiente SpA di Sora, azienda del comparto di igiene ambientale che occupa 55 dipendenti, venerdì 24 aprile i lavoratori sono scesi in sciopero dalle 11 alle 12.
I motivi della protesta sono sostanzialmente due:
il primo è la volontà aziendale di procedere alla riduzione di orario del lavoro del personale del 35% circa, mentre si fa quotidianamente ricorso al lavoro straordinario.
L'altra questione, che ha contribuito a riscaldare gli animi dei lavoratori, è la pretesa aziendale di escludere dal tavolo delle trattative con i sindacati la rappresentanza del SdL,  sindacato di base che conta il 15% dei lavoratori iscritti.
Questa azienda non solo pretende di ridurre l'orario di lavoro, costringendo alla decurtazione del salario, ma anche la rappresentanza dei lavoratori.

Monselice: occupazione delle lavoratrici della cooperativa MyLog

La Cooperativa MyLog occupa lavoratrici di origine nord-africana addette alla selezione dei rifiuti per conto del Consorzio Team Service di Monselice.
Ultimamente la cooperativa e il consorzio hanno pensato bene di giocare sporco: adducendo come motivazione la crisi economica e il conseguente calo del prezzo della plastica, hanno annunciato che la paga oraria delle lavoratrici sarebbe stata ridotta di 1 euro e 20 centesimi, passando quindi da 6 euro e 93 centesimi a 5 euro e 73.
Una scusa miseranda, tanto che l'"Associazione difesa lavoratori" (federata Rdb), alla quale sono iscritte le lavoratrici, rivela che, essendo la tariffa concordata tra cooperativa e consorzio valida per un triennio, il guadagno della MyLog non poteva essere variato, così come non potevano essere messi in discussione i salari delle addette.
Contro questo abuso, il 30 aprile si è tenuto un tentativo di incontro con il consorzio committente; fallito questo tentativo, sono stati occupati gli uffici della sede centrale. Nel pomeriggio, infine, si è passati alla vera e propria occupazione dell'impianto, proseguito anche nella giornata del 1 maggio, con l'impegno a resistere finché non si arriverà a un accordo soddisfacente per le lavoratrici.

Per protesta i lavoratori si ammanettano

Alla Omnia Network i dipendenti delle due sedi, rispettivamente a Milano in via Breda e a Corsico, nella giornata dell'11 maggio hanno incrociato le braccia per chiedere "Il legittimo pagamento dei loro stipendi e per avere stabili garanzie per la tenuta occupazionale".
L'azienda non aveva rispettato quanto promesso in precedenza e cioè "che entro l'8 maggio sarebbero stati pagati gli stipendi di marzo".
Dopo lo sciopero c'è stato un incontro tra le RSU e i vertici dell'azienda, i quali hanno affermato "di non aver soldi per saldare i pagamenti dovuti". A questo punto "una ventina di dipendenti circa sono saliti presso i locali della direzione e si sono ammanettati tra loro" in segno di protesta.

Da call center precario a call center al servizio del precario

Non tutti forse ricordano le 11 telefoniste precarie dell'ospedale di Legnano, licenziate nello scorso settembre dopo sei anni di impieghi a termine, perchè la direzione aveva deciso di punto in bianco di affidare il servizio a un call center siciliano. Come nuovo metodo di lotta, per richiamare l'attenzione della stampa sul loro caso, le 11 lavoratrici avevano inscenato uno strip di protesta «Cosa abbiamo ancora da perdere? Ci lasciano in mutande, ci toglieremo anche quelle" e si erano messe all'asta su You Tube.
Il 18 febbraio scorso inoltre, bendate, avevano dato vita allo "sciopero del futuro",  partecipando al presidio davanti a Palazzo Madama insieme a circa 200 delegati e lavoratori della ricerca, della sanità, degli Enti locali e Lsu.
Dopo molti mesi però il loro caso non è giunto a soluzione: "dal Consiglio Regionale al Consiglio Provinciale solo promesse e sempre la stessa risposta: non dipendeva da loro. L'ospedale attribuiva il licenziamento alla legge Brunetta; il ministro Brunetta diceva che era ascrivibile ai vertici aziendali. Il sindaco di Legnano se ne è lavato le mani e il prefetto, vista l'indifferenza generale, non sapeva cosa fare".
Ma ora, una svolta. Le 11 lavoratrici d'ora in avanti risponderanno al numero verde 800.03.42.35.l del "telefono precario". Si tratta del primo "call center autogestito destinato ai precari nella vita e nel lavoro", che verrà portato avanti con l'assistenza tecnica di avvocati e sindacalisti, mentre sul sito www.telefonoprecario.it sarà possibile ricevere consulenze, trovare materiale utile e raccontare le proprie storie e lotte.

Vietnam: sciopero spontaneo dei lavoratori tessili

Il quotidiano vietnamita "Tuoi Tre" ha annunciato martedì 12 maggio che i 500 lavoratori della Minh Phat Garments Company, una joint venture vietnamita-sudcoreana,  sono scesi spontaneamente in sciopero per ottenere migliori condizioni di lavoro. I lavoratori protestano contro gli  orari di lavoro, spesso oltre le 10 ore giornaliere, e contro il periodo di prova che, contrariamente ad altre industrie locali, qui viene protratto oltre i 7 mesi e che viene pagato l'equivalente di 72 dollari al mese.
In Vietnam gli scioperi sono generalmente dichiarati direttamente dalla base dei lavoratori e, solo successivamente, avviene l'intervento nella trattativa delle autorità locali e dei sindacati che, in quanto emanazione del governo, spesso parteggiano per le imprese anziché difendere gli interessi dei lavoratori.
Anche in questo caso infatti il sindacato locale, denominato "Bang", ha preso le parti della società spiegando che le richieste degli operai difficilmente potranno essere accolte a causa delle difficoltà causate dalla crisi economica e ha anche annunciato che la Minh Phat provvederà a licenziare gli scioperanti se il lavoro non verrà ripreso immediatamente.
La situazione del lavoro in Vietnam appare comunque tumultuosa: già nel 2008 erano stati registrati 113 casi di sciopero spontaneo dovuti principalmente a una inflazione balzata al 23 per cento. Il 2009 non si presenta diversamente, tanto che nei primi tre mesi dell'anno si sono già verificati 46 scioperi.

Per contatti e invio informazioni:
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