Nel luglio del 2005 il giornalista de L’Espresso Fabrizio Gatti
divenne famoso per un’inchiesta sul centro di permanenza temporanea di
Lampedusa.
Per aggirare il divieto di ingresso alla stampa, Gatti escogitò
uno stratagemma: si tuffò in mare da uno scoglio dell’isola e
dopo alcune ore iniziò a chiedere aiuto fingendosi un naufrago
kurdo. Il trucco gli consentì di rimanere otto giorni dentro il
centro di Lampedusa e di denunciare le condizioni dei trattenuti.
Della vicenda ci occupammo a suo tempo (vedi Umanità Nova, n. 33
del 16/10/2005) riconoscendo a Gatti il grande merito di aver detto la
verità sui CPT. A quattro anni di distanza, Fabrizio Gatti
è stato rinviato a giudizio per aver fornito false
generalità e dovrà comparire davanti al giudice
monocratico del tribunale di Agrigento il prossimo primo luglio.
Semplicemente per aver cercato di capire la tragedia dell’immigrazione
entrando di persona nel lager di Lampedusa, la frontiera più a
sud della Fortezza Europa. Per poi raccontarlo.
A Gatti la nostra solidarietà.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Il collettivo redazionale di Umanità Nova si associa nell’esprimere la propria solidarietà a Fabrizio Gatti