Umanità Nova, n.21 del 31 maggio 2009, anno 89

SuperMercato Unico


A volte capita che all'Italia arrivi un "monito". Non il monito del nostro sonnacchioso presidente della repubblica. Ma il monito gentile, forte, ma educato, dell'Unione Europea. Un richiamo, sostanzialmente inascoltato che evidenzia ai nostri leader nazionali comportamenti scorretti in svariati ambiti. Come il padre affettuoso che ti raccomanda mille cose prima di uscire di casa la sera quando è ormai chiaro che stai andando ad ubriacarti. Tipo "basta con le reti televisive abusive", "basta con le ondate di razzismo", "basta immondizia e mafiosi ovunque" e cose del genere. Conseguentemente il birichino di turno, Berlusconi, se ne infischia alla grande e continua per la sua strada. Viene da chiedersi, quindi, quale sia la funzione dell'Unione Europea e di un parlamento europeo, specialmente nel continuare ad appurare la sua inutilità. Infatti, pur riscontrando razionali motivazioni nei moniti dell'UE, questa non ha nessun potere nei confronti dei singoli stati che violano i diritti umani o commettono abusi di ogni genere. Verrebbe proprio da pensare che sia l'ennesimo ente inutile creato per regalare lauti posti di lavoro ai soliti imbecilli nullafacenti. Tesi che sarebbe avvallata anche dai dati sulle presenze degli onorevoli italiani, che sembra non si presentino quasi mai. Nonostante queste tristi constatazioni, purtroppo l'Unione Europea ha anche dei compiti effettivi che si suddividono dalla regolamentazione dei mercati alla ratificazione dei trattati internazionali. Senza soffermarci troppo sulla sciagurata gestione dei mercati europei, vediamo solo qualche esempio. Come l'ingresso in UE della Romania e della Bulgaria, che ha permesso all'Italia di esportare all'estero 22.000 aziende aprendo le frontiere a migliaia di persone dall'est Europa garantendo manodopera sottopagata per la gioia degli imprenditori nostrani.  Ne consegue che manovre del genere si prestano facilmente ad interpretazioni razziste ad uso e consumo dei media disinformatori e delle campagne elettorali dei nostri politicanti. Tutto ovviamente all'insegna dell'integrazione e della pacifica convivenza. Come anche il diritto d'asilo politico che avrebbero centinaia di immigrati se solo le regolamentazioni UE sui diritti umani venissero ascoltate sempre, e non solo nelle situazioni di comodo. L'Unione Europea, dall'Italia, si presenta come quella cosa fuori dalla politica, dalla quale non si deve prendere ordini, in nome dell'autonomia e della sovranità nazionale, ma dalla quale andare a lamentarsi, in nome del comunitarismo. I media non ne parlano, c'è e non c'è. Dà moniti che nessuno ascolta e per la grandissima maggioranza degli italiani è una cosa assolutamente sconosciuta. Deve essere sconosciuta altrimenti non potrebbe esercitare tranquillamente quelle che sono le peggiori tra le sue funzioni. E qui arriviamo al punto. Il parlamento europeo è un ente sopranazionale e ha la possibilità di ratificare dei trattati che stanno al di sopra delle leggi dei singoli stati. Perché la suddetta ratifica vada a buon fine, la disponibilità dei paesi comunitari deve essere unanime.  L'anno scorso abbiamo assistito, inermi come sempre, alle votazioni sul nuovo trattato comunitario, il trattato di Lisbona. E qualcosa di diverso c'è stato. L'Irlanda, come prevede la sua costituzione, ha indetto un referendum per decidere sulla ratificazione del trattato e, con maggioranza e opposizione uniti nel chiedere il "si" ai propri cittadini, ha vinto il no, il trattato non è passato! Poi, coerentemente con la sua funzione repressiva, il parlamento irlandese ha indetto un nuovo referendum che vedremo entro ottobre 2009 come andrà. Quindi se la ratifica europea non è unanime diventa necessario porre la questione ai singoli parlamenti che decidono se far entrare in vigore il testo nel proprio paese. E la dice lunga sullo stato di putrefazione delle "nostre" istituzioni il fatto che il parlamento italiano abbia approvato all'unanimità il trattato di Lisbona. Addirittura, l'unico fiato di opposizione si era levato dalla Lega che poi ha ritrattato. Il tutto chiaramente senza in alcun modo informarne i cittadini. Ma questa è quotidiana disinformazione.
Quindi, indifferentemente dal contenuto del trattato, i sinceri democratici dovrebbero ribattere che su questioni di tale rilevanza, sarebbe necessaria una consultazione popolare o un referendum che metta in chiaro cosa ne pensa il popolo di tali scelte. Coscienti della natura repressiva dell'UE e non essendo noi puntigliosi democratici, andiamo a spiegare esattamente quali punti del nuovo trattato sono peggiorativi rispetto alla realtà attuale.
Come di norma, per mascherare gli obiettivi repressivi che sono il fine ultimo di questi trattati, il testo si presenta come un'informe massa di codici e codicilli burocratici che richiamano l'uno all'altro senza chiarezza ed in modo volutamente vago con spaventose clausole che si prestano ad interpretazioni soggettive per nulla rassicuranti. Primo fra tutti queste poche righe che vale la pena di riportare e che, di fatto, legalizzano la pena di morte:
"La morte, cioè l'uccisione nella pubblica via, "non viola" i principi del diritto alla vita se "è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario". Quando si stia reprimendo "in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione". O per "eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta". (art. 2, paragrafo 2 della Carta dei Diritti Fondamentali)."Uno Stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra". (articolo 2 del protocollo n.6 della Carta dei Diritti Fondamentali).
Sarebbe quindi auspicabile che qualche buontempone dei nostri politici ci spieghi cosa si intende affermando che "l'uccisione nella pubblica via non viola il diritto alla vita".
Quindi, per la gioia dei contestatori, viene vietata qualsiasi protesta contro l'Unione Europea e gli enti sopranazionali come la NATO. Sebbene il trattato non sia ancora in vigore gli esiti delle recenti manifestazioni anti-NATO a Strasburgo fanno pensare a tutt'altro. Infatti non è chiaro, se non in conseguenza all'applicazione del nuovo testo, per quale motivo sia stato vietato di manifestare contro la NATO nei giorni del suo 50esimo anniversario. Altrettanto strano è constatare come nessun altro organo d'informazione alternativa abbia notato questa consequenzialità di eventi.
Un altro punto del trattato chiarisce ciò che di fatto già accadeva: l'Europa ha finalmente formalizzato il suo carattere aggressivo ampliando la sua sfera d'azione con possibilità offensive oltre che difensive. Ciò significa che, in caso uno degli stati comunitari entri in guerra con un paese straniero, tutti gli appartenenti all'UE saranno chiamati alle armi obbligatoriamente. Compresi paesi storicamente neutrali come la Svizzera.
Continuando... Tutte le politiche monetarie dovranno fare capo ad un'unica entità: la Banca Centrale Europea. L'effetto più probabile è la creazione di un "mercato unico" con conseguenti unicità su welfare e lavoro... chiaramente il tutto livellato al ribasso in favore di banche e lobby.
La sovranità nazionale, per quel che ce ne frega, potrà essere messa in discussione da decisioni a livello europeo in determinati settori. Leggi approvate in Europa, ma non dai singoli paesi membri, potrebbero essere imposte da Bruxelles ai recalcitranti.
Il resto sono modifiche di natura burocratica e cazzate di vario genere...
Esponenti di ogni colore politico hanno difeso a spada tratta questo nuovo trattato liberticida. I media non hanno detto una parola. Napolitano si è detto estremamente compiaciuto nel constatare l'unanimità di voto del parlamento italiano in favore dell'Europa unita. A livello politico, solo i partiti di estrema destra propagandano in sfavore del trattato di Lisbona.
Aiuto!

Marco Rizzato

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