A volte capita che all'Italia arrivi un "monito". Non il monito del
nostro sonnacchioso presidente della repubblica. Ma il monito gentile,
forte, ma educato, dell'Unione Europea. Un richiamo, sostanzialmente
inascoltato che evidenzia ai nostri leader nazionali comportamenti
scorretti in svariati ambiti. Come il padre affettuoso che ti
raccomanda mille cose prima di uscire di casa la sera quando è
ormai chiaro che stai andando ad ubriacarti. Tipo "basta con le reti
televisive abusive", "basta con le ondate di razzismo", "basta
immondizia e mafiosi ovunque" e cose del genere. Conseguentemente il
birichino di turno, Berlusconi, se ne infischia alla grande e continua
per la sua strada. Viene da chiedersi, quindi, quale sia la funzione
dell'Unione Europea e di un parlamento europeo, specialmente nel
continuare ad appurare la sua inutilità. Infatti, pur
riscontrando razionali motivazioni nei moniti dell'UE, questa non ha
nessun potere nei confronti dei singoli stati che violano i diritti
umani o commettono abusi di ogni genere. Verrebbe proprio da pensare
che sia l'ennesimo ente inutile creato per regalare lauti posti di
lavoro ai soliti imbecilli nullafacenti. Tesi che sarebbe avvallata
anche dai dati sulle presenze degli onorevoli italiani, che sembra non
si presentino quasi mai. Nonostante queste tristi constatazioni,
purtroppo l'Unione Europea ha anche dei compiti effettivi che si
suddividono dalla regolamentazione dei mercati alla ratificazione dei
trattati internazionali. Senza soffermarci troppo sulla sciagurata
gestione dei mercati europei, vediamo solo qualche esempio. Come
l'ingresso in UE della Romania e della Bulgaria, che ha permesso
all'Italia di esportare all'estero 22.000 aziende aprendo le frontiere
a migliaia di persone dall'est Europa garantendo manodopera sottopagata
per la gioia degli imprenditori nostrani. Ne consegue che manovre
del genere si prestano facilmente ad interpretazioni razziste ad uso e
consumo dei media disinformatori e delle campagne elettorali dei nostri
politicanti. Tutto ovviamente all'insegna dell'integrazione e della
pacifica convivenza. Come anche il diritto d'asilo politico che
avrebbero centinaia di immigrati se solo le regolamentazioni UE sui
diritti umani venissero ascoltate sempre, e non solo nelle situazioni
di comodo. L'Unione Europea, dall'Italia, si presenta come quella cosa
fuori dalla politica, dalla quale non si deve prendere ordini, in nome
dell'autonomia e della sovranità nazionale, ma dalla quale
andare a lamentarsi, in nome del comunitarismo. I media non ne parlano,
c'è e non c'è. Dà moniti che nessuno ascolta e per
la grandissima maggioranza degli italiani è una cosa
assolutamente sconosciuta. Deve essere sconosciuta altrimenti non
potrebbe esercitare tranquillamente quelle che sono le peggiori tra le
sue funzioni. E qui arriviamo al punto. Il parlamento europeo è
un ente sopranazionale e ha la possibilità di ratificare dei
trattati che stanno al di sopra delle leggi dei singoli stati.
Perché la suddetta ratifica vada a buon fine, la
disponibilità dei paesi comunitari deve essere unanime.
L'anno scorso abbiamo assistito, inermi come sempre, alle votazioni sul
nuovo trattato comunitario, il trattato di Lisbona. E qualcosa di
diverso c'è stato. L'Irlanda, come prevede la sua costituzione,
ha indetto un referendum per decidere sulla ratificazione del trattato
e, con maggioranza e opposizione uniti nel chiedere il "si" ai propri
cittadini, ha vinto il no, il trattato non è passato! Poi,
coerentemente con la sua funzione repressiva, il parlamento irlandese
ha indetto un nuovo referendum che vedremo entro ottobre 2009 come
andrà. Quindi se la ratifica europea non è unanime
diventa necessario porre la questione ai singoli parlamenti che
decidono se far entrare in vigore il testo nel proprio paese. E la dice
lunga sullo stato di putrefazione delle "nostre" istituzioni il fatto
che il parlamento italiano abbia approvato all'unanimità il
trattato di Lisbona. Addirittura, l'unico fiato di opposizione si era
levato dalla Lega che poi ha ritrattato. Il tutto chiaramente senza in
alcun modo informarne i cittadini. Ma questa è quotidiana
disinformazione.
Quindi, indifferentemente dal contenuto del trattato, i sinceri
democratici dovrebbero ribattere che su questioni di tale rilevanza,
sarebbe necessaria una consultazione popolare o un referendum che metta
in chiaro cosa ne pensa il popolo di tali scelte. Coscienti della
natura repressiva dell'UE e non essendo noi puntigliosi democratici,
andiamo a spiegare esattamente quali punti del nuovo trattato sono
peggiorativi rispetto alla realtà attuale.
Come di norma, per mascherare gli obiettivi repressivi che sono il fine
ultimo di questi trattati, il testo si presenta come un'informe massa
di codici e codicilli burocratici che richiamano l'uno all'altro senza
chiarezza ed in modo volutamente vago con spaventose clausole che si
prestano ad interpretazioni soggettive per nulla rassicuranti. Primo
fra tutti queste poche righe che vale la pena di riportare e che, di
fatto, legalizzano la pena di morte:
"La morte, cioè l'uccisione nella pubblica via, "non viola" i
principi del diritto alla vita se "è il risultato di un ricorso
alla forza resosi assolutamente necessario". Quando si stia reprimendo
"in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione". O per
"eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona
regolarmente detenuta". (art. 2, paragrafo 2 della Carta dei Diritti
Fondamentali)."Uno Stato può prevedere nella propria
legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in
caso di pericolo imminente di guerra". (articolo 2 del protocollo n.6
della Carta dei Diritti Fondamentali).
Sarebbe quindi auspicabile che qualche buontempone dei nostri politici
ci spieghi cosa si intende affermando che "l'uccisione nella pubblica
via non viola il diritto alla vita".
Quindi, per la gioia dei contestatori, viene vietata qualsiasi protesta
contro l'Unione Europea e gli enti sopranazionali come la NATO. Sebbene
il trattato non sia ancora in vigore gli esiti delle recenti
manifestazioni anti-NATO a Strasburgo fanno pensare a tutt'altro.
Infatti non è chiaro, se non in conseguenza all'applicazione del
nuovo testo, per quale motivo sia stato vietato di manifestare contro
la NATO nei giorni del suo 50esimo anniversario. Altrettanto strano
è constatare come nessun altro organo d'informazione alternativa
abbia notato questa consequenzialità di eventi.
Un altro punto del trattato chiarisce ciò che di fatto
già accadeva: l'Europa ha finalmente formalizzato il suo
carattere aggressivo ampliando la sua sfera d'azione con
possibilità offensive oltre che difensive. Ciò significa
che, in caso uno degli stati comunitari entri in guerra con un paese
straniero, tutti gli appartenenti all'UE saranno chiamati alle armi
obbligatoriamente. Compresi paesi storicamente neutrali come la
Svizzera.
Continuando... Tutte le politiche monetarie dovranno fare capo ad
un'unica entità: la Banca Centrale Europea. L'effetto più
probabile è la creazione di un "mercato unico" con conseguenti
unicità su welfare e lavoro... chiaramente il tutto livellato al
ribasso in favore di banche e lobby.
La sovranità nazionale, per quel che ce ne frega, potrà
essere messa in discussione da decisioni a livello europeo in
determinati settori. Leggi approvate in Europa, ma non dai singoli
paesi membri, potrebbero essere imposte da Bruxelles ai recalcitranti.
Il resto sono modifiche di natura burocratica e cazzate di vario genere...
Esponenti di ogni colore politico hanno difeso a spada tratta questo
nuovo trattato liberticida. I media non hanno detto una parola.
Napolitano si è detto estremamente compiaciuto nel constatare
l'unanimità di voto del parlamento italiano in favore
dell'Europa unita. A livello politico, solo i partiti di estrema destra
propagandano in sfavore del trattato di Lisbona.
Aiuto!
Marco Rizzato