Le esaltanti imprese pontifice in terra Crociata, raccontate e
analizzate da tutti i media nazionali, hanno evidenziato il contrasto
tra l'imponente struttura di sicurezza israeliana, che si è
dimostrata "più papista che il Papa stesso" (come dichiarato dal
patriarca latino di Gerusalemme,"sua beatitudine" Fouad Twal) e la
miseria e il disagio sociale nei luoghi visitati. L'annunciata visita
al lussuoso Palazzo del presidente dell'Autorità Nazionale
Palestinese, Mahmoud Abbas, ha dato modo al monarca di schierarsi per
un sostegno nella formazione di uno stato palestinese. Questo atto, che
ha portato alla formazione di una Commissione Bilaterale di Lavoro
Permanente, ha rinforzato l'art. 9 dell'Accordo di base tra la Santa
Sede e l'Organizzazione di Liberazione della Palestina del 2000.
Una relazione diretta con gli attuali coloni, infatti,
permetterà di scavalcare le autorità israelitiche per
questioni politiche ed economiche sul territorio palestinese.
Già prima del pellegrinaggio la romana chiesa aveva tentato di
ottenere la sovranità dei luoghi "della cristianità" in
Israele, attraverso piani elaborati dal presidente Shimon Peres. Dopo
le forti pressioni del leader massimo sul ministro degli Interni
israeliano, Eli Yishai, che si è opposto ad "ogni concessione
che limita la capacità del governo di Israele ad agire come un
governo sovrano in quell'area", dove, sul piano pratico, se Israele
affidasse la sovranità sui luoghi, ogni lavoro di infrastruttura
che fosse necessario fare nel luogo stesso o nei dintorni, dalla
riparazione delle strade alla sistemazione delle condotte d'acqua,
dovrebbe essere prima approvato dalle autorità vaticane,
è intervenuto anche il ministro del turismo, Stas Misezhnikov,
dichiarando di non essere favorevole ad un compromesso col Vaticano su
questo tema, affermando che questo regalo andrebbe solo a vantaggio
della Chiesa Cattolica.
Le discussioni tra il governo israeliano e quello vaticano
riguarderebbero il controllo politico e la gestione turistica della
Chiesa dell'Annunciazione a Nazareth, il Cenacolo sul Monte Sion, il
Getsemani, il Monte Tabor, e la Chiesa della Moltiplicazione sulle rive
del mare di Galilea. Per gli ultimi dodici anni le trattative sono
state di rigido stallo, ma quando Peres ha rivelato alle "sacre stanze"
il progetto del piano di una grande opera, alle istituzioni cattoliche
è apparsa una miniera d'oro da poter sfruttare. Originalmente
presentato al governo dal comune di Gerusalemme nel 2005, ma attivato
soltanto nel settembre 2007 quando fu assegnato al Jerusalem
Development Agency (Jda), il piano prevede la costruzione di nove
parchi nazionali, siti e sentieri turistici situati in aree di
rilevanza religiosa che si trovano sulle sponde orientali della
città.
Con un costo di circa 12 milioni di euro all'anno per un periodo di
otto anni, la creazione di una sequenza di parchi che circondano la
città vecchia di Gerusalemme elaborata dal governo di Tel Aviv,
vede la partecipazione dell'azienda El Ad (oppure Ir David), il cui
compito è di far risuscitare l'antica città di Davide
attraverso l'esplorazione archeologica e la costruzione di musei e aree
turistiche che cementano l'identità e la storia ebraica del
luogo.
A est della città vecchia, zona conosciuta come il Monte degli
Ulivi dove si trovano una serie di chiese e il più esteso e
antico cimitero ebraico al mondo, si trova un'altra delle aree incluse
nel progetto di sviluppo per la città. Questa è stata
già localizzata come lussuosa area residenziale con relativa
centrale di polizia situata strategicamente nell'area a est del confine
municipale di Gerusalemme. Queste nuove zone verrebbero, secondo il
piano reso noto da Ir Amim (organizzazione che promuove la convivenza
israelo-palestinese), collegate tramite una serie di sentieri, parchi e
aree turistiche meticolosamente recintate che completerebbero
così l'anello circondante la città vecchia di
Gerusalemme. Più a est, quest'anello andrebbe a connettersi alla
colonia di Ma'ale Adummim, che occupa un'area di quasi 50 chilometri
quadrati e che attualmente taglia a metà la Cisgiordania. Un
"luna park biblico" è la maniera in cui gli esponenti di Ir Amim
descrivono i vari parchi e le aree turistiche progettate dal piano
assegnato dal governo al Jda e che verranno poi date in gestione alle
varie organizzazioni di coloni che già operano nel area di
Gerusalemme est.
Il terzo incontro tra il Papa e Mahmoud Abbas (caso vuole che i due
precedenti risalgano al 3 dicembre 2005 e al 24 aprile 2007) è
stato sicuramente un forte segnale lanciato alle istituzioni israelite,
che vede il presidente Peres come pedina fondamentale in quello che
potrebbe diventare un affare economico di dimensioni storiche, quasi
quanto il falso editto di Costantino. A tal proposito ci sono, nella
storia, diversi precedenti, tutti in favore della Chiesa, come ad
esempio in Francia, dove lo Stato della Chiesa possedeva le enclaves di
Avignone e del Contado Venassino, annesse poi alla Francia con la
Rivoluzione Francese, oppure in Italia, dove la basilica di San
Giovanni in Laterano è territorio vaticano ecc. ecc.. E si sa
che la storia è un corso e ricorso.
'Gnazio