A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
Sono in sciopero della fame i seicento infermieri "precari" del
policlinico Umberto I di Roma, che da anni forniscono il servizio di
assistenza quali dipendenti di alcune cooperative.
Hanno occupato sin dal 17 maggio la sala della direzione e non hanno a
oggi alcuna intenzione di cedere, nemmeno dopo l'incontro con il
Presidente della Regione Lazio, Marrazzo, che si è impegnato con
loro a trovare una soluzione.
La protesta dei lavoratori, con l'appoggio di alcune sigle sindacali di
base, mira a ottenere l'assunzione di tutti gli addetti da parte
dell'ente, contro le istituzioni che da anni se ne lavano
pilatescamente le mani e contro il sistema degli appalti selvaggi che -
approfittando dell'esternalizzazione - ha costruito negli anni un
perverso sistema di clientelismo e di sfruttamento della manodopera,
basato su stipendi bassissimi, sui ricatti occupazionali.
Oltretutto i lavoratori sostengono che «le
reinternalizzazioni determinerebbero una minore spesa, più
qualità per l'assistenza e un trattamento dignitoso per i
lavoratori».
Secondo gli infermieri, infine, l'impegno di Marrazzo, anche se
dimostra le sue «buone intenzioni, non é sufficiente
a sospendere la lotta». Lo sciopero della fame quindi
continuerà «finchè non vedremo i primi fatti, anche
perché abbiamo assistito da più di tre anni a un rimpallo
di responsabilità tra governo della regione e governo
nazionale». Di fronte agli utenti dei servizi ospedalieri
«e alla cittadinanza» gli operatori della sanità
chiamano le istituzioni a difendere gli interessi dei malati e dei
lavoratori.
Al comune di Roma la trattativa con il personale degli asili nido è ferma da un anno.
Per riaprirla è stato promosso dalla RdB-Cub, nella giornata del
19 maggio, uno sciopero dell'intera giornata dei dipendenti del
settore, con grande adesione. "Circa settecento persone, fra lavoratori
e genitori, hanno partecipato al corteo cittadino, al termine del quale
hanno deciso di portare la loro protesta direttamente in consiglio
comunale".
Così facendo hanno imposto, con la loro presenza nel consiglio
comunale la discussione di una mozione che "accende i riflettori nella
vertenza degli asili nido".
Le lavoratrici si sono impegnate a ritornare in consiglio comunale per fare le debiti pressioni.
Da un lato cassa integrazione, dall'altro largo uso di contratti a
tempo determinato e straordinari per tutti. Lavoratori precari da
una parte, precisa strategia di riduzione degli occupati a tempo
indeterminato dall'altro. Scaricare gli oneri della crisi sulla
collettività e penalizzare i redditi e la vita dei lavoratori.
Nulla di nuovo sotto il sole, strategie di padroni e aziende che i
lavoratori stanno conoscendo, sin troppo bene, sulla propria pelle.
Dov'è finita la (presunta) diversità della Coop, i tanto
sbandierati valori etici e di attenzione ai lavoratori? Coop Liguria,
Sarzana: nel 2007, vanno in CIGS i lavoratori di un primo supermercato,
che neppure oggi sanno nulla del proprio futuro. 2009: senza neppure
consultare l'RSU, e con l'assoluta complicità / passività
dei sindacati confederali, l'azienda decide che anche per i dipendenti
di un secondo punto vendita della città inizierà la cassa
integrazione.
Decisione unilaterale e senza neppure provare a valutare l'ipotesi di
una ricollocazione dei lavoratori interessati in altre mansioni
all'interno dell'unità produttiva. Obiettivo non dichiarato ma
evidente: liberarsi di lavoratori "anziani", qualificati e
conseguentemente costosi.
Solo la lotta organizzata dei lavoratori può impedire il ricorso generalizzato alla cassa integrazione.
Come è noto grande risonanza è stata data a quanto
è accaduto nel corso della manifestazione nazionale dei
lavoratori della Fiat, svoltasi a Torino sabato 16 maggio.
C'è stata una generale levata di scudi nei principali organi
d'informazione contro lo Slai Cobas e attestati di solidarietà
al segretario nazionale della Fiom Rinaldini sono venuti da tutte le
parti: dai partiti istituzionali, da sindacati confederali e dalla
confindustria.
Lo Slai Cobas, in una conferenza stampa seguita ai comunicati
già emessi, ha ribadito come Rinaldini sia "scivolato giù
dal palco". "Nel video che lo Slai Cobas ha messo nel sito internet -
spiega il suo coordinatore Delle Donne – si vede benissimo quello che
è successo: non c'è stato alcun assalto al furgone, tra
l'altro basso e senza parapetti, e io stesso sono salito due volte dopo
l'ok di Cremaschi. C'era movimento sul palco, e qualcuno ha cercato di
agitare gli animi dei militanti Cobas, fino alla spinta che ha fatto
scivolare Rinaldini. Sono stato io stesso ad aiutarlo a tirarsi su".
Delle Donne, inoltre, sottolinea che Cremaschi gli aveva offerto il
microfono per farlo intervenire, ma che la contraddizione è
avvenuta al loro interno, perché qualcuno invece ha strappato i
fili del microfono e lo ha gettato nella folla.
"Quello che è grave – conclude – è il fatto che Cremaschi
e Rinaldini, pur sapendo come si erano svolti i fatti, hanno avvallato
le notizie riportate dalla stampa".
Alla Fiat – SATA di Melfi la FLMUniti-CUB ha promosso, nella
giornata di sabato 23 maggio, lo sciopero dello straordinario
comandato, per il semplice fatto che questo ulteriore straordinario
richiesto non è stato né concordato e tanto meno
accettato dai delegati RSU. "I lavoratori hanno bisogno del meritato
riposo, ancor di più dopo aver svolto il proprio lavoro durante
la settimana con ritmi sproporzionati".
L'aumento della produzione non porta né all'aumento
dell'occupazione, né a quello dei salari, ma solo dello
sfruttamento.
Lo sciopero è indetto anche per "protestare contro le centinaia
di provvedimenti disciplinari comminati ingiustamente ai lavoratori e i
licenziamenti illegittimi messi in atto dalla Fiat a ottobre 2007 e il
secondo licenziamento del delegato RSU della FLMUniti-CUB Francesco
Ferrentino".
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