Umanità Nova, n.22 del 7 giugno 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

Milano: ancora una volta la Innse presse non molla

Il 26 maggio, con la scorta dell'ufficiale giudiziario e della digos, si presenta ai cancelli della Innse, in via Rubattino, un imprenditore proveniente da Vicenza, il quale afferma di avere acquistato dall'attuale proprietario della Insse, Genta, quattro macchinari e pretende di portarseli via. Per fare questo si è portato dietro vari camion e una squadra di operai, oltre al suo avvocato e a quello di Genta.
Il presidio però ha fatto capire immediatamente che non era cosa, tanto che i nuovi venuti non sono nemmeno riusciti ad avvicinarsi ai cancelli e sono stati anzi caldamente invitati ad andarsene per i fatti propri, ovviamente senza portarsi via nulla. Comprensibile quindi il loro disappunto, tanto che uno degli avvocati si è permesso di fare un gesto che non è stato gradito dai lavoratori della Insse; il malcapitato infatti è stato in tutta fretta portato in  salvo dalla digos prima che qualcuno terminasse di spiegargli quali sono le buone maniere.
Infine, la folla di indesiderati si è allontanata  con le pive nel sacco.
Alla Insse la lotta continua.
                             

I lavoratori dell'Hilton scioperano e la direzione li sostituisce

"I lavoratori dell'Hilton in lotta" è lo scritto che campeggiava in un grande cartello all'ingresso del celebre albergo milanese, della catena americana, nella giornata del 22 maggio, durante il presidio organizzato dalla Flaica – Cub per protestare contro il preannunciato licenziamento collettivo di 30 lavoratori dell'ente alberghiero.
Gravissimo il  fatto che per tutta risposta la direzione abbia sostituito i lavoratori in sciopero con altro personale, per giunta scelto a caso.
Tutto questo preannuncia quale sia la reale volontà aziendale: sostituire, per abbassare i costi, quei lavoratori con altri delle cosiddette cooperative esterne, con riduzione di salari, dei trattamenti previdenziali e della tutela dei diritti, in favore di una maggior ricattabilità.

Aggrediti e fermati i Cobas antimafia a Palermo

Sabato 23 maggio a Palermo, durante la commemorazione del diciassettesimo anniversario della strage di Capaci i lavoratori Cobas si sono presentati con lo striscione che portano in tutte le manifestazioni antimafia con su scritto: "La mafia ringrazia lo stato per la morte della scuola."
Le forze del disordine hanno aggredito questi lavoratori sequestrando violentemente lo striscione antimafia e hanno fermato e condotto in questura tre esponenti dei Cobas che poi sono stati rilasciati in tarda serata. Tutto ciò è in perfetta linea con i comportamenti dettati dal "pacchetto sicurezza."
"Mettere l'accento sul fatto che il taglio delle classi, l'aumento degli alunni per classe e il licenziamento di quasi sessantamila insegnanti dequalifica la scuola, crea disagio sociale e fornisce sempre nuovi argomenti alla mafia per conquistare i giovani emarginati del meridione per le 'forze del disordine' è un atto non tollerabile."

Mobilitazioni di lotta nel gruppo Intesa Sanpaolo

La Sallca – CUB ha attuato uno sciopero nazionale nella giornata del 30 aprile nel gruppo bancario Intesa Sanpaolo. Questo in considerazione del fatto che "l'afflusso di lavoratori alla società consortile è destinato a continuare (pare ormai confermato l'istituto del distacco) per le 'deportazioni' già programmate dalle filiali e per eventuali smantellamenti di uffici." [...] "L'accordo lampo, fortemente voluto dall'azienda, doveva mettere a tacere la protesta dei lavoratori."
Le iniziative locali a Torino, con il volantinaggio al dibattito con Passera durante la "Biennale Democrazia" e il presidio davanti al Comune (dove è stata ricevuta una delegazione di lavoratori), poi lo sciopero nazionale del 30 aprile, hanno affermato chiaramente che molti lavoratori non ci stanno. Malgrado gli sforzi aziendali di minimizzare lo sciopero non mettendo cartelli di preavviso o mettendoli in ritardo, creando disorientamento nelle realtà dove la CUB Sallca è meno presente, si ritiene che questo primo appuntamento di lotta nazionale abbia dato un risultato rilevante. "Il presidio davanti alla sede, durante l'assemblea degli azionisti, ha visto partecipare circa 200 lavoratori e lavoratrici."
Nei poli consortili del Lingotto e di Moncalieri interi uffici sono rimasti deserti con adesioni fino al 50%. Partecipazioni significative ci sono stati nei poli di Bari e Genova. "Si sono avute buone adesioni negli uffici di sedi e di alcuni filiali chiuse, o aperte solo da giovani con contratti precari."

"La colpa è sempre di chi muore"

Crevalcore, 7 gennaio 2005: sulla linea Bologna-Verona un treno merci e un interregionale si scontrano. E' una strage, 17 persone perdono la vita e diverse decine rimangono ferite. A distanza di quattro anni la decisione del Gup di Bologna Andrea Scarpa non lascia spazio a dubbi: assolti dirigenti, funzionari, amministratori e tutti coloro che dovrebbero garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'unica causa di quel disastro è l'errore umano del macchinista, che in quel terribile incidente perse la vita. "La colpa è sempre di chi muore - è l'amaro commento dell'Assemblea Nazionale Ferrovieri - questa sentenza anticipa le modifiche che vorrebbero fare al Testo unico sulla sicurezza."
" È inaccettabile – aggiunge l'avvocato che ha assistito il sindacato dei macchinisti Orsa. Crediamo che ci sia stata una sottovalutazione molto forte di tutto l'aspetto sicurezza e della predisposizione degli strumenti atti a salvaguardare la vita dei passeggeri e del personale di macchina."
I sindacati denunciano una progressiva erosione della sicurezza su quelle linea e puntano il dito sui dirigenti aziendali. Tutti sono d'accordo, ad esempio, nel dire che se ci fosse stato il sistema Scmt la strage sarebbe stata evitata. Ma evidentemente, anche in questo caso, è prevalsa la logica del risparmio su quella della sicurezza. Nei prossimi giorni verrà valutata l'ipotesi di appellarsi.  

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