Umanità Nova, n.23 del 14 giugno 2009, anno 89

Il massacro degli Indios


Governi, latifondisti e compagnie dell'industria del legno, minerarie e petrolifere portano avanti un'aperta e regolare politica di sterminio delle popolazioni indigene dell'Amazzonia, attraverso la deforestazione e lo sfruttamento delle risorse naturali, mentre la ferocia delle forze poliziesche e i decreti legislativi dei vari governi esautorarano di fatto il controllo dei nativi sulle proprie terre.
In questo contesto, la scorsa primavera, il governo peruviano ha approvato una legge per la privatizzazione della selva a favore dell'impresa petrolifera statale. Questo decreto è stato poi dichiarato anticostituzionale da una commissione parlamentare, senza che ciò fermasse l'iter di espropriazione delle terre abitate storicamente dai popoli della selva.  
A inizio aprile circa cinquemila indigeni di diverse tribù, riuniti nella Associazione Interetnica di Sviluppo della Selva Peruviana hanno cominciato un'agitazione contro il decreto e per la propria sopravvivenza, portando avanti  una serie ininterrotta di occupazioni, manifestazioni, scioperi, blocchi stradali.  In risposta a questa mobilitazione il cinque giugno nella selva amazzonica del Perù settentrionale la polizia e l'esercito sono intervenuti con armi automatiche, elicotteri, granate assordanti e lacrimogeni, massacrando almeno trentaquattro indios, ferendone circa altri centocinquanta.
Da notare che il presidente del consiglio dei ministri, Alan García, ha affermato che tra le vittime figuravano undici poliziotti e non più di tre nativi, mentre tutte le altre fonti (collegio medico Chachapoyas, ospedali, mezzi di comunicazioni e organizzazioni indigene) confermavano da subito almeno venticinque vittime. Le forze di polizia hanno inoltre ostacolato in tutti i modi  il ricovero dei feriti; molti sono stati gli arresti e gli esponenti più in vista delle popolazioni indigene sono stati accusati di essere terroristi o traditori al soldo delle nazioni confinanti.
Gli abitanti della selva si sono difese provocando diversi morti tra le forze di polizia e prendendone   in ostaggio trentotto, che erano stati posti a pesidiare una stazione dell'oleodotto Nordpeurano, di proprietà dell'ente di stato Petroperu.  
Gli anarchici di Lima esortano alla solidarietà con gli indios e alla ribellione e  invitano a denunciare questo massacro perpetrato dallo stato e dal capitale davanti ai consolati e alle ambasciate peruviane.

Per maggiori info
http://www.autistici.org/nodosolidale
http://peru.indymedia.org
www.onic.org.co

Da una corrispondenza con alcuni compagni peruviani

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