Lluìs diceva che la sua famiglia eravamo tutti noi,
cioè, tutti quelli che si relazionavano con lui e condividevano
delle cose in comune. Non erano importanti le differenze. Questo
concetto ampio di famiglia è un modo di capire la vita, di
rompere gli schemi, ed è quello che ha fatto per tutta la sua
vita. È così che cerca di creare un pensiero alternativo
a quello prevalente, che è sviluppato nel suo libro La
Corriente, una linea di pensiero, in questo caso libertaria, che
rispetti tutte le opinioni ma superi le rigide strutture delle
organizzazioni.
Lluìs era un umanista, un grande umanista, la sua fiducia
nell'uomo era anche parte del suo carattere, sempre disposto a
contrastare le idee. Diceva che questo derivava dalla sua formazione
libertaria, soprattutto dalla sua tappa parigina. Testimone di questa
fraternità, io la dedico ai compagni e compagne di tutte le
correnti anarco-sindacaliste, atenei libertari e collettivi e
individualità del movimento libertario.
La sua difesa dei "semplici uomini [peons] illuminati," degli
autodidatti, vale a dire degli "anonimi", è un'altra costante
della sua vita. Lluìs diceva che dovevamo andare avanti dando un
nome a tutti questi anonimi. Il problema è che non sono solo
decine, non sono solo centinaia, ma sono migliaia. Il suo generoso
impegno verso di loro e verso tutti i gli emarginati lo ha portato a
difendere sempre i più deboli, soprattutto i prigionieri
sociali. Qui Lluìs la tua solidarietà ti eleva alla
categoria di gigante.
Noi non diremo d'ora in poi che abbiamo perso un amico, o un compagno,
un buon parente, ma racconteremo della grande fortuna che abbiamo avuto
di stare con te e condividere tanti e tanti bei momenti. Lluìs
è stato un poeta, un poeta della lotta per la libertà,
soprattutto per quella degli altri, giacché a loro ha dedicato
gran parte del suo tempo. In te Lluis abbiamo trovato una maniera di
attuare e capire l'anarchia. È la grande eredità che ci
hai lasciato.
Fratellanza e solidarietà: due concetti con i quali non hai mai
smesso di pensare e ai quali hai dedicato tutta la tua vita, che
è stata un inno all'amicizia. Effettivamente, come si diceva
all'inizio, tutti sono la tua famiglia e penso che il tuo sforzo non
sia stato vano. Così ti ricorderemo.
Carles Sanz
Lluìs Andrés Edo, militante anarchico della
clandestinità e della Transizione, nel 2006 aveva pubblicato le
sue memorie. Il saggio non ripercorre solamente la sua biografia, ma
è anche un tuffo negli aspetti meno conosciuti della lotta della
CNT e dell'anarchismo contro il franchismo. Il lavoro descrive i
momenti più tesi della Transizione, con la partecipazione e
l'opposizione libertaria al progetto di riforma e di consenso. Mostra
anche l'avventura umana di un ribelle e di un eterodosso. Un'avventura
che si sviluppa a cavallo dell'esilio e della clandestinità,
passando per le prigioni. L'autore ricorda compagni dimenticati e
tornano alla luce momenti bui e silenzi della lotta antifranchista.
Lluìs Andrés Edo, ripercorre la propria vita, sin
dall'arrivo a Barcellona, quando era un bambino. Spiega come, essendo
figlio di una guardia civile, di famiglia tradizionale e cattolica,
educato in un collegio di suore, è diventato anarchico. Le
origini del suo spirito anarchico si devono cercare nel 19 luglio 1936,
quando a Barcellona gli operai sconfiggono i militari e scoppia la
rivoluzione. Il ragazzo capisce come la libertà entra nelle aule
della scuola dalla mano razionale e avanguardista della CENU. Terminata
la guerra, l'adolescente diventa apprendista al deposito dei treni
della Renfe, dove ancora lavoravano vecchi militanti della CNT: "la
qualità sociale e la solidarietà che c'era nell'ambiente
degli operai del Deposito di Macchine, contrastava con il trauma della
repressione e persecuzione generalizzate imposte dal regime". Poco dopo
inizia i suoi studi di formazione professionale alla Scuola del Lavoro,
dove ha vissuto il suo primo sciopero studentesco nel 1945. Un anno
dopo viene arrestato e imprigionato alla Modelo.
Il contatto con la realtà del dopoguerra faranno del giovane un
ribelle davanti all'ingiustizia. Edo approfitterà del servizio
militare per disertare. In Francia si mette in contatto con compagni
della CNT esiliati affiliandosi allo stesso sindacato e alla
Gioventù Libertaria. Una volta stabilitosi a Parigi, partecipa
all'Assemblea Libertaria.
Un grande bagaglio per la sua formazione umana ed anarcosindacalista,
che gli sarà molto utile per la profondità della sua
riflessione e per la sua attività militante.
Da qui nascerà la sua riflessione filosofica La Corriente,
scritta clandestinamente nella prigione di Soria, e che sarà
pubblicata molti anni dopo. Luìs Andrés Edo, ha
acconsentito di fare della propria avventura un libro molto importante
per conoscere come si muovevano, nella clandestinità, i gruppi
anarchici o come funzionavano le comuni dei prigionieri.
Le memorie attraversano gli ultimi anni del franchismo, quando il
regime si mostrava duro e condannava a morte i militanti rivoluzionari
come Puig Antich. Il ritorno di Edo in prigione, segnato dal soprannome
di Padrino dato dai prigionieri - compagni per la sua
solidarietà con loro - è un passaggio del libro
estremamente interessante. Alla Modelo ci fu la prima rivolta di
prigionieri, nel 1975. L'uscita dalla prigione di Edo coincide con la
ricostruzione della CNT, dove un amalgama di vecchi sindacalisti e
giovani della contro-cultura cercavano di costruire il movimento
libertario. Edo, figura importante della riorganizzazione, narra con
gran quantità di dettagli le lotte sindacali, il meeting al
Montjuic, le Giornate Libertarie, i Patti della Moncloa, il Caso Scala,
e la scissione confederale.
Il saggio è un grande apporto memorialistico alla storiografia
dell'antifranchismo e della Transizione spagnola. Un libro necessario
per tutti coloro che studiano questa epoca, ma anche coloro che
vogliono conoscere quale è stato il cammino dell'organizzazione
operaia più importante negli anni del franchismo e della
Transizione.
La CNT all'incrocio è scritto con agilità, in capitoli
corti e pieni di senso, che riflettono lo spirito entusiasta di Edo e
risaltano il suo senso dell'humour ed una fine ironia, molto
intelligente. Il saggio è di facile lettura: vi è una
seconda voce che cammina lungo le pagine e che mantiene un dialogo
interno con l'autore. Luìs Andrés Edo, dice di aver
scritto un "libro di poesie" e spiega che la sua poesia la realizza
attraverso la rivendicazione dei militanti emarginati dalla stessa CNT.
Queste avventure di un libertario eterodosso sono un passaggio per una
storia che si cerca di nascondere. Edo ha restituito la luce a un epoca
che porta dei passaggi inediti alla memoria storica. Non è un
libro nostalgico, ma di riflessione... e alla fine di tutto sta l'idea
di istituire nel futuro il municipio libero.
Ferran Aisa
(Traduzioni di Nicola Revelant)