Umanità Nova, n.23 del 14 giugno 2009, anno 89

Lluìs Andrés Edo (1925 – 2008)


Lluìs diceva che la sua famiglia eravamo tutti noi, cioè, tutti quelli che si relazionavano con lui e condividevano delle cose in comune. Non erano importanti le differenze. Questo concetto ampio di famiglia è un modo di capire la vita, di rompere gli schemi, ed è quello che ha fatto per tutta la sua vita. È così che cerca di creare un pensiero alternativo a quello prevalente, che è sviluppato nel suo libro La Corriente, una linea di pensiero, in questo caso libertaria, che rispetti tutte le opinioni ma superi le rigide strutture delle organizzazioni.
Lluìs era un umanista, un grande umanista, la sua fiducia nell'uomo era anche parte del suo carattere, sempre disposto a contrastare le idee. Diceva che questo derivava dalla sua formazione libertaria, soprattutto dalla sua tappa parigina. Testimone di questa fraternità, io la dedico ai compagni e compagne di tutte le correnti anarco-sindacaliste, atenei libertari e collettivi e individualità del movimento libertario.
La sua difesa dei "semplici uomini [peons] illuminati," degli autodidatti, vale a dire degli "anonimi", è un'altra costante della sua vita. Lluìs diceva che dovevamo andare avanti dando un nome a tutti questi anonimi. Il problema è che non sono solo decine, non sono solo centinaia, ma sono migliaia. Il suo generoso impegno verso di loro e verso tutti i gli emarginati lo ha portato a difendere sempre i più deboli, soprattutto i prigionieri sociali. Qui Lluìs la tua solidarietà ti eleva alla categoria di gigante.
Noi non diremo d'ora in poi che abbiamo perso un amico, o un compagno, un buon parente, ma racconteremo della grande fortuna che abbiamo avuto di stare con te e condividere tanti e tanti bei momenti. Lluìs è stato un poeta, un poeta della lotta per la libertà, soprattutto per quella degli altri, giacché a loro ha dedicato gran parte del suo tempo. In te Lluis abbiamo trovato una maniera di attuare e capire l'anarchia. È la grande eredità che ci hai lasciato.
Fratellanza e solidarietà: due concetti con i quali non hai mai smesso di pensare e ai quali hai dedicato tutta la tua vita, che è stata un inno all'amicizia. Effettivamente, come si diceva all'inizio, tutti sono la tua famiglia e penso che il tuo sforzo non sia stato vano. Così ti ricorderemo.

Carles Sanz


La CNT all'incrocio

Lluìs Andrés Edo, militante anarchico della clandestinità e della Transizione, nel 2006 aveva pubblicato le sue memorie. Il saggio non ripercorre solamente la sua biografia, ma è anche un tuffo negli aspetti meno conosciuti della lotta della CNT e dell'anarchismo contro il franchismo. Il lavoro descrive i momenti più tesi della Transizione, con la partecipazione e l'opposizione libertaria al progetto di riforma e di consenso. Mostra anche l'avventura umana di un ribelle e di un eterodosso. Un'avventura che si sviluppa a cavallo dell'esilio e della clandestinità, passando per le prigioni. L'autore ricorda compagni dimenticati e tornano alla luce momenti bui e silenzi della lotta antifranchista.
Lluìs Andrés Edo, ripercorre la propria vita, sin dall'arrivo a Barcellona, quando era un bambino. Spiega come, essendo figlio di una guardia civile, di famiglia tradizionale e cattolica, educato in un collegio di suore, è diventato anarchico. Le origini del suo spirito anarchico si devono cercare nel 19 luglio 1936, quando a Barcellona gli operai sconfiggono i militari e scoppia la rivoluzione. Il ragazzo capisce come la libertà entra nelle aule della scuola dalla mano razionale e avanguardista della CENU. Terminata la guerra, l'adolescente diventa apprendista al deposito dei treni della Renfe, dove ancora lavoravano vecchi militanti della CNT: "la qualità sociale e la solidarietà che c'era nell'ambiente degli operai del Deposito di Macchine, contrastava con il trauma della repressione e persecuzione generalizzate imposte dal regime". Poco dopo inizia i suoi studi di formazione professionale alla Scuola del Lavoro, dove ha vissuto il suo primo sciopero studentesco nel 1945. Un anno dopo viene arrestato e imprigionato alla Modelo.
Il contatto con la realtà del dopoguerra faranno del giovane un ribelle davanti all'ingiustizia. Edo approfitterà del servizio militare per disertare. In Francia si mette in contatto con compagni della CNT esiliati affiliandosi allo stesso sindacato e alla Gioventù Libertaria. Una volta stabilitosi a Parigi, partecipa all'Assemblea Libertaria.
Un grande bagaglio per la sua formazione umana ed anarcosindacalista, che gli sarà molto utile per la profondità della sua riflessione e per la sua attività militante.
Da qui nascerà la sua riflessione filosofica La Corriente, scritta clandestinamente nella prigione di Soria, e che sarà pubblicata molti anni dopo. Luìs Andrés Edo, ha acconsentito di fare della propria avventura un libro molto importante per conoscere come si muovevano, nella clandestinità, i gruppi anarchici o come funzionavano le comuni dei prigionieri.
Le memorie attraversano gli ultimi anni del franchismo, quando il regime si mostrava duro e condannava a morte i militanti rivoluzionari come Puig Antich. Il ritorno di Edo in prigione, segnato dal soprannome di Padrino dato dai prigionieri - compagni per la sua solidarietà con loro -  è un passaggio del libro estremamente interessante. Alla Modelo ci fu la prima rivolta di prigionieri, nel 1975. L'uscita dalla prigione di Edo coincide con la ricostruzione della CNT, dove un amalgama di vecchi sindacalisti e giovani della contro-cultura cercavano di costruire il movimento libertario. Edo, figura importante della riorganizzazione, narra con gran quantità di dettagli le lotte sindacali, il meeting al Montjuic, le Giornate Libertarie, i Patti della Moncloa, il Caso Scala, e la scissione confederale.
Il saggio è un grande apporto memorialistico alla storiografia dell'antifranchismo e della Transizione spagnola. Un libro necessario per tutti coloro che studiano questa epoca, ma anche coloro che vogliono conoscere quale è stato il cammino dell'organizzazione operaia più importante negli anni del franchismo e della Transizione.
La CNT all'incrocio è scritto con agilità, in capitoli corti e pieni di senso, che riflettono lo spirito entusiasta di Edo e risaltano il suo senso dell'humour ed una fine ironia, molto intelligente. Il saggio è di facile lettura: vi è una seconda voce che cammina lungo le pagine e che mantiene un dialogo interno con l'autore. Luìs Andrés Edo, dice di aver scritto un "libro di poesie" e spiega che la sua poesia la realizza attraverso la rivendicazione dei militanti emarginati dalla stessa CNT. Queste avventure di un libertario eterodosso sono un passaggio per una storia che si cerca di nascondere. Edo ha restituito la luce a un epoca che porta dei passaggi inediti alla memoria storica. Non è un libro nostalgico, ma di riflessione... e alla fine di tutto sta l'idea di istituire nel futuro il municipio libero.

Ferran Aisa

(Traduzioni di Nicola Revelant)

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