Umanità Nova, n.23 del 14 giugno 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

Melfi: in sciopero i lavoratori della Plastic Components e Magneti Marelli

Con buona pace di tutta la folta schiera degli estimatori/fruitori del lavoro interinale e precario in genere, capita a volte che - grazie alla solidarietà tra tutti i lavoratori – anche questa forma di sfruttamento intensivo "usa e getta" della mano d'opera possa essere messa in crisi.
E' il caso dei 25 interinali "in missione" presso la Plastic Components, ex Ergom (gruppo Magneti Marelli), fornitrice di componenti per la Grande Punto che viene prodotta nello stabilimento Fiat Sata di Melfi, ai quali l'azienda - dopo averli utilizzati per ben 3 anni con un contratto a termine e poi, da settembre assunti come interinali - ha deciso ora di non rinnovare il contratto, sostituendoli con lavoratori in cassa integrazione provenienti dagli stabilimenti Fiat di Pomigliano d'Arco e di Cassino.
Tanto è bastato per far scattare lunedì 25 maggio uno sciopero di tutti i lavoratori della fabbrica, sia interinali che a tempo indeterminato. Analoga situazione anche alla Magneti Marelli Sistemi Sospensioni, a causa del mancato accordo con la direzione aziendale sul rientro in fabbrica di 32 interinali il cui contratto terminava a fine maggio.
La fermata dei due stabilimenti ha di conseguenza bloccato la produzione alla Fiat Sata che, a sua volta, è stata costretta a fermarsi dichiarando inizialmente tre giorni di fermo della produzione per "senza lavoro", in tal modo - a cascata - il blocco di tutto l'indotto nelle fabbriche della zona.
Da ciò è nato in tutta l'area produttiva di Melfi un movimento di solidarietà verso i lavoratori delle due aziende in sciopero, con la proclamazione di due ore iniziali di sciopero nello stabilimento Fiat Sata, al quale decidevano di partecipare anche tutte le altre aziende dell'indotto. Altre manifestazioni di protesta si sono inoltre sviluppate nei giorni seguenti.

Una lotta svenduta

Dopo una settimana di scioperi, cortei e tensioni in tutta l'area di Melfi che hanno costretto anche i sindacati concertativi a seguire il movimento di lotta, mentre la Fiat lamentava sulla stampa nazionale di avere perso qualcosa come 7.000 Punto nuove di zecca, è stato raggiunto un accordo tra FIAT e sindacati concertativi, con la benedizione delle autorità locali (Regione e Confindustria locale).  L'accordo prevede l'utilizzo fino al 31 luglio 2009 di 32 operai interinali alla Magneti Marelli, di 25 lavoratori interinali presso la ex Ergom mentre 13 lavoratori interinali, ai quali non era stato rinnovato il contratto lo scorso 16 maggio, vengono ricollocati presso altre aziende dell'indotto.
Si tratta quindi purtroppo di un accordo assolutamente negativo che vanifica un'intera settimana di mobilitazione, caratterizzata dalla totale solidarietà tra le due categorie di lavoratori, solidarietà che era riuscita a spezzare il gioco del "divide et impera" tanto gradito ai nostri imprenditori.
I sindacati che hanno svenduto gli obiettivi della lotta, ora parlano di vittoria, sostenuti da una stampa che cita pudicamente la "perplessità degli interinali" mentre suona la tromba sulla ripresa del lavoro. Per quanto ci riguarda, rileviamo che, seppure tradita nelle sue conclusioni, questa settimana di lotta ha visto la Fiat in grave difficoltà, impotente dinanzi alla fermezza dei lavoratori, segno che se è stata persa una battaglia, la guerra è tuttavia ancora da fare.

Egitto: sciopero dei lavoratori della Tanta Linen Company

Da giorni ormai i lavoratori della Tanta Linen Company sono in sciopero a tempo indeterminato per ottenere il pagamento del "bonus" non corrisposto dall'azienda sin dal 2003, anno in cui il governo egiziano la cedette a una società saudita, e la riassunzione dei licenziati per rappresaglia.
Già nel 2006 gli operai della Tanta Linen Co. dopo un lungo sciopero erano arrivati a un accordo sul pagamento, accordo che l'azienda non aveva poi rispettato. Nel 2007 ebbe luogo un secondo sciopero, al termine del quale non solo l'azienda disattese ancora una volta gli accordi raggiunti grazie alla mediazione del governo, ma addirittura licenziò alcuni dipendenti.
Ancora una volta, nel luglio del 2008, i lavoratori scesero in sciopero; ma anche questa volta l'azienda rispose licenziandone nove, tra i quali due sindacalisti, e chiudendo le rappresentanze sindacali aziendali. Questa volta la direzione della Tanta Linen ha addirittura minacciato di licenziare immediatamente chiunque aderisse allo sciopero, ma questo non è stato sufficiente a fermare l'agitazione.

Como: la morte di un "postino" in strada non è un incidente sul lavoro!

Roberto Scavo, lavoratore precario di 20 anni, che prestava servizio alle Poste Italiane nella funzione di postino, è morto il 10 marzo 2008, in un incidente stradale con il motorino dell'azienda, mentre consegnava le raccomandate a Limido Comasco in una maledetta giornata di pioggia. "Lavoro precario, sicurezza precaria". Alle Poste si sono verificati 12 morti in un anno per incidenti stradali.
Circa 70.000 sono i precari alle Poste dei quali, in una vertenza dei Cobas pt-CUB si richiede l'assunzione in azienda: la maggior parte lavorano negli appalti di servizi esternalizzati.
Quella di Roberto Scavo è "una morte bianca, silenziosa, una morte assurda ed evitabile". Ma la cosa ancora più assurda, facendo crescere la rabbia dei colleghi, è che "l'accaduto è stato considerato solo un incidente stradale e non come morte sul lavoro", per cui ne è stata richiesta l'archiviazione. E' stato raggelante l'atteggiamento "dell'azienda, dei sindacati confederali/concertativi, dell'Inail, dell'organo giudiziario, delle norme attuali (risalenti ancora all'epoca del fascismo)." 1700 euro è considerato il valore della vita di un giovane precario delle Poste Italiane: l'Inail riconosce solo l'assegno funebre.
La mattina del 28 maggio, davanti al tribunale di Como, mentre all'interno si teneva la causa per la morte di Roberto Scavo, si è svolto un importante presidio di protesta da parte dei suoi colleghi e dei cittadini.

Milano: i lavoratori della scuola e 4000 posti a rischio

Mercoledì 27 maggio il Coordinamento Lavoratori della Scuola "3 ottobre" dalle ore 15,30 ha promosso un presidio/occupazione davanti alla sede del provveditorato, in via Ripamonti 85, con l'obbiettivo di rimarcare un secco no alla legge 133 e al DDL Aprea.
Le rassicurazioni, solo verbali, dei giorni scorsi da parte del Provveditore non si comprende come si possano conciliare "con i tagli confermati dal Ministero dell'Istruzione, che soltanto in Lombardia per il prossimo anno saranno 4 mila". Tutto questo rende la situazione preoccupante per  il futuro immediato di migliaia di precari.
Lo scopo della mobilitazione è determinato dalla "giusta pretesa di risposte concrete circa il futuro lavorativo da settembre in avanti di un gran numero di docenti, anche in linea con il principio di trasparenza delle nomine".

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