Figlio di Francesco e Filomena Schinelli, nato a S. Lucido il 4
settembre 1875, sarto ammogliato con Amelia Calvano con due
figli. Di origine contadina, anarchico, corrispondente del
giornale "Il Libertario", dopo la prima guerra mondiale entra nelle
fila del Partito Socialista. Nel 1921 a seguito del Congresso di
Livorno, aderisce al P.C.d'Italia. In una "riservata" di polizia si
legge: "Fu assiduo lettore di tutti i periodici sovversivi, che
commentava segretamente ai compagni di fede. L'attaccamento alla
lettura sovversiva lo dimostrava persino in qualche fotografia, in cui
assumeva la posa di leggere il giornale sovversivo L'Operaio, che
pubblicavasi a Cosenza". Nello stesso anno viene candidato nelle liste
comuniste della provincia di Cosenza alla Camera dei Deputati. Il 6
maggio 1921, prima ancora che si svolgano le elezioni, è
costretto ad emigrare a New Jork. Arrivato in quella città
apprende che la sua candidatura è caduta, avendo raccolto solo
una quarantina di voti dei compagni di fede di S. Lucido. In America,
risiederà a Chicago Grenwood, Ave 9014, e svolgerà una
impegnativa militanza politica nei gruppi comunisti ed antifascisti
italo-americani. Nel 1924 rimpatria. Il 14 Ottobre 1925, a
distanza di un anno, emigra nuovamente con regolare passaporto per
Chicago ove viene ospitato da Giovanni Rago, nato a S. Lucido e
residente a Chicago Grenwood, Ave 7718. Continua a svolgere attiva
propaganda comunista e fonda, insieme ad altri fuoriusciti sanlucidani,
tra cui l'anarchico Scaramella, un "circolo di cultura e
divertimento", con annessa compagnia teatrale. Tale circolo, ben
presto, cambierà denominazione e si chiamerà "Circolo
Antifascista Francesco Saverio Nitti", all'interno del quale
sarà esposta in bella mostra una bandiera comunista e ritratti
di Lenin. Tale circolo viene chiuso dalle autorità americane
perché frequentato dai più temuti sovversivi. Nell'agosto
dello stesso anno la moglie dell'Alò inoltra, alla locale
questura, una richiesta di passaporto per la figlia Quintina, la quale
vuole raggiungere il padre in America. La richiesta non viene accolta.
Allora Francesco Alò tenta di farsi raggiungere dai familiari
alla spicciolata; non riuscendoci escogita uno stratagemma, rilasciando
al notaio Lois J.Leo di Chicago una dichiarazione nella quale si finge
vittima di un errore di persona e perciò di non meritare tutto
l'odio che i fascisti, Giuseppe Camera in testa, e le autorità
di polizia gli riservano. Francesco Alò, per ottenere l'espatrio
dei familiari, tenta anche d'ingannare l'Autorità Consolare,
equivocando sul cognome, approfittando del fatto che nel circondario di
Paola il cognome "Aloe" è molto diffuso. In seguito la polizia
appurerà che il notaio in questione altri non era che il suocero
del Dott. Valentino Camera , primo sindaco socialista di S. Lucido.
Francesco Alò partecipa a scontri, soprattutto con paesani
fascisti emigrati in America, ai quali vieta di entrare nel circolo da
lui fondato. Quando, nel 1927, da S. Lucido giunge in America una
richiesta di fondi avanzata da un "Comitato per il Monumento ai caduti
in Guerra", Alò diffida i suoi compaesani fascisti
dall'avvicinarsi al circolo da lui fondato per raccogliere le offerte,
affermando che "sarebbero senz'altro disposti a versare contributi per
erigere un eventuale monumento a S.E. Mussolini, quando sarebbe stato
ammazzato". Negli anni '50, in piena guerra fredda, viene perseguitato
anche in America e decide di ritornare a S. Lucido dove continua ad
esercitare il suo mestiere di sarto.
Angelo Pagliaro