Umanità Nova, n.24 del 21 giugno 2009, anno 89

Profili. Francesco Alò


Figlio di Francesco e Filomena Schinelli, nato a S. Lucido il 4 settembre 1875, sarto ammogliato con  Amelia Calvano con due figli. Di origine contadina, anarchico,  corrispondente del giornale "Il Libertario", dopo la prima guerra mondiale entra nelle fila del Partito Socialista. Nel 1921 a seguito del Congresso di Livorno, aderisce al P.C.d'Italia. In una "riservata" di polizia si legge: "Fu assiduo lettore di tutti i periodici sovversivi, che commentava segretamente ai compagni di fede. L'attaccamento alla lettura sovversiva lo dimostrava persino in qualche fotografia, in cui assumeva la posa di leggere il giornale sovversivo L'Operaio, che pubblicavasi a Cosenza". Nello stesso anno viene candidato nelle liste comuniste della provincia di Cosenza alla Camera dei Deputati. Il 6 maggio 1921, prima ancora che si svolgano le elezioni, è costretto ad emigrare a New Jork. Arrivato in quella città apprende che la sua candidatura è caduta, avendo raccolto solo una quarantina di voti dei compagni di fede di S. Lucido. In America, risiederà a Chicago Grenwood, Ave 9014, e svolgerà una impegnativa militanza politica nei gruppi comunisti ed antifascisti italo-americani. Nel 1924 rimpatria.  Il 14 Ottobre 1925, a distanza di un anno, emigra nuovamente con regolare passaporto per Chicago ove viene ospitato da Giovanni Rago, nato a S. Lucido e residente a Chicago Grenwood, Ave 7718. Continua a svolgere attiva propaganda comunista e fonda, insieme ad altri fuoriusciti sanlucidani, tra cui l'anarchico  Scaramella, un "circolo di cultura e divertimento", con annessa compagnia teatrale. Tale circolo, ben presto, cambierà denominazione e si chiamerà "Circolo Antifascista Francesco Saverio Nitti", all'interno del quale sarà esposta in bella mostra una bandiera comunista e ritratti di Lenin. Tale circolo viene chiuso dalle autorità americane perché frequentato dai più temuti sovversivi. Nell'agosto dello stesso anno la moglie dell'Alò inoltra, alla locale questura, una richiesta di passaporto per la figlia Quintina, la quale vuole raggiungere il padre in America. La richiesta non viene accolta.
Allora Francesco Alò tenta di farsi raggiungere dai familiari alla spicciolata; non riuscendoci escogita uno stratagemma, rilasciando al notaio Lois J.Leo di Chicago una dichiarazione nella quale si finge vittima di un errore di persona e perciò di non meritare tutto l'odio che i fascisti, Giuseppe Camera in testa, e le autorità di polizia gli riservano. Francesco Alò, per ottenere l'espatrio dei familiari, tenta anche d'ingannare l'Autorità Consolare, equivocando sul cognome, approfittando del fatto che nel circondario di Paola il cognome "Aloe" è molto diffuso. In seguito la polizia appurerà che il notaio in questione altri non era che il suocero del Dott. Valentino Camera , primo sindaco socialista di S. Lucido.
Francesco Alò partecipa a scontri, soprattutto con paesani fascisti emigrati in America, ai quali vieta di entrare nel circolo da lui fondato. Quando, nel 1927, da S. Lucido giunge in America una richiesta di fondi avanzata da un "Comitato per il Monumento ai caduti in Guerra",  Alò diffida i suoi compaesani fascisti dall'avvicinarsi al circolo da lui fondato per raccogliere le offerte, affermando che "sarebbero senz'altro disposti a versare contributi per erigere un eventuale monumento a S.E. Mussolini, quando sarebbe stato ammazzato". Negli anni '50, in piena guerra fredda, viene perseguitato anche in America e decide di ritornare a S. Lucido dove continua ad esercitare il suo mestiere di sarto.

Angelo Pagliaro

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