Le rituali adunate leghiste, da Pontida a Venezia, sono da sempre
scenario per variegate rappresentazioni del folklore padano, tra
grigliate, polenta, gadget all'americana e ruspanti miss verde
costumate. In tale orgia di riferimenti vi si può trovare di
tutto e il contrario di tutto, basti pensare alle allusioni
paganeggianti come il rito dell'ampolla con l'acqua del dio Po e allo
stesso sole simbolo della Lega che convivono disinvoltamente con la
difesa del tradizionalismo cattolico.
Ma una cosa ci piacerebbe davvero saperla dai militanti del Carroccio,
riguardo alle diverse e contrapposte citazioni che fanno dell'epopea
del Far West. Pochi mesi fa, come si ricorda, ebbe un certo successo un
loro manifesto con l'immagine di un capo pellerossa, strumentalmente
rivisitato (forse dopo essere stati ispirati dal differenzialista De
Benoist) contro la cosiddetta invasione extracomunitaria. Poi
però alle manifestazioni leghiste capita anche di assister al
recupero e allo sfoggio di icone della Guerra di secessione americana
quali improvvisate uniformi nordiste, berretti blu in stile 7°
cavalleggeri e pure bandiere sudiste, determinando un vero
cortocircuito simbolico. Infatti, se si sta dalla parte degli Indiani
non si può, per un minimo di coerenza storica, allo stesso tempo
indossare le giacche blu dell'esercito che li sterminò. E se si
esibiscono le stesse divise unioniste del Nord, logica vorrebbe che non
si sventolassero pure i vessilli della Confederazione del Sud.
Se da un lato ai leghisti piace giocare ai "nordisti" per evidente
assonanza terminologica, sembrano però ignorare il fatto che gli
stati del Nord erano, almeno formalmente, a favore dell'abolizione
della schiavitù mentre gli stati del Sud volevano mantenere in
catene i neri. Inoltre, da un punto di vista politico, l'Unione degli
stati nordisti era centralista, mente la Confederazione di quelli
sudisti era senz'altro più federalista e quindi, in teoria,
dovrebbe risultare più in sintonia con le aspirazioni dei
seguaci di Bossi.
Da bambini, quando si giocava a indiani e cowboy, dimostravamo
più serietà e consapevolezza di quanta emerge dalle
mascherate del populismo padano la cui unica coerenza si conforma
essere quella razzista comune a tutti i leghisti.
Per questo, pure Tex Willer avrebbe da insegnargli qualcosa.
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