Cari amici,
benchè non sia dell'umore giusto, ho deciso di scrivere questa
lettera. Mi aiuterà a ridurre la grande tensione che ho in
mente. E allo stesso tempo mi aiuterà a condividere alcune
impressioni e sensazioni.
In realtà avrei voluto scrivere questa lettera alcuni giorni fa.
Ma ero preso da vari impegni e come ogni altro iraniano la mia mente
era completamente assorbita dalle elezioni politiche. Queste sono state
un confronto reale tra la maggioranza del popolo che rifiuta
Ahmadinejad e i suoi sostenitori. Per poche settimane abbiamo vissuto
un'estasi di libertà, discussioni di strada e manifestazioni.
Per la prima volta abbiamo visto dei dibattiti molto accesi nella
televisione governativa. Tre candidati hanno una matrice comune: di
rovesciare quello che Ahmadinejad ha fatto negli ultimi quattro anni.
Molti sostenitori (delle elezioni ndt) la maggior parte giovani e
studenti, anche quelli così giovani da non poter votare alle
elezioni per limiti di età hanno sfilato in corteo indossando
abiti verdi, sono in giro per convincere i loro genitori o gli altri
familiari ad andare a votare. Essi mostrano un grande senso di
democrazia. Nonostante la grande agitazione politica si sono mossi
ordinatamente evitando il confronto fisico con la controparte. Hanno
agito secondo la legge interrompendo la propaganda il giorno prima le
lezioni. La maggior parte della gente che è andata a votare lo
ha fatto per dire "NO" ad Ahmadinejad. Tra di loro ci sono anziani che
non hanno preso parte a votazioni da almeno 30 anni dalla
rivoluzione. Sino alle ultime ore del giorno delle elezioni lunghe code
di cittadini si potevano vedere dinanzi i seggi elettorali. La nostra
mente, il nostro spirito e quello che abbiamo visto ci lasciano dubbi
sulla vittoria di Moosavi (il maggior opponente di Ahmadinejad) con
largo margine. Le notizie avute dalle altre città confermano.
Ognuno si sta preparando alla grande festa nazionale e sentono che una
nuova era di cambiamento sta iniziando.
È molto difficile credere che solo poche ore dopo questo sogno
era già morto. Dalla mezzanotte del giorno delle elezioni, il
Ministro dell'Interno e la commissione elettorale hanno iniziato a
rilasciare i primi risultati. È stato sorprendente! Dopo lo
spoglio di 5 milioni di schede, Ahmadinejad era in testa per il 69% dei
voti. Tale numero è rimasto invariato durante il giorno
successivo con variazioni minori dell' 1-2%. Qualcosa di strano stava
accadendo. Anche nelle cittadine di nascita dei tre candidati
dell'opposizione, i risultati mostravano la stessa percentuale: circa
il 70% degli elettori aveva votato per Ahmadinejad. Era interessante
che persino i concittadini dei candidati non avessero votato per
questi! Nella nona (la precedente) tornata elettorale la partecipazione
era stata di circa il 60 % e le statistiche ufficiali mostravano che
Ahmadinejad aveva ricevuto (in maniera dubbia) circa 17 milioni di
voti. Nella recente elezione (la decima) l'affluenza è stata
dell'85% ( e ciò è veramente reale) e Ahmadinejad ha
vinto con 24 milioni di voti. Ciò è sorprendente. Infatti
Ahmadinejad non solo conserverebbe i voti dei suoi sostenitori
precedenti, ma prenderebbe anche i voti di circa 7 milioni di
riformisti; in altre parole la grande partecipazione di queste elezioni
si deve ai votanti indecisi della precedente elezione, i quali ora sono
convinti di votare Ahmadinejad!
La falsificazione dei risultati elettorali è stato un
comportamento vergognoso del governo, che ha completato il suo piano
perfettamente disegnato. Essi hanno presentato una atmosfera elettorale
molto aperta e liberi dibattiti all'interno dell'Iran. Hanno portato
quanti più elettori alle sezioni elettorali per mostrare la
grande affluenza e la convinzione del popolo nella democrazia. Hanno
mostrato che il presidente è supportato dall'assoluta
maggioranza degli iraniani votanti e tutti (incluso il parlamento e le
altri istituzioni semi-democratiche) dovrebbero rispettare le sue
richieste e regole. Hanno sconfitto alcuni forti oppositori, come
Karrobi, allocando solo 300000 voti (< 1%) quasi per sempre. Molti
mezzi di comunicazione del Medio Oriente ora rappresentano la
democrazia iraniana come un modello per gli altri paesi del Medio
Oriente e le nazioni arabe. Pare che nessuno di preoccupi delle
conseguenze.
Circa 24 ore prima delle elezioni il sistema SMS è stato
interrotto, e dopo circa 60 ore ancora non è stato
ripristinato. Il sistema di telefonia cellulare anche è stato
temporaneamente interrotto. Molti siti web sono stati filtrati. Io non
ho visto alcuni dei principali quotidiani nelle edicole stamattina. Le
manifestazioni degli studenti contro i brogli si sono scontrate
brutalmente con le forze di sicurezza. Stanotte i capi del partito
"Mosharekat" (il principale sostenitore di Moosavi in queste elezioni)
sono stati arrestati per ragioni sconosciute. Moosavi stesso si trova
in una situazione tipo arresto domiciliare, e non gli è permesso
di parlare con i media. E la cosa peggiore è che la gente del
popolo nella città è così delusa che non vuole
dire una parola. Anche nei posti di lavoro la gente è muta e
depressa. Ognuno si aspetta un'obiezione forte, ma non ci sono mezzi di
comunicazione o organizzazioni a coordinare le proteste. La gente
è sotto shock.
Anch'io sento una profonda tristezza nel mio cuore. Noi tutti pensiamo
che stiamo muovendo le carte per un gioco politico disegnato
precisamente dal governo. Si è abusato dei nostri voti. E la
gente che guarda gli eventi dal di fuori può solo vedere i
dibattiti sorprendentemente aperti e le discussioni, le lunghe code per
votare alle sezioni elettorali e i 24 milioni di voti al presidente
eletto.