Umanità Nova, n.25 del 28 giugno 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

Spagna: a Vigo continua la lotta dei metallurgici

Nella regione di Vigo, Galizia, lavoratori del settore metallurgico che dai primi giorni del mese sono in sciopero a tempo indeterminato per ottenere un nuovo contratto regionale di lavoro hanno ideato nuove forme di mobilitazione e di lotta. Ad esempio, sin dalle prime ore della mattina del 16 giugno si sono presentati in massa davanti alle concessionarie automobilistiche della regione e, una volta entrati, uno dopo l'altro hanno chiesto agli addetti alla vendita informazioni dettagliate circa il prezzo delle singole auto in vendita e circa le forme di finanziamento offerte. In questo modo per l'intera giornata sono riusciti a bloccare qualsiasi vendita di auto, proprio in un mese nel quale, grazie agli aiuti governativi, i concessionari sperano di riuscire a fare buoni guadagni.
Mentre le concessionarie venivano bloccate, altri lavoratori si dirigevano verso i nodi stradali strategici della regione, quali Puxeiros, Vincios, Porrino, Ponteareas, Nigrán, Camino do Caramuxo o la carretera de Baiona, per causare difficoltà al traffico e quindi anche ai rifornimenti destinati alle aziende.
Alle 12 infine una grande assemblea dei lavoratori si è tenuta direttamente in strada, nella Avenida de Madrid di Vigo, dove il leader sindacale della CIG, Antolín Alcántara, al termine del suo discorso, informava che qualsiasi notifica di infrazione o reato dovesse nei prossimi giorni essere consegnata, verrà immediatamente impugnata dal sindacato.

Augusta: "Ecco i nuovi schiavi"

Augusta è un'azienda leader mondiale nel settore "pala rotante", situato in località Vergiate presso Varese. L'azienda vanta di aver "ridotto gli infortuni" e di aver "raddoppiato il fatturato in pochi anni", ma tutti sanno che il miracolo è dovuto "ai lavoratori delle aziende degli appalti che lavorano spesso senza sicurezza e con salari da fame".
Il lavoratori assunti dalla cooperativa Auto Mot Service, che opera all'interno di Augusta Westland di Vergate, si occupano di movimentazione e gestione magazzini. Questi lavoratori sono costretti a subire "12 ore di lavoro per mille euro al mese, turni di lavoro massacranti, alti rischi di infortunio e sono inquadrati con due categorie in meno dei colleghi Augusta". Non contenta di ciò la cooperativa ha smesso di pagare lo straordinario effettuato. A iniziare da venerdì 5 giugno i lavoratori per protesta si sono messi in sciopero per 5 giorno consecutivi con presidio ai cancelli, ma la situazione non si è sbloccata. L'azienda rifiuta d'incontrasi con le rappresentanze della FLAICA Uniti – CUB, mentre si prosegue con lo sciopero ad oltranza.
Intanto Augusta dice che non sono suoi problemi, mentre osserva tutto attraverso le decine di telecamere sparse nella ditta e continua a chiamare la polizia nei confronti dei presidi ai cancelli. Ci si preoccupa solo di arraffare profitti e garantire "stipendi da favola per certi dirigenti", sfruttando le centinaia di lavoratori soci cooperatori.

Sciopero alla DHL dopo le intimazioni mafiose contro i lavoratori

Alla DHL di Corteolona (PV), una azienda di 500 lavoratori dove il 70% sono immigrati e dove il sistema delle cosiddette cooperativo viene largamente utilizzato, sono stati commessi atti di vessazione e di gravi minacce nei confronti di lavoratori che più si sono esposti nella lotta di rivendicazione dei propri diritti. Nella mattinata del 13 giugno, all'interno del parcheggio della DHL, sono state danneggiata a scopo intimidatorio e mafioso alcune macchine di lavoratori aderenti al sindacato di base Slai Cobas. Per un'adeguata risposta "a fronte di attacchi spaventosi portati avanti contro i diritti dei lavoratori, la cui condizione di vita e di lavoro assume sempre più i toni cupi dello schiavismo" è stato promosso uno sciopero iniziato nelle primissime luci dell'alba nella giornata di lunedì 15 giugno, attuando il blocco delle portinerie. Già si preannunciano altre mobilitazioni.

Al negozio "Replay" di Milano otto ore di sciopero

I lavoratori del negozio "Replay" di Milano hanno partecipato in larga maggioranza allo sciopero di otto ore indetto il 19 giugno dalla Cub per protesta contro la chiusura del negozio di largo Corsia dei Servi. Per otto ore i lavoratori hanno rifiutato di partecipare all'attività di imballo e recupero merci per smantellare il locale, organizzando un presidio fuori dal negozio. Seguiranno nei prossimi giorni altre azioni di protesta in quanto si tratta di un licenziamento mascherato da trasferimento, oltre che per i tempi ridotti, anche perchè ai dipendenti sarebbe stato proposto di andare a lavorare presso altri negozi del marchio a Roma, Napoli e Caserta.

Innse: appello agli operai della provincia di Milano

"Siamo gli operai della Innse, da più di un anno resistiamo alla chiusura della fabbrica. Presidiamo lo stabilimento giorno e notte sabato e domenica.  Siamo stati licenziati, messi in mobilità ma non ci siamo arresi, finchè c'è la fabbrica e ci sono gli operai c'è la possibilità di riprendere il lavoro. Tutti dicono che i posti di lavoro non vanno cancellati, si fanno belli parlando delle politiche attive del lavoro, dimostrino cosa sono capaci di fare.
Noi, come operai Innse, abbiamo dimostrato lavorando, gestendo direttamente la produzione contro la decisione del padrone di cessare l'attività, che la fabbrica funzionava e funziona.
Lo abbiamo fatto da giugno a settembre dello scorso anno, finchè su ordine del magistrato siamo stati messi fuori dalla fabbrica, ci siamo accampati in portineria e da quel giorno non siamo andati più via. Diversi acquirenti si sono proposti per acquisire la fabbrica ma il vecchio padrone aveva altri interessi, in accordo con l'immobiliare voleva ripulire il capannone e vendersi tutte le macchine.
Per un anno ha tentato e ritentato di smontare il macchinario, si è fatto scortare dalle forze dell'ordine, fino a far picchiare a manganellate gli operai che si opponevano, è successo  il 10 febbraio. Un fatto che ci rimarrà impresso nella memoria (…)
Operai delle fabbriche della Provincia di Milano, vi chiediamo il sostegno diretto perché siamo convinti che la lotta della INNSE non è solo la nostra lotta, è la lotta di tutti gli operai che sono stati buttati in mezzo alla strada, di tutti quegli operai che ricattati hanno subito la chiusura delle loro fabbriche ma non si sono rassegnati. Se l'Innse resiste tutti possono resistere, e l'Innse potrà resistere solo con il vostro sostegno."
Confermate la vostra solidarietà. Aderite al presidio della Innse, telefonate a 349 520 5238

Le RSU della INNSE
Milano Lambrate 22 giugno 2009

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