Lo scorso maggio è stato raggiunto un accordo presso la sede
di Taranto di Teleperformance [call center] tra RSU e azienda, sui
controlli a distanza. L'accordo è stato firmato dalle
organizzazioni sindacali FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e da SI.G.LA/RdB.
Manca la firma della SLC-CGIL che in un suo comunicato condanna
l'accordo in quanto introduce il controllo a distanza a discapito dei
diritti dei lavoratori.
La firma da parte dell'organizzazione SI.G.LA federata alla Rdb/CUB
pone molti problemi a chi lavora da anni nel settore, ed è
paradigmatica dello scontro di questi ultimi mesi tra i vertici della
CUB. Questo episodio mostra concretamente le distanze che separano la
CUB dalla RdB, episodio che sottende un modello sindacale radicalmente
diverso da quello sostenuto da chi crede che solo il conflitto tuteli
gli interessi dei lavoratori, e che mette in luce chi sia invece a
preferire firmare accordi per sedersi ai tavoli delle trattative. Non
voglio però soffermarmi sulle questioni generali che dividono
CUB da RdB, in merito lascerei alla già vasta letteratura
presente in rete e non solo. Vorrei invece mettere sul piatto
l'esperienza concreta sviluppata nell'ultimo anno e mezzo come
Collettivo Lavoratori Comdata rispetto al comunicato della federazione
territoriale di RdB/CUB Puglia .
Dalla lettura dell'accordo firmato per il call center tarantino
è evidente che l'istituzione del controllo a distanza sul lavoro
svolto dagli operatori viene fatto passare come "rilevazione
qualitativa al fine di migliorare il servizio reso al cliente e di
migliorare la qualità del lavoro." L'accordo prevede inoltre
l'istituzione del controllo da remoto, previa una non ben precisata
modalità di preavviso con la conseguenza che il lavoratore si
troverà a essere controllato senza una presenza fisica reale
accanto, modalità alquanto discutibile se si considerano le
condizioni di alienazione e/o stress ai quali è già
normalmente sottoposto.
Come collettivo aziendale e FLMUniti siamo sempre stati contrari a
qualsiasi tipo di controllo a distanza, senza se e senza ma, a
differenza della SLC-CGIL, che in questo caso in un proprio comunicato,
in maniera però del tutto strumentale, condanna l'accordo
raggiunto a Taranto. A voler essere maligni si potrebbe pensare che la
mancata firma sia un trappolone teso alla CUB, ma questi ragionamenti
non ci appassionano granché e li lasciamo volentieri ad altri
preferendo, di nostro, concentrare le energie nella lotta sul campo.
Lo scorso anno in Comdata è stato firmato un accordo sul
controllo a distanza. Nella sede di Torino, dove operiamo come
collettivo aziendale, l'accordo è stato bocciato nelle assemblee
dalla maggior parte dei lavoratori. Nonostante questo risultato,
l'accordo è passato in quanto nelle altre sedi sarebbe prevalso
il sì, anche se non esistono dati ufficiali verificabili sulle
votazioni svolte nel resto d'Italia. Il testo, che è molto
più soft rispetto a quello firmato a Taranto (e infatti reca in
calce la firma del SLC), nei fatti si traduce in un controllo ancora
più asfissiante nei confronti del lavoratore, con tutte le
conseguenze del caso sul suo stato psico-fisico. Nell'esperienza
concreta, nonostante le aziende continuino a ripetere che strumenti
come questi sono funzionali alla miglior resa del servizio al cliente,
in realtà diventano mezzi per aumentare la pressione (e la
sottomissione) del lavoratore, al fine di incrementare la
produttività, funzionale a mantenere gli alti livelli di
profitto. Vogliamo ricordare che dopo la firma dell'accordo in azienda
i colleghi che lavorano sulla commessa Telecom del servizio 187 vengono
controllati a loro insaputa, periodicamente e senza alcun preavviso. Le
chiamate che non vengono gestite secondo i criteri definiti dal
committente, cioè Telecom, sono oggetto di richiami nei
confronti del lavoratore, senza contare il gravissimo episodio della
collega della Telecom di Roma operante presso il servizio 119
licenziata per aver "risposto male" ad un cliente, grazie proprio ad un
accordo aziendale sul modello di quello firmato a Taranto.
Da un punto di vista politico-sindacale la firma di SI.G.LA a
Teleperformance, mette in oggettiva difficoltà i tanti compagni
della FLMUniti-CUB e non solo, impegnati nel combattere queste moderne
forme di controllo e di sfruttamento. Non solo, fornisce un assist
spettacolare a porta vuota a SLC sempre pronta a gettare discredito nei
confronti della nostra organizzazione, come ha già fatto il mese
scorso nella sede di Comdata Torino affiggendo in bacheca i risultati
delle elezioni RSU svolte in Telecom, che per la FLMUniti sono stati
modesti in termini complessivi di voti. In ultimo, ma non di certo in
ordine di importanza, ci rende meno credibili nei confronti dei
lavoratori con i quali abbiamo instaurato un rapporto di fiducia, e che
vedono nella FLMUniti la sola organizzazione sindacale che
concretamente tutela e difende i loro interessi.
Vincenzo Graziano
Collettivo Lavoratori Comdata/FLMUniti-CUB TLC