Umanità Nova, n.26 del 5 luglio 2009, anno 89

Sull'accordo Teleperformance: entriamo nel merito


Lo scorso maggio è stato raggiunto un accordo presso la sede di Taranto di Teleperformance [call center] tra RSU e azienda, sui controlli a distanza. L'accordo è stato firmato dalle organizzazioni sindacali FISTEL-CISL, UILCOM-UIL e da SI.G.LA/RdB. Manca la firma della SLC-CGIL che in un suo comunicato condanna l'accordo in quanto introduce il controllo a distanza a discapito dei diritti dei lavoratori.
La firma da parte dell'organizzazione SI.G.LA federata alla Rdb/CUB pone molti problemi a chi lavora da anni nel settore, ed è paradigmatica dello scontro di questi ultimi mesi tra i vertici della CUB. Questo episodio mostra concretamente le distanze che separano la CUB dalla RdB, episodio che sottende un modello sindacale radicalmente diverso da quello sostenuto da chi crede che solo il conflitto tuteli gli interessi dei lavoratori, e che mette in luce chi sia invece a preferire firmare accordi per sedersi ai tavoli delle trattative. Non voglio però soffermarmi sulle questioni generali che dividono CUB da RdB, in merito lascerei alla già vasta letteratura presente in rete e non solo. Vorrei invece mettere sul piatto l'esperienza concreta sviluppata nell'ultimo anno e mezzo come Collettivo Lavoratori Comdata rispetto al comunicato della federazione territoriale di RdB/CUB Puglia .
Dalla lettura dell'accordo firmato per il call center tarantino è evidente che l'istituzione del controllo a distanza sul lavoro svolto dagli operatori viene fatto passare come "rilevazione qualitativa al fine di migliorare il servizio reso al cliente e di migliorare la qualità del lavoro." L'accordo prevede inoltre l'istituzione del controllo da remoto, previa una non ben precisata modalità di preavviso con la conseguenza che il lavoratore si troverà a essere controllato senza una presenza fisica reale accanto, modalità alquanto discutibile se si considerano le condizioni di alienazione e/o stress ai quali è già normalmente sottoposto.
Come collettivo aziendale e FLMUniti siamo sempre stati contrari a qualsiasi tipo di controllo a distanza, senza se e senza ma, a differenza della SLC-CGIL, che in questo caso in un proprio comunicato, in maniera però del tutto strumentale, condanna l'accordo raggiunto a Taranto. A voler essere maligni si potrebbe pensare che la mancata firma sia un trappolone teso alla CUB, ma questi ragionamenti non ci appassionano granché e li lasciamo volentieri ad altri preferendo, di nostro, concentrare le energie nella lotta sul campo.
Lo scorso anno in Comdata è stato firmato un accordo sul controllo a distanza. Nella sede di Torino, dove operiamo come collettivo aziendale, l'accordo è stato bocciato nelle assemblee dalla maggior parte dei lavoratori. Nonostante questo risultato, l'accordo è passato in quanto nelle altre sedi sarebbe prevalso il sì, anche se non esistono dati ufficiali verificabili sulle votazioni svolte nel resto d'Italia. Il testo, che è molto più soft rispetto a quello firmato a Taranto (e infatti reca in calce la firma del SLC), nei fatti si traduce in un controllo ancora più asfissiante nei confronti del lavoratore, con tutte le conseguenze del caso sul suo stato psico-fisico. Nell'esperienza concreta, nonostante le aziende continuino a ripetere che strumenti come questi sono funzionali alla miglior resa del servizio al cliente, in realtà diventano mezzi per aumentare la pressione (e la sottomissione) del lavoratore, al fine di incrementare la produttività, funzionale a mantenere gli alti livelli di profitto. Vogliamo ricordare che dopo la firma dell'accordo in azienda i colleghi che lavorano sulla commessa Telecom del servizio 187 vengono controllati a loro insaputa, periodicamente e senza alcun preavviso. Le chiamate che non vengono gestite secondo i criteri definiti dal committente, cioè Telecom, sono oggetto di richiami nei confronti del lavoratore, senza contare il gravissimo episodio della collega della Telecom di Roma operante presso il servizio 119 licenziata per aver "risposto male" ad un cliente, grazie proprio ad un accordo aziendale sul modello di quello firmato a Taranto.
Da un punto di vista politico-sindacale la firma di SI.G.LA a Teleperformance, mette in oggettiva difficoltà i tanti compagni della FLMUniti-CUB e non solo, impegnati nel combattere queste moderne forme di controllo e di sfruttamento. Non solo, fornisce un assist spettacolare a porta vuota a SLC sempre pronta a gettare discredito nei confronti della nostra organizzazione, come ha già fatto il mese scorso nella sede di Comdata Torino affiggendo in bacheca i risultati delle elezioni RSU svolte in Telecom, che per la FLMUniti sono stati modesti in termini complessivi di voti. In ultimo, ma non di certo in ordine di importanza, ci rende meno credibili nei confronti dei lavoratori con i quali abbiamo instaurato un rapporto di fiducia, e che vedono nella FLMUniti la sola organizzazione sindacale che concretamente tutela e difende i loro interessi.  

Vincenzo Graziano
Collettivo Lavoratori Comdata/FLMUniti-CUB TLC

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