Umanità Nova, n.26 del 5 luglio 2009, anno 89

Venezuela: contro gli omicidi di operai


Il periodico 'El libertario' di Caracas aderisce e sostiene la campagna nazionale ed internazionale in atto che vuole costruire una forza reale per opporsi ai sicari che stanno spezzando la vita degli attivisti sindacali nel paese. Di seguito il testo del manifesto di indizione della campagna.

Basta morti e alt alla repressione contro i lavoratori in lotta!

Il 5 maggio è stato colpito e assassinato da sicari il dirigente sindacale  Argenis Vásquez, segretario organizzativo del sindacato della transnazionale Toyota, mentre usciva dalla sua abitazione, a Cumaná. Questo assassinio avviene subito dopo  la  conclusione dello sciopero di quasi un mese dei lavoratori Toyota per le loro rivendicazioni; il lavoratore assassinato aveva guidato la protesta ed era al centro dello scontro con l'impresa e i dirigenti. Tutto porta a pensare che si tratti di una 'risposta' non ufficiale dell'impresa che non era riuscita ad imporre la sua volontà nel conflitto.
Sono passati solo tre mesi da quando, sempre nelle regioni orientali, ad Anzoátegui, morirono gli operai Pedro Suárez e Javier Marcano per mano della violenta repressione della polizia regionale diretta dal governatore Tarek Willian Saab, nel corso del tentativo di delocalizzazione di una transazionale giapponese, la Mitsubishi Motors.
I lavoratori avevano occupato la fabbrica per respingere il licenziamento di 135 di loro ed avanzare altre rivendicazioni.
Questi fatti si sommano all'atroce assassinio di tre dei principali dirigenti dell'Unione Nazionale dei Lavoratori (UNT) nello stato di Aragua, sempre per mano di sicari, il passato 27 novembre nella zona de La Encrucijada.
Si tratta di Richard Gallardo, presidente della sezione regionale della UNT, Luís Hernández, dirigente sindacale dell'impresa Pepsi-Cola e Carlos Requena, delegato per la sicurezza della impresa Produvisa, membri a loro volta dell'organizzazione politica Unidad Socialista de Izquierda (USI). Questi dirigenti operai erano alla testa della centrale sindacale in uno degli stati con la maggiore conflittualità operaia nel paese e animavano la solidarietà degli altri lavoratori nell'occupazione della transnazionale colombiana Lácteos Alpina di fronte alla minaccia di chiusura della stessa che aveva comportato duri scontri con la polizia regionale diretta dal governatore Didalco Bolìvar.
Sono quindi sei gli operai assassinati nel corso di lotte rivendicative in appena cinque mesi. Nella maggioranza dei casi si tratta di una politica che punta ad una 'colombianizzazione' dei conflitti tra operai e padroni: assumere sicari per assassinare i dirigenti sindacali e spaventare in tal modo la classe operaia e disarticolare le sue organizzazioni. Non si deve dimenticare che anche i lavoratori della Sanitarios Maracay (in Aragua) sono stati oggetto di diverse minacce e di persecuzioni mirate durante la loro lotta, che i lavoratori della Mitsubishi Motors denunciarono che un'automobile nella quale si trovavano alcuni di loro fu oggetto di colpi d'arma da fuoco mentre stavano diffondendo il film sull'assassinio dei due operai e che nel giugno dell'anno scorso Gloria Palomino, dirigente operaia della impresa di ventilatori FM (Fundimeca) a Carabobo, fu ferita da un proiettile ad una gamba mentre si trovava di fronte all'entrata della fabbrica esigendo che si compisse un ordine di reintegro al lavoro.
Questi assassinii (e attentati) a lavoratori in lotta stanno evidenziando un metodo di 'risoluzione' dei conflitti operaio-padronali, in un clima di grande impunità, dato che a tutt'oggi non vi è alcun responsabile intellettuale o politico degli attentati e delle morti che sia stato individuato, giudicato né condannato. Al contrario vi è un processo di criminalizzazione della lotta operaia, con centinaia di lavoratori o lavoratrici con giudizi in corso o con imputazioni varie per aver partecipato a qualche protesta. Per tutto questo le organizzazioni e le individualità sottoscrittrici protestano energicamente contro questa situazione, elevano fortemente la loro voce di ripudio contro l'assassinio degli operai in lotta, tanto dai sicari assoldati dai padroni come dai corpi ufficiali di sicurezza, protestano contro l'impunità imperante verso questi crimini ed esigono condanne e pene esemplari per i responsabili politici ed intellettuali.
Siamo convinti e convinte che se si lasciano passare questi fatti, possiamo precipitare pericolosamente verso uno scenario nazionale di prostrazione e annichilimento della forza della legittima protesta dei lavoratori per le loro rivendicazioni.
Basta agli assassinii di operai in lotta per i loro diritti!
Esigiamo da tutti i poteri dello Stato processo e condanna per  i responsabili di questi crimini, e per questo proponiamo la formazione di una Commissione d'Indagine Indipendente, composta dalle organizzazioni dei lavoratori, organismi per i diritti umani e familiari, che abbia accesso a tutta l'informazione disponibile e libertà d'azione per indagare seriamente fino all'individuazione dei colpevoli!
Esigiamo l'annullamento dei procedimenti in corso per i lavoratori denunciati per aver lottato per i propri diritti!
Vogliamo che la Guardia Nazionale, l'Esercito e la polizia stiano fuori dai conflitti operai!
Sollecitiamo la più ampia coordinazione e mobilitazione concreta delle organizzazioni dei lavoratori, degli studenti, dei diritti umani, degli intellettuali ed artisti veramente democratici, per aumentare le forze in una grande campagna nazionale ed internazionale contro questi crimini!

Giugno 2009

Inviare le adesioni a  
v.contrarepresionobrera@yahoo.com
specificando il nome, il nome dell'organizzazione (sindacale, politica, studentesca, di diritti umani, comunitaria, artistica, intellettuale, ecc.) se vi si appartiene, la città, il paese.

 (a cura della CRInt)

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