Umanità Nova, n.26 del 5 luglio 2009, anno 89

informAzione - 2


Val Susa. Fronte No Tav

Passata la sbornia elettorale – dagli esiti poco brillanti per le liste civiche sponsorizzate da parte dei No Tav - tornano al pettine i nodi di sempre. A Chianocco e Chiomonte sono stati pizzicati alcuni tecnici a partita IVA fare rilievi e segnare il territorio. Inutile dire che appena arrivati non sono passati inosservati. A Chianocco, nell'area dove già nel 2004 era stato prontamente smontato il minicantiere installato per fare un carotaggio, sono stati beccati tre tizi che alle domande sul loro lavoro hanno risposto in modo contraddittorio e confuso prima di darsela a gambe.
A Chiomonte, in alta Val Susa, i tecnici sono stati visti fare segni arancio in una vigna. I contadini che li hanno notati hanno subito avvisato i No Tav che li hanno infine pescati nel parcheggio della Maddalena. Pressati dai No Tav hanno dichiarato di fare rilievi per la Musinet, la società che dovrebbe occuparsi della seconda canna del Frejus, quella spacciata ufficialmente per galleria di servizio. Forse è così, forse no. Quel che è certo sono le numerose contraddizioni in cui è caduto quello dei tre più disponibile a conversare.
Il quotidiano la Stampa, prontamente avvertito dai tecnici (della Musinet o di LTF – Lyon Turin ferroviarie?) ha titolato sui No Tav sul piede di guerra. Poco male poiché in un'assemblea svoltasi il 28 giugno a Chiomonte, nell'area della Maddalena, i No Tav hanno ribadito la ferma volontà a presidiare costantemente il territorio, per impedire qualsiasi sondaggio, rilievo, carotaggio.
In una successiva passeggiata alle vigne segnate di arancio dai tre tecnici circa duecento No Tav hanno preso visione dell'area. Dopo il passaggio dei No Tav numerose pietre macchiate di vernice non erano più visibili. Magie dell'azione diretta, quella che non ha bisogno di deleghe, delibere, fasce tricolori.
Per chi nutrisse ancora qualche illusione sulla democrazia reale è arrivata una decina di giorni fa la notizia della decisione della magistratura di archiviare l'inchiesta contro la polizia per le violenze contro i manifestanti la notte del 6 dicembre 2005 a Venaus.

R. Em.

Bologna. Schiaccia il razzismo

Si è svolta domenica 28 giugno ultimo scorso l'ulteriore giornata "per la libertà ed i diritti dei migranti".
Promossa dal Coordinamento migranti di Bologna e provincia una giornata di sport "non competitivo", interculturale e interetnico rivolto alle giovani generazioni.
Un centinaio di giovani e giovanissimi cinesi, est-europei, nord-africani, sud-americani, indiani e pakistani hanno giocato a basket formando delle squadre a 3-4 o 5 in cui si mischiavano colori, paesi ed età.
La cornice, ormai usuale, di piazza dell'Unità immersa nel quartiere della Bolognina sempre più vissuto ed abitato dalla "nuova classe operaia immigrata".
Supporto solidale del circolo anarchico Berneri e del centro sociale XM24 con banchetti di pizze, dolci e bevande.
La giornata si è conclusa con la proiezione del film "un giorno senza messicani" assai adatto a rendere l'idea del vuoto creato dallo sciopero del lavoro migrante.
Un evento, quello dello sciopero, che vede il Coordinamento impegnato su molti fronti a sostegno della piattaforma e per ampliare il coinvolgimento delle realtà sociali e di base.
Presenti, per inciso, anche gli sfrattati di via Algardi di cui diamo conto in un'altra info.

RedB

Bologna. Sgomberi e provocazioni

Quantunque il nuovo sindaco di Bologna abbia dichiarato che lo sgombero della palazzina di via Algardi si sia svolto qualche ora prima dal suo insediamento ufficiale, si può dire che il passaggio di consegne tra lo «sceriffo» Cofferati e Flavio Delbono sia avvenuto nel segno di una piena continuità: «come prima, più di prima...».
A Bologna, ogni anno, ci sono oltre 8000 domande per alloggi popolari e solo 300 assegnazioni. Il 20 giugno precari, cassintegrati, sfrattati e famiglie migranti avevano occupato otto appartamenti vuoti da più di dieci anni in una strada della prima periferia. Nel pomeriggio del 25 giugno era stato fissato un incontro in Questura per aprire una trattativa. Ma all'alba del 25 i carabinieri hanno sfondato le porte e sfrattato gli occupanti con grande spavento dei circa 20 bambini (di età compresa fra i 30 giorni e i 7 anni). Gli occupanti hanno sùbito manifestato dietro a uno striscione: «C'è Delbono a Bologna: 7 famiglie in mezzo alla strada». Certo è che nel quartiere l'occupazione ha destato simpatia e solidarietà: in una città con tantissime case sfitte come Bologna la prospettiva di liberare spazi prende sempre più piede (vedi http://bolognaprendecasa.noblogs.org).
Intanto anche gli studenti universitari sono alle prese con l'autoritarismo accademico. Nonostante il nuovo rettore debba insediarsi solo in ottobre, nel breve interregno estivo le gerarchie baronali se la prendono con una recente occupazione studentesca: il Bartleby, nato dall'Onda bolognese. Ecco che il Rettorato certifica l'inagibilità dello stabile (appena ristrutturato!), studia cavillosi pretesti di sgombero, minaccia l'intervento della polizia, prospetta sanzioni disciplinari contro singoli studenti animatori della «sedizione» (la sospensione di un anno dalle attività di studio). Ma l'aver messo in discussione le gerarchie feudali dell'Università ha destato anche molte simpatie e più di ottanta docenti hanno firmato un appello in difesa dello spazio occupato. Lunedì 29 giugno, fin dalle 6 del mattino, erano una sessantina gli studenti che presidiavano contro l'eventuale sgombero sbocconcellando brioches e leggendo i giornali. Alle 8 vi era circa un centinaio di persone, fra cui qualche docente. E, tranne due agenti della Digos, la polizia non si è fatta vedere.
Di fatto l'Università di Bologna tratta gli studenti come una fastidiosa eccedenza: chiude le sale studio, appalta al ribasso i servizi, taglia i fondi alle biblioteche, nega ogni spazio autogestito di aggregazione e produzione culturale. E nonostante il nuovo rettore abbia promesso solennemente che non alzerà le tasse, nell'interregno estivo c'è chi ci ha già pensato con un trucco avvocatesco e classista (le agevolazioni per fasce di reddito saranno subordinate al numero di esami sostenuti). Per rispondere a questa ennesima provocazione, martedì 30 giugno, alle 8 del mattino, l'Onda assedierà il Consiglio d'amministrazione dell'Università di Bologna che intende approvare questo aumento. Insomma, a Bologna sono cambiati i suonatori, ma la musica rimane la stessa.

RedB

Napoli, Padova, Genova... Scuola-Stato e discriminazioni razziali

L'istruzione, per chi è clandestino, vale un tesserino di plastica e sedici caratteri.
Al liceo Margherita di Savoia di Napoli, la ventenne ucraina Daria si è vista negare l'accesso alla prova di maturità scolastica perché, essendo clandestina, non era in possesso del codice fiscale. Alle professionali Da Vinci di Padova a otto ragazzi immigrati è stato altresì richiesto  di presentare il permesso di soggiorno in vista dell'esame di maturità. I casi hanno anche dei precedenti a Genova dove la preside degli Istituti Casaregis, Einaudi e Galilei aveva fatto scrivere sulle lavagne i cognomi agli alunni immigrati in procinto di diventare maggiorenni, e dunque nella possibilità di non poter più far valere il permesso di soggiorno per motivi di famiglia. Sono  per ora questi  alcuni effetti  di una recente (22 maggio 2009) circolare emanata dal  ministro Gelmini, nell'ambito del pacchetto sicurezza anti-immigrati.
Oltre a essere passata in sordina, la circolare non ha nemmeno incontrato nella sua applicazione sostanziali  resistenze da parte del centro-sinistra. Citando la dichiarazione del responsabile scuola del Pd Mariangela Bastico: "Quella del ministero è una scelta interessante anche se non prioritaria, perché nel Paese manca una completa ed efficiente anagrafe degli studenti." Alla vena razzista dello Stato mancava il tassello della scuola.
Un anno scolastico aperto con i grembiulini, il voto di condotta, i tagli, e che si chiude con la discriminazione ormai aperta e dichiarata nei confronti degli alunni stranieri.

M@

Udine. Contro il pacchetto sicurezza

Sabato 27 un corteo di circa 1500 persone ha sfilato in città per protestare contro l'approvazione del ddl "sicurezza" del governo e contro la proposta di legge regionale che non garantisce l'accesso alle prestazioni sociali a chi non risiede in Friuli da 15 anni.
La manifestazione era stata organizzata da un vasto arco di associazioni di stampo cattolico e da tutto l'arco della sinistra ufficiale (cgil, arci, rc, pdci ecc).
Il padrino della manifestazione era il sindaco di Udine Honsell (centro-sinistra) il quale da giorni è in rotta con la regione (di centro-destra) su queste questioni.
In piazza la parte del leone l'ha fatta la CGIL (di fatto oltre la metà dei partecipanti era sua), a seguire rifondazione. Moltissimi i migranti. Ecco sicuramente uno dei pochi dati positivi è stata la composizione del corteo divisa in egual modo fra immigrati e italiani.
La parola d'ordine di tutta l'iniziativa era "legalità buona" (quella del centrosinistra ovviamente!) contrapposta alla "legalità cattiva" (quella razzista del centrodestra). Ovviamente nessun accenno neanche minimo alle leggi razziste del centro sinistra, ai CPT creati dalla Turco-Napolitano ecc.
In questo quadro l'unica voce fuori dal coro è stato lo spezzone anarchico e libertario che si è posizionato in fondo al corteo e senza aderire allo stesso (ovviamente censurato dai media).
Nonostante sia stato organizzato in tre giorni oltre una sessantina di compagni/e di tutta la regione è venuta all'iniziativa con volantini, giornali, slogan, bandiere e striscioni dai contenuti chiari: "la vostra legalità è solo razzismo", "nostra patria è il mondo intero – siamo tutti clandestini – solidarietà ai fratelli e sorelle immigrati/e" e "immigrati non lasciateci soli con gli italiani".
 Fra i compagni e le compagne se vi è soddisfazione per lo spezzone, si è anche avviato un dibattito affinché queste occasioni ci trovino più preparati e soprattutto sui modi per rimarcare una nostra autonomia di percorso e di proposta, evitando il rischio sempre presente di accodarsi e basta alle iniziative di stampo istituzionale o comunque democraticista. Per foto, articoli e volantini www.info-action.info

Un compagno presente

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