Umanità Nova, n.26 del 5 luglio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro  della Federazione Anarchica Milanese
bel-lavoro@federazioneanarchica.org

Corea: operai occupano contro i licenziamenti

Alla Ssangyong Automobili di Pyeongtaek, Sud Corea, da quattro settimane un migliaio di operai aderenti  al Sindacato dei Lavoratori Metallurgici Coreano (KMWU), cui si sono unite le famiglie, gruppi di studenti e membri della Korean Confederation of Trade Unions,  ha occupato gli impianti contro il piano di ristrutturazione selvaggia del gruppo ed è ben deciso a difendersi con la forza anche contro l'intervento della polizia. L'azienda era stata rilevata tre anni fa dalla China’́s Shanghai Automotive Industry Corporation che ne detiene il 51% della proprietà. A quel tempo, l'impianto di Pyeongtaek aveva 8700 addetti; ora ne ha 7000. In febbraio l'azienda ha chiuso per fallimento, proponendo una ristrutturazione e offrendo l'impianto di Pyeongtaek come garanzia di ulteriori prestiti per riemergere dal fallimento. La corte fallimentare ha approvato il piano fallimentare, in attesa di licenziamenti sufficienti a rendere l'azienda nuovamente in grado di far profitti. Gli operai dell'impianto hanno risposto con scioperi contro i licenziamenti iniziati sin da aprile, licenziamenti che sono andati crescendo fino a uno sciopero generale, a un cambio di gestione dell'impianto e a un'occupazione da parte di 1700 operai il 27 maggio, quando è stata annunciata la lista degli operai da espellere.
I lavoratori chiedono la fine dei licenziamenti, certezza dell'occupazione per tutti e che non venga posta in atto alcuna delocalizzazione dell'impianto.
 

Verona: i lavoratori bloccano la Mondadori

Verona: da dicembre ormai i lavoratori della Cooperativa Rm Service (quasi tutte donne) non ricevono lo stipendio, ovvero da quando ha dichiarato fallimento la Finservice, la società che gestiva la logistica della Mondadori Printing utilizzando il sistema del subappalto, concesso a "cooperative" quali la RmService che, a sua volta, è stata prontamente posta in liquidazione. Inutili sono stati i tentativi dei lavoratori, assistiti da Adl-Rdb, di ottenere il pagamento degli stipendi arretrati dalla Finservice, né si sono dimostrati risolutivi i possibili interventi di due altre società che sembravano interessate a subentrare nell'appalto. L'unica alternativa praticabile a questo punto era rivolgersi direttamente al committente, ossia la Mondadori Printing che deve essere considerata direttamente responsabile verso i lavoratori del subappalto. E così è stato: dopo due giorni passati a presidiare i cancelli della Mondadori, martedì scorso i circa 70 lavoratori hanno iniziato il picchettaggio bloccando così il passaggio dei camion finché non sono arrivate le forze dell'ordine da Bologna e da Mestre che li hanno "rimossi" sollevandoli di peso per poi identificarli, fermando anche un rappresentante sindacale. Questo però non è stato sufficiente a smorzare la loro combattività perché già nel pomeriggio sono ripresi i picchetti, seppure in forma ridotta. I lavoratori non mollano e due giorni dopo sono ritornati davanti ai cancelli della Mondadori.

Ad Arese respingono la cassa integrazione

All'Alfa Romeo di Arese (MI) nella giornata del 26 giugno lo Slai Cobas ha promosso uno sciopero di due ore, organizzando un presidio della portineria sud-ovest contro la cassa integrazione di 50 lavoratori (su 69) della società "Innova Service", per 13 settimane. La messa in Cig è stata motivata per aver perso appalti, ma lo Slai Cobas dichiara: "Ciò è tutto falso; si vuole solo approfittare della crisi internazionale per eliminare operai con contratto normale per sostituirli con lavoratori precari e senza diritti. Già a dicembre-gennaio scorso, col cambio di società, si volevano licenziare 43 lavoratori. Ora riprovano di nuovo con la Cig, anticamera dei licenziamenti." La Fiat, dopo aver avuto in regalo l'Alfa Romeo e 2.000 miliardi di lire di soldi pubblici in 20 anni solo ad Arese "per occupazione", in questi anni ha fatto fuori 20.000 operai e ora da 15 giorni ha messo in Cig fino a settembre (per ora) quasi tutti i restanti 600 lavoratori. La Fiat sta chiudendo quasi del tutto Arese. L'operazione in atto da parte della Fiat in questo momento è quella di una colossale speculazione sui 2 milioni e 350 mq di tutta l'area dell'Alfa, con la complicità delle istituzioni come la Regione (dimentica degli accordi sindacali sottoscritti per l'occupazione) per favorire costruzioni speculative (alberghi, ville, nuova centrale termica, centri commerciali) dentro la mega torta per l'EXPO 2015. Il lavoratori dell'Alfa di "Innova Service", nell'assemblea tenutasi durante lo sciopero, hanno deciso di respingere la Cig presentandosi regolarmente al lavoro.

Lotta al "Santa Petronilla" di Siena

Il "Santa Petronilla"di Siena, un centro di socializzazione per disabili e comunità di alloggio protetta, a fine aprile sostituisce nell'appalto per la gestione del centro le cooperative Zelig Sociale, Di Vittorio e Cardine con un'altra cooperativa, la Agorà, cosa che mette subito in allarme i soci lavoratori delle tre cooperative, i quali hanno come sola certezza la proroga del contratto sino alla fine del mese di maggio. La prospettiva per il centro è ora costituita da tagli al personale e alle ore lavorate, il tutto in una logica di razionalizzazione totale del servizio basata sul solo taglio dei costi, con pesanti ricadute sul supporto educativo garantito sino a quel momento agli utenti. Per quanto poi riguarda il supporto delle rappresentanze sindacali, le cose si mettono male perché CGIL e CISL dichiarano apertamente che tenteranno di tutelare e poi ricollocare solo ¾ dei lavoratori, con precedenza ai propri iscritti. Contro questo disegno i lavoratori oppongono resistenza e, rivoltisi alla Cub Sanità di Firenze, riescono a coinvolgere i familiari degli assistiti, informando inoltre la stampa e la cittadinanza di quanto sta accadendo. Inoltre, ottenuti dal Comune i documenti relativi alla gara di appalto (dimostrando così la loro volontà di andare fino in fondo), con il supporto legale della Cub Sanità, giungono a una revisione di tali documenti e finalmente riescono a convincere il Comune di Siena ad intervenire per cercare di garantire il posto di lavoro a tutti.

Ferrovie: i lavoratori contro la firma dell'accordo

"Il 15 maggio scorso Fs e Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Fast hanno firmato un 'accordo programmatico' che sancisce il macchinista solo alla guida dei treni, aumenta l'orario di lavoro e il tempo di condotta per il personale di macchina, aumenta da 6 a 8 le vetture in consegna ad un solo capotreno (…) Lo stesso accordo, prelude a esternalizzazioni e riduzione di stazioni, lavorazione ed impianti con la perdita di servizi e migliaia di posti di lavoro." Fino ad oggi, da 70 anni, non sono riusciti ancora a imporre il "macchinista solo". Tutti i tentativi in tale direzione sono stati ostacolati da una lotta determinata di macchinisti soprattutto toscani e di Rls come Dante De Angelis, licenziato per la seconda volta. La Cub Trasporti e l'Or.s.a., non firmatari dell'Accordo, avevano promosso uno sciopero nazionale di 24 ore per il 14 giugno, ma il ministro Matteoli, senza motivazioni reali, ha costretto a una limitazione di una sola ora. Si tratta quindi di una precettazione vera e propria. Lo sciopero, anche così ridotto, ha visto l'adesione di tanti macchinisti e capotreno, mentre la possibilità di uno sciopero di 24 ore è stato rimandato a breve. La forma di lotta nel frattempo praticata, in particolare dal personale di macchina, è quella di disobbedire agli ordini impartiti da Trenitalia, attenendosi ad una "forma comportamentale", rifiutandosi di partire come "agente solo", causando inconvenienti come la soppressione di diversi treni e di forti ritardi.

Melfi, storia di una truffa

Ricordate lo sciopero spontaneo che tra maggio e giugno, per un'intera settimana aveva messo a soqquadro la zona industriale Fiat di Melfi ? Se lo ricordate saprete certamente che si era concluso con un accordo deludente che avrebbe garantito ai lavoratori interinali occupati presso la Plastic Components il rinnovo del contratto fino a fine luglio; saprete anche che tale accordo era stato salutato con un boato di applausi da parte dei politici locali e nazionali e dei sindacati. Ebbene, la CUB di Melfi denuncia ora con un comunicato che i 25 sono tuttora senza lavoro. Ma come è possibile chiederete? Il fatto è – si legge nel comunicato – che il sedicente "accordo" in realtà era solo una pura dichiarazione di intenti firmata in tutta fretta da Fiom-Uilm-Fim e Failms con le sole istituzioni regionali, con il chiaro intento di fare riprendere la produzione e soprattutto riprendere in mano una situazione che era completamente sfuggita di mano ai "manovratori". Peccato che le bugie abbiano le gambe corte e che i nodi vengano sempre al pettine:  in mancanza dell'accordo da parte dell'azienda, i 25 sono quindi ancora senza lavoro. Resta ora da spiegare a coloro che nelle assemblee di fabbrica, fatte escludendo gli operai interinali, erano stati convinti dal sindacato a votare a favore di un fantomatico accordo, che in realtà quell'accordo non c'era mai stato.

Gran Bretagna: licenziamenti contro gli scioperi spontanei

Il 19 giugno 647 lavoratori a contratto sono stati licenziati dalla raffineria Lindsey, Lincolnshire, di proprietà della francese Total, dove circa 1.200 addetti stanno costruendo un impianto di desolforizzazione del valore di circa 200 milioni di sterline. Il licenziamento collettivo è stato deciso dalla Total quale ritorsione contro uno sciopero spontaneo di protesta iniziato qualche giorno prima contro il licenziamento di 51 dipendenti della Shaw Group UK, una delle tante società che hanno vinto un appalto nel sito. Con questa mossa la Total, che ha dichiarato lo sciopero illegale secondo la legge britannica e inoltre non riconosciuto dai sindacati, intende spazzare via qualsiasi tentativo di resistenza da parte dei lavoratori per avere mano libera nella gestione della mano d'opera. Il giorno 11 infatti erano per primi scesi in sciopero spontaneo i lavoratori della Shaw Group Uk contro il licenziamento, subito dopo affiancati da altri lavoratori delle società impegnate nella costruzione dell'impianto, fino a raggiungere la quasi totalità degli addetti che, il giorno 17 avevano deciso in assemblea di proseguire con lo sciopero sino alla vittoria. Dal giorno del licenziamento di massa però almeno altri 17 siti della regione sono stati fermati da scioperi selvaggi, coinvolgendo almeno 2.500 lavoratori, mentre alla fine della scorsa settimana si sono aggiunti anche quelli della centrale nucleare di  Hinkley Point. Un segno questo che, nonostante la crisi economica, la voglia di lottare per difendere i propri diritti coinvolge ancora i lavoratori del Regno Unito.

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti