Un periodo di repressione statale generalizzata e brutale ha fatto
seguito alla ribellione dello scorso dicembre. Durante e dopo la
rivolta il partito politico di estrema destra LAOS e lo Stato greco
hanno cominciato a mettere sotto pressione Indymedia (Atene e
Patrasso), con la motivazione che questo sarebbe stato il mezzo per
coordinare la ribellione (anche se le rivolte non possono di sicuro
avvenire su internet) ignorando deliberatamente il contributo di
Indymedia alla controinformazione
I fascisti e i membri dei partiti parlamentari di destra e di estrema
destra hanno lanciato attacchi contro Indymedia. I fascisti si sono
dati da fare per imporre la propria propaganda al governo di destra
attraverso i propri blog e provando ad impedire l'accesso al nostro
sito per mezzo di attacchi hacker. I discorsi politici in parlamento e
nei telegiornali consideravano Indymedia come un importante nemico
dello Stato.
L'atto più pericoloso in tal senso è stato l'appello
rivolto al Ministro dell'educazione da parte di K. Velopoulos, un
esponente del LAOS. Questi ha chiesto ufficialmente al ministro se gli
attivisti di Indymedia Atene e Patrasso fossero ospitati presso
l'Università Politecnica di Atene (UPA) ed è arrivato a
esigere azioni immediate per arrestare questi siti web "pericolosi che
appoggiano i terroristi".
Il sottosegretario all'educazione S. Taliadouros si è trovato
d'accordo con Velopulos nell'affermare che "quei siti web sono una
minaccia per la democrazia" e i due hanno chiesto al rettore della UPA
di chiuderli. Ignorando lo status di autonomia delle università
greche, è stata messa in atto ogni tipo di pressione politica e
giudiziaria nei confronti delle autorità universitarie per
sopprimere i nostri indirizzi IP. Pensiamo che anche se
l'università non acconsentirà alle richieste del
ministero ci saranno altri modi per tentare di chiuderci.
Un membro del LAOS ha poi lanciato un nuovo attacco contro Indymedia
Atene. In una interrogazione al parlamento ha sostenuto che il
Politecnico di Atene dava ospitalità a Indymedia Atene per fini
che non c'entravano nulla con la ricerca e l'educazione.
L'Organizzazione nazionale greca delle telecomunicazioni (ONTH) ha
inviato un documento giudiziario alla Rete nazionale per la ricerca e
la tecnologia chiedendo che questa interrompesse l'accesso di Indymedia
Atene alla rete a fibra ottica, minacciando altrimenti di passare alle
vie legali.
Per statuto all'interno di tutte le università è vietato
l'intervento della polizia, proprio per prevenire l'interferenza
dell'autorità dello Stato e la censura nei confronti delle
attività accademiche, culturali e politiche. Questo status
è stato rivendicato e difeso nel corso degli anni dalla grande
maggioranza delle persone e con il sangue di molti compagni.
L'unica legge che può essere utilizzata dallo stato per violare
le libertà civili all'interno delle università e per
chiudere Indymedia è la legge antiterrorismo (decretata nel
2001). Considerando che dei compagni giovani (alcuni anche
minori) sono stati accusati per mezzo di questa legge nel corso della
ribellione di dicembre a Larissa (la prima volta che essa è
stata applicata su dei manifestanti), consideriamo questo
scenario assai probabile.
Per tutte queste ragioni chiediamo che i server di Indymedia Atene e
Patrasso siano ospitati nei vostri server. Per preservarli,
specialmente quando saranno sul punto di essere chiusi, e per
rispondere alla censura e promuovere la libertà di informazione.
Indymedia Atene e Patrasso (insieme agli altri Indymedia europei e siti
rivoluzionari che sono ospitati sullo stesso server) rischiano
seriamente la chiusura. E' compito di tutto il movimento e dei nostri
compagni di ogni parte del mondo appoggiarci e proteggere la nostra
voce. Esortiamo i nostri compagni a stare pronti, perché il
prossimo periodo sarà particolarmente critico per l'esistenza di
Indymedia in Grecia.
Con i nostri più calorosi e solidali saluti
http://athens.indymedia.org
http://patras.indymedia.org