Umanità Nova, n.28 del 19 luglio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
Per contatti e comunicazioni: bel-lavoro@federazioneanarchica.org

Marsiglia: devastato l'ufficio del direttore generale dell'autorità portuale

Il 29 giugno una quarantina di persone che indossavano abiti da lavoro della GPMM (Grand Port Maritime de Marseille), ente pubblico che gestisce lo scalo francese sul Mediterraneo, mascherati e muniti di asce e sbarre di ferro hanno fatto irruzione nel palazzo dove ha sede l'ente e, penetrati sino nell'ufficio del direttore generale dell'ente, Jean-Claude Terrier, dopo averlo minacciato, hanno devastato completamente la stanza. Il fatto è avvenuto circa un'ora dopo che la GPMM aveva recapitato ai delegati sindacali una lettera contenente i dettagli dell'operazione che trasferirà tutta la movimentazione del terminal container di Mourepiane, lavoratori compresi, dalla gestione statale a un società privata, la Intramar, che fa capo a Portsynergy, una joint venture costituita dalla società armatoriale francese CMA CGM e dal gruppo terminalistico DP World di Dubai. Già dall'inizio dell'anno i lavoratori del porto di Marsiglia si oppongono a questa privatizzazione, portata avanti in base alla legge per la privatizzazione del settore del sistema portuale varata nel 2008, e hanno già effettuato diversi scioperi che hanno ridotto considerevolmente l'attività del terminal.

All'Augusta Westland la lotta paga

Della vicenda abbiamo già parlato nei numeri precedenti, adesso vogliamo evidenziarne la conclusione vittoriosa. Alla Augusta Westland di Vergiate (Varese) il magazzino automatizzato era stato esternalizzato e la gestione data in appalto al Consorzio GAM tramite la Coop. Auto Mot Service, senza alcun rispetto contrattuale nei confronti dei lavoratori. Pertanto i dipendenti dell'appalto si erano messi in sciopero rivendicando principalmente "la sicurezza sul posto di lavoro, costretti ad entrare all'interno del macchinario che gestivano per sistemare i vari problemi tecnici e meccanici della macchina". In questo modo Augusta risparmiava tempo e soldi, evitando i costi elevati dei "tecnici specializzati esterni addetti alla riparazione". Come risposta aziendale "i lavoratori in sciopero sono stati prontamente licenziati e sostituiti da altri 6 operai, anche grazie alla FIOM presente in Augusta che indicava alla cooperativa i nominativi dei crumiri che dovevano entrare al posto dei 6 in sciopero". Ma i 6 lavoratori di Vergiate non si sono arresi di fronte ai trasferimenti forzati, ai licenziamenti, alle minaccia di denunce da parte dei carabinieri per occupazione di suolo pubblico durante i presidi ai cancelli. Sono stati sostenuti dalla solidarietà dei colleghi, dei cittadini di Vergiate e dai lavoratori del sindacato di base.  Dopo 30 giorni di sciopero e presidio le "aziende coinvolte" hanno ceduto alla trattativa della CUB "ritirando licenziamenti e trasferimenti, riconoscendo il livello adeguato, il rispetto delle norme sulla sicurezza, le differenze retributive arretrate e il rimborso delle giornate in sciopero".
    
Lo sciopero generale del pubblico impiego
Come preannunciato, il 3 giugno si è svolto lo sciopero generale del pubblico impiego promosso da RdB-CUB P.I., Cobas P.I., SdL Intercategoriale, riscontrando una forte partecipazione. "In occasione di questo sciopero – è stato dichiarato dagli organizzatori – non abbiamo chiesto nessun incontro al governo, perché riteniamo che le politiche fin qui perseguite, al di là della propaganda efficentista e meritocratica, siano nei fatti mirate all'affossamento della Pubblica Amministrazione dalla vendita dei servizi ai privati. E' su questo  per noi non c'è alcun margine di dialogo". Per l'occasione si sono svolte numerose manifestazioni sul territorio nazionale. Tra le più importanti e significative a Roma, a Torino, a Milano, a Napoli, dove si è spesso dato vita a iniziative promosse dai movimenti del precariato, con le forme e il linguaggio proprio dell'ironia. Manifestazioni e sit-in si sono svolti anche a Genova, Novara, Verona, Vicenza, Padova, Ancona, Perugina, Cagliari, Nuoro, Oristano, Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Catania, Ragusa, Palermo. "La marcia indietro fatta dal governo – si fa osservare – su alcuni fra i più odiosi provvedimenti nei confronti dei dipendenti pubblici dimostra che la lotta può rispedire i diktat al mittente".

Il tribunale riconosce le ragioni dei lavoratori esposti all'amianto

L'Associazione Italiana Esposti Amianto e altre associazioni tra cui il Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro di Sesto San Giovanni (Mi), nei mesi scorsi avevano presentato ricorso contro il governo italiano e l'Inail per violazione di alcune norme costituzionali. Negli anni migliaia di lavoratori sono rimasti esposti all'amianto, si sono ammalati e morti. Una legge del 1992 concedeva un risarcimento, facendo andare i lavoratori esposti in pensione un po' prima. Con un decreto del 2008, invece, il governo Prodi e  successivamente l'Inail ledono i diritti di migliaia di lavoratori, riconoscendo i periodi di esposizione all'amianto fino alla bonifica, non oltre 2003 e solo per certi siti, e riconoscendo solo ad alcuni lavoratori la possibilità di usufruire del risarcimento. Le associazioni hanno fatto ricorso al TAR e ora il tribunale ha dato loro ragione. La sentenza accoglie il ricorso su tutta la linea sottolineando l'illegittimità dell'operato dei Ministri e dell'Inail che hanno fortemente discriminato i lavoratori esposti all'amianto. Ora si aprono le porte per tutti i lavoratori interessati e centinaia di processi che hanno dato torto ai lavoratori dovranno essere rivisti. Conviene non perdere troppo tempo, prima che lo stato costruisca a tavolino qualche legge che lo assolva.

Melfi: gli operai scioperano alla Fiat-Sata per il premio di 1100 euro

Sarà anche vero che gli operai sono normalizzati e disorientati, ma non sempre vincono passività, paura e rassegnazione. Alla Fiat di Melfi si producono 1500 vetture al giorno con poco più di 5000 lavoratori, i carichi e i ritmi di lavoro aumentano in modo esponenziale e il padrone, ad ogni richiesta, piange miseria. I lavoratori della Fiat-SATA e della Ceva Logistics ancora una volta non ci stanno e si mobilitano. Vogliono 1100 euro di premio di risultato e rifiutano i pochi spiccioli che gli vengono offerti. La risposta è l'adesione in massa allo sciopero (indetto dalla FLMUniti-CUB, dalla Fiom-CGIL e dalla Failms, ma con ampia adesione anche di lavoratori non iscritti) che per due ore blocca la produzione e ferma le linee nel reparto montaggio. Se la Fiat non darà risposte positive altri operai sono pronti ad incrociare le braccia: quel denaro, prodotto con fatica e sudore è dei lavoratori!

Confermata l'assoluzione per 4.106 tramvieri

È diventato definitivo il provvedimento con cui lo scorso dicembre il Gip di Milano aveva prosciolto 4.106 autoferrotranvieri milanesi, accusati di interruzione di pubblico servizio per lo sciopero "selvaggio" a cui avevano aderito per cinque giornate tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004. La notizia è stata resa pubblica da uno dei difensori, il quale ha spiegato che non è stata presentata entro i termini l'impugnazione contro la sentenza con la quale il Gip aveva in precedenza decretato che le giornate di sciopero erano da considerare come un semplice illecito amministrativo, come tale non punibile penalmente perchè non previsto dalla legge come reato. Si chiude così la vicenda legale nata dopo gli scioperi spontanei che i tramvieri avevano indetto nei giorni 1, 20 e 21 dicembre 2003 e 12 e 13 gennaio 2004 per protesta contro l'inadempienza contrattuale della A.T.M. di Milano, dando così il via ad una serie di scioperi spontanei che avevano coinvolto centinaia di colleghi nelle diverse città della Penisola, raccogliendo la solidarietà di moltissimi lavoratori.

Irlanda: sciopero generale dei lavoratori del settore energia e costruzioni

Il 6 luglio è iniziato in Irlanda lo sciopero nazionale dei lavoratori del settore energia e costruzioni, circa 10.500 addetti aderenti al sindacato Technical, Engineering and Electrical Union (TEEU), che reclamano il pagamento dell'incremento salariale relativo agli ultimi due anni, pari a circa l'11%. Quello che veramente ha fatto crescere la rabbia tra i lavoratori è che, mentre questo aumento era stato concordato ben due anni fa, ora le imprese del settore hanno dichiarato l' intenzione di non onorare l'accordo firmato, adducendo come motivo la situazione di crisi del settore e affermando invece che intendono tagliare gli stipendi del 10%. Lo sciopero è stato quindi concepito in modo tale da colpire circa 240 siti produttivi tra quelli di maggiore importanza; i picchetti infatti hanno bloccato alcune tra le aziende più conosciute, quali la Guinnes, la Cadbury, la Intel nella Contea di Kildare e inoltre l'aeroporto di Dublino e la Corrib Gas Pipeline, i cui 250 addetti si sono uniti allo sciopero. In risposta allo sciopero generale le aziende, prima fra tutte la Cadbury, hanno iniziato una azione legale davanti alla Alta Corte per bloccare i picchettaggi, mentre – nel frattempo – anche i lavoratori di altri settori stanno iniziando a scendere in sciopero.

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