Umanità Nova, n.29 del 30 agosto 2009, anno 89

Un'estate calda


Da quando abbiamo sospeso le pubblicazioni (il 19 luglio 2009 con il numero 28), sono successe, in Italia e nel mondo, tante cose.
Non riusciamo certo a riepilogarle tutte. D'altra parte anche con la cadenza settimanale del giornale non riusciamo a dare completa copertura agli avvenimenti. Facciamo quindi una scelta.
Di particolare rilievo ci pare la calda estate delle carceri e dei CIE/CPT ulteriormente segnata, nell'ultima settimana, dall'immancabile rivelazione di una delle tante stragi che si compiono nel canale di Sicilia.
Nei CIE italiani (praticamente in tutti) si sono registrati diversi episodi sia di rivolta aperta che di così detto autolesionismo. Da Torino a Gradisca passando per Milano, da Modena e Bologna a Ponte Galeria passando per Cagliari, anche la stampa di regime che avalla le leggi liberticide e razziste ha dovuto prendere atto che vi é una questione migrante di fronte alla quale il "pacchetto sicurezza" nulla può se non aumentare le ingiustizie e le sofferenze a cui queste persone in fuga dalle dittature, dalle guerre e della fame sono sottoposte.
Ma anche la "normale" detenzione carceraria ha fatto emergere le nefandezze di questo sistema. Da Arezzo a Firenze, da Foggia, Lecce e Bari a Bologna, da Como a Venezia, da Pistoia a Perugia, da San Gimignano a Padova e Trani. Sicuramente manca qualche località all'elenco. A meno di due anni dall'ultimo indulto "sfolla carceri" i penitenziari italiani sono nuovamente straboccanti. Di fronte ai richiami della Commissione Europea per un minimo di "umanità" il governo non ha trovato di meglio che rispondere chiedendo alla UE di farsi carico dei circa 30 mila detenuti "extracomunitari" e programmando nuove spese per allargare i padiglioni carcerari; non per fare stare più larghi i detenuti ma per potervene stipare degli altri.
Il piano del governo, anche in previsione di un autunno carico di contestazioni, prevede la possibilità di carcerare circa 90 mila persone accanto ai 20 mila detenuti nei CIE.
La vicenda di Francesco Mastrogiovanni, poi, di cui pubblichiamo una veloce notizia degli eventi, dimostra come gli ambiti di detenzione in regime di privazione delle libertà personali e stato di sottomissione si estenda agli ospedali dove i Trattamenti Sanitari Obbligatori divengono sempre più spesso momenti di detenzione e annullamento della soggettività dei reclusi; quando poi, come in questo caso, non portino alla morte del "ricoverato" dopo evidenti percosse e sevizie.

redazionale

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