Umanità Nova, n.29 del 30 agosto 2009, anno 89

informAzione - 2


Modena. Libera. Un anno dopo

8 agosto, è passato un anno. Purtroppo l'immagine vista dal tetto di quella fila di auto e furgoni di vigili, poliziotti e carabinieri su via Pomposiana è ancora troppo nitida.
La ferita c'è, c'è ancora. Mentre Pighi, Saitta e Frieri erano in vacanza la volontà del potere si è scontrata con la volontà dell'autogestione ed ha vinto la prima. Certo a differenza del podestà adesso c'è un consiglio comunale che decide ma queste sono storielle e tutti sanno che le decisioni sono "blindate" e vengono prese in altri luoghi. Non solo ma rispondono sempre agli stessi interessi e seguono le stesse logiche. L'ex caseificio andava occupato per dimostrare che Libera, tranne i muri, c'è tutta, ancora tutta.
Il desiderio e il bisogno di un posto come Libera invece è aumentata, ce lo sentiamo ripetere sempre ovunque andiamo.
La ferita c'è, purtroppo c'è ancora. L'8 agosto, dopo 5 anni sotto sgombero, una giornata d'impotenza e di liberazione.
E' finita, avete vinto. Ma l'esperienza e la lotta di Libera hanno segnato, tanti, molti. L'8 agosto dovrà diventare un brutto ricordo, ma non per noi, quello sgombero sarà il fiato sul collo di questi podestà moderni, dovrà diventare il loro incubo, senza fretta, le risposte scomposte come tanti credevano non ci saranno, ci sarà la memoria che accompagnerà le nostre lotte future.
Ci sarà la consapevolezza che il nemico ora è nudo ed ora bisogna vincerlo. Un saluto a Libera, alle migliaia di storie che sono passate di lì, senza padrini né padroni, a ricordo che l'autogestione e la libertà non sono utopie.
Colby

Messina. No al Ponte

Migliaia di persone - circa ottomila - hanno dato vita a una grande manifestazione che si è tenuta lo scorso 8 agosto a Messina contro il Ponte sullo Stretto.
Alla mobilitazione, indetta dalla Rete No Ponte, hanno aderito e partecipato delegazioni provenienti da tutta la Sicilia ma anche dalla Calabria e dalla Campania. Erano presenti tutte le anime del movimento, dai centri sociali ai sindacati di base, alle associazioni ambientaliste fino ai partiti della sinistra non parlamentare. Allo spezzone rosso e nero, organizzato dalla Federazione Anarchica Siciliana, hanno partecipato un centinaio di compagne e compagni siciliani e calabresi. Striscioni, megafonaggio, bandiere, volantinaggi e slogan hanno caratterizzato la presenza anarchica che ha suscitato interesse e simpatia, al punto che lo spezzone si è ingrossato strada facendo. L'ottima visibilità degli anarchici all'interno del corteo ha confermato il ruolo propositivo della componente libertaria nell'ambito del movimento di opposizione al Ponte, un movimento che negli ultimi due anni aveva praticamente interrotto le proprie attività per via dell'apparente congelamento del progetto di costruzione del "mostro sullo Stretto". Ma adesso che questa opera devastante sembra essere rientrata nell'agenda e nel dibattito politico dei governi centrale e regionale, diventa necessario rilanciare l'opposizione sociale ai disegni speculativi e mafiosi dei poteri forti, interessati - quanto meno - all'avvio dei cantieri. La buona riuscita della manifestazione contro il Ponte (organizzata, per altro, in piena estate) lascia sicuramente ben sperare per il futuro di questo movimento.
 
Gruppo Anarchico "A. Failla" - FAI Palermo e Trapani

Firenze. Aspettando il sol dell'avvenire... il sole lo prendiamo sui tetti

Il 13 luglio verso le 11 di mattina villa panico e la riottosa squat ricevono contemporaneamente la sgradita visita da parte di un manipolo di digossini, carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco guidati dal questore Tagliente e dal suo viscido vice Bernabei. L'azione sbirresca avviene sotto il pretesto di una perquisizione fantoccio la cui causa scatenante sarebbe stata l'apertura di uno striscione ("la legalità è l'arma dei padroni") avvenuta il 29 febbraio scorso in piazza della Repubblica per denunciare il crescente clima di repressione a Firenze come altrove. Un clima dove la violenza di stato prende forma nei vari pacchetti sicurezza, nell'arroganza mostrata nel far tacere il dissenso, nelle scuole come nei CPT, nelle piazze come nelle galere.
Per resistere a quello che già si preannunciava come uno sgombero, alcuni occupanti delle due realtà sono saliti sui tetti e lì sono rimasti fino quasi alle 11 di sera.  Da subito in entrambi i posti si sono creati presidi di solidarietà; alcuni tra i primi solidali accorsi al panico, in seguito alla provocatoria richiesta dei documenti, sono stati malmenati e portati in questura, per essere poi rilasciati dopo qualche ora. La volontà di resistere dai tetti, nonostante la mancanza anche dell'acqua sulla riottosa, e la presenza dei compagni accorsi ha fatto sì che la pressione sbirresca sfumasse in una ritirata verso le 11 di sera, dopo inutili tentativi di convincere gli occupanti a scendere, tra false promesse e vili minacce.
Spariti sbirraglia e affini, i compagni hanno proceduto alla smuratura delle porte e finestre chiuse durante la giornata dagli operai: la gioia è stata tanta. Solo che dove passano le merde la puzza si sente... al panico sono stati sequetrati 5 computer, un paio di libri di recente pubblicazione, un barattolo di vernice rossa e poco altro. Hanno tagliato la luce e l'acqua in più punti così da rendere difficile un rapido collegamento.
Alla riottosa è andata un po' peggio, qui ancor più palesemente la perquisizione si è rivelata essere solo un pretesto dal momento che gli sbirri, a parte aver portato via qualche volantino, hanno semplicemente devastato tutto: il bagno, costruito interamente dai riottosi non esiste più e il massimo divertimento per i porci in divisa è stato spezzare gli spazzolini da denti, aprire tutte le conserve sputandoci dentro e lasciare pisciate ovunque.
Sono state rotte le pompe delle cisterne dell'acqua e la corrente è stata tagliata per ordine del questore all'enel, nonostante il regolare contratto. Questo fa emergere chiaramente il modus facendi della forza repressiva che laddove non può schiacciare cerca di distruggere per sfinimento. Preso atto, andiamo avanti perchè niente può fermare la passione per la libertà. Per questo riaffermiamo l'importanza dell'autodifesa e dell'autorganizzazione delle lotte. Non riusciranno facilmente a spegnere il fuoco interiore che ci spinge a non chiedere permessi ma a riprenderci quello che ci viene sottratto quotidianamente da questa società aberrante e mortifera. Per la rivolta! Viva l'anarchia e lunga vita ai ribelli.
Terrorista è lo stato.

Alcuni anarchici di villa panico.

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