Umanità Nova, n.29 del 30 agosto 2009, anno 89

informAzione - 3


Ponte Nossa. Censura preventiva

Martedì 7 luglio, attraverso il presidente della Proloco siamo stati convocati in consiglio comunale alla presenza del sindaco Capelli e di tutta la giunta.
Oggetto dell'incontro la preoccupazione da parte delle autorità riguardo alla "Info festa 2009" indetta dalla "comunità per l'ecologia sociale" presso la tensostruttura del parco di Ramello di Ponte Nossa.  Il programma era già stato definito e concordato e la caparra era già stata versata.
Il sindaco, dietro la pressione dei carabinieri di Clusone, ci ha vietato l'uso dello spazio e della struttura per motivi di ordine pubblico giustificando la scelta con il movente che la pubblicità dell'evento è apparsa su un sito anarchico e paventando scenari di scontri violenti da parte degli insurrezionalisti.
Al fine di intorbidire le acque ha inoltre sollevato problemi igienico-strutturali dell'area adibita a festa (area che viene regolarmente utilizzata e gestita dalla Proloco). Tale iniziativa era nata sì in seno anarchico, ma in itinere diverse realtà ed esperienze si sono avvicinate concretamente e operativamente dandole un senso di trasversalità ambientalista. Si annoverano tra queste, associazioni come: Civiltà Contadina, il Forum dei movimenti per l'acqua, Serianambiente, Comitato contro il consumo del territorio, Comitato per il parco agricolo di Bg, Rete bioregionale, Coordinamento dei comitati ambientalisti e gruppi animalisti.
Durante l'intero evento sarebbero state organizzate escursioni sul territorio, conferenze, eventi ludici per bambini, eventi culturali e musicali, laboratori pratici e di avvicinamento rispettoso alle risorse della natura e una cucina volutamente vegana e vegetariana.
Promotrice di questa manifestazione la volontà di discutere e approfondire le tematiche ambientali in un clima di convivialità e partecipazione, impegno e divertimento.
Attraverso la censura preventiva, applicata ciecamente dalle autorità, le comunità della valle verranno private di un occasione rara, ma ciò che più ci preoccupa è la volontà repressiva di ogni proposta culturale e di ogni iniziativa informativa, manifestata dall'amministrazione di Ponte Nossa   e dai C.C., in linea con il clima culturale attuale degenerato con le recenti repressioni alla vigilia del G8 a L'Aquila.
Si sottolinea che il suddetto sindaco, pur essendo residente in tutt'altra zona della bergamasca è stato rieletto con un lista civica in cui sono presenti leghisti ed affini, la nuova avanguardia della fabbrica della menzogna e dell'intolleranza culturale, politicanti che non sono riusciti a riciclarsi in sfere politiche più alte, si sono fatti eleggere in un piccolo paese di 1600 abitanti facente parte di una comunità alle prese con una crisi economica e occupazionale.
Il sindaco Capelli con un atteggiamento antidemocratico, oscurantista ed autoritario si è posto come esecutore delle disposizioni del comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza trascurando il fatto che il movente dell' "info festa" era quella di portare i contenuti della "comunità per l'ecologia sociale".
Ribadiamo la nostra indignazione verso l'atteggiamento volto a criminalizzare e discriminare chi non si accontenta di questa stupidità generalizzata. Rivendichiamo la libertà di espressione e di pensiero, di non sopravvivere annacquati in una massa anonima ma di esistere nelle nostre singolarità e diversità.
Possono censurarci, ma noi continueremo a perseguire le nostre istanze libertarie. Prendiamocele!

Comunità per l'ecologia sociale

Alessandria. Nuova provocazione della Cooperativa "Lavoro e Liberazione"

Il giorno 7 luglio, la Lega delle Cooperative ha chiesto di incontrare il lavoratore licenziato a fine 2008 dalla cooperativa sociale "Lavoro e Liberazione", dopo più di quattro anni di lavoro precario, e poi fatto oggetto di una vera e propria rappresaglia attraverso la richiesta di un indennizzo di più di 4.000  euro per un danno di cui non era assolutamente responsabile, dopo la sua decisione di affidarsi alla C.U.B. per difendere i propri diritti.
In occasione dell'assemblea dei soci della Cooperativa "Lavoro e Liberazione", svoltasi il 29 maggio presso lo spazio sociale dell'ex Caserma VVFF, la C.U.B. aveva indetto un presidio chiedendo esplicitamente all'assemblea la riassunzione del lavoratore e denunciando le vere ragioni del licenziamento: l'impegno del lavoratore sui temi dei diritti, del salario, della sicurezza, della distribuzione dei carichi di lavoro, della gestione del personale. Intollerabile, infine, che il licenziamento sia avvenuto al termine di un periodo di infortunio sul lavoro.  
Dopo una grottesca parodia di procedura democratica, la presidenza della cooperativa aveva imposto a un' assemblea condizionata e intimorita la ripresa dei lavori sull'ordine del giorno previsto, comportandosi esattamente come ogni padrone che si rispetti. D'altra parte, secondo la cooperativa "Il contratto era scaduto"...
Nell'incontro del 7 luglio, al quale il lavoratore si è presentato con l'assistenza della CUB, la responsabile della Lega delle Cooperative, nel giro di pochi secondi ha incredibilmente affermato:
di voler conoscere le ragioni della "baraonda" del 29 maggio, durante l'assemblea della cooperativa Lavoro e Liberazione (dando così una chiara idea del suo concetto di attività sindacale);
che il rispetto dei diritti dei lavoratori è un caposaldo della cooperativa stessa (sorvolando con eleganza sugli esempi negativi citati dal lavoratore);
che "Lavoro e Liberazione" è tra le migliori cooperative per quanto riguarda i rapporti sindacali (ammettendo, con involontaria sincerità, che c'è anche di peggio...)
che il contratto precario protrattosi per più di quattro anni era perfettamente regolare (Treu, Prodi, Berlusconi, Marcegaglia docent)
che le richieste del lavoratore e della CUB sono prive di fondamento e, soprattutto, degne del 1968 (e qui ci spiace di non poter rendere per iscritto il tono orripilato con cui sono state pronunciate queste parole);
che, in sostanza, non aveva proprio nulla da dirci in merito alle nostre richieste (e qui resta il mistero del perchè ci abbiano convocati).
A quel punto, alla delegazione sindacale non è rimasta altra scelta che prendere atto del comportamento provocatorio della controparte, in sempre maggiore difficoltà a causa della sua stessa arroganza: evidentemente, per la Lega delle Cooperative, "trattare" significa imporre il proprio volere.
La C.U.B. continuerà con la stessa determinazione la battaglia finora condotta, fino alla riassunzione del lavoratore, ma anche per aprire spazi di democrazia sindacale all'interno di un mondo del lavoro, quello delle cooperative, dove i diritti delle persone vengono sempre più ridotti.

Per la CUB Alessandria
Piercarlo Bina

Alessandria. Basta speculazioni!

Ad Alessandria si sta compiendo, sotto gli occhi ignari dei cittadini, l'ennesima speculazion edilizia. Infatti non si può definire altrimenti l'abbattimento dello storico ponte "Cittadella".
Questo progetto era stato pensato e voluto dall'ex sindaco razzista e leghista Francesca Calvo.
L'attuale giunta ha trasformato questo triste personaggio in una figura eroica, arrivando addirittura a dedicargli la biblioteca comunale. E con la scusa infondata che sia stato il suddetto ponte a causare l' alluvione del 1994 è iniziato, a ritmi vertiginosi, lo smantellamento per costruirne uno nuovo.
Contro quest'opera costosissima questo pomeriggio si è mobilitato un gruppo  di compagni del Comitato No Tunnel (Basta Cemento) che ha svolto un'azione di propaganda. Dopo aver apposto sulla rete del cantiere uno striscione con la scritta "BASTA SPECULAZIONI" venivano fermati alcuni automobilisti ai quali venivano distribuiti numerosi volantini. Nel frattempo sono intervenute le forze del dis-ordine, parecchio agitate, che hanno fermato ed identificato i compagni presenti. Alcuni passanti ed automobilisti hanno solidarizzato col Comitato esprimendo la loro contrarietà a quest'opera inutile e dannosa. Dopo di che i compagni si sono spostati nelle vie del centro cittadino per continuare l'azione di controinformazione. Di seguito alleghiamo il testo del volantino distribuito.
L'ennesima speculazione edilizia sta abbattendosi sulla nostra provincia. Le scuse di entrambi gli schieramenti per giustificare la smania di cantierizzare e cementificare ogni fazzoletto di terra sono sempre le stesse: il rilancio economico (che non arriva mai) o la maggior sicurezza (parola quanto mai abusata). Ed è proprio sulla sicurezza di Alessandria che si punta per aprire un nuovo cantiere. A fare le spese della cementificazione questa volta non è un campo o una collina ma niente meno che un monumento: il ponte Cittadella.
Facendo leva sulla sacrosanta paura degli alessandrini di una nuova ondata di piena (far leva sulle paure per giustificare scelte scellerate è ormai un hobby dei politicanti) si vuol far credere che l'abbattimento, e la costruzione di un nuovo ponte, siano inevitabili ed auspicabili nel minor tempo possibile. Va detto il nuovo ponte sarà costruito dopo aver già abbattuto quello esistente, e questo modo di operare causerà inevitabilmente rallentamenti e inconvenienti (leggasi "ingorghi") al traffico da e per la città. Infatti Alessandria, finché la nuova opera non sarà conclusa (pare tra circa tre anni) avrà un ponte in meno. Ma non è questo il punto fondamentale.
La verità è che questo intervento non renderà più sicura la città. Dalle esperienze concrete di altri Paesi europei si apprende di come sia possibile, semplicemente livellando in diversi terrazzi i terreni ai lati del fiume, ottenere vasche di contenimento, senza cementificare nulla, senza espropriare nulla e senza arrecare danno o imposizioni agli agricoltori. Tuttavia questo tipo di informazioni, nonostante il buon lavoro svolto dai Comitati in difesa del ponte, non trova adeguato risalto. Per questo, per porre in evidenza le possibili soluzioni alternative all'abbattimento (spesso oscurate da una conduzione faziosa dell'informazione), abbiamo optato per un'azione  simbolica volta ad informare meglio, com'è loro diritto, i cittadini alessandrini. Come Comitato nato in difesa del territorio contro le speculazioni delle ditte appaltatrici e delle varie amministrazioni compiacenti, non crediamo infatti che l' abbattimento del ponte storico sia la soluzione migliore.
Così sembra emergere anche dalle dichiarazioni di quegli stessi che sono favorevoli all'abbattimento, perché in più occasioni questo è stato presentato come "misura di emergenza" in attesa della realizzazione delle casse di laminazione, comunque necessarie!
A questo punto ci chiediamo se non sia opportuno concentrare le energie ed il tempo a disposizione per interventi in questo senso, valutando solo in un secondo tempo se l'eliminazione del Cittadella risulti ancora indispensabile. Tuttavia, come spesso accade, questa domanda assume un tono retorico, e gli interessi nascosti prendono il sopravvento sul buonsenso.

COMITATO NO TUNNEL, BASTA CEMENTO!

Per informazioni, chiarimenti,
dubbi, solidarietà e qualsiasi altra cosa, la nostra e-mail è sempre a disposizione di chi volesse.
comitatonotunnel@gmail.com

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