Venerdì 17 luglio. La polizia aveva allestito uno spettacolo
in grande stile in largo Saluzzo, dove "gli antirazzisti contro il
pacchetto sicurezza" avevano annunciato una serata informativa.
Nonostante un violento temporale gli uomini in divisa sono rimasti
lì ad attendere i compagni, che invece hanno pensato bene di
riparare sotto l'ampia tettoia del mercato coperto di piazza Madama
Cristina. La serata, aperta da Fabio che cantava Brassens e De
Andrè e da un duo di chitarra manuche, è proseguita con
un'assemblea dove il momento informativo ha gradualmente lasciato il
posto ad un fitto intreccio di proposte per rendere concreta la
resistenza al pacchetto sicurezza. La legge liberticida e razzista che
il parlamento aveva approvato in modo definitivo il 2 luglio. Di
lì a poco la rivolta divampata nei CIE di Milano, Gradisca,
Modena, Torino e le stragi in mare avrebbero controfirmato con la
lotta, il sangue e la morte la nuova legge dello Stato italiano.
M. M.
Una fila di panchine, i giochi per i bimbi, un chiosco di bibite, la
linea del 4 che sferraglia lungo il corso. Siamo all'angolo tra corso
Giulio e via Montanaro. Un giardinetto di periferia. Uno come tanti un
tempo non lontano, oggi un posto di frontiera, dove la vicinanza offre
occasioni di incontro e, insieme, rende tangibile lo sbarramento da
oltrepassare. Qui gli italiani sono pochi, quasi tutti anziani che
chiacchiericciano all'ombra, in un'illusione di feria che per i
più è solo un ricordo di tempi migliori, quando la crisi
non si era ancora mangiati risparmi e futuro dei figli. Gli altri, i
più, sono tutti immigrati. Africani, maghrebini, slavi, cinesi.
Ovunque bambini che corrono, giocano, gridano. Solo loro parlano bene
italiano e traducono alle madri ed ai padri. Qui il 20 luglio è
stato proiettato "Le tre sepolture" di Tommy Lee Jones. Una storia di
mandriani, immigrati e guardie dal grilletto facile al confine tra USA
e Messico, dove la vita di un immigrato vale la pallottola che lo
uccide. Una rude educazione al sentimento e all'incontro in un western
che non lascia spazio alle retorica.
Nell'angolo del chiosco il vecchio baffuto siciliano che lo gestisce
apostrofa gli anarchici "Voi state con 'quelli là'. Poi aggiunge
"una volta ero un compagno, adesso non più". E si chiude nel suo
rancore.
Appena più in là, in un caos di bambini che smontano
tutto e anziani che strillano per l'audio – troppo alto, troppo basso,
sempre troppo – e le africane che si mangiano la nostra pizza, si
consuma una serata complicata ma bella.
M. M.
Dopo parecchi anni, è tornata a Carrara la Festa per
Umanità Nova. Si è tenuta sabato 18 luglio a Torano, una
frazione a monte, subito a ridosso delle cave di marmo. Una giornata
sola, intensa e gratificante con obiettivo una raccolta di fondi a
favore del giornale.
Tutto è iniziato alle 17.30, quando nel cortile della ex scuola
elementare sono stati allestiti giochi per bambini, Di seguito, prima
dell'ora di cena, i compagni del Malatesta di Roma hanno presentato il
loro libretto "A come anarchia".
All'apertura della cucina, terminata la presentazione, un vero è
proprio assalto per accaparrarsi una delle tante porzioni di pasta nei
fagioli o di capra con la polenta, piatti forti della serata. Un
menù ricco e completo ha soddisfatto tutti gli avventori che
hanno potuto mangiare e bere bene e abbondantemente con una modica
cifra.
Verso le dieci di sera, Marco Rovelli, con il suo nuovo gruppo I
LibertAria, dava il via alla serata musicale. A seguire, i Forastieri
che hanno fatto ballare il pubblico a ritmo di pizzica. Il terzo gruppo
in programma, Donato Landini, Piero del Prete e altri, per
l'occasione ribattezzatisi "Addetti alla Nostalgia Soc. Coop.", data
l'ora raggiunta, era l'una di notte abbondantemente passata, e per non
recare disturbo al paese, hanno dovuto "accontentarsi" di suonare ad
amplificatori chiusi. Accontentarsi per modo di dire. Seduti su sedie,
gli si è fatto attorno chi era rimasto fino a quell'ora, una
centinaio di persone, e nell'intimità del suono delle chitarre
al naturale, le loro voci hanno intonato vari canti della tradizione
anarchica e popolare. E' stato sicuramente il momento più
toccante della festa. Una stupenda chiusura per una bellissima festa
che ci ha ripagato di tutte le fatiche fatte nelle settimane precedenti
tra pulizia e preparativi del posto. Siamo arrivati alla fine, la
mattina dopo, stanchi, ma appagati dal buon risultato e dalla
affluenza. Abbiamo calcolato circa un migliaio di persone tra compagni
e simpatizzanti che ci hanno permesso di raggiungere il nostro
obiettivo: tra utile e sottoscrizioni varie siamo riusciti a
raccogliere 1500 euro per il giornale. Un ringraziamento è
doveroso per tutti quei compagni, esterni al gruppo Germinal-FAI di
Carrara e al Circolo Lodovici Vico di Torano, organizzatori della
festa, che hanno offerto la loro mano d'opera per la buona riuscita
della festa. Per motivi di spazio non ci è possibile citarli
tutti. Un ringraziamento particolare va al Comitato Pro-Torano, che ci
ha messo a disposizione gratuitamente la struttura della cucina, da
loro allestita, presente nel giardino della ex scuola di Torano.
Vista la buona riuscita di questa festa, abbiamo deciso di ripeterla il
prossimo anno, portando la durata a tre giorni. Chiunque si voglia
aggregare all'organizzazione ce lo faccia sapere e sarà il
benvenuto.
RedC
Neppure due settimane e sono oltre il centianio le persone che
porteranno appresso il fazzoletto giallo contro la presenza dei
militari a Pordenone: oltre 70 le adesioni al gruppo su Facebook, una
trentina quelle arrivate in email antironde@gmail.com e più di
una trentina tra i promotori della campagna di disobbedienza per questo
ennesimo attacco alla libertà di tutti nel solco di una politica
di odio e diffidenza nazionalista e leghista.
Le prenotazioni del fazzoletto giungono da più parti, moltissimi
i giovani (i più tartassati dai controlli) ma anche da intere
famiglie ("ne ordino 3 per tutta la famiglia" chiede una donna in
email), sappiamo che dall'opinione ai fatti il passo non è
facile né breve e quindi questa adesione ci rincuora e chiediamo
a tutti, anche gli indecisi che su FB hanno messo in forse la propria
partecipazione (sono una novantina), trovino il coraggio di esporsi
pubblicamente come segnale di un'inversione di tendenza rispetto a
tutto questo livore e razzismo gettato dall'alto di poteri e mezzi da
partiti politici che sulla paura della gente stanno facendo le proprie
fortune.
La campagna quindi prosegue e diamo appuntamento per venerdì 4
settembre in P.zza Risorgimento alle ore 18.00 per un Info-Point dove
verranno distribuiti i fazzoletti gialli a chi ne ha già fatto
richiesta e a coloro che in quel momento volessero aderirvi.
In questo presidio informativo oltre a volantini che spiegano i motivi
di quest'azione ci saranno anche materiali riguardo ai numeri reali
sulla sicurezza sia a Prdenone sia in Italia mostrando con dati alla
mano come tutte queste operazioni lavorino sulla "percezione" della
realtà, alimentandone le fobie e nascondendo, depistandoli, i
veri motivi di paura che invece la gente vive quotidianamente, anche a
Pordenone, come quella di non poter garantire asili e scuole pubbliche
ai propri figli con tagli generali agli organici e agli orari delle
attività in aule fatiscenti o mancanti, la paura di non poter
accedere alle cure sanitarie, sempre più costose e sempre meno
qualificate a causa dei tagli di risorse umane e strumentali, con la
continua privatizzazione dei servizi e l'affossamento della
ricerca, a causa della costante precarizzazione del lavoro, dei
licenziamenti e della cassa integrazione di massa e
dell'impossibilità di arrivare economicamente alla terza
settimana per sempre più famiglie e cittadini. Infine assieme al
fazzoletto daremo un prontuario di autodifesa legale per qualsiasi
inconveniente od abuso che chi lo indossa dovesse incontrare oltre
all'appoggio totale ed incondizionato sul piano solidale e di
partecipazione attiva.
Iniziativa Libertaria
Sabato 29 agosto. Un migliaio di persone hanno manifestato per le
strade di Oulx, in alta Val Susa, contro il raddoppio del tunnel
autostradale del Frejus.
La nuova opera, che si innesta in un territorio già
violentemente sacrificato alle pretese del trasporto su gomma e su
rotaia, sebbene sia stata a lungo "travestita" da "galleria di
sicurezza", è un tunnel gemello di quello che oggi collega la
Val Susa alla Maurienne.
L'opposizione, in Alta come in bassa Val Susa, sta crescendo. Il
raddoppio del tunnel favorirebbe il moltiplicarsi del passaggio dei
Tir, con aumento dell'inquinamento, senza alcun vantaggio per il
territorio, condannato, ancora una volta, a mero corridoio di passaggio
per le merci.
Al Corteo di Oulx hanno partecipato i comitati della Maurienne e quelli
della Val d'Aosta, che nei loro interventi hanno sottolineato
l'importanza di lotte congiunte contro un'idea di "sviluppo", che nega
i danni alla salute ed all'ambiente derivanti dallo scambio di merci,
che spesso viaggiano non per necessità intrinseca ma per una
logica che è solo quella del maggior profitto.
Assenti i partiti, presenti e visibili invece No Tav ed anarchici con le loro bandiere.
Nei prossimi mesi la lotta dei No Tir e dei No Tav entrerà nel
vivo. I lavori del tunnel non tarderanno ad iniziare, mentre, sul
fronte No Tav, il Ministro Matteoli ha annunciato per settembre ottobre
i primi sondaggi. Probabilmente crede che quattro anni di trattative,
di mediazioni politiche per dividere il movimento abbiano dato i loro
frutti. Al movimento popolare, a ciascuno di noi, il compito di
dimostrare che si sbaglia.
M. M.
Agosto è stato un mese molto caldo per i reclusi di Gradisca
d'Isonzo, in tutti i sensi. Dentro le celle le temperature sono
insopportabili, l'acqua è razionata, spesso l'ora d'aria viene
negata e la polizia picchia con i manganelli fin dentro le celle. Ma
non è solo questo a far salire la rabbia dei migranti: lontano,
a Roma, hanno deciso che chi è dentro il CIE ci dovrà
restare 4 mesi in più, quando ogni giorno dentro questo inferno
è lungo come un anno. L'8 agosto, nel giorno in cui il pacchetto
sicurezza entra in vigore definitivamente, in cento salgono sui tetti
per urlare la propria rabbia. Quando la polizia antisommossa lancia i
lacrimogeni, rispondono con bottigliette d'acqua e spaccano le
telecamere. La rivolta continua fino alle 4 del mattino,
dopodiché gli agenti entrano nei casermoni e picchiano chiunque
vi trovino. Il 10 e l'11 agosto i migranti vengono tenuti chiusi nelle
celle per tutto il giorno. Il 20 agosto in 7 riescono a fuggire e a far
perdere le proprie tracce, mentre il 27 un'altra evasione viene
bloccata all'ultimo dalla polizia. Dopo la rivolta e i tentativi di
fuga, vi sono stati diversi trasferimenti "punitivi", soprattutto verso
il CIE di Milano.
I responsabili del consorzio "Connecting People", che gestisce questo e
altri Cie sparsi per l'Italia, che si definiscono tanto umanitari e
fedeli ai principii di solidarietà e partecipazione, ovviamente
tacciono di fronte a una situazione che peggiora di giorno in giorno:
persone malate che vengono lasciate lì o riempite di
psicofarmaci, cibo cattivo, mano libera alla polizia…
La responsabilità è principalmente di chi lavora
lì dentro, magari ancora pensando di aiutare… o solo per
guadagnare quattro soldi sulla pelle dei migranti che vi sono reclusi.
r.v.