Riuscita senza alcun dubbio la manifestazione popolare a Laino
Borgo, sabato 5 settembre, nel parco del Pollino, grazie alla forte
partecipazione, locale innanzitutto, di persone di tutte le età,
soprattutto di donne e anziani, come non se ne vedevano da tanto:
intorno a 2500 le persone, decine i paesi mobilitati. Importante
è stata la conoscenza di queste persone, dei problemi e delle
tematiche della manifestazione; altrettanto importante è
stata la loro forte connotazione - con decine di cartelli e striscioni
fatti in casa - la loro calma ma determinata e dignitosa presenza.
Buono è stato anche il contributo esterno, nonostante i pochi
giorni di preparazione: decine di associazioni e comitati hanno
dato vita dal basso a una ferma denuncia del pericolo di devastazioni
per il territorio. Ora dopo sette anni di battaglie, anche
amministrative e legali, con questa manifestazione i partecipanti
pensano di aver segnato un punto di svolta, nonostante la squallida
passerella dei sindaci.
Nel mese scorso la mobilitazione popolare ha occupato l'Ente parco che
aveva dato il consenso alla ristrutturazione di una centrale a carbone
chiusa dal 1993, chiedendo le dimissioni del direttivo e la chiusura
dell'Ente stesso. Ente che ha dovuto così fare marcia
indietro. Nei suoi incubi di arrogante colonizzazione, l'Enel ha
risposto che la centrale avrebbe inquinato meno di quanto faccia oggi
che non funziona (!?), in barba al più comune buon senso,
più che al protocollo di Kioto: verrebbero infatti bruciate
biomasse da mezza Europa per nutrire 35 mgwatt, con 230 passaggi di
camion al giorno, con evidenti ricadute negative sulla crescente
economia bio-gastro-naturalistica. Senza, tra l'altro, alcun posto di
lavoro guadagnato.
Il corteo è stato un risultato prezioso, su cui occorre
riflettere: la nostra gente è disposta a muoversi, quando sono
chiari gli obbiettivi e trasparente il metodo. Coordinare esperienze,
energie, volontà è importante, se si vuole far crescere e
vincere le nostre battaglie; i risultati si ottengono facendo
ciò con intelligenza e sapendo incontrare le reali esigenze,
dialogando con il territorio; in materia di ambiente questo è
fondamentale e penso che per il futuro questo possa assumere anche
ulteriori significati.
Oreste
Due consiglieri di amministrazione dell'ateneo di Bologna,
rappresentanti del personale tecnico amministrativo, esponenti di
Unità di Base, continuano da anni a denunciare gli sprechi
dell'ateneo e il travaso di risorse verso enti esterni senza nessuna
possibilità di controllo da parte del Cda.
Il 2 settembre scorso la cronaca dei quotidiani locali riporta l'ultima
denuncia pubblica: il travaso di poco più di 18 milioni di euro,
in poco meno di cinque anni, dal bilancio di ateneo al bilancio della
fondazione Alma Mater (ente di diritto privato) con quasi nessun
ritorno (850 mila euro circa nello stesso periodo).
L'attività di cui ha l'incarico la fondazione per conto
dell'ateneo è quella della gestione dei master universitari e
del recupero di risorse da enti privati. La risposta alla denuncia
pubblica arriva immediatamente, ma non dal rettore, responsabile del
bilancio di ateneo, ma dal presidente della fondazione, professor Tega,
il quale inizialmente nega i dati della ragioneria e minaccia querele
che probabilmente non arriveranno mai. Ma chi può controllare il
buon utilizzo da parte della fondazione di questi fondi? Nessuno! La
fondazione è un ente di diritto privato e nessun controllo al
bilancio è possibile!
Perché l'ateneo di Bologna non ha utilizzato tali risorse per
evitare i continui aumenti delle tasse universitarie e il continuo
erodersi del trattamento economico del personale tecnico
amministrativo? 18 milioni di euro potevano servire a stabilizzare
lavoratori precari che lottano da anni e magari anche a riaprire le
mense per gli studenti della cittadella universitaria. Tale accadimento
comprova ancora una volta che il processo di smantellamento della
pubblica istruzione è in fase avanzata. Oggi l'unico obiettivo
del nuovo baronato è "fare impresa" con risorse pubbliche e la
trasformazione in fondazioni degli atenei (voluta dai governi di destra
e di sinistra) non è altro che l'istituzionalizzazione di tali
interessi a scapito della ricerca e dello sviluppo culturale del paese.
RedB
Come annunciato da mesi, anche dalle pagine del giornale, dal 4 al 6
settembre si è svolta presso la biblioteca F. Serantini di Pisa
la XIV conferenza della federazione internazionale dei centri di studio
e documentazione, ficedl, una rete di coordinamento nata a Marsiglia
nel 1979.
Tre giorni impegnativi, di conoscenza, studio, dibattito che hanno
celebrato al meglio il trentennale delle federazione e della Serantini
e ai quali hanno partecipato complessivamente quasi un centinaio di
compagne e compagni.
Venerdi pomeriggio le varie realtà hanno presentato le proprie
attività ed è risultata evidente la ricchezza
quantitativa e qualitativa del patrimonio di documentazione libertaria
in Italia e in Europa. Compagni di Fano, Locarno, Messina, Ragusa,
Lisbona, Losanna, Roma, Imola, Castelbolognese, Berlino, Milano,
Marsiglia, Montpellier, Lione, Atene, Mosca, Barcellona, Catania hanno
preso la parola e condiviso il proprio percorso culturale e
sociale.
Sabato si è discusso appassionatamente di anarchismo,
postanarchismo e nuovi movimenti antiautoritari, nell'ottica di
sviscerare il rapporto tra la teoria/pratica anarchica e la
società contemporanea. Una bella palestra di idee per un
movimento che sembra spesso essere più a suo agio con temi di
carattere storico; e anche se i vari interventi sembravano a volte
perdere un filo comune, si è aperta una discussione franca,
vivace che ha affrontato temi come la fluidità dei movimenti
contemporanei, l'incidenza su di essi delle tecnologie informatiche, la
situazione del movimento libertario in Russia e in Grecia, l'urgenza
della proposta anarchica di fronte a un mondo vicino al collasso
ecologico, e ancora - nel pomeriggio – la questione
dell'identità anarchica, le relazioni tra anarchismo e scienza
della politica.
A latere si è tenuto un tavolo di lavoro e discussione tecnica
sui sistemi di catalogazione libraria e archivistica. Uno scambio di
saperi volto a rafforzare la cooperazione e unire gli sforzi di
catalogazione di un patrimonio documentario che sia sempre più
di facile consultazione per compagni e studiosi. Sabato sono state
presentate in assemblea le proposte di lavoro dei prossimi due anni ed
è stata avanzata l'idea di tenere il prossimo incontro della
federazione ad Atene; l'archivio storico degli anarchici siciliani ha
chiesto l'adesione alla ficedl.
Per tutti e tre i giorni i compagni e le compagne della Serantini hanno
completato il programma con pranzi, cene, proiezioni video, uno
spettacolo teatrale e uno musicale. Momenti piacevoli in cui è
stato facile scambiare idee e stringere relazioni.
Questo il sito della federazione: www.ficedl.info
Toni S.
Si è svolta dal 4 al 6 settembre a Riotorto di Piombino,
presso la pinetina la terza festa nazionale dell'Unione Sindacale
Italiana (USI-AIT).
L'affluenza registrata è stata decisamente buona, così
come la partecipazione ai dibattiti, che ricordiamo quest'anno sono
stati, il venerdì "contro il razzismo: parlare di razze umane
è fuorviante" con una relazione introduttiva di Luciano
Nicolini. Il sabato si è parlato di precariato da una
prospettiva, diciamo, non usuale, infatti il titolo recitava
"precariato come condizione umana. Da modello economico a modello
culturale." Si è discusso di come il precariato diventi una
condizione pervasiva e limitante non solo per colui che ne è
vittima, ma anche per coloro che rappresentano il suo ambiente sociale.
Gli aspetti focalizzati come determinanti sono stati due, e
intimamente connessi: la precarietà abitativa e lavorativa.
La domenica si è svolto il dibattito dal titolo "contrattazione,
crisi economica e legge antisciopero. Verso nuovi modelli contrattuali:
quale valore dare al CCNL". I diversi relatori, ma anche il pubblico,
hanno dato vita a un ricco dibattito per argomentare se e quanto sia
importante il contratto nazionale: diverse le proposte avanzate o anche
solo abbozzate, le differenti idee potranno essere ottimi spunti di
partenza per ulteriori approfondimenti.
Sono stati proiettati alcuni film come "Diego" di Federic Golbronn e
"Libertarias" di Vicente Aranda, ma anche corti e filmati di registi
indipendenti. La sera musica fino a tarda ora, come sempre ottima la
cucina e tutta la logistica. Una tre giorni totalmente autogestita, in
uno spazio molto bello, in cui è stato un vero piacere
immergersi.
massimiliano
Nel pomeriggio di sabato 29 agosto nella ridente, tranquilla e
cattointegralista cittadina di Macerata ha avuto il suo "battesimo del
fuoco" il collettivo Zonafranca, formatosi neanche un mese fa
dall'incontro di alcune individualità anarchiste della
città, ognuna con una diversa esperienza alle spalle. Essendo
agli inizi i compagni del csl Mikhail Bakunin- Ex carcere di Jesi ci
hanno aiutato e ci stanno aiutando molto, e sabato abbiamo distribuito
insieme in giro per la città i volantini contro il pacchetto
sicurezza con cui loro hanno tappezzato Jesi negli ultimi tempi.
Abbiamo ovviamente molti e buoni programmi per il futuro, e non
mancheremo di tenervi informati.
collettivo Zonafranca, Macerata