Umanità Nova, n.31 del 13 settembre 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della
Commissione Lavoro  della Federazione Anarchica Milanese
bel-lavoro@federazioneanarchica.org

Due membri della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese-FAI si sono oggi recati presso lo stabilimento della ESAB Saldature di Mesero, provincia di Milano, ed hanno consegnato nelle mani dei lavoratori il seguente comunicato:
"La Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese-F.A.I. esprime la propria solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, alle loro famiglie e ai delegati sindacali della FLMUniti-C.U.B. impegnati nella salvaguardia del proprio posto di lavoro alla Esab Saldatura di Mesero (MI). Solo il conflitto, la lotta e il diretto protagonismo della classe lavoratrice può essere garanzia di vittoria nello scontro con la classe padronale.
Milano 4 settembre 2009"

La INNSE fa scuola in tutta Italia

L'autunno tanto paventato non è ancora alle porte, ma già ora si inizia a vedere come i primi nodi, temuti e annunciati da tempo, siano arrivati al pettine. E di nodi in attesa di soluzione ce ne sono purtroppo molti, creati sia dalla crisi economica che, ad esempio, dalla riforma scolastica della ministra Gelmini. In questo frangente, mentre governo ed opposizione sono alle prese con questioni concordemente ritenute molto più importanti, alcuni gruppi di lavoratori e lavoratrici, alle prese con un ceto sindacale abituato da anni ad "aprire tavoli di concertazione" e che per costituzione non é avvezzo a forme di lotta che esulino da quelle tanto "soft" quanto spesso inutili, danno vita a una reazione disperata per tentare di difendere il posto di lavoro. Sempre più ricorrono a nuove forme di lotta sull'esempio di quella portata avanti alla INNSE Presse di Lambrate. Riguardo alla quale è bene precisare come il risultato raggiunto non sia sicuramente solo frutto dell'evento mediatico rappresentato dalla salita sulla gru dei cinque lavoratori negli ultimi otto giorni, ma sia il risultato della compattezza e tenacia di una lotta durata quattordici mesi, di cui otto in autogestione e gli altri passati davanti ai cancelli, giorno e notte, respingendo gli attacchi della polizia per impedire l'uscita dei macchinari. Ma andiamo con ordine.

Marcellina (Roma)

Il 10 agosto sette operai della Cim, una ditta di materiali per l'edilizia di Marcellina, piccolo paese in provincia di Roma, sono saliti su una torre di lavorazione alta circa 50 metri. Protestano contro la possibile chiusura dell'azienda, che avrebbe dovuto cambiare sede perché sorge su un terreno comunale in vendita. Sono scesi tre giorni dopo, quando il comune ha sospeso l'ordinanza di sgombero del terreno pubblico

Pesaro

Il 25 agosto sette lavoratori all'interno dei cantieri navali di Pesaro si arrampicano su due delle  gru del porto e avviano una trattativa via cellulare attraverso l'intervento di un collega di lavoro che è rimasto in basso. I sette, provenienti da diverse città italiane, sono dipendenti della cooperativa Cobrin di Brindisi che opera nella cantieristica e dalla quale reclamano il pagamento delle ultime mensilità, non ancora saldate. Solo alle 17, ottenute le assicurazioni richieste, i sette scendono  a terra.

Melfi

Il 25 Agosto: alla vicenda della  Lasme di S. Nicola di Melfi, dove 174 lavoratori erano stati  messi in mobilità (vedi UN. n.30) sette operai salgono sul tetto dell'azienda, mentre gli altri la occupano, per bloccare l'uscita dei macchinari.

Precari della scuola

Con la riapertura delle scuole si apre poi la questione degli insegnanti precari "tagliati" dalla riforma della Gelmini, circa 17.000. A Benevento sette insegnanti sono salite sul tetto del Provveditorato. "Faremo come gli operai dell'Innse, scenderemo da qui solo quando avremo una risposta concreta contro i licenziamenti e la disoccupazione", ha affermato una delle insegnanti durante il concerto di Francesco De Gregori. Nello stesso giorno, a Caserta, marito e moglie rimasti senza posto di lavoro hanno scavalcato una finestra dell'ufficio scolastico provinciale minacciando di lanciarsi nel vuoto, mentre a Trapani un gruppo di insegnanti ha occupato per alcune ore i locali dell'Uso e a Venezia si è svolto un sit-in di docenti e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). A Palermo, due assistenti tecnici (di laboratorio) rimasti senza contratto hanno iniziato uno sciopero della fame. "Non molleremo fino a quando non avremo risposte". A Roma un gruppo di lavoratori precari ha occupato l'Ufficio scolastico provinciale. Il 3 settembre si è svolto un presidio di precari della scuola davanti alla sede del Ministero della pubblica istruzione. A Milano otto insegnanti precari, rimasti senza lavoro (si calcola che saranno 2500 le cattedre soppresse nel capoluogo e 5000 in Lombardia; quasi altrettanti saranno i bidelli e gli impiegati di segreteria a rimaneresenza lavoro) si sono incatenati per protesta davanti al provveditorato con il sostegno della rete "3 ottobre", nata durante le lotte dell'Onda studentesca. Sabato 5 settembre si è svolta una manifestazione cittadina a sostegno delle loro rivendicazioni.

Mesero (Milano)

143 i dipendenti totali, 85 in mobilità: per tanti operai della Esab Saldatura, fabbrica del milanese, lo scorso 24 giugno inizia un vero e proprio calvario, con tutto il corollario di preoccupazioni per un destino lavorativo che pare ben presto avviato verso la dismissione della fabbrica. Una lunga serie di trattative coinvolgono prima la regione Lombardia e poi direttamente il Ministero delle attività produttive, ma producono risultati alterni: promesse che riaccendono le speranze, passi indietro che riportano la disperazione. Alla fine di agosto appare sempre più evidente che la casa madre britannica è intenzionata a dire no alla proposta messa in campo dai lavoratori, supportati dalla CUB: trasformare la mobilità in cassa integrazione. Ma per fortuna, e sempre più spesso, la voglia di lottare e reagire diventa più forte della passività e della rassegnazione. Decisi a difendere il loro lavoro ed il loro futuro, lo scorso 2 settembre, sei operai salgono sui tetti della fabbrica e, mentre un combattivo presidio fa loro da supporto, decidono di continuare da lì la loro lotta e la loro protesta. Un bel segnale e un bell'esempio che fanno ben sperare per il futuro: i padroni e la rassegnazione sono alleati e vanno combattuti assieme e con la stessa determinazione.

Livorno

"La lotta di classe riparte dalla INNSE", è il testo di un grosso striscione apparso durante la partita domenicale nello stadio di Livorno.  

Cina: lotta contro le privatizzazioni selvagge

Da tempo le autorità economiche cinesi, tanto centrali quanto locali, stanno procedendo nella cessione a mani private di società possedute dallo stato, sia per fare cassa in tempi di crisi, sia per disfarsi di aziende ritenute non più adeguate quanto ad impianti e tecnologie. La ovvia conseguenza è che migliaia e migliaia di lavoratori che finora godevano della cosiddetta "ciotola di ferro piena di riso" rischiano ora di trovarsi dalla sera alla mattina senza alcun mezzo di sostentamento, senza pensione né sostegno al reddito se non si vuole considerare la somma pari a circa 200/300 euro che a volte viene elargita una tantum. I lavoratori delle acciaierie della provincia di Henan nel mese di agosto hanno così seguito l'esempio dei loro colleghi di Jilin, dove 30.000 lavoratori della Tonghua Steel sono stati coinvolti nella più sanguinosa rivolta contro l'ennesima privatizzazione. Per la seconda volta nel giro di un mese i lavoratori di Henan hanno costretto le autorità locali a sospendere la privatizzazione di un' acciaieria locale. Circa 3.000 lavoratori hanno infatti occupato gli impianti della società di stato Linzhou Steel Corporation, situata nella parte centrale della provincia, per opporsi alla cessione dell'azienda alla Fengbao Iron & Steel, una delle tante aziende private che stanno facendo incetta di aziende messe all'asta a prezzi stracciati.
L'occupazione ha avuto luogo dall'11 al 15 agosto quando, dopo l'inutile tentativo della polizia di liberare gli impianti, il governatore locale è dovuto scendere a più miti consigli e ha sospeso l'intera operazione.
Considerando che l'intera operazione di privatizzazione delle aziende statali coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori in tutte le province cinesi, con esito sempre più dubbio vista la disperata resistenza dei lavoratori ed in tempi di crisi economica, non pochi iniziano a nutrire dubbi sulla reale riuscita dell'intera operazione.

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