Umanità Nova, n.33 del 27 settembre 2009, anno 89

Divieto di resistenza


Una novità, finora ignorata, portata dal decreto sicurezza è l'abolizione dell'articolo 4 del decreto luogotenenziale n° 288 del 1944 secondo cui non era perseguibile penalmente l'individuo che, vittima di un abuso da parte di un pubblico ufficiale, reagisse compiendo atti di resistenza.
Questa norma, per altro, non era per niente desetua, dato che l'ultimo utilizzo è avvenuto nel 2008.
L'abolizione di questa norma è un ulteriore passo verso la creazione di uno stato di polizia, forma di governo più appropriata nell'era della società del controllo.
L'intero decreto sicurezza crea una lesgilazione che va in questa direzione, andando a colpire certe categorie per il semplice fatto che esistono (migranti, e poveri in generale) e inasprendo le pene per reati tipicamente politici (offese a pubblico ufficiale, imbrattamento, etc...), fatta per garantire il controllo da parte del potere sulla popolazione, la sicurezza, appunto.
Come anarchici e libertari di certo non abbiamo fiducia in leggi garantiste, come l'articolo abolito, che spesso e volentieri sono aggirate dallo stato stesso con una certa facilità. Ma non possiamo esimerci dal registrare come si passi sempre più esplicitamente verso forme di governo autoritarie, senza neanche darsi la pena di nasconderlo, dato il consenso di cui godono queste scelte presso una popolazione sempre più atomizzata, divisa, rincoglionita dalla propaganda, paurosa dello straniero.

lorcon

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