'Sono uscite le zoccole e gli scarafaggi dalle fogne!' così
una persona a me cara commentava la lettura dei giornali, una mattina
di questa estate. E la semplicità di quella imprecazione mi
colpì, poiché ebbe la forza di raffigurare con
un'immagine nitida e cruda le sensazioni che da mesi stavo provando di
fronte al panorama politico e sociale italiano.
Una classe politica capace di usare le persone come carne da macello
per le proprie fortune politiche, fomentando l'odio, gettando veleni
nella società, insultando e vomitando su milioni di immigrati
che popolano e arrivano in questo paese. I rifugiati respinti in mare,
le torture e le violenze inflitte agli uomini e alle donne sequestrate
nei Centri di Identificazione ed Espulsione (ex CPT), le perquisizioni
di massa fatte all'alba nei quartieri ad alta densità di
popolazione immigrata, i pestaggi ai danni dei mal capitati, rei di
essere neri, prostitute, trans, diversi, deboli.
Il tutto con il complice silenzio, se non il plauso, di una gran parte
della popolazione lavoratrice di questo paese. Ormai per la gente
comune, la parola clandestino è sinonimo di criminale; e lo si
odia e teme.
E tutto ciò accade nonostante la vita ci offra numerose
occasioni per conoscere chi ci viene dipinto dal potere criminale come
un nemico. Jose, Mohammed, Aisha e tanti altri vivono insieme a noi
negli stessi quartieri, salgono sugli stessi autobus, lavorano nei
nostri stessi luoghi.
A spiegare l'odio razzista non può essere solo l'ignoranza,
c'è di più e di peggio: un imbarbarimento delle
coscienze, una voglia di sentirsi migliori e superiori agli altri, la
comodità di sapere che c'è chi sta più in basso di
te.
A questo fa specchio l'ipocrisia e la doppiezza delle classi dirigenti
di questo paese. Sì perché mentre non si stancano mai di
urlare contro gli immigrati ed i clandestini, li usano a piene mani per
arricchirsi.
Non parlo di confuse e vaghe accuse. È esperienza diretta, vita
reale e non fiction televisiva. Il mio amico che chiamerò A, che
vive da 7 anni in Italia, senza uno straccio di documento, con una
tentata regolarizzazione andata male, attraverso un decreto flussi,
vittima delle vecchie e nuove leggi sull'immigrazione, sapete dove
lavora?
Beh costruisce la Questura di una città che chiamerò X, 7
giorni su 7, in cambio di uno stipendio incerto, che non sa se e quando
arriverà. Capito? Costruisce la caserma di quelli che poi lo
prenderanno e lo denunceranno per immigrazione clandestina!
E che dire di B, ragazzo anche lui senza permesso, appena tornato
dall'Aquila, dove è stato per 8 giorni insieme a tanti altri
come lui. B invece di restare, ha deciso di scappare da quel luogo,
perché preferisce la disoccupazione ad uno sfruttamento
bestiale: 12 ore di lavoro giornaliere per costruire case in 15 giorni,
senza un attimo di sosta, case fatte di gesso e reti, costruite da
muratori in gran parte senza documenti, tenuti a dormire numerosi e
stipati in cantiere, con pasti miserrimi, tutti alle dipendenze di
ditte legate al presidente del consiglio.
Sapete la sua meraviglia quale è stata? Trovarsi in una
città circondato da migliaia di carabinieri, poliziotti e
quant'altri e nessuno che gli chiedeva mai i documenti!
Che dire di questo?!
Nero a metà