Il Coordinamento Studentesco Livornese esprime solidarietà ed
appoggio a tutti i lavoratori che in questo periodo subiscono
licenziamenti e cassa integrazione, a tutti coloro che vedono a rischio
il proprio posto di lavoro, a coloro che si trovano, in nome di
"sacrifici per uscire dalla crisi", sempre più sfruttati.
Il Coordinamento Studentesco Livornese esprime solidarietà ed
appoggio agli operai della Giolfo e Calcagno, della Delphi, dell'ENI e
delle ditte che lavorano all'interno della raffineria di Stagno. Dalla
scorsa settimana questi lavoratori, che stanno affrontando con le loro
famiglie un periodo di grande difficoltà, tengono dei presidi
permanenti e portano avanti con varie iniziative di lotta le tre
diverse vertenze.
Da queste situazioni è chiaro come, sempre, nell'interesse dei
governi e dei padroni vi sia solo il massimo sfruttamento del
territorio e dei lavoratori.
Lo stesso accade nella scuola, si tagliano fondi e posti di lavoro
perché il governo possa far cassa, si fanno entrare le aziende
private nell'organizzazione della didattica e si aumenta il carattere
classista della scuola per abituare ancora di più gli studenti
allo sfruttamento sul lavoro e alla divisione in classi della
società.
Come Coordinamento Studentesco Livornese ci daremo da fare per
sensibilizzare ed informare gli studenti su queste lotte e, continuando
il nostro normale lavoro politico nelle scuole, seguiremo da vicino gli
sviluppi della situazione, cercando di dare un appoggio concreto.
Appoggiamo le lotte sorte in questi giorni perché è
attraverso di esse che i lavoratori possono difendere la loro
condizione ed ottenere delle conquiste.
Coordinamento
Studentesco Livornese
A Milano ieri [venerdì 18 settembre, ndr] mentre aspettavo di
fare il dj mi arriva da Modena una telefonata esaltante: stanno
fischiando e urlando buffone a Mario Lugli ex assessore della giunta
dello sgombero perché sta difendendo il progetto autodromo.
Subito mi viene in mente lo striscione che con palloncini pieni di elio
abbiamo innalzato fino alle finestre del consiglio comunale il 24
gennaio 2005 il giorno della prima approvazione dell'autodromo.
Sopra lo striscione avevamo scritto: la gente è con noi.
Ieri a Modena era il primo giorno del Festival della Filosofia 2009 ed
in piazza grande si teneva l'intervento di Vandana Shiva, al termine
una ragazza gli ha chiesto se riteneva giusto che un anno fa fosse
stato sgomberato uno spazio sociale per realizzare un autodromo.
Vandana ha risposto che se questo era vero era molto stupido, pensare
nel 2008 ancora ad investire sull'automobile era stupido.
A quel punto Mario Lugli che era al tavolo a fianco di Vandana ha preso
la parola per difendere quello sgombero e quel progetto che come
assessore aveva votato e condiviso.
Nemmeno il tempo di articolare che la piazza è esplosa in urla
di buffone e fischi tanto che lo sgomberatore ha preferito rimettersi
zitto. Ho cercato subito qualcuno/a di Libera per farmi raccontare
meglio l'episodio ma ho scoperto che nessuno/a di noi era stato in
piazza e quindi? Quindi era chiaro, tutto spontaneo, la gente si
è ribellata all'arroganza dei politici locali senza nessun
sobillatore.
Un tempo Pighi sindaco rieletto (per il rotto della cuffia) disse in
merito al presidio del 2005: vidi lo striscione "La gente è con
noi" mi affacciai alla finestra ed erano solo una quarantina. Poco
tempo fa Pighi ha parlato della scelta dell'autodromo come una scelta
impopolare iniziando ad ammettere che forse non eravamo soli a
scontrarci contro il suo dannato progetto.
Ieri la piazza glielo ha gridato […] La gente è con noi.
Colby
Sono le 10 del mattino di lunedì 14 settembre quando a
Palermo, in Piazza Marina, migliaia tra insegnanti, personale ATA
e studenti in loro sostegno, si preparano a manifestare contro il
più grande licenziamento della storia italiana.
Arrivano pullman da tutta la Sicilia, nell'isola sono 6800 i precari
che, a causa delle direttive contenute nella legge 133/2008 e della
"riforma Gelmini", vengono derubati del loro impiego, spesso unica
fonte di reddito per le loro famiglie.
Il corteo percorre Corso Vittorio Emanuele, intorno a noi 4000
ex-docenti, ex-bidelli, ex-segretari che sfilano pacificamente, molti
sotto le bandiere di quei sindacati confederali che hanno indetto la
manifestazione (Flc cgil, Cisl Uil e Snals), altri, come il
Coordinamento Precari Scuola di Palermo, autonomo da sigle
sindacali, sfila portando con sé la statua di "San
Precario".
Il corteo si conclude in Piazza Indipendenza, dove si resta in attesa
che le delegazioni salite alla sede della Regione Siciliana vengano
ricevute dal governatore Lombardo per richiedere misure atte a
contenere le direttive nefaste della legge 133/2008.
È proprio sotto il Palazzo d'Orleans che avviene una spaccatura
tra i quadri sindacali ed i precari. I confederali, nel tentativo di
mantenere mite la lotta, invitano i lavoratori a rimanere in attesa
delle delegazioni, i precari al contrario decidono di andare ad
occupare la sede dell'Assemblea Regionale Siciliana per protestare
contro l'oscurantismo mediatico subìto dall'inizio delle
mobilitazioni.
Sono un centinaio ad occupare l'atrio dell'A.R.S., in prevalenza
precari della provincia di Trapani, per lo più aderenti alle
file della Flc Cgil, insieme a gran parte dei membri del Coordinamento
Precari Scuola di Palermo.
Contrariamente alle delegazioni salite alla sede della Regione, gli
occupanti non ricercano un confronto con le istituzioni. La richiesta
è quella di avere un contatto con i media. Durante le circa
quattro ore dell'occupazione, sono infatti decine i tentativi di
rintracciare la redazione regionale della RAI da parte dei
manifestanti, che si accontentano intanto di rilasciare dichiarazioni
telefoniche per emittenti radiofoniche.
I lavoratori si dimostrano immuni sia alle (consuete) provocazioni
delle forze dell'ordine arrivate sul posto, che alle pressioni
(più o meno velate) dei quadri sindacali che intendono
reimmettere la lotta su binari più istituzionali e pacati, in
prospettiva non solo della manifestazione nazionale del 3
ottobre, ma anche del neonato tavolo tecnico di cui proprio in
quei minuti è arrivata notizia dalle delegazioni. Il suddetto
tavolo, con a capo il governatore Lombardo, programmato per martedi 22
settembre, avrà lo scopo di elaborare ufficialmente una
richiesta di modifica della legge 133.
Nel frattempo l'attesa per il tanto agognato arrivo della
televisione si è protratta sino alle 17.30 quando, finalmente,
una troupe di RAI 3 arriva sul posto, concedendo ai precari qualche
breve intervista e sancendo di fatto la fine dell'occupazione.
Triste constatare ancora una volta come le gerarchie sindacali non
rispecchino il sentimento di urgenza dei lavoratori nel rivendicare le
loro istanze, rappresentando più frequentemente un ostacolo che
un catalizzatore.
R_E