Umanità Nova, n.34 del 4 ottobre 2009, anno 89

informAzione - 1


Gradisca. Massacro nel CIE

Giorno dopo giorno la situazione all'interno del campo continua a peggiorare.
Rispetto alla "normale" routine degli ultimi mesi fatta di fughe (riuscite e non), rivolte, tensioni continue (vedi anche UN n.30) il mese di settembre ha visto un ulteriore inasprimento della repressione interna con nuove gravissime aggressioni da parte di sbirri e militari.
Dopo le tensioni di agosto, la nuova misura punitiva adottata nei confronti dei reclusi è stata il confinamento nelle celle anche per diversi giorni. Questo però non ha assopito gli animi, anzi ha fatto ancor di più aumentare la rabbia degli immigrati. L'apice lo si è avuto fra le giornate del 20 e del 21 settembre. Tutto comincia quando in 35 tentano la fuga in piena notte. Purtroppo il tentativo è sventato dalla polizia, che comincia a picchiare brutalmente i fuggiaschi. A questo punto gli altri reclusi iniziano a protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alle 6 della mattina successiva. All'alba, dietro la promessa della polizia di non fare rappresaglie, scendono dai tetti, e la situazione ritorna tranquilla. Fino alle 13, quando scatta una pesantissima perquisizione in cui i poliziotti insultano pesantemente i prigionieri e pare facendo "sparire" anche soldi e cellulari. Di lì a poco scoppia la rivolta con suppellettili bruciate e danni per migliaia di euro. La polizia entra nelle camerate e carica senza pietà. Il numero di feriti è di circa una ventina.
Vari immigrati vengono portati all'ospedale di Gorizia con gravi ferite e fratture. Uno rischia di perdere un occhio. Per fortuna qualcuno dei reclusi, come nelle precedenti occasioni, riesce a far sapere ad alcuni anarchici cosa sta succedendo e le foto degli immigrati massacrati portati al pronto soccorso iniziano a girare. I reclusi riescono anche a girare un video amatoriale che mostra gli immigrati pestati e il sangue nelle celle nonché i primi momenti della carica della polizia. Il video è visibile su youtube e inizia a girare parecchio anche fuori dai canali di movimento.
La situazione nel CIE è talmente pesante che addirittura il SAP, il sindacato di polizia di destra ne chiede la chiusura perché ingestibile. Contro questa situazione, sempre più intollerabile, varie realtà stanno organizzando iniziative nelle prossime settimane.

Un compagno

Bassano. Presidio resistente

Sabato 26 settembre a Bassano, nell'anniversario dell'eccidio nazifascista del '44, dopo che nella mattinata si era svolta una commemorazione istituzionale, nel pomeriggio si è tenuto un partecipato e lungo presidio antifascista nella centralissima piazza Garibaldi, a poca distanza da quello che è stato ribattezzato il viale dei Martiri, ove furono appesi agli alberi 31 partigiani e disertori catturati durante il terribile rastrellamento del Grappa. L'iniziativa promossa dal collettivo Operai Studenti Autorganizzati, oltre a volantinaggi e banchetti con libri e stampa, comprendeva una bella mostra fotografica-documentaria di fronte alla quale si sono fermate tante persone di ogni età, compresi alcuni testimoni della rappresaglia fascista.
Sia nel volantino diffuso dall'O.S.A. che in quello di Aranea, la Rete veneta di comunicazione anarchica, veniva con forza denunciata l'insopportabile lapide posta sotto il comune di Bassano su cui, confondendo carnefici e vittime, guerre fasciste e resistenza, si commemorano indistintamente i "caduti per la patria nelle guerre del decennio 1935-1945".
All'inizio del presidio, sulla piazza si è affacciato, provocatoriamente, un manipolo di fascisti che, dopo aver stretto la mano ai responsabili della Digos, si sono allontanati rapidamente vedendo che per loro non tirava aria.

RedVE  

Firenze. Case del popolo o case del fascio?

É davvero difficile "stupirsi" in tempi come questi: capita un concerto a Scandicci, un concerto organizzato dal circolo culturale "La Fenice". Un circolo della destra "non conforme", di ispirazione nazista che professa odio razziale e che si ispira al revisionismo come pratica politica.
Doveva dapprima svolgersi a Bagno a Ripoli, in una villa privata, ma dopo le proteste del sindaco della cittadina, e di alcune associazioni (anche Novaradio emittente dell'ARCI) il concerto con la sua truppa di 150 topi di fogna, viene spostato a Scandicci, in una discoteca, la "Music Store", in Piazza Piave. Si scopre (e non ci vuole molto...) che la stessa discoteca appartiene al Circolo ARCI "il Ponte" data in gestione a tale Guido Gheri consigliere comunale della lista Voce al Popolo (!) di Scandicci.
Ci sembra che al peggio non ci sia mai fine... Da alcuni anni denunciamo un insieme di comportamenti estremamente pericolosi dei Circoli ARCI nella cintura periferica fiorentina.
Dapprima la consolidata unità tra il sindaco di Sesto fiorentino Gianassi e l'ex ufficiale del SISMI Leggiero (consigliere comunale di Alleanza Nazionale) in una assemblea del Circolo ARCI di Sesto Fiorentino contro l'occupazione della caserma Donati da parte del movimento di lotta per la casa, assemblea che si concluse nella notte con il lancio di due molotov contro gli occupanti (migranti) della caserma stessa.
Poi, lo scorso anno, lo sfratto di una numerosa famiglia di artisti di strada,la famiglia Beganay, una delle poche famiglie "rom" integrate nel tessuto della città di Prato. Uno sgombero coatto guidato dall'ARCI e dai carabinieri.
Ancora, la pesante presa di posizione dei circoli ARCI di Vaglia, Pratolino e Cercina contro l'occupazione del Luzzi e anche contro il progetto della Fondazione Michelucci. Presa di posizione che chiede l'immediato allontanamento degli occupanti.
Ma concedere gli spazi ai gruppi musicali nazisti ci sembra davvero troppo. In un periodo dove devono essere ricostruite le trame del mutuo soccorso e della solidarietà, in un periodo dove le barriere razziali devono essere abbattute dalla cultura della trasformazione. In periodi come questi dove la violenza e l'odio contro le tante diversità si autoalimentano di comportamenti che appartengono alla bestialità umana. In questi periodi le giovani generazioni devono vivere il pane quotidiano dell'attualità dell'antifascismo e dell'antirazzismo.
Invitiamo l'ARCI ad una seria riflessione e a prendere immediatamente provvedimenti seri (come da suo statuto).

[Da una mail di alcuni compagni fiorentini alla lista di comunicazione dell'Assemblea Antifascista Permanente di Bologna]

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