Giorno dopo giorno la situazione all'interno del campo continua a peggiorare.
Rispetto alla "normale" routine degli ultimi mesi fatta di fughe
(riuscite e non), rivolte, tensioni continue (vedi anche UN n.30) il
mese di settembre ha visto un ulteriore inasprimento della repressione
interna con nuove gravissime aggressioni da parte di sbirri e militari.
Dopo le tensioni di agosto, la nuova misura punitiva adottata nei
confronti dei reclusi è stata il confinamento nelle celle anche
per diversi giorni. Questo però non ha assopito gli animi, anzi
ha fatto ancor di più aumentare la rabbia degli immigrati.
L'apice lo si è avuto fra le giornate del 20 e del 21 settembre.
Tutto comincia quando in 35 tentano la fuga in piena notte. Purtroppo
il tentativo è sventato dalla polizia, che comincia a picchiare
brutalmente i fuggiaschi. A questo punto gli altri reclusi iniziano a
protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alle 6 della mattina
successiva. All'alba, dietro la promessa della polizia di non fare
rappresaglie, scendono dai tetti, e la situazione ritorna tranquilla.
Fino alle 13, quando scatta una pesantissima perquisizione in cui i
poliziotti insultano pesantemente i prigionieri e pare facendo
"sparire" anche soldi e cellulari. Di lì a poco scoppia la
rivolta con suppellettili bruciate e danni per migliaia di euro. La
polizia entra nelle camerate e carica senza pietà. Il numero di
feriti è di circa una ventina.
Vari immigrati vengono portati all'ospedale di Gorizia con gravi ferite
e fratture. Uno rischia di perdere un occhio. Per fortuna qualcuno dei
reclusi, come nelle precedenti occasioni, riesce a far sapere ad alcuni
anarchici cosa sta succedendo e le foto degli immigrati massacrati
portati al pronto soccorso iniziano a girare. I reclusi riescono anche
a girare un video amatoriale che mostra gli immigrati pestati e il
sangue nelle celle nonché i primi momenti della carica della
polizia. Il video è visibile su youtube e inizia a girare
parecchio anche fuori dai canali di movimento.
La situazione nel CIE è talmente pesante che addirittura il SAP,
il sindacato di polizia di destra ne chiede la chiusura perché
ingestibile. Contro questa situazione, sempre più intollerabile,
varie realtà stanno organizzando iniziative nelle prossime
settimane.
Un compagno
Sabato 26 settembre a Bassano, nell'anniversario dell'eccidio
nazifascista del '44, dopo che nella mattinata si era svolta una
commemorazione istituzionale, nel pomeriggio si è tenuto un
partecipato e lungo presidio antifascista nella centralissima piazza
Garibaldi, a poca distanza da quello che è stato ribattezzato il
viale dei Martiri, ove furono appesi agli alberi 31 partigiani e
disertori catturati durante il terribile rastrellamento del Grappa.
L'iniziativa promossa dal collettivo Operai Studenti Autorganizzati,
oltre a volantinaggi e banchetti con libri e stampa, comprendeva una
bella mostra fotografica-documentaria di fronte alla quale si sono
fermate tante persone di ogni età, compresi alcuni testimoni
della rappresaglia fascista.
Sia nel volantino diffuso dall'O.S.A. che in quello di Aranea, la Rete
veneta di comunicazione anarchica, veniva con forza denunciata
l'insopportabile lapide posta sotto il comune di Bassano su cui,
confondendo carnefici e vittime, guerre fasciste e resistenza, si
commemorano indistintamente i "caduti per la patria nelle guerre del
decennio 1935-1945".
All'inizio del presidio, sulla piazza si è affacciato,
provocatoriamente, un manipolo di fascisti che, dopo aver stretto la
mano ai responsabili della Digos, si sono allontanati rapidamente
vedendo che per loro non tirava aria.
RedVE
É davvero difficile "stupirsi" in tempi come questi: capita
un concerto a Scandicci, un concerto organizzato dal circolo culturale
"La Fenice". Un circolo della destra "non conforme", di ispirazione
nazista che professa odio razziale e che si ispira al revisionismo come
pratica politica.
Doveva dapprima svolgersi a Bagno a Ripoli, in una villa privata, ma
dopo le proteste del sindaco della cittadina, e di alcune associazioni
(anche Novaradio emittente dell'ARCI) il concerto con la sua truppa di
150 topi di fogna, viene spostato a Scandicci, in una discoteca, la
"Music Store", in Piazza Piave. Si scopre (e non ci vuole molto...) che
la stessa discoteca appartiene al Circolo ARCI "il Ponte" data in
gestione a tale Guido Gheri consigliere comunale della lista Voce al
Popolo (!) di Scandicci.
Ci sembra che al peggio non ci sia mai fine... Da alcuni anni
denunciamo un insieme di comportamenti estremamente pericolosi dei
Circoli ARCI nella cintura periferica fiorentina.
Dapprima la consolidata unità tra il sindaco di Sesto fiorentino
Gianassi e l'ex ufficiale del SISMI Leggiero (consigliere comunale di
Alleanza Nazionale) in una assemblea del Circolo ARCI di Sesto
Fiorentino contro l'occupazione della caserma Donati da parte del
movimento di lotta per la casa, assemblea che si concluse nella notte
con il lancio di due molotov contro gli occupanti (migranti) della
caserma stessa.
Poi, lo scorso anno, lo sfratto di una numerosa famiglia di artisti di
strada,la famiglia Beganay, una delle poche famiglie "rom" integrate
nel tessuto della città di Prato. Uno sgombero coatto guidato
dall'ARCI e dai carabinieri.
Ancora, la pesante presa di posizione dei circoli ARCI di Vaglia,
Pratolino e Cercina contro l'occupazione del Luzzi e anche contro il
progetto della Fondazione Michelucci. Presa di posizione che chiede
l'immediato allontanamento degli occupanti.
Ma concedere gli spazi ai gruppi musicali nazisti ci sembra davvero
troppo. In un periodo dove devono essere ricostruite le trame del mutuo
soccorso e della solidarietà, in un periodo dove le barriere
razziali devono essere abbattute dalla cultura della trasformazione. In
periodi come questi dove la violenza e l'odio contro le tante
diversità si autoalimentano di comportamenti che appartengono
alla bestialità umana. In questi periodi le giovani generazioni
devono vivere il pane quotidiano dell'attualità
dell'antifascismo e dell'antirazzismo.
Invitiamo l'ARCI ad una seria riflessione e a prendere immediatamente provvedimenti seri (come da suo statuto).
[Da una mail di alcuni compagni fiorentini alla lista di comunicazione dell'Assemblea Antifascista Permanente di Bologna]