Umanità Nova, n.34 del 4 ottobre 2009, anno 89

informAzione - 3


Parma. Contro Casa Pound

Sabato 26 Settembre i neofascisti di Casa Pound Parma hanno promosso un'iniziativa pubblica per la presentazione di un libro sul tema della "Euflazione" con la presenza di Antonio Miclavez, già candidato alle elezioni europeee per la Fiamma Tricolore, presso la loro sede nel quartiere Montanara, zona storicamente popolare della città che sta portando avanti una serie di iniziative di contrasto alla presenza del gruppo con l'obiettivo della chiusura della sede posta tra via Iacchia e via Mascherpa, soprattutto attraverso l'azione del Comitato Antifascista Quartiere Montanara. Nel primo pomeriggio numerose persone hanno cominciato a portarsi spontaneamente davanti alla sede dopo un'improvvisata assemblea pubblica in quartiere: l'obiettivo primario era quello di impedire lo svolgimento dell'iniziativa fascista e di comunicare ancora una volta, come è stato fatto con forza in questi mesi, con i cittadini del quartiere per denunciare la presenza di un gruppo di questo tipo in città. Dopo un paio d'ore, il numero è aumentato arrivando a più di sessanta: giovani dei vari collettivi cittadini ma soprattutto abitanti del quartiere e anziani che il fascismo lo hanno vissuto e non ne voglion più sentir parlare. Come l'anziana signora che ricordava drammaticamente la storia della sua famiglia o le persone che sono scese dalle case della zona per portare solidarietà a chi era accorso per la giornata di mobilitazione. Giunte le 18.00, ora in cui era fissata l'iniziativa pubblica, una ventina di aderenti a Casa Pound Parma sono arrivati in via Iacchia, trovando gli antifascisti disposti sulla strada, davanti alla loro sede. Viene scoraggiata così l'avanzata dei nipotini del duce che rimangono in silenzio e a debita distanza. Tanti slogan contro il fascismo e di denuncia della vergogna di una città che tollera la presenza dei neofascisti con la ferma decisione di non muoversi di lì. Mano a mano cominciano ad arrivare digos, polizia e carabinieri, ma la situazione non cambia, per più di un'ora i fascisti sono costretti a starsene fermi a pendere atto della situazione. Ormai è chiaro, la loro iniziativa non si svolgerà. Il relatore ad un certo punto si allontana deciso a non presentare il proprio testo: sono stati in molti a chiedergli cosa avesse da dire ai cittadini di Parma, non ha risposto ma si è fatto solo scortare dalla polizia.
I fascisti infine vengono scortati anche loro dalla polizia e dalla digos fino alla loro sede, ma le sorprese non sono finite: le serrature delle saracinesche sono state bloccate e per altri quaranta minuti i fascisti se ne stanno impalati, esposti alla derisione dei presenti.
Solo passando dalle cantine riescono infine ad entrare e aprire la sede. Un piccolo corteo sfila poi per le vie del quartiere e si allontana, lasciando i fascisti nella loro sede, presidiata da una ventina di forze dell'ordine, tra carabinieri e polizia.
Abbiamo avuto ancora più soddisfazione quando tornati a casa siamo venuti a conoscenza che perfino il Capo Supremo di Casa Pound Iannone e il senatore del PDL Gramazio si sono dovuti celermente scomodare per gli avvenimenti di oggi. Il tal senatore presenterà una interrogazione parlamentare al ministro Maroni sulla vicenda di Parma, definendo la mobilitazione antifascista come un attacco intollerabile alle loro iniziative neofasciste.
Nel mese di luglio, in occasione del compleanno di Mussolini, ignoti hanno esposto un fantoccio di Benito Mussolini a testa in giù tra via Iacchia e via Mascherpa allo scopo di denunciare la vera natura fascista di questa organizzazione che vuole porsi all'opinione pubblica come un'associazione culturale con finalità sociali. La parte più sensibile di questa città non si fa ingannare dai soliti sproloqui di Iannone e dei suoi amici parmigiani.

Gruppo anarchico Antonio Cieri
Fai Parma

LibrArsi a Milano...

Sabato 26 settembre, con il partecipato concerto di Marco Rovelli–Libertaria, si è conclusa la prima edizione di "LibrArsi" fiera dell'editoria anarchica e libertaria organizzata dalla Federazione Anarchica Milanese–FAI e dal Circolo anarchico Malfattori di Milano.
La fiera, ospitata presso i locali e il giardino delle storica sede della FAM in viale Monza 255, ha visto esporre centinaia di titoli editi da ben sette case editrici (Zero in Condotta, BFS,  La Fiaccola, Spartaco, Galzerano, Eleuthera, La Baronata) oltre a diverse riviste di movimento (Umanità Nova, A–rivista anarchica, Anarchia, Voce Libertaria, Sicilia Libertaria, Lotta di Classe, ecc.).
Il programma della fiera, ricco di presentazioni e di dibattiti, ha visto una notevole partecipazione con la presenza, nei tre giorni, di centinaia di persone.
La clemenza meteorologica ha permesso di tenere le presentazioni e i dibattiti nel giardino favorendo maggiore afflusso di pubblico e dicasi lo stesso per le cene che anche se pensate a buffet, si sono trasformate invece in conviviali tavolate con quasi cento persone a sera.
LibrArsi è stata un successo ogni oltre aspettativa. Tutte le compagne i compagni della FAM ne sono stati coinvolti per diversi mesi e questo ha permesso anche di intessere solidali relazioni con altre realtà anarchiche della città (il circolo dei Malfattori in primis) e di avere una maggiore visibilità verso il quartiere in cui è ubicata la nostra sede.
Diverse infatti le persone che si sono avvicinate ai nostri stand e tavolate per chiedere maggiori informazioni sulla nostra storia, attività ecc. e richiedendoci espressamente di bissare sia questa iniziativa sia le altre che come F.A.M. stiamo facendo da diverso tempo (mercatino biologico, presentazioni di libri, concerti, ecc.).
Una realtà, quella della FAM, che, con la sua proposta anarchica esplicitata attraverso la partecipazione attiva alle lotte sociali, nel proprio contributo ad una proposta culturale libera e critica, cerca un radicamento politico e sociale nella città e nel quartiere in cui opera; il successo di questa iniziativa rafforza la nostra scelta e ci sprona a proseguire nella giusta strada intrapresa.

Paolo Masala
FAI-Milano

Torino. Assemblea, presidio e rete contro il pacchetto sicurezza

In piazza Madama Cristina si è mangiato, bevuto e discusso a lungo. Venerdì 18 dicembre, complice una serata ancora tiepida, alla presentazione di "Sicuri da Morire – per Resistere al pacchetto sicurezza", opuscolo curato dalla  FAI torinese, hanno partecipato una cinquantina di compagni e abitanti del quartiere S. Salvario, una delle due zone, l'altra è Porta Palazzo, dove da sempre sbarcano gli ultimi arrivati.
Dopo l'introduzione del compagno Simone Bisacca, si è sviluppato un fitto dibattito sulle proposte di resistenza e contrasto della nuova legge e sulla necessità di mettersi in rete, coordinando le varie iniziative. L'idea ha trovato numerosi sostenitori che il martedì successivo hanno dato vita a "Resistere al razzismo".
La prima iniziativa è stato un presidio al Balon con mostra sul pacchetto sicurezza e volantinaggio, che si è svolto sabato 25 settembre.
Il prossimo incontro è il 6 ottobre alle 21 in corso Palermo 46.
Per info e contatti:
Resistere al razzismo
noracism@inventati.org
338 6594361

M. M.

Bologna. Arriva il Ministro dell'Interno

Lunedi 28 settembre era atteso a Bologna il Ministro dell'Interno Maroni, ancora fresco della contestazione ricevuta alla Cattolica di Milano il sabato precedente. Secondo programma avrebbe dovuto prendere la parola alla facoltà di Giurisprudenza, in mezzo alla zona universitaria.  "Ragioni di ordine pubblico" ovvero il timore di contestazioni hanno fatto sì che il convegno venisse spostato all'ultimo momento, sempre in centro, ma lontano dalla potenzialmente "calda" piazza Verdi. L'odioso Maroni ha così avuto modo di prendere la parola al convegno "Lo sport in tribuna" promosso dalla alma mater e da sky, Gli universitari, e con loro qualche decina di ultras liberi, hanno organizzato un corteo di protesta, contro le infami politiche razziste dell'attuale governo, la stretta repressiva in salsa padana e l'introduzione della cosiddetta "tessera del tifoso"- uno strumento di identificazione e schedatura dei tifosi. Nel volantini distribuiti dagli ultras la questione della tessera rientrava infatti nel più ampio contesto delle politiche repressive del Ministro dell'Interno.
Più di 500 persone hanno dato vita al corteo che durante la mattinata ha provato a raggiungere il luogo del convengo. Niente da fare, ovviamente. Centro storico militarizzato, nugoli di digos a ogni angolo, e poi artificieri, unità cinofila, carabinieri e polizia a camionate, insieme a qualche fascista amico loro, perché nessuno si scordi che siamo in democrazia. Al primo, simbolico, tentativo di forzare un cordone son volate manganellate.  Un compagno fermato è stato rilasciato da lì a poco. Il corteo ha comunque continuato per il centro storico denunciando la vera natura dell'università di Bologna e le mani sporche di sangue di chi è al governo. Ciliegina sulla torta: ai tirocinanti in giurisprudenza che hanno seguito la dottissima lezione del dott. Maroni sono stati assegnati 8 crediti formativi.
Di fronte a questi porci in doppiopetto, la rabbia non è mai abbastanza. Proviamo a prendere il lato positivo, però: la presenza di Maroni non è passata inosservata, a Bologna non è sicuramente benvenuto e l'onda sta forse rimettendosi in pista in tempo per l'autunno.

RedB

Bologna. Violenze e proteste al CIE

Martedi 22 settembre nuove proteste al Cie di via Mattei. Un detenuto ha compiuto atti di autolesionismo tagliandosi il corpo, mentre i reclusi continuano a denunciare una situazione intollerabile di degrado all'interno della struttura: e hanno ancora una volta preparato una lista di rimostranze in cui in particolare è contestata la somministrazione nel cibo di psicofarmaci, la mancanza di igiene nelle strutture, la violenza delle guardie. La protesta si è espressa attraverso la rituale "battitura". Secondo le notizie frammentarie che filtrano alla protesta sarebbero seguite perquisizioni di massa. Da fuori diversi i presidi di solidarietà, oltre a una azione di disturbo alla sede di Modena della Misericordia, incaricata della gestione del centro. Sabato 26, nel pomeriggio, alcune decine di "nemici dei nuovi lager" hanno urlato la propria indignazione nella piazza del mercato (Montagnola), con volantinaggio, interventi al microfono, registrazioni e interviste dai CIE e due mostre.

RedB

Novara. Cent'anni son bastati

Ci associamo a tutte le persone perbene ed auguriamo buon compleanno all'aeroporto militare di Cameri.
Cent'anni sono tanti: sarebbe il momento che il vecchietto si concedesse un meritatissimo riposo.
Ha fatto tante cose nella sua lunga (troppo lunga) vita.
È stato la sede della più grande scuola d'aviazione del mondo negli anni che hanno preceduto la prima guerra mondiale.
Per la medesima prima guerra mondiale ha brevettato, nel solo anno 1917, più di settecento piloti militari (che, ovviamente, venivano spediti a combattere).
Nella seconda guerra mondiale è stato pienamente operativo fino a che i tedeschi in ritirata non l'hanno semidistrutto. Ma s'è ripreso presto: nel 1957 è diventato sede della 2a Aerobrigata.
Dagli anni Sessanta in poi è stato la base del 53° Stormo Caccia e quindi del 21° Gruppo Caccia Intercettori: prima con gli F-104g e poi con i Tornado F3ADV.
Alla fine del secolo scorso stormi e gruppi l'hanno abbandonato (il miserello): non è stato più, da allora, una base aerea in senso pieno.
Ma non per questo è diminuita la sua importanza. Infatti è diventato la sede principale nel nord-ovest (se non in tutto il nord Italia) per la manutenzione di velivoli da guerra. Qui si tengono in ordine e si collaudano Tornado ed Eurofighter. Qui l'Agusta sperimenta le sue nuove macchine da guerra. Qui si effettuano attività di "cross service", cioè di trasporto di armi, truppe ed attrezzature in direzione dei principali teatri di guerra in cui i soldati italiani sono attualmente impegnati.Qui vogliono costruire, tra breve, uno stabilimento per assemblare i terribili cacciabombardieri americani di quinta generazione: gli F-35 della Lockheed Martin.
Ma per un vecchietto di cent'anni ci sembra ormai giunto davvero il momento di cessare da ogni frenetica attività guerresca e di godersi un meritato riposo.
Evitiamo di assemblare gli F-35 (macchine di morte terribili). Anzi, facciamo ancor meglio: chiudiamo definitivamente l'aeroporto militare di Cameri.
E, già che ci siamo, giusto per non lasciare il lavoro a metà, chiudiamo pure la base adiacente guidata dalla Caserma Babini, dove si provano mezzi corazzati e dove ha sede un importante reparto logistico (trasporti e munizionamento soprattutto) impegnato in diversi teatri di guerra ed al servizio delle truppe di pronto intervento della NATO. Chiudiamo dunque l'aeroporto militare di Cameri. Chiudiamo pure la base della caserma Babini di Bellinzago.
E i posti di lavoro persi? (Ci chiederanno, preoccupati assai, gli amici della classe lavoratrice italica). E l'impegno con i nostri cari amici ed alleati amerikani?
Niente paura: abbiamo un'idea fenomenale. Un'idea imprenditoriale che creerà almeno trentamila posti di lavoro (qui e subito) e ci renderà ancora più amici dei nostri cari alleati d'oltreoceano.
Nei vasti spazi recuperati dalla chiusura delle succitate installazioni mortifere potremo costruire una grande Disneyland per il sud Europa. Una Disneyland sulle sponde del Ticino. Che cosa può esserci di più bello, di più produttivo di ricchezza, di benessere e di felicità per grandi e piccini?

Circolo zabriskie point
Novara

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