Sabato 26 Settembre i neofascisti di Casa Pound Parma hanno promosso
un'iniziativa pubblica per la presentazione di un libro sul tema della
"Euflazione" con la presenza di Antonio Miclavez, già candidato
alle elezioni europeee per la Fiamma Tricolore, presso la loro sede nel
quartiere Montanara, zona storicamente popolare della città che
sta portando avanti una serie di iniziative di contrasto alla presenza
del gruppo con l'obiettivo della chiusura della sede posta tra via
Iacchia e via Mascherpa, soprattutto attraverso l'azione del Comitato
Antifascista Quartiere Montanara. Nel primo pomeriggio numerose persone
hanno cominciato a portarsi spontaneamente davanti alla sede dopo
un'improvvisata assemblea pubblica in quartiere: l'obiettivo primario
era quello di impedire lo svolgimento dell'iniziativa fascista e di
comunicare ancora una volta, come è stato fatto con forza in
questi mesi, con i cittadini del quartiere per denunciare la presenza
di un gruppo di questo tipo in città. Dopo un paio d'ore, il
numero è aumentato arrivando a più di sessanta: giovani
dei vari collettivi cittadini ma soprattutto abitanti del quartiere e
anziani che il fascismo lo hanno vissuto e non ne voglion più
sentir parlare. Come l'anziana signora che ricordava drammaticamente la
storia della sua famiglia o le persone che sono scese dalle case della
zona per portare solidarietà a chi era accorso per la giornata
di mobilitazione. Giunte le 18.00, ora in cui era fissata l'iniziativa
pubblica, una ventina di aderenti a Casa Pound Parma sono arrivati in
via Iacchia, trovando gli antifascisti disposti sulla strada, davanti
alla loro sede. Viene scoraggiata così l'avanzata dei nipotini
del duce che rimangono in silenzio e a debita distanza. Tanti slogan
contro il fascismo e di denuncia della vergogna di una città che
tollera la presenza dei neofascisti con la ferma decisione di non
muoversi di lì. Mano a mano cominciano ad arrivare digos,
polizia e carabinieri, ma la situazione non cambia, per più di
un'ora i fascisti sono costretti a starsene fermi a pendere atto della
situazione. Ormai è chiaro, la loro iniziativa non si
svolgerà. Il relatore ad un certo punto si allontana deciso a
non presentare il proprio testo: sono stati in molti a chiedergli cosa
avesse da dire ai cittadini di Parma, non ha risposto ma si è
fatto solo scortare dalla polizia.
I fascisti infine vengono scortati anche loro dalla polizia e dalla
digos fino alla loro sede, ma le sorprese non sono finite: le serrature
delle saracinesche sono state bloccate e per altri quaranta minuti i
fascisti se ne stanno impalati, esposti alla derisione dei presenti.
Solo passando dalle cantine riescono infine ad entrare e aprire la
sede. Un piccolo corteo sfila poi per le vie del quartiere e si
allontana, lasciando i fascisti nella loro sede, presidiata da una
ventina di forze dell'ordine, tra carabinieri e polizia.
Abbiamo avuto ancora più soddisfazione quando tornati a casa
siamo venuti a conoscenza che perfino il Capo Supremo di Casa Pound
Iannone e il senatore del PDL Gramazio si sono dovuti celermente
scomodare per gli avvenimenti di oggi. Il tal senatore
presenterà una interrogazione parlamentare al ministro Maroni
sulla vicenda di Parma, definendo la mobilitazione antifascista come un
attacco intollerabile alle loro iniziative neofasciste.
Nel mese di luglio, in occasione del compleanno di Mussolini, ignoti
hanno esposto un fantoccio di Benito Mussolini a testa in giù
tra via Iacchia e via Mascherpa allo scopo di denunciare la vera natura
fascista di questa organizzazione che vuole porsi all'opinione pubblica
come un'associazione culturale con finalità sociali. La parte
più sensibile di questa città non si fa ingannare dai
soliti sproloqui di Iannone e dei suoi amici parmigiani.
Gruppo anarchico Antonio Cieri
Fai Parma
Sabato 26 settembre, con il partecipato concerto di Marco
Rovelli–Libertaria, si è conclusa la prima edizione di
"LibrArsi" fiera dell'editoria anarchica e libertaria organizzata dalla
Federazione Anarchica Milanese–FAI e dal Circolo anarchico Malfattori
di Milano.
La fiera, ospitata presso i locali e il giardino delle storica sede
della FAM in viale Monza 255, ha visto esporre centinaia di titoli
editi da ben sette case editrici (Zero in Condotta, BFS, La
Fiaccola, Spartaco, Galzerano, Eleuthera, La Baronata) oltre a diverse
riviste di movimento (Umanità Nova, A–rivista anarchica,
Anarchia, Voce Libertaria, Sicilia Libertaria, Lotta di Classe, ecc.).
Il programma della fiera, ricco di presentazioni e di dibattiti, ha
visto una notevole partecipazione con la presenza, nei tre giorni, di
centinaia di persone.
La clemenza meteorologica ha permesso di tenere le presentazioni e i
dibattiti nel giardino favorendo maggiore afflusso di pubblico e dicasi
lo stesso per le cene che anche se pensate a buffet, si sono
trasformate invece in conviviali tavolate con quasi cento persone a
sera.
LibrArsi è stata un successo ogni oltre aspettativa. Tutte le
compagne i compagni della FAM ne sono stati coinvolti per diversi mesi
e questo ha permesso anche di intessere solidali relazioni con altre
realtà anarchiche della città (il circolo dei Malfattori
in primis) e di avere una maggiore visibilità verso il quartiere
in cui è ubicata la nostra sede.
Diverse infatti le persone che si sono avvicinate ai nostri stand e
tavolate per chiedere maggiori informazioni sulla nostra storia,
attività ecc. e richiedendoci espressamente di bissare sia
questa iniziativa sia le altre che come F.A.M. stiamo facendo da
diverso tempo (mercatino biologico, presentazioni di libri, concerti,
ecc.).
Una realtà, quella della FAM, che, con la sua proposta anarchica
esplicitata attraverso la partecipazione attiva alle lotte sociali, nel
proprio contributo ad una proposta culturale libera e critica, cerca un
radicamento politico e sociale nella città e nel quartiere in
cui opera; il successo di questa iniziativa rafforza la nostra scelta e
ci sprona a proseguire nella giusta strada intrapresa.
Paolo Masala
FAI-Milano
In piazza Madama Cristina si è mangiato, bevuto e discusso a
lungo. Venerdì 18 dicembre, complice una serata ancora tiepida,
alla presentazione di "Sicuri da Morire – per Resistere al pacchetto
sicurezza", opuscolo curato dalla FAI torinese, hanno partecipato
una cinquantina di compagni e abitanti del quartiere S. Salvario, una
delle due zone, l'altra è Porta Palazzo, dove da sempre sbarcano
gli ultimi arrivati.
Dopo l'introduzione del compagno Simone Bisacca, si è sviluppato
un fitto dibattito sulle proposte di resistenza e contrasto della nuova
legge e sulla necessità di mettersi in rete, coordinando le
varie iniziative. L'idea ha trovato numerosi sostenitori che il
martedì successivo hanno dato vita a "Resistere al razzismo".
La prima iniziativa è stato un presidio al Balon con mostra sul
pacchetto sicurezza e volantinaggio, che si è svolto sabato 25
settembre.
Il prossimo incontro è il 6 ottobre alle 21 in corso Palermo 46.
Per info e contatti:
Resistere al razzismo
noracism@inventati.org
338 6594361
M. M.
Lunedi 28 settembre era atteso a Bologna il Ministro dell'Interno
Maroni, ancora fresco della contestazione ricevuta alla Cattolica di
Milano il sabato precedente. Secondo programma avrebbe dovuto prendere
la parola alla facoltà di Giurisprudenza, in mezzo alla zona
universitaria. "Ragioni di ordine pubblico" ovvero il timore di
contestazioni hanno fatto sì che il convegno venisse spostato
all'ultimo momento, sempre in centro, ma lontano dalla potenzialmente
"calda" piazza Verdi. L'odioso Maroni ha così avuto modo di
prendere la parola al convegno "Lo sport in tribuna" promosso dalla
alma mater e da sky, Gli universitari, e con loro qualche decina di
ultras liberi, hanno organizzato un corteo di protesta, contro le
infami politiche razziste dell'attuale governo, la stretta repressiva
in salsa padana e l'introduzione della cosiddetta "tessera del tifoso"-
uno strumento di identificazione e schedatura dei tifosi. Nel volantini
distribuiti dagli ultras la questione della tessera rientrava infatti
nel più ampio contesto delle politiche repressive del Ministro
dell'Interno.
Più di 500 persone hanno dato vita al corteo che durante la
mattinata ha provato a raggiungere il luogo del convengo. Niente da
fare, ovviamente. Centro storico militarizzato, nugoli di digos a ogni
angolo, e poi artificieri, unità cinofila, carabinieri e polizia
a camionate, insieme a qualche fascista amico loro, perché
nessuno si scordi che siamo in democrazia. Al primo, simbolico,
tentativo di forzare un cordone son volate manganellate. Un
compagno fermato è stato rilasciato da lì a poco. Il
corteo ha comunque continuato per il centro storico denunciando la vera
natura dell'università di Bologna e le mani sporche di sangue di
chi è al governo. Ciliegina sulla torta: ai tirocinanti in
giurisprudenza che hanno seguito la dottissima lezione del dott. Maroni
sono stati assegnati 8 crediti formativi.
Di fronte a questi porci in doppiopetto, la rabbia non è mai
abbastanza. Proviamo a prendere il lato positivo, però: la
presenza di Maroni non è passata inosservata, a Bologna non
è sicuramente benvenuto e l'onda sta forse rimettendosi in pista
in tempo per l'autunno.
RedB
Martedi 22 settembre nuove proteste al Cie di via Mattei. Un
detenuto ha compiuto atti di autolesionismo tagliandosi il corpo,
mentre i reclusi continuano a denunciare una situazione intollerabile
di degrado all'interno della struttura: e hanno ancora una volta
preparato una lista di rimostranze in cui in particolare è
contestata la somministrazione nel cibo di psicofarmaci, la mancanza di
igiene nelle strutture, la violenza delle guardie. La protesta si
è espressa attraverso la rituale "battitura". Secondo le notizie
frammentarie che filtrano alla protesta sarebbero seguite perquisizioni
di massa. Da fuori diversi i presidi di solidarietà, oltre a una
azione di disturbo alla sede di Modena della Misericordia, incaricata
della gestione del centro. Sabato 26, nel pomeriggio, alcune decine di
"nemici dei nuovi lager" hanno urlato la propria indignazione nella
piazza del mercato (Montagnola), con volantinaggio, interventi al
microfono, registrazioni e interviste dai CIE e due mostre.
RedB
Ci associamo a tutte le persone perbene ed auguriamo buon compleanno all'aeroporto militare di Cameri.
Cent'anni sono tanti: sarebbe il momento che il vecchietto si concedesse un meritatissimo riposo.
Ha fatto tante cose nella sua lunga (troppo lunga) vita.
È stato la sede della più grande scuola d'aviazione del
mondo negli anni che hanno preceduto la prima guerra mondiale.
Per la medesima prima guerra mondiale ha brevettato, nel solo anno
1917, più di settecento piloti militari (che, ovviamente,
venivano spediti a combattere).
Nella seconda guerra mondiale è stato pienamente operativo fino
a che i tedeschi in ritirata non l'hanno semidistrutto. Ma s'è
ripreso presto: nel 1957 è diventato sede della 2a Aerobrigata.
Dagli anni Sessanta in poi è stato la base del 53° Stormo
Caccia e quindi del 21° Gruppo Caccia Intercettori: prima con gli
F-104g e poi con i Tornado F3ADV.
Alla fine del secolo scorso stormi e gruppi l'hanno abbandonato (il
miserello): non è stato più, da allora, una base aerea in
senso pieno.
Ma non per questo è diminuita la sua importanza. Infatti
è diventato la sede principale nel nord-ovest (se non in tutto
il nord Italia) per la manutenzione di velivoli da guerra. Qui si
tengono in ordine e si collaudano Tornado ed Eurofighter. Qui l'Agusta
sperimenta le sue nuove macchine da guerra. Qui si effettuano
attività di "cross service", cioè di trasporto di armi,
truppe ed attrezzature in direzione dei principali teatri di guerra in
cui i soldati italiani sono attualmente impegnati.Qui vogliono
costruire, tra breve, uno stabilimento per assemblare i terribili
cacciabombardieri americani di quinta generazione: gli F-35 della
Lockheed Martin.
Ma per un vecchietto di cent'anni ci sembra ormai giunto davvero il
momento di cessare da ogni frenetica attività guerresca e di
godersi un meritato riposo.
Evitiamo di assemblare gli F-35 (macchine di morte terribili). Anzi,
facciamo ancor meglio: chiudiamo definitivamente l'aeroporto militare
di Cameri.
E, già che ci siamo, giusto per non lasciare il lavoro a
metà, chiudiamo pure la base adiacente guidata dalla Caserma
Babini, dove si provano mezzi corazzati e dove ha sede un importante
reparto logistico (trasporti e munizionamento soprattutto) impegnato in
diversi teatri di guerra ed al servizio delle truppe di pronto
intervento della NATO. Chiudiamo dunque l'aeroporto militare di Cameri.
Chiudiamo pure la base della caserma Babini di Bellinzago.
E i posti di lavoro persi? (Ci chiederanno, preoccupati assai, gli
amici della classe lavoratrice italica). E l'impegno con i nostri cari
amici ed alleati amerikani?
Niente paura: abbiamo un'idea fenomenale. Un'idea imprenditoriale che
creerà almeno trentamila posti di lavoro (qui e subito) e ci
renderà ancora più amici dei nostri cari alleati
d'oltreoceano.
Nei vasti spazi recuperati dalla chiusura delle succitate installazioni
mortifere potremo costruire una grande Disneyland per il sud Europa.
Una Disneyland sulle sponde del Ticino. Che cosa può esserci di
più bello, di più produttivo di ricchezza, di benessere e
di felicità per grandi e piccini?
Circolo zabriskie point
Novara