Umanità Nova, n.34 del 4 ottobre 2009, anno 89

Cronologia essenziale


1897
Al processo di Montjuïc (fortezza prigione che sovrasta Barcellona) sono condannati alla fucilazione cinque anarchici.
Erano accusati di un attentato contro una processione religiosa dell'anno precedente che aveva causato alcuni morti. Malgrado molti dubbi sugli autori, la polizia ottiene delle confessioni applicando la tortura alle centinaia di anarchici arrestati.

1898
Nella guerra contro gli Stati Uniti la Spagna viene sconfitta, com'era previsto, e perde Cuba, Puerto Rico e le Filippine.
È uno shock per la società spagnola messa di fronte alla fine di un impero secolare, a lungo il più importante del mondo. Siamo nel desastre per antonomasia.

1901
Il pedagogo libertario Francisco Ferrer fonda la Scuola Moderna, laica e razionalista nonché aperta anche ai bambini delle classi proletarie. L'istruzione avviene  senza distinzione di sesso ed è basata sullo stimolo all'apprendimento senza premi né punizioni. In pochi anni l'esperimento, che rispecchia analoghe esperienze in altri paesi europei, si allarga e si consolida.

1902
Nel febbraio si svolge un grande sciopero generale a Barcellona che termina con un bilancio di 12 morti tra i manifestanti (Secondo testimoni operai, i caduti si aggirano attorno ai 100). L'anno prima era nato il giornale anarcosindacalista "La huelga general".
È fondato l'Ateneu Encicolopèdic Popular, tuttora attivo, sulla base di un accordo tra intellettuali progressisti e militanti anarchici. 

1903
Si posa la prima pietra di una Casa del Pueblo a Barcellona. È promossa da un movimento che ruota attorno a un avvocato appena giunto da Madrid, Alejandro Lerroux. La sua organizzazione si radica tra gli operai immigrati con un discorso di lotta violenta contro il clericalismo e le forze autonomiste conservatrici della Lliga Regionalista.

1904
È avviato il piano urbanistico, detto Reforma Interior. Seguendo il modello francese si procede allo sventramento dei poco controllabili rioni proletari attorno al viale della Rambla.

1905
Un gruppo di ufficiali assalta e distrugge la sede del giornale satirico "Cu-Cut".
Il foglio aveva ironizzato sulle capacità militari dell'esercito nella recente guerra persa con gli Stati Uniti e nel conflitto in Marocco (ormai l'unica colonia spagnola).

1906
-    A Madrid l'anarchico Mateo Morral compie un attentato contro il re Alfonso XIII nel giorno delle sue nozze. L'azione non raggiunge l'obiettivo, causa decine di morti e Morral si suicida. Lavorava come bibliotecario nella Scuola Moderna che viene chiusa d'autorità e Francisco Ferrer è arrestato come presunto complice.
Nasce Solidaridad Catalana, alleanza tra le varie tendenze catalaniste tra cui la Lliga Regionalista. Vince varie elezioni comunali e politiche raccogliendo consensi anche tra i ceti non privilegiati. Sostiene gli interessi padronali, in particolare degli industriali tessili, che sono presentati in forma interclassista.

1907
È fondata Solidaridad Obrera, quale coordinamento di sindacati di settore, con diverse tendenze ideologiche e politiche. Nasce come organizzazione di classe che lotta frontalmente contro il padronato e rifiuta ogni intermediario nello scontro di classe. Oltre alla tradizionale presenza di lavoratori catalani, vi aderiscono molti immigrati, provenienti dalle zone agricole spagnole in crisi, che usano il castigliano.

1908
Alejandro Lerroux fonda il Partito Repubblicano Radicale che dispone di notevoli simpatie nei barrios di recente immigrazione. Riuscirà a battere i catalanisti in alcune elezioni municipali e politiche.
Si inaugura la nuova Gran Via A (poi Layetana) che sorge sullo spazio urbano prima occupato da rioni popolari. Sono presenti il re Alfonso XIII e il Presidente del Consiglio, il conservatore Antonio Maura.
Il vescovo di Barcellona protesta contro la decisione del Comune che prevede la futura istituzione di scuole senza l'insegnamento obbligatorio della religione cattolica.

1909
Il governo mobilita i riservisti, in buona parte lavoratori di una certa età, per mandarli a combattere nel Marocco spagnolo dove i ribelli delle tribù locali hanno inflitto dure sconfitte all'esercito coloniale.
La partenza dei riservisti dal porto di Barcellona suscita grandi manifestazioni di protesta.

26 luglio 1909
Inizia la cosiddetta Semana Trágica (che gli anarchici definiscono Revolución de Julio). Viene proclamato lo sciopero generale e la città resta del tutto bloccata. I tram sono rovesciati e si innalzano decine di barricate. Si contano vari scontri armati con la Guardia Civil (il corpo repressivo simile ai carabinieri italiani). È proclamata la legge marziale e i poteri civili sono assunti da un generale. Inizia l'incendio degli edifici religiosi in protesta contro il ruolo tradizionale di sostegno del potere statale svolto dalla Chiesa. In questo caso l'istituzione ecclesiastica si è schierata a favore della spedizione coloniale.

27 luglio 1909
Sono sabotate le comunicazioni ferroviarie, telegrafiche e telefoniche per impedire l'arrivo di altre forze repressive. I manifestanti attaccano sedi della polizia e istituzioni clericali. La rivolta esprime la rabbia di larghi strati delle classi subalterne che si dirige contro ogni struttura delle classi dirigenti, a cominciare dalle chiese e dai conventi. (I primi incendi anticlericali si erano verificati già nel 1835, contro l'appoggio della Chiesa alle bande carliste).

28 luglio 1909
La città brucia mentre si intensificano gli scontri armati con i corpi repressivi e gli assalti alle chiese. Le armi prese in una caserma semiabbandonata sono distribuite tra i rivoltosi. Nelle sparatorie muoiono diversi insorti e due o tre poliziotti. Si moltiplicano le barricate nei rioni proletari.

29 luglio 1909
 Breve tregua negli scontri per permettere i rifornimenti alimentari delle famiglie. Due generali, con truppe giunte da mezza Spagna, occupano militarmente le zone urbane più ribelli. Terza notte di incendi anticlericali.

30 luglio 1909
Arrivano altre truppe che smantellano le barricate principali e ristabiliscono la circolazione e l'illuminazione pubblica nel centro città. Il moto mostra segni di ripiegamento mentre continuano gli incendi e le devastazioni degli edifici clericali.

31 luglio 1909
Più di 10.000 soldati si impadroniscono dello spazio urbano già occupato dai rivoltosi. Riprendono le comunicazioni telegrafiche e telefoniche. Le autorità intimano il ritorno al lavoro e torna un clima di apparente normalità in buona parte della città dove le strade sono ormai sgombre.

1 agosto 1909
Si ristabilisce anche la circolazione tramviaria e il sindaco annuncia che due giorni dopo riapriranno i negozi. Nelle chiese non incendiate si celebrano messe e atti riparatori.
Ritornano i quotidiani che danno una versione dei fatti controllata dall'autorità militare.
Si fa un bilancio delle vittime, oltre che dei danni. Sono più di un centinaio i civili uccisi dalle truppe per "riportare l'ordine in città". Gli edifici religiosi più o meno incendiati sono tra sessanta e ottanta sulle centinaia di esistenti (molto più numerosi che a Madrid).

Agosto-settembre 1909
Vengono arrestate circa 2000 persone sospettate di aver partecipato ai moti. Più di 700 sono portate in giudizio celebrato secondo le norme del codice penale militare e sanzionate con pene severe, tra cui una ventina di condanne a morte, in parte poi commutate in pene detentive.

Ottobre 1909
Il 13 del mese cinque condannati, tra cui Francisco Ferrer, sono fucilati malgrado la debolezza delle prove giudiziarie e le forti proteste a livello europeo e non solo. Decine di manifestazioni di protesta sconvolgono molte città e raccolgono forze diverse, dagli anarchici ai repubblicani, dai socialisti ai massoni. Ferrer diventa un "martire del libero pensiero", come Giordano Bruno, eliminato dalla risorta "Nuova Inquisizione" spagnola.
Sotto la pressione internazionale si dimettono il governo di Antonio Maura e il sindaco della città.

1910
Il nuovo governo liberale limita l'influenza degli ordini religiosi sulle istituzioni e sulla società.
Nasce a Barcellona la CNT (Confederación Nacional del Trabajo), di tendenza anarcosindacalista. L'organizzazione, presente in tutto il territorio spagnolo e soprattutto in Catalogna e Andalusia, assume la responsabilità politica della rivolta popolare anticlericale del luglio 1909. Alejandro Lerroux si ritira dalla scena barcellonese che aveva contribuito ad infiammare e ciò favorisce il radicamento della CNT nelle classi proletarie di Barcellona e dintorni.

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