Da anni ormai, sulla scia dell'espandersi dell'economia
globalizzata, abbiamo assistito ad una vera e propria campagna
mediatica tambureggiante che ha elevato la "Competitività"
(inter-aziendale, inter-nazionale ed inter-continentale) e l'aumento
della produttività a veri e propri feticci. Di conseguenza,
questi due termini, Competitività e Produttività, sono
già da tempo entrati prepotentemente nel nostro lessico comune,
ripetuti ad ogni piè sospinto e fino alla nausea da Tv e
giornali e – soprattutto – spacciatici quali condizioni sine qua non
per "... creare benessere e prosperità per tutti".
Inutile dire che, se anche avessimo all'inizio creduto sinceramente in
una simile fandonia, facendo un semplice confronto tra la pressione cui
da molto tempo ognuno di noi è soggetto sul posto di lavoro (a
qualsiasi settore si appartenga) ed i benefici (pochi) che da questo
rilevante impegno ci derivano, qualche sospetto dovrebbe esserci
già da lunga pezza balenato in mente. Qualora invece ciò
non si fosse ancora verificato, il recente caso della France Telecom
potrà toglierci qualsiasi dubbio in proposito.
Pochi giorni fa, nella regione dell'Alta Savoia (Francia), un
dipendente della France Telecom si è ucciso gettandosi dall'alto
di un viadotto, dopo avere lasciato alla moglie poche righe di addio
nelle quali denunciava, come motivo del gesto, il clima aziendale
divenuto da tempo oramai insopportabile.
Quello dei suicidi alla France Telecom (24 suicidi riusciti e 13
tentativi nel giro di 18 mesi) era esploso come caso nazionale
già ai primi di settembre, dopo il penultimo suicidio, tanto che
il ministro del lavoro Darcos, preoccupato per il serio rischio di un
"contagio" tra i lavoratori, aveva convocato Didier Lombard, Presidente
e Direttore generale, per un colloquio urgentissimo. Dopo questo
incontro, nonostante gli avvertimenti già ricevuti in passato da
esperti di medicina del lavoro, la società aveva per la prima
volta preso sul serio il problema, annunciando provvedimenti.
Nell'attesa di questi correttivi però si é ora verificato
un altro suicidio, il 24mo, tanto che questa volta Monsieur Lombard ha
annunciato l'immediata sospensione della pratica di trasferire ogni 3
anni i quadri aziendali da una parte all'altra del paese.
Ma da cosa nasce il malessere collettivo che aveva portato addirittura
un dipendente (il 22mo suicida), un tecnico specializzato, a pugnalarsi
all'addome non appena avuta la notizia dell'ennesimo trasferimento con
l'aggiunta di una retrocessione di grado e di stipendio?
"La pressione sul personale corrisponde a quella che la nostra
società deve affrontare sul mercato" ha recentemente affermato
Didier Lombard, mentre "La mia preoccupazione – ha dichiarato a sua
volta il ministro Darcos – non è di mettere in forse il
progresso tecnologico, ma che questo avvenga nel rispetto dei
dipendenti". I sindacati dal canto loro hanno accusato la compagnia di
aver esercitato pressioni eccessive sui lavoratori nel corso di questi
anni di intensa ristrutturazione – che ha portato a 40.000 'dimissioni
volontarie' tra il 2006 e il 2008 – costringendo inoltre molti
dipendenti a cambiare mansione e città pur di mantenere il posto
di lavoro.
Ed in effetti, quello che risulta dalle lettere inviate ai giornali da
parte di dipendenti o ex dipendenti della società, è un
girone infernale dove la pressione commerciale sul singolo dipendente
è diventata causa di incubi notturni e di crisi nervose diurne;
dove chi non regge il ritmo viene trasferito in settori "confino"
situati in altre regioni del Paese e con l'abbassamento di stipendio,
dove il resoconto personale a fine giornata è causa di altissimo
stress, dove – come ha scritto un ex dirigente – il ritorno in auto a
casa a fine giornata era diventato un invito a schiantarsi contro un
muro per farla finita.
Ma l'aspetto che più di tutti ha colpito i dipendenti risulta
essere stato il progressivo annullamento della loro personalità,
dovuto essenzialmente alla continua corsa verso l'aumento della
produttività imposto dalla struttura gerarchica, nel doversi
rimettere in discussione sempre più spesso a causa della
necessità di imparare ex-novo il lavoro 2, 3 o 4 a volte
all'anno a seconda dei trasferimenti, il tutto – come denunciato ai
giornali – in una situazione di completo marasma organizzativo dove
l'unica cosa che invece funziona alla perfezione è il sistema
punitivo.
Insomma, una macchina perfetta, votata alla produttività
esasperata, che spreme i dipendenti all'inverosimile e poi li tritura
quando cedono.
Finché, alla fine, il giocattolo di Monsieur Lombard si è inceppato.
V. Noziéres