Umanità Nova, n.35 dell'11 ottobre 2009, anno 89

Il feticcio della produttività: il caso France Telecom


Da anni ormai, sulla scia dell'espandersi dell'economia globalizzata, abbiamo assistito ad una vera e propria campagna mediatica tambureggiante che ha elevato la "Competitività" (inter-aziendale, inter-nazionale ed inter-continentale) e l'aumento della produttività a veri e propri feticci. Di conseguenza, questi due termini, Competitività e Produttività, sono già da tempo entrati prepotentemente nel nostro lessico comune, ripetuti ad ogni piè sospinto e fino alla nausea da Tv e giornali e – soprattutto – spacciatici quali condizioni sine qua non per "... creare benessere e prosperità per tutti".
Inutile dire che, se anche avessimo all'inizio creduto sinceramente in una simile fandonia, facendo un semplice confronto tra la pressione cui da molto tempo ognuno di noi è soggetto sul posto di lavoro (a qualsiasi settore si appartenga) ed i benefici (pochi) che da questo rilevante impegno ci derivano, qualche sospetto dovrebbe esserci già da lunga pezza balenato in mente. Qualora invece ciò non si fosse ancora verificato, il recente caso della France Telecom potrà toglierci qualsiasi dubbio in proposito.
Pochi giorni fa, nella regione dell'Alta Savoia (Francia), un dipendente della France Telecom si è ucciso gettandosi dall'alto di un viadotto, dopo avere lasciato alla moglie poche righe di addio nelle quali denunciava, come motivo del gesto, il clima aziendale divenuto da tempo oramai insopportabile.
Quello dei suicidi alla France Telecom (24 suicidi riusciti e 13 tentativi nel giro di 18 mesi) era esploso come caso nazionale già ai primi di settembre, dopo il penultimo suicidio, tanto che il ministro del lavoro Darcos, preoccupato per il serio rischio di un "contagio" tra i lavoratori, aveva convocato Didier Lombard, Presidente e Direttore generale, per un colloquio urgentissimo. Dopo questo incontro, nonostante gli avvertimenti già ricevuti in passato da esperti di medicina del lavoro, la società aveva per la prima volta preso sul serio il problema, annunciando provvedimenti. Nell'attesa di questi correttivi però si é ora verificato un altro suicidio, il 24mo, tanto che questa volta Monsieur Lombard ha annunciato l'immediata sospensione della pratica di trasferire ogni 3 anni i quadri aziendali da una parte all'altra del paese.
Ma da cosa nasce il malessere collettivo che aveva portato addirittura un dipendente (il 22mo suicida), un tecnico specializzato, a pugnalarsi all'addome non appena avuta la notizia dell'ennesimo trasferimento con l'aggiunta di una retrocessione di grado e di stipendio?
"La pressione sul personale corrisponde a quella che la nostra società deve affrontare sul mercato" ha recentemente affermato Didier Lombard, mentre "La mia preoccupazione – ha dichiarato a sua volta il ministro Darcos – non è di mettere in forse il progresso tecnologico, ma che questo avvenga nel rispetto dei dipendenti". I sindacati dal canto loro hanno accusato la compagnia di aver esercitato pressioni eccessive sui lavoratori nel corso di questi anni di intensa ristrutturazione – che ha portato a 40.000 'dimissioni volontarie' tra il 2006 e il 2008 – costringendo inoltre molti dipendenti a cambiare mansione e città pur di mantenere il posto di lavoro.
Ed in effetti, quello che risulta dalle lettere inviate ai giornali da parte di dipendenti o ex dipendenti della società, è un girone infernale dove la pressione commerciale sul singolo dipendente è diventata causa di incubi notturni e di crisi nervose diurne; dove chi non regge il ritmo viene trasferito in settori "confino" situati in altre regioni del Paese e con l'abbassamento di stipendio, dove il resoconto personale a fine giornata è causa di altissimo stress, dove – come ha scritto un ex dirigente – il ritorno in auto a casa a fine giornata era diventato un invito a schiantarsi contro un muro per farla finita.
Ma l'aspetto che più di tutti ha colpito i dipendenti risulta essere stato il progressivo annullamento della loro personalità, dovuto essenzialmente alla continua corsa verso l'aumento della produttività imposto dalla struttura gerarchica, nel doversi rimettere in discussione sempre più spesso a causa della necessità di imparare ex-novo il lavoro 2, 3 o 4 a volte all'anno a seconda dei trasferimenti, il tutto – come denunciato ai giornali – in una situazione di completo marasma organizzativo dove l'unica cosa che invece funziona alla perfezione è il sistema punitivo.
Insomma, una macchina perfetta, votata alla produttività esasperata, che spreme i dipendenti all'inverosimile e poi li tritura quando cedono.
Finché, alla fine, il giocattolo di Monsieur Lombard si è inceppato.

V. Noziéres

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