I dottori e i buoni parenti alla
fin fine faranno sì che l'umanità diventerà
ottusa, che la mediocrità passerà per genio e la
civiltà perirà.
Da Il monaco nero di Anton Cechov
La psichiatria è una disciplina che ha sempre garantito al
potere un controllo coercitivo sui comportamenti degli individui,
quando questi rischiano di ledere la morale, lo status sociale e
familiare, le finalità di un sistema costruito sull'efficienza e
la produttività. Se venissero aboliti i ricoveri coatti, si
toglierebbe al business psichiatrico la maggior parte del suo potere
d'intervento. Negli USA le case farmaceutiche investono ogni anno circa
5 miliardi di dollari in pubblicità sugli psicofarmaci; questo
dato rimanda all'ammontare degli introiti sulle vendite e richiama
l'attenzione su esperienze concrete di fragilità psicologica,
dovute a cause contingenti o sociali, nelle quali il ricorso
all'ansiolitico, piuttosto che all'antidepressivo, viene individuato
come un supporto dapprima momentaneo e poi indispensabile per
affrontare le difficoltà quotidiane, allontanando i soggetti
dall'acquisizione di un equilibrio personale, obbligandoli inoltre a
fare i conti con i danni fisiologici e la dipendenza che queste
sostanze provocano. La rete relazionale di queste persone si
comporrà di medici e amici compiacenti sulla necessità di
continuare la cura: il rifiuto della terapia è una delle
motivazioni del T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio).
La crisi economica sta garantendo alle multinazionali del farmaco un
aumento del fatturato. Gli psichiatri agiscono anche coadiuvando le
patologie neurologiche, garantendosi così una parvenza di
scientificità medica; spesso le modalità di cura non
cambiano, ma un conto è parlare di handicap genetici o di
sindromi neurologiche degenerative (come l'Alzheimer), un conto
ritenere che la depressione, la schizofrenia, l'iperattività
ecc. siano patologie organiche. La sofferenza psichica non va negata ma
se viene trasformata in una diagnosi, difficilmente la qualità
dell'aiuto darà esiti positivi. La psichiatria, da quando
esiste, definisce malati quei comportamenti che non rientrano nella
normalità sancita da un codice culturale. I D.S.M. (manuali
diagnostici delle malattie mentali) elencano le patologie modificandole
a seconda delle esigenze sociali: anni fa l'omosessualità
rientrava in questo elenco, adesso vi si inserisce la tendenza al gioco
d'azzardo o l'infedeltà coniugale (ritenuta patologica
soprattutto quando è la donna a commetterla): concetti culturali
non medici. Non esistono test di laboratorio in grado di comprovare
queste presunte patologie e allora perché ci dovremmo stupire
quando a subire TSO psichiatrici sono persone che si ribellano allo
sfratto o al licenziamento? Vi sono ricoveri coatti applicati a persone
che stanno alzate la notte per studiare, denunciate da parenti o vicini
di casa perché creerebbero disturbo. La reazione non dovrebbe
essere di stupore, ma di denuncia sociale; non dovremmo accettare
passivamente che individui vengano prelevati, ricoverati senza consenso
e costretti alla contenzione chimica, privati della libertà e
della volontà!
La psichiatria esiste per ledere la libertà di pensiero e di
scelta, per sconvolgere la coscienza e garantire clienti alle case
produttrici di farmaci e alle istituzioni coercitive: non vi è
limite d'età, la psichiatria si occupa ormai dell'infanzia come
della geriatria. Oltre ai TSO veri e propri vi sono altre subdole
modalità per far assumere psicofarmaci. Negli USA, se i genitori
si oppongono alle cure psichiatriche prescritte a un figlio, viene
tolta loro la tutela; la psichiatrizzazione dell'infanzia viene
applicata anche in accordo con le istituzioni scolastiche in molti
paesi occidentali, compresa l'Italia. Nella maggior parte dei casi
avviene che l'insegnante segnali allo psicologo scolastico le anomalie
di comportamento manifestate da uno o più alunni; dove la
didattica è incasellata in rigidi programmi formativi, in
scansioni di tempo ristrette, in doverosi test di controllo, in classi
numerose e carenti di supporti pedagogici (strumenti e risorse umane) e
le difficoltà di relazione tra insegnanti e alunni potranno solo
intensificarsi mentre si facilita l'individuazione dei cosiddetti
"elementi di disturbo". Uno psicologo può aiutare a superare il
conflitto, ma può ricorrere ad un altro esperto, il
neuropsichiatra, che spesso certifica una depressione,
un'iperattività, un disturbo bipolare ecc. Non esistono
psicofarmaci ad uso specificatamente pediatrico, si dimezzano magari le
dosi e numerose pubblicazioni scientifiche provano quanto siano dannosi
per lo sviluppo neurovegetativo; inoltre quel bambino percepirà
la propria diversità come un difetto e difficilmente
acquisirà la capacità di poter scegliere in autonomia il
futuro della propria esistenza. Esuberanza psicomotoria, scarso
interesse alle lezioni scolastiche, carenza di concentrazione o di
adeguamento a ritmi e tempi prefissati, difficoltà di
socializzazione; tutte situazioni possibili, affrontabili sul piano
della relazione educativa o affidate, con un'evidente scelta di
deresponsabilità, in mani altrui.
Non a caso le neuroscienze si occupano ora dei comportamenti degli
individui e dei gruppi sociali cercandone le cause genetiche. I
risultati sono approssimativi perché i comportamenti risentono
dei condizionamenti culturali: se ci fosse una base genetica si
produrrebbero a prescindere dall'area geografica nella quale vive la
persona oggetto dello studio. Sostenere che nel nostro DNA sia scritto
che siamo predisposti a spendere bene i nostri soldi, ad essere
fantasiosi, timidi, onesti, fedeli, tristi, vivaci, pazienti, leader o
sudditi, presuppone non solo che questi concetti siano universali, ma
anche che ogni persona abbia la possibilità di gestire le
proprie scelte proporzionalmente ai bisogni e in contesti favorevoli.
Ciò che si sta verificando a livello accademico è che le
neuroscienze si sovrappongono alle scienze sociali (psicologia,
pedagogia, sociologia, antropologia) relegandole ad un ruolo di
supporto acritico.
Tutto ciò rappresenta una tendenza, un rischio che va
considerato perché se un individuo non è rispettato per
la capacità di scegliere, per la complessità e la
diversità che esprime, si incentiva la speculazione sulle
sofferenze causate dalle ingiustizie sociali, a prescindere che si
scatenino in contesti familiari o in aree geografiche interessate dalle
guerre.
La legge 180 in Italia cercò di arginare il danno provocato
dalle istituzioni totali ma, nonostante buone sperimentazioni, non
tolse agli psichiatri alcun potere; istituì il TSO che dovrebbe
essere applicato per 7 giorni. Quando un familiare chiama il medico
denunciando che un parente mostra comportamenti pericolosi per
sé o altri, alla persona che subisce il TSO non viene data
facoltà di esprimersi e viene allontanato da tutta la sua rete
relazionale. In ogni caso è un abuso di potere che attualmente
dev'essere convalidato da uno psichiatra dell'azienda sanitaria e dal
sindaco.
Qualche anno fa la proposta di legge Burani-Procaccini tentò di
riformare la L.180 per renderla più coercitiva e ora il
centrodestra ci riprova con il ddl n° 348 (firmatari Valerio
Carrara, Laura Bianconi e Ombretta Colli, tutti del P.d.L.) strutturato
sull'intento di snellire la procedura e le proroghe del TSO che
avrà una durata di 30 giorni, rendendolo possibile in enti
extraospedalieri e alleggerendo il sistema delle garanzie, cioè
rendendo inefficaci gli accorgimenti che attualmente possono impedirlo.
Palese la volontà di privatizzare gli enti di igiene mentale.
Nella relazione introduttiva al ddl n° 348 si descrive il malato di
mente soprattutto per la sua "incapacità ad esprimere sia un
valido consenso sia un valido dissenso alla presa in carico
terapeutica" e a "rapportarsi alla realtà"; si sottolinea poi
che quando il controllo comportamentale dei pazienti è
impossibile da ottenersi con le terapie, deve ottenersi in termini
"custodialistici". Della serie: dove fallisce la chimica, torni la
contenzione fisica.
La farsa diventa realtà, sulla scena rimangono gli attori che
recitano senza improvvisazioni; chi disturba, o si dimostra
inefficiente, è eliminato dallo spettacolo
dell'uniformità indotta a ritmo di paure. Se si spengono i
riflettori sulla sofferenza e l'irrazionalità vincerà la
mercificazione dei sentimenti e l'annullamento di ogni desiderio.
chiara gazzola