Sabato 10 ottobre ad Alessandria sono sfilate tra le vie del centro
circa mille persone con centinaia di bandiere rosse e nere per
gridare a gran voce No al razzismo, No al pacchetto sicurezza, No ai
CIE, No alle politiche criminali che governo e amministrazioni comunali
applicano con una vocazione autoritaria e fascista degna del mefitico
ventennio che ha insanguinato questo cosiddetto Bel Paese.
Aprivano il corteo numerosissimi lavoratori "stranieri, quelli che
danno un valore aggiunto all'economia, ma che sempre più spesso
sono fatti oggetto di campagne criminali e repressioni individuali e
collettive per poter mantenere viva l'attenzione sulla cosiddetta
sicurezza".
Lavoratori egiziani e di lingua araba, indiani, sud-americani con i
loro figli, mariti e mogli hanno gridato che i diritti sono per tutti,
nessuno escluso. Avevano anche molto chiaro che il nemico è il
governo attuale, ma anche quelli precedenti con tutte le loro
consorterie politiche, ricordando anche chi è stato il padre di
quegli orrori che oggi sono chiamati CIE ex CPT; così come
nemico è la Lega Nord, oggi al top delle infamie contro le
persone.
Il corteo passando all'interno dei quartieri popolari si è
ingrossato dando così visibilità a quella parte di
popolazione che spesso è invisibile.
Hanno partecipato anche tanti giovani, dando finalmente un segnale
politico preciso; le nuove generazioni sono tutt'altro che indifferenti
a quello che succede; la politica è l'azione diretta e la
negazione della delega: la lotta va fatta in prima persona
perché è il solo modo per poter cambiare le cose.
Il corteo, sfilando per la città, si fermava nei luoghi simbolo
del potere locale, dando vita a comizi improvvisati dove ha parlato
anche un vecchio partigiano che ha salutato commosso questi nuovi
fratelli di lotta, i lavoratori cileni, i lavoratori di Alessandria e
del Laboratorio Anarchico Perla Nera insieme all'Associazione dei
Lavoratori Cileni in Esilio e all'Associazione Lavoratori Immigrati di
Alessandria e provincia che hanno lavorato per la buona riuscita della
manifestazione.
Chi è intervenuto nei comizi ha spiegato ai cittadini le
motivazioni di quella sfilata di persone colorate. Oggi
l'auto-organizzazione dei lavoratori del mondo è diventata una
realtà ad Alessandria.
Il successo di questa manifestazione è dovuto anche alla
caparbietà dei compagni anarchici del Perla Nera e dei
compagni cileni residenti in quella zona.
Dopo oltre due ore il corteo finiva con una promessa: ad Alessandria e
provincia il razzismo sarà combattuto in tutte le sue forme; i
lavoratori auto-organizzati saranno presenti, lavoreranno perché
non si abbassi la guardia e soprattutto perché hanno un
obbiettivo da realizzare:
un mondo senza padroni, senza frontiere, senza stati.
Anto
Commissione Antirazzista FAI
La settimana appena trascorsa è stata una settimana di
ripresa della lotta nella scuola. In tutta italia gli studenti sono
tornati in piazza a migliaia, sono partite le mobilitazioni negli
istituti con occupazioni ed autogestioni e c'è stato il primo
sciopero dei lavoratori della scuola.
In particolare in Toscana il movimento studentesco è tornato a farsi sentire in molte città.
Pisa
Il 5 di ottobre si è svolto a Pisa un corteo per contestare la
presenza di Gelmini e Brunetta al CNR per un convegno. I ministri, a
seguito di una campagna contro di loro e alla convocazione del corteo
hanno poi rinunciato alla presenza. Il corteo è riuscito,
nonostante fosse in realtà una manifestazione convocata
più da parte di aree di movimento che non da un organismo
studentesco, e nonostante i limiti che pone la semplice opposizione
alla presenza dei singoli ministri. Sarebbe infatti stato necessario
gettare le basi per una nuova e più ampia mobilitazione. In ogni
caso è stata una ottima occasione per tornare in piazza, hanno
partecipato oltre mille studenti, soprattutto medi, e un centinaio di
persone da fuori provincia, soprattutto da Livorno e da Massa.
Livorno
A Livorno fin da prima dell'inizio dell'anno scolastico è
ripresa l'attività del Coordinamento Studentesco Livornese che
riunisce gli studenti universitari e soprattutto medi dei vari istituti
della città. Dopo settimane di presidi, volantinaggi, assemblee,
cortei spontanei e altre iniziative (riportate sui numeri precedenti di
questo giornale), si è svolto un corteo studentesco nella
mattinata di mercoledì 7. Alla manifestazione hanno partecipato
oltre 3000 studenti, che hanno prima raggiunto il concentramento con
cortei dalle varie scuole e poi hanno attraversato insieme il centro,
paralizzando la città. Da ogni scuola si è avuta una
partecipazione numerosa ed organizzata, con striscioni e slogan, hanno
partecipato al corteo anche lavoratori, in particolare una delegazione
dei cassintegrati ex Delphi con un proprio striscione. Il corteo ha
attraversato le vie del centro con volantinaggi, slogan ed interventi,
riscuotendo spesso l'appoggio dei passanti.
Giunti in Piazza del Cisternone, dove il corteo avrebbe dovuto fermarsi
per dar luogo ad una assemblea in piazza, si è invece
proseguito, vista la partecipazione e la volontà dei
manifestanti di andare avanti. Si è dunque arrivati all'incrocio
tra V.le Carducci e l'Aurelia nel suo tratto urbano, dove si è
svolta una assemblea. Gli interventi hanno evidenziato l'importanza di
questa giornata di lotta, l'importanza di creare legami con le altre
città, visto che i giorni successivi sarebbero stati
fondamentali per il rilancio del movimento a livello nazionale.
Sulla base di questo corteo si è svolto nel pomeriggio di sabato
10 un presidio in P. Grande che, nonostante la pioggia, ha visto la
partecipazione di una cinquantina di studenti. L'assemblea del
Coordinamento Studentesco livornese, tenutasi lunedì 12 ottobre
ha deciso di lanciare nuove iniziative di mobilitazione.
Firenze
La giornata del 9 ottobre, che ha visto anche il primo sciopero nel
settore scuola, nell'ambito studentesco è stata una giornata di
mobilitazione diffusa su tutto il territorio. Inizialmente nata da una
convocazione dell'UDS "("sindacato studentesco" istituzionale
fortemente legato alla CGIL), ma poi divenuta in diverse città
una manifestazione promossa da assemblee più allargate, senza
presenza di bandiere di organizzazioni specifiche e su piattaforme
più radicali. Questo è ad esempio quello che è
avvenuto a Firenze dove, a seguito del movimento dello scorso anno e
delle dure repressioni in primavere ed estate, dall'inizio dell'anno
scolastico si è formata una assemblea di studenti medi
autoorganizzati. Tale assemblea ha creato una piattaforma dai contenuti
molto radicali sulla quale sono riusciti a coinvolgere tutte le
organizzazioni studentesche. Il corteo del 9 a Firenze non è
stato quindi un corteo dell'UDS, ma un corteo autoorganizzato di oltre
10000 studenti, che nonostante la pioggia ha attraversato il centro ed
i viali fino a raggiungere la sede di Confindustria. Sempre a Firenze
il 10, come era stato annunciato il giorno prima al corteo, sono state
occupate più di dieci scuole ed alcune facoltà, nuove
assemblee si sono svolte poi lunedì 12.
A Firenze dunque sta crescendo un movimento studentesco forte, di massa
e radicale, che si muove per via assembleare ed in una prospettiva di
lotta ampia.
La settimana appena trascorsa dunque è stata molto importante
per la ripresa del movimento e, nonostante le differenze riscontrate
nelle varie città, vi è la possibilità di una
crescita del movimento studentesco.
C'è da notare però che la situazione è molto
diversa rispetto allo scorso anno. L'informazione mainstream non fa
considerare la scuola e l'università come temi "caldi". Le
mobilitazioni, pur avendo ancora un carattere di massa coinvolgono un
minor numero di studenti. In alcune situazioni il contenuto di
piattaforme e rivendicazioni si fa più radicale. L'ambiente
universitario è ancora abbastanza fermo, forse anche
perché sconta l'errore di aver orientato l'intero movimento
dell'Onda dello scorso anno sull'opposizione a singoli provvedimenti,
senza cercare di costruire una più ampia prospettiva di lotta.
Nel contempo è proprio ora che l'attacco del Governo si fa
più pesante. Dalla settimana appena trascorsa giungono le prime
risposte a questo attacco, spetta a noi fare in modo che queste
risposte si traducano in un nuovo movimento.
Dario Antonelli