Umanità Nova, n.37 del 25 ottobre 2009, anno 89

Sciopero Generale. Il 23 ottobre: un passaggio ed una sfida


Una notizia – apparentemente – minore, ma che dice molto sullo stato del sindacalismo concertativo.

Uno storico del movimento dei lavoratori che, fra un paio di secoli, dovesse stendere un testo sullo stato della vita sindacale nell'Italia del 2009, probabilmente resterebbe colpito da una notizia apparentemente minore.
Scoprirebbe, infatti, che Ugl e Fismic non hanno firmato il contratto dei metalmeccanici concordato fra Federmeccanica da una parte e FIM e UILM dall'altra.
Scoperto cosa sono FISMIC ed UGL e cioè due sindacati filopadronali di scarso peso, il nostro ipotetico storico verrebbe a conoscenza del fatto che costoro nel testo dell'accordo sono esclusi dalla partecipazione dell'ente bilaterale che gestisce il fondo di sostegno al reddito e che entrambi chiedono "pari dignità" rispetto alle altre organizzazioni e si riservano di aderire o no in relazione a questo punto.
Insomma, dopo aver fatto ulteriori ricerche, si chiarirebbe che:
1.    in questo contratto viene istituito un fondo di sostegno al reddito, gestito dall'ente bilaterale (imprese-sindacati).
2.   questo ente bilaterale raccoglierà fondi con la promessa di dare, tra tre anni, qualche contributo a qualche lavoratore particolarmente disagiato. Una risposta tempestiva, quando centinaia di migliaia di lavoratori rischiano salario e posto ora. Ma l'importante è istituire un nuovo carrozzone, con il quale alimentare la collaborazione tra sindacato e imprese.
In altri termini, Federmeccanica ha chiuso un contratto solo con FIM e UILM, questo contratto prevede un carrozzone volto a finanziare le stesse FIM e UILM, costoro non intendono spartire la torta con i sindacati  "autonomi" che pure firmerebbero volentieri il contratto in cambio di qualche fetta di lardo e, di conseguenza, FISMIC e UGL piangono sconsolate.

Cosa prevede questo contratto oltre all'ente bilaterale di cui sopra?

–    110 euro mensili (5 Livello) per il triennio 2010-2012: 28 euro nel 2010; 40 euro nel 2011; 42 euro nel 2012.
–    15 euro mensili per chi non fa la contrattazione integrativa, dal gennaio 2011;
–    6 euro in più di contribuzione per il Fondo Cometa;
Per capirsi, e considerando che gli aumenti sono lordi, un operaio di 3° livello, la figura più numerosa fra i metalmeccanici, avrà nel 2010 un aumento netto inferiore ai 16 euro.
Per di più il testo firmato pone su forme conciliazione e arbitrato e limita l'autonomia di contrattazione in fabbrica.
Scopriamo, insomma, l'ovvia verità, chi sosteneva che bisognava fare meno contratto nazionale per avere più numerosi e migliori accordi aziendali mentiva per la gola, infatti FIM, UILM e Federmeccanica, per non sbagliarsi limitano tutti e due.
Si indeboliscono insomma contestualmente contratto nazionale e contrattazione aziendale.

Riprendere l'iniziativa

Già in molte fabbriche sono ripartite mobilitazioni contro questo contratto, sicuramente grazie allo stimolo di delegati e militanti del sindacalismo di base ed indipendente o della FIOM ma comunque mobilitazioni importanti. È, infatti, evidente l'emergere della questione salariale. Se la principale categoria dei lavoratori del settore privato può essere svenduta in questo modo da CISL e UIL, possiamo immaginare la situazione generale.
Si tratta allora di lavorare perché il malessere operaio e in generale dei lavoratori salariati trovi luoghi e punti di coordinamento e soprattutto di applicazione. Si deve trovare il modo di far male ai padroni, di ostruire una rete di militanti, delegati, lavoratori all'altezza dello scontro in atto.

I precari della scuola e non solo

Dalla fine dell'estate, a volte in maniera molto visibile a volte in maniera meno evidente, i lavoratori della scuola e, in particolare i precari, hanno verificato cosa significasse il taglio di posti di lavoro imposti dal governo.
Cortei, presidi, occupazioni di provveditorati si sono diffusi dal sud più pesantemente colpito al nord del paese.
Il governo ha fatto concessioni ai precari disoccupati assolutamente risibili ed inadeguate e volte solo a gettare polvere negli occhi all'opinione pubblica. Un'altra grande categoria sta vivendo una situazione non facile. Aumento degli alunni per classe con estremi al limite del delirio, mancanza di personale, mancanza di risorse... un degrado che stimola tensioni ma che richiede risposte chiare e forti.

Gli immigrati, da assieme di individui a forza collettiva

La manifestazione dei migranti del 17 ottobre, al di là delle ambiguità dei soggetti organizzatori, dimostra che è maturo il passaggio dei lavoratori migranti al ruolo di soggetto generale, di segmento del lavoro salariato capace di imporre le proprie esigenze e di praticare conflitto politico e sindacale.
Lo verifichiamo ogni giorno nella costruzione del conflitto, negli scioperi, nelle manifestazioni. Un'energia nuova e ricca di prospettive si sta sviluppando.
Va raccolta, posta al centro della nostra azione e riflessione, coordinata con l'azione dei tradizionali settori della forza lavoro.

Il 23 ottobre: un passaggio ed una sfida

Sono questi solo alcuni dei temi che caratterizzeranno lo sciopero ed i presidi del 23 ottobre. Non dobbiamo dimenticare l'iniziativa per la sicurezza sui luoghi di lavoro, quella contro la guerra ecc...
Mentre CISL e UIL fanno tranquillamente il loro mestiere di "complici" – lo dice Sacconi – del padronato e del governo, mentre la CGIL oscilla fra opposizione e subalternità alle scelte dell'avversario di classe,  è necessario dare un segnale forte e chiaro e costruire un'iniziativa adeguata alla gravità dei problemi che andiamo affrontando.

Cosimo Scarinzi

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