Honduras, centro America, uno dei
paesi più poveri del continente, più di sette milioni di
abitanti. A fine giugno, all'avvicinarsi delle elezioni, Manuel Zelaya,
leader "progressista" viene prelevato con la forza dall'esercito e
portato in Costa Rica. I golpisti impongono come capo di Stato Roberto
Micheletti, già presidente del Congresso. Il colpo di Stato e le
proteste che ogni giorno si susseguono in tutto l'Honduras hanno
provocato numerose sparizioni, morti e violazioni gravi. Secondo i dati
del Comitato dei Familiari dei Detenuti e Desaparecidos in Honduras
(COFADEH), sarebbero 17 le persone morte a causa della violenza
scatenata dalle forze repressive dopo il 28 giugno. Si contano
centinaia di feriti e quasi un centinaio di cittadini sono sotto accusa
per sedizione, in quanto hanno difeso l'ordine costituzionale
interrotto dal colpo di Stato. Il 21 settembre Zelaya riesce a
ritornare nel paese, rifugiandosi nell'ambasciata brasiliana della
capitale Tegucigalpa. Il governo di Roberto Micheletti, ormai privo di
supporti esterni e in crisi sul fronte interno, il 27 settembre ha
decretato la restrizione di tutte le garanzie individuali per 45
giorni. I negoziati tra Zelaya e il golpista Micheletti sono a un punto
di stallo; ad ogni modo Zelaya ha deciso di non includere tra i punti
dell'accordo la creazione di una nuova Assemblea nazionale costituente.
Qui un'accurata cronologia della situazione in Honduras.
http://www.carmillaonline.com/archives/2009/10/003212.html
Proponiamo qui due articoli: il primo
è un'analisi degli anarchici della regione, sintesi da alcuni
articoli di due tra i principali mezzi di comunicazione libertari, il
secondo è un documento del Consiglio delle Organizzazioni
Popolari e Indigene dell'Honduras, che dimostra la vivace e ferma
resistenza dei popoli nativi, sebbene sottintenda una visione che
ancora nutre speranze in uno Stato modificabile e migliorabile. Di
questo potremmo essere critici, con alle spalle una esperienza storica
radicata e inossidabile, che è e potrebbe essere un contributo
ad una visione del mondo, della vita, delle relazioni sociali e della
natura, che con quei popoli, tutti i popoli, ci accomuna.
RedB
Analisi anarchica del colpo di Stato
In Honduras, come in tutte le parti del mondo, la classe dominante
è divisa in fazioni rivali che si contendono l'egemonia
per imporre ognuna la propria modalità di capitalismo; per la
classe lavoratrice la differenza tra un capitalismo "troglodita" e uno
"riformista" può significare alcuni vantaggi o miglioramenti
parziali e momentanei, nulla più; in un caso come nell'altro
continuerà a essere sfruttata dalla classe capitalista.
In termini generali la divisione della borghesia in fazioni opposte non
è che il riflesso stesso della società: è
l'influenza delle imprese all'interno del sistema delle imprese, le
loro rivalità e la concorrenza tra loro all'interno di questo
sistema sostanziano la relazione sociale capitalista.
Questa continua conflittualità non rappresenta delle
opportunità per le classi lavoratrici anzi rafforza il controllo
e la loro sudditanza economica; la rivalità tra bande borghesi
permette di perpetuare il loro controllo politico sopra il
proletariato. Non sono le crisi che nascono all'interno della borghesia
ad aiutare il proletariato a riconoscere i propri diritti e interessi.
Piuttosto è lo sviluppo del proletariato come forza sociale che
in determinati momenti obbliga le fazioni borghesi a entrare in
conflitto aperto disputandosi il dominio in una situazione instabile.
Evidentemente la proposta di Zelaya di indire una consulta popolare,
tra l'altro non vincolante, non è stata particolarmente gradita
da una parte della borghesia honduregna, che ha preferito agire come
meglio sa: con il colpo di stato. Un golpe che probabilmente ha le sue
radici nei timidi e innocui tentativi di riforma avanzati da Zelaya
che, in nome della trasparenza, dell'onestà, della
libertà di espressione ha tentato di agire, politicamente in
maniera coerente, con quei movimenti e politici "progressisti" che oggi
fanno apparire l'America latina come un continente di sinistra o
centro-sinistra. La borghesia internazionale più conservatrice e
oscurantista e che ha nel clero un solido alleato, come quella
honduregna, è timorosa anche delle miti riforme portate avanti
per porre un freno a quei processi sociali che si sviluppano alla base:
ha paura del riformismo.
Ecco quindi alcune delle domande che si sta ponendo la borghesia
mondiale e non solo sudamericana. Quello honduregno è un
esperimento? Come si intende un golpe nel secolo XXI secolo? Quanto
connessi e solidali tra loro sono i popoli latino americani? Permettono
un golpe nel XXI secolo? Quale è la loro velocità di
reazione? Fino a che punto sono disposti ad impedirlo? Inoltre:
potremmo tentarlo in un altro paese?
Stando ai media ufficiali sembra che la lotta sia solo tra Zelaya e
Micheletti. Non giungono invece informazioni sui rastrellamenti
notturni casa per casa con lo scopo di annichilire, impaurire e rendere
muta una resistenza che agisce, manifesta e si organizza. Sussistono
interessanti analogie con quanto successo nell'aprile del 2002 in
Venezuela con il golpe padronale e militare contro Chavez quando
tentarono di fermare i processi sociali in corso.
In Honduras, con questo golpe, stanno tentando di fermare una
consultazione, una sorta di assemblea costituente. Il risultato
di questi goffi intenti in Venezuela è stato quello di dare
maggiore impulso alla azione sociale della popolazione; allo stesso
modo in Honduras si sta sviluppando il rafforzamento del movimento
popolare; questi tentativi di limitare processi sociali pacifici hanno
ottenuto così di rafforzare le forze e le reti sociali: si
creano gruppi che si auto organizzano, si forgiano tramite la lotta
nelle strade e danno una risposta agguerrita al progetto golpista. Il
popolo honduregno subisce lo stesso golpe di sempre, solo un poco
più raffinato: tagliano la luce e telefono per evitare la
risposta popolare, scende in strada l'esercito prima che lo possa fare
il popolo, un ibrido dei golpe tipici dell'America latina, con il
sequestro presidenziale allo stile di Aristide e con il golpe mediatico
stile Venezuela, con un però. Il ruolo svolto da Telesur -
tutta l'America latina guarda Telesur - la televisione di stato
venezuelana, ha agito sbugiardando apertamente la CNN che inizialmente
ha chiamato il golpe "successione forzata", un altro parallelismo
con il Venezuela quando all'epoca si era parlato di "vuoto di potere".
Telesur (tramite canale 8 venezuelano) ha mostrato le immagini e
commentato chiaramente: "golpe de estado en Honduras!"
Nessun governo per destrorso che sia dice di riconoscere il dittatore
Micheletti. Se la cosiddetta comunità internazionale ha guardato
con favore al Partito di Unificazione Democratica di Zelaya è
solo perché una dittatura militare, sotto l'egida del Partito
Nazionale, non è sostenibile nel lungo periodo. La
finalità dei diversi modelli di dominio borghese non è
tanto che questi siano duraturi, ma soprattutto che diano buoni
risultati. Il problema per la borghesia mondiale è che oggi una
dittatura militare in Honduras non può garantire il controllo
delle forze proletarie del paese né che il capitale
si sviluppi senza contrattempi. Zelaya con le riforme e la sua
assemblea costituente può garantire ciò,
così come Chavez in Venezuela, Castro a Cuba, Morales in
Bolivia, Lula in Brasile, i Tupamaros al governo in Uruguay, Kirkner in
Argentina, Bachelet in Cile. La borghesia mondiale supporta la sinistra
in Honduras, per le stesse ragioni per cui ha favorito uno sviluppo
della sinistra in Bolivia e Venezuela: perché è
consapevole che, nel gioco delle parti, solo la sua componente di
sinistra è nella condizione di assicurare la continuità
del capitalismo in questi paesi. Se oggi la comunità
internazionale ha appoggiato Zaleya contro i golpisti si deve
semplicemente al fatto che il golpe di Micheletti ha interrotto
prematuramente una strategia di dominazione che prometteva buoni
risultati.
Fonti:
Ellibertario de Caracas ottobre - novembre 2009
www.kaosenlared.net Gorilas en la niebla; Análisis anarquista al golpe de Honduras
Dopo 517 anni la resistenza continua e aumenta
Il consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene
dell'Honduras, COPINH, in occasione della commemorazione della
data in cui i nostri popoli e i nostri territori cominciarono ad essere
oggetto del genocidio, sfruttamento, saccheggio e distruzione, emette
il seguente comunicato.
1. Condanniamo una volta di più gli assassinii, le torture di
tutti i tipi e le vessazioni subite dai popoli indigeni da parte delle
potenze colonialiste e le loro criminali istituzioni, nel corso di
questi ultimi 517 anni.
2. Denunciamo la applicazione di un piano di dominazione mondiale
contro i popoli del mondo che si esegue tramite la implementazione del
sistema neoliberale e le guerre imperialiste di invasione, con il
proposito di impadronirsi di tutte le risorse naturali del pianeta e
sottomettere l'intera umanità al supersfruttamento.
3. Chiamiamo i popoli del mondo a resistere e sconfiggere questo ordine
di sfruttamento che promuovono i fascisti e costruire al suo posto una
società di fratellanza e solidarietà vivendo in armonia
tra essere umani e natura.
4. Condanniamo la dittatura politico militare che con la forza
delle armi ha preso il potere in Honduras tramite un cruento colpo di
stato, che ha lasciato sul campo vari honduregni e honduregne
assassinate, una gran quantità di feriti, torturati e
perseguitati politici. Questo golpe è parte del piano di
dominazione mondiale con l'obiettivo di appropriarsi delle risorse
naturali dell'Honduras e contenere in Honduras i processi di
emancipazione dei popoli latino americani
5. Facciamo un appello al popolo dell'Honduras affinché continui
e approfondisca la resistenza contro la dittatura fino a destituirla e
giungere al castigo di Roberto Micheletti, dei magistrati della corte
suprema, dei deputati golpisti, del pubblico ministero dello stato,
della cupola della chiesa cattolica e evangelica, del commissario dei
diritti umani che oggi avvalla la violazione dei diritti umani sul
popolo honduregno e di tutta la cupola poliziesco militare.
Affinché venga convocata una assemblea nazionale costituente con
deputati e deputate che promulgano una nuova costituzione della
repubblica in grado di stabilire un nuovo quadro giuridico, una nuova
istituzionalità e una democrazia partecipativa.
6. Facciamo un appello ai popoli del mondo affinché appoggino il
popolo honduregno non solo per un principio di
solidarietà, ma come principio di autodifesa giacché se
si compie il golpe correranno maggior pericolo i processi di
emancipazione dei popoli del mondo.
Con la forza ancestrale madre delle nostre energie, si alzino le nostre
voci di vita, giustizia, libertà, dignità e pace.
Dopo 517 anni di lotta qui nessuno si arrende.
Intibucà, 12 ottobre 2009