Umanità Nova, n.38 del 1 novembre 2009, anno 89

L'Honduras tra Zelaya e Micheletti


Honduras, centro America, uno dei paesi più poveri del continente, più di sette milioni di abitanti. A fine giugno, all'avvicinarsi delle elezioni, Manuel Zelaya, leader "progressista" viene prelevato con la forza dall'esercito e portato in Costa Rica. I golpisti impongono come capo di Stato Roberto Micheletti, già presidente del Congresso. Il colpo di Stato e le proteste che ogni giorno si susseguono in tutto l'Honduras hanno provocato numerose sparizioni, morti e violazioni gravi. Secondo i dati del Comitato dei Familiari dei Detenuti e Desaparecidos in Honduras (COFADEH), sarebbero 17 le persone morte a causa della violenza scatenata dalle forze repressive dopo il 28 giugno. Si contano centinaia di feriti e quasi un centinaio di cittadini sono sotto accusa per sedizione, in quanto hanno difeso l'ordine costituzionale interrotto dal colpo di Stato. Il 21 settembre Zelaya riesce  a ritornare nel paese, rifugiandosi nell'ambasciata brasiliana della capitale Tegucigalpa. Il governo di Roberto Micheletti, ormai privo di supporti esterni e in crisi sul fronte interno, il 27 settembre ha decretato la restrizione di tutte le garanzie individuali per 45 giorni. I negoziati tra Zelaya e il golpista Micheletti sono a un punto di stallo; ad ogni modo Zelaya ha deciso di non includere tra i punti dell'accordo la creazione di una nuova Assemblea nazionale costituente.
Qui un'accurata cronologia della situazione in Honduras.
http://www.carmillaonline.com/archives/2009/10/003212.html
Proponiamo qui due articoli: il primo è un'analisi degli anarchici della regione, sintesi da alcuni articoli di due tra i principali mezzi di comunicazione libertari, il secondo è un documento del Consiglio delle Organizzazioni Popolari e Indigene dell'Honduras, che dimostra la vivace e ferma resistenza dei popoli nativi, sebbene sottintenda una visione che ancora nutre speranze in uno Stato modificabile e migliorabile. Di questo potremmo essere critici, con alle spalle una esperienza storica radicata e inossidabile, che è e potrebbe essere un contributo ad una visione del mondo, della vita, delle relazioni sociali e della natura, che con quei popoli, tutti i popoli, ci accomuna.
RedB

Analisi anarchica del colpo di Stato

In Honduras, come in tutte le parti del mondo, la classe dominante è divisa in fazioni rivali che si  contendono l'egemonia per imporre ognuna la propria modalità di capitalismo; per la classe lavoratrice la differenza tra un capitalismo "troglodita" e uno "riformista" può significare alcuni vantaggi o miglioramenti parziali e momentanei, nulla più; in un caso come nell'altro continuerà a essere sfruttata dalla classe capitalista.
In termini generali la divisione della borghesia in fazioni opposte non è che il riflesso stesso della società: è l'influenza delle imprese all'interno del sistema delle imprese, le loro rivalità e la concorrenza tra loro all'interno di questo sistema sostanziano la relazione sociale capitalista.
Questa continua conflittualità non rappresenta delle opportunità per le classi lavoratrici anzi rafforza il controllo e la loro sudditanza economica; la rivalità tra bande borghesi permette di perpetuare il loro controllo politico sopra il proletariato. Non sono le crisi che nascono all'interno della borghesia ad aiutare il proletariato a riconoscere i propri diritti e interessi. Piuttosto è lo sviluppo del proletariato come forza sociale che in determinati momenti obbliga le fazioni borghesi a entrare in conflitto aperto disputandosi il dominio in una situazione instabile. Evidentemente la proposta di Zelaya di indire una consulta popolare, tra l'altro non vincolante, non è stata particolarmente gradita da una parte della borghesia honduregna, che ha preferito agire come meglio sa: con il colpo di stato. Un golpe che probabilmente ha le sue radici nei timidi e innocui tentativi di riforma avanzati da Zelaya che, in nome della trasparenza, dell'onestà, della libertà di espressione ha tentato di agire, politicamente in maniera coerente, con quei movimenti e politici "progressisti" che oggi fanno apparire l'America latina come un continente di sinistra o centro-sinistra. La borghesia internazionale più conservatrice e oscurantista e che ha nel clero un solido alleato, come quella honduregna, è timorosa anche delle miti riforme portate avanti per porre un freno a quei processi sociali che si sviluppano alla base: ha paura del riformismo.
Ecco quindi alcune delle domande che si sta ponendo la borghesia mondiale e non solo sudamericana. Quello honduregno è un esperimento? Come si intende un golpe nel secolo XXI secolo? Quanto connessi e solidali tra loro sono i popoli latino americani? Permettono un golpe nel XXI secolo? Quale è la loro velocità di reazione? Fino a che punto sono disposti ad impedirlo? Inoltre: potremmo tentarlo in un altro paese?
Stando ai media ufficiali sembra che la lotta sia solo tra Zelaya e Micheletti. Non giungono invece informazioni sui rastrellamenti notturni casa per casa con lo scopo di annichilire, impaurire e rendere muta una resistenza che agisce, manifesta e si organizza. Sussistono interessanti analogie con quanto successo nell'aprile del 2002 in Venezuela con il golpe padronale e militare contro Chavez quando tentarono di fermare i processi sociali in corso.
In Honduras, con questo golpe, stanno tentando di fermare una consultazione, una sorta di assemblea costituente.  Il risultato di questi goffi intenti in Venezuela è stato quello di dare maggiore impulso alla azione sociale della popolazione; allo stesso modo in Honduras si sta sviluppando il rafforzamento del movimento popolare; questi tentativi di limitare processi sociali pacifici hanno ottenuto così di rafforzare le forze e le reti sociali: si creano gruppi che si auto organizzano, si forgiano tramite la lotta nelle strade e danno una risposta agguerrita al progetto golpista. Il popolo honduregno subisce lo stesso golpe di sempre, solo un poco più raffinato: tagliano la luce e telefono per evitare la risposta popolare, scende in strada l'esercito prima che lo possa fare il popolo, un ibrido dei golpe tipici dell'America latina, con il sequestro presidenziale allo stile di Aristide e con il golpe mediatico stile Venezuela, con un però. Il ruolo svolto da Telesur - tutta  l'America latina guarda Telesur - la televisione di stato venezuelana, ha agito sbugiardando apertamente la CNN che inizialmente ha chiamato il  golpe "successione forzata", un altro parallelismo con il Venezuela quando all'epoca si era parlato di "vuoto di potere". Telesur (tramite canale 8 venezuelano) ha mostrato le immagini e commentato chiaramente: "golpe de estado en Honduras!"
Nessun governo per destrorso che sia dice di riconoscere il dittatore Micheletti. Se la cosiddetta comunità internazionale ha guardato con favore al Partito di Unificazione Democratica di Zelaya è solo perché una dittatura militare, sotto l'egida del Partito Nazionale, non è sostenibile nel lungo periodo. La finalità dei diversi modelli di dominio borghese non è tanto che questi siano duraturi, ma soprattutto che diano buoni risultati. Il problema per la borghesia mondiale è che oggi una dittatura militare in Honduras non può garantire il controllo delle  forze proletarie del paese né che  il capitale si sviluppi senza contrattempi. Zelaya con le riforme e la sua assemblea costituente può garantire ciò,  così come Chavez in Venezuela, Castro a Cuba, Morales in Bolivia, Lula in Brasile, i Tupamaros al governo in Uruguay, Kirkner in Argentina, Bachelet in Cile. La borghesia mondiale supporta la sinistra in Honduras, per le stesse ragioni per cui ha favorito uno sviluppo della sinistra in Bolivia e Venezuela: perché è consapevole che, nel gioco delle parti, solo la sua componente di sinistra è nella condizione di assicurare la continuità del capitalismo in questi paesi. Se oggi la comunità internazionale ha appoggiato Zaleya contro i golpisti si deve semplicemente al fatto che il golpe di Micheletti ha interrotto prematuramente una strategia di dominazione che prometteva buoni risultati.
Fonti:
Ellibertario de Caracas ottobre - novembre 2009
www.kaosenlared.net Gorilas en la niebla; Análisis anarquista al golpe de Honduras

Dopo 517 anni la resistenza continua e aumenta

Il consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell'Honduras, COPINH, in occasione  della commemorazione della data in cui i nostri popoli e i nostri territori cominciarono ad essere oggetto del genocidio, sfruttamento, saccheggio e distruzione, emette il seguente comunicato.
1. Condanniamo una volta di più gli assassinii, le torture di tutti i tipi e le vessazioni subite dai popoli indigeni da parte delle potenze colonialiste e le loro criminali istituzioni, nel corso di questi ultimi 517 anni.
2. Denunciamo la applicazione di un piano di dominazione mondiale contro i popoli del mondo che si esegue tramite la implementazione del sistema neoliberale e le guerre imperialiste di invasione, con il proposito di impadronirsi di tutte le risorse naturali del pianeta e sottomettere l'intera umanità al supersfruttamento.
3. Chiamiamo i popoli del mondo a resistere e sconfiggere questo ordine di sfruttamento che promuovono i fascisti e costruire al suo posto una società di fratellanza e solidarietà vivendo in armonia tra essere umani e natura.
 4. Condanniamo la dittatura politico militare che con la forza delle armi ha preso il potere in Honduras tramite un cruento colpo di stato, che ha lasciato sul campo vari honduregni e honduregne assassinate, una gran quantità di feriti, torturati e perseguitati politici. Questo golpe è parte del piano di dominazione mondiale con l'obiettivo di appropriarsi delle risorse naturali dell'Honduras e contenere in Honduras i processi di emancipazione dei popoli latino americani
5. Facciamo un appello al popolo dell'Honduras affinché continui e approfondisca la resistenza contro la dittatura fino a destituirla e giungere al castigo di Roberto Micheletti, dei magistrati della corte suprema, dei deputati golpisti, del pubblico ministero dello stato, della cupola della chiesa cattolica e evangelica, del commissario dei diritti umani che oggi avvalla la violazione dei diritti umani sul popolo honduregno e di tutta la cupola poliziesco militare.
Affinché venga convocata una assemblea nazionale costituente con deputati e deputate che promulgano una nuova costituzione della repubblica in grado di stabilire un nuovo quadro giuridico, una nuova istituzionalità e una democrazia partecipativa.
6. Facciamo un appello ai popoli del mondo affinché appoggino il popolo honduregno non solo per  un principio di solidarietà, ma come principio di autodifesa giacché se si compie il golpe correranno maggior pericolo i processi di emancipazione dei popoli del mondo.
Con la forza ancestrale madre delle nostre energie, si alzino le nostre voci di vita, giustizia, libertà, dignità e pace.
Dopo 517 anni di lotta qui nessuno si arrende.

Intibucà, 12 ottobre 2009

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