Dopo i fatti di domenica 11 [vedi UN nn.36-37] sabato 24 ottobre a
Pistoia è stata una bella giornata, una bella giornata di
manifestazione; per le vie della città un migliaio di solidali
hanno sfilato per pretendere la liberazione dei compagni in carcere e
la cancellazione delle denunce a carico di altri 8. Il corteo, partito
poco prima delle 17 dalla stazione ha sfilato scandendo slogan a favore
dei compagni sequestrati dallo stato e contro la repressione. Al
microfono si sono alternati molti compagni che hanno ribadito
l'importanza di essere a Pistoia, per dire no alla montatura
giudiziaria imbastita a carico dei compagni e per denunciare sia la
collusione dei partiti "democratici" (uno dei fascisti che si trovavano
all'interno della sede neofascista devastata è consigliere
comunale del PDL), sia il crescente clima repressivo che sta
attraversando la Toscana e l'Italia. Stridente l'assenza non tanto dei
partiti della sinistra che si autodefinisce "radicale" - che
rifognazione, comunisti italiani, ecc. navighino nel loro brodo - ma
quanto delle "realtà" di movimento pistoiesi, che oltre a
prendere le distanze dal fatto in sé, e dare una fredda e
sfumata solidarietà ai compagni sequestrati dallo stato, non
hanno saputo far altro che affacciarsi da qualche vicolo a "spiare" il
corteo, cosa che da un angoletto di via della Madonna ha voluto fare
anche il sindaco, ricevendo una "degna" accoglienza. Abbiamo tra
l'altro saputo che un rappresentante dello spazio liberato ex Breda est
si sarebbe recato in questura per prendere in maniera ancor più
minuziosa la distanza dal corteo... bravo "compagno"...
Il corteo ha sfilato senza problemi fino a Piazza San Francesco, dove
un fascistello ha pensato bene di bruciare un volantino che gli era
stato dato. Solo la protezione dei servi in divisa (sempre A.C.A.B.) ha
fatto sì che qualche compagno non si portasse in souvenir da
Pistoia uno scalpo.
Bella scena all'uscita dalla piazza, dove alcuni solidali, dalle
finestre di casa, hanno salutato il corteo a pugno chiuso.
La manifestazione si è poi diretta verso il carcere dov'è
rinchiuso uno dei compagni (gli altri due arrestati sono ai domiciliari
a Livorno), e lì tutto il corteo, tra un intervento al microfono
e l'altro, ha fatto sentire la propria voce non solo ad Alessandro, ma
a tutti i sequestrati fra quelle mura, gridando forte che non ci sono
gabbie tollerabili, che il carcere è sempre stato, ed è
tutt'ora un'arma del potere contro le classi disagiate, contro i
migranti, contro chi non accetta di essere schiavo o chi non si piega
ai dettami di chi comanda... insomma arma di disciplinamento sociale
che - ne siamo sicuri - sarà utilizzato sempre di più
contro ribelli, studenti e lavoratori in lotta.
Il corteo si è poi concluso quasi due ore dopo da dov'era
partito, la stazione di Pistoia, non prima di aver subito un'ultima
provocazione poliziesca, infatti lo sbirrame si è prodigato nel
consigliare ai commercianti di chiudere i loro bandoni al passaggio del
corteo, invito da alcuni raccolto, da altri solidalmente ignorato.
Vogliamo ringraziare tutti i compagni pistoiesi che hanno contribuito
alla riuscita della manifestazione, tutti i pistoiesi - e ce n'erano -
che nonostante il clima di paura fomentato da tv e giornali hanno
deciso di scendere in piazza. Un caloroso abbraccio a tutti coloro che
sia dalla Toscana che da fuori hanno deciso di dare un segnale, e di
farlo da Pistoia.
L'ultimo abbraccio, il più caloroso, va ai compagni sequestrati
dallo stato e a quelli denunciati. È solo l'inizio.
Infine, solidarietà complice agli antifascisti torinesi che,
sempre domenica, hanno rispedito nelle fogne i fasciopoundisti e i
leghisti della loro città e solidarietà anche ai topi che
- per riprendersi la propria dignità - scacceranno questi guitti
anche da lì.
Anarchici pistoiesi