Umanità Nova, n.38 del 1 novembre 2009, anno 89

informAzione - 2


Bologna. Le conseguenze dell'emergenza abitativa

Il 24 ottobre una ragazza si è buttata dalla finestra del comune di Budrio (Bo) in mancanza di soluzioni chieste a seguito dello sfratto che ha colpito la sua famiglia.
Questo gesto estremo segna in modo drammatico l'affermarsi dell'emergenza abitativa nella provincia di Bologna. L'esistenza di questa stessa emergenza nella città di Bologna è purtroppo ormai realtà palese e dilagante al di là dei suoi confini amministrativi. La miope politica abitativa che viene portata avanti da diversi anni unita al recente acuirsi della crisi sta dando i suoi risultati: sono ormai svariate migliaia le famiglie che a fatica riescono a pagare un affitto, e fra queste molte sono già impossibilitate a farlo e devono affrontare le conseguenze di uno sfratto. L'assenza di risposte da parte delle amministrazioni è fino ad oggi omogenea su tutto il territorio. Il primo tentativo di ogni amministrazione non è quello di rimuovere il problema, ma di rimuovere chi ha il problema.
Se i nuclei familiari non sono autoctoni si consiglia di tornare nel proprio luogo di origine, questo vale sia per nuclei italiani che stranieri. Se si ha una famiglia si pretende che debba essere questa a doversi assumere l'onere della soluzione. Così si fa pagare questa crisi ai settori popolari. La logica di espulsione del disagio non fa che "scaricare il barile" su qualcun altro, sottraendosi ai propri compiti e responsabilità.
Il dilagare dell'emergenza abitativa impone la ricerca di soluzioni che vadano al di là del singolo comune e del singolo quartiere. È quindi l'amministrazione regionale ad essere chiamata in causa, per la realizzazione di un nuovo piano casa popolare che tuteli lavoratori, precari e disoccupati colpendo e sanzionando la rendita. Un piano casa popolare vuol dire requisire alloggi privati sfitti e rilanciare l'edilizia pubblica residenziale. Perché la disperazione non moltiplichi gli atti di autolesionismo occorre che gli inquilini si organizzino per difendersi dagli sfratti e cioè dal caro affitti. Rilanciamo quindi ogni forma di resistenza dai picchetti anti-sfratto all'occupazione dei tetti delle case sotto sgombero.

associazione inquilini assegnatari
(as.i.a.-rdb)
http://bolognaprendecasa.noblogs.org/

Ragusa. Nuova occupazione

Il giorno 16 ottobre i compagni del collettivo la fabbrica di Ragusa hanno occupato l'ex hotel s. giovanni con l'intenzione di autogestire lo spazio e sviluppare progetti culturali e sociali. Come tutte le occupazioni i compagni si trovano sotto la minaccia di sgombero e di denuncia; chiediamo a tutti la massima solidarietà nei modi che riterranno più opportuni.
Per info: lafabbricaragusa@gmail.com

Marco Romiti

Livorno. Corteo e occupazione studentesca

Il Coordinamento Studentesco Livornese, con il corteo di lunedi 26 ottobre, al quale hanno partecipato più di 1500 studenti da tutte le scuole della città, ha voluto riportare nelle strade e nelle piazze i contenuti della protesta che viene portata avanti da ormai più di un mese. Il Coordinamento Studentesco Livornese è una assemblea autoorganizzata, orizzontale, autonoma dai partiti e da ogni organizzazione politica. Il Coordinamento è luogo di riunione, discussione e iniziativa politica degli studenti medi ed universitari livornesi, lo costituiscono e lo rendono vivo studenti singoli, gruppi e collettivi che agiscono all'interno delle singole scuole.
Dopo il corteo di mercoledì 7 ottobre, che ha portato oltre 3000 studenti in piazza, le mobilitazioni si sono spostate nelle scuole, per iniziativa dei collettivi e delle assemblee presenti negli istituti. Parallelamente è continuata la coordinazione della protesta a livello cittadino, fino a concordare per la giornata di lunedì un nuovo corteo studentesco generale.
Le posizioni che gli studenti portano avanti coerentemente da molti anni sono ormai chiare. Vi è in primo luogo la forte opposizione a quella linea politica di tagli e privatizzazioni, di inasprimento del classismo e dell'autoritarismo nella scuola, della sempre più pesante ingerenza di imprese, privati, enti locali e confindustria nella didattica, che è stata trasversale ad ogni maggioranza di governo. Rifiutiamo infatti la scuola della Gelmini, come abbiamo rifiutato quella di Fioroni, della Moratti e di Berlinguer. Ci opponiamo quindi a quei provvedimenti che adesso si inseriscono in tale linea: i tagli ai fondi per 8 miliardi di euro, alle ore di lezione, a 150000 posti di lavoro; i regolamenti che porterebbero a riformare la scuola secondaria superiore, con una più profonda divisione tra professionali e licei; la progressiva aziendalizzazione della scuola, l'ingresso dei privati nei consigli d'istituto, nell'organizzazione della didattica e la possibilità di trasformare alcuni istituti in fondazioni private.
Intendiamo portare avanti la nostra lotta contro questi provvedimenti e contro questa linea politica che è parallela ai mutamenti in corso da vent'anni nell'Università e che, proprio come questi, corrisponde a direttive politiche europee di adeguamento del sistema di formazione alle necessità del mercato del lavoro. Questo non significa che tali provvedimenti andranno a nostro vantaggio, ma che in questo modo le nuove generazioni saranno più vulnerabili allo sfruttamento sul lavoro.
Il corteo di lunedì 26 ottobre stamani è stato un importante momento di mobilitazione che ha riportato in piazza moltissimi studenti che in queste settimane avevano continuato nelle scuole le loro mobilitazioni. Dopo aver attraversato le vie del centro, gli studenti hanno concluso il loro corteo prima del previsto, in P.zza II Giugno con l'occupazione dell'IPSIA Orlando.
Gli studenti dell'IPSIA Orlando hanno deciso di occupare la loro scuola, occupazione di fatto avvenuta stamani ad opera dello spezzone degli studenti di quell'istituto. L'occupazione è avvenuta durante il corteo con l'appoggio esterno degli studenti presenti.
Teniamo a precisare che la decisione di occupare durante il corteo era stata presa dal Collettivo Orlando, quindi dagli studenti della scuola. Il Coordinamento Studentesco Livornese, in quanto assemblea formata da collettivi e singoli studenti di tutta la città ha solo accettato in assemblea tale proposta, decidendo di appoggiare l'iniziativa del Collettivo Orlando che stamani ha anche consegnato un comunicato alla stampa ed alla dirigenza scuolastica per spiegare la propria posizione e le ragioni di tale iniziativa. Non vi è stata nessuna imposizione, la decisone è tata presa dagli studenti della scuola stessa e la scelta di appoggiare l'occupazione dell'Orlando è stata presa all'unanimità da una assemblea del Coordinamento Studentesco Livornese alla quale hanno partecipato una cinquantina di studenti da tutte le scuole.
Al termine del corteo, di fronte all'Orlando, numerosi studenti sono entrati nel cortile della scuola per partecipare all'assemblea conclusiva del corteo, ci sono stati interventi da parte di studenti di tutte le scuole.
Negli interventi sono stati ribaditi i contenuti della nostra lotta ed è stata data una valutazione molto positiva della mattinata, considerando l'occupazione una forma di lotta legittima e valida.
Al termine dell'assemblea solo gli studenti dell'istituto sono rimasti all'interno dei locali occupati, oggi si riunirà in tali locali una assemblea del Coordinamento.
Il Coordinamento Studentesco Livornese appoggia pienamente l'occupazione dell'Istituto Orlando, avvenuta a margine del corteo di questa mattina.

Coordinamento Studentesco Livornese

Terni. Processo Brushwood. riassunto settima udienza

I primi due testimoni presentati dall'accusa nell'udienza del 26 ottobre sono stati la Presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti e l'ex Sindaco di Spoleto Massimo Brunini.
Due testimonianze profondamente diverse, non per quello che potevano dire, perché non avevano, entrambi, nulla da dire di interesse processuale, ma per come si sono presentati. La prima, la governatrice, dai toni secchi, stizziti, arcigna, quasi fosse in trincea - e pensare che prima dell'udienza nell'atrio si è trovata per lungo tempo insieme ai quattro "baby terroristi" senza che guardia del corpo, carabiniere, o altro addetto alla sicurezza, se ne preoccupasse minimamente.
L'altro, l'ex sindaco di Spoleto, Brunini, con la bonarietà di chi ha consapevolezza di cosa realmente si sta parlando. "Ad un certo punto dicevano, lo andiamo a dire a Corinti", ha detto sorridendo, come a dire che riconosceva che tutta quella parte della città che gli si opponeva aveva fatto dell'anziano "giustiziere" un modo di comunicare la contrarietà alle sue scelte.
Non sono fattori di poco conto. Il primo atteggiamento, quello della Lorenzetti, è quello che ha pesato politicamente, fin dall'inizio, su tutta l'indagine e l'ha per così dire instradata sull'iperbole terroristica.
 La settima udienza ha poi offerto uno spaccato sui metodi dei protagonisti delle indagini che lascerebbe qualsiasi comune cittadino come minimo stupito se non addirittura schifato di fronte alla pratica per così dire, del "fine giustifica i mezzi".
Sì perché l'aver telefonato da parte di un militare dei ROS, ad Andrea, la mattina dell'arresto, quando non l'hanno trovato in casa, spacciandosi per il Pronto Soccorso di Spoleto e dicendo di correre subito dal padre perché la madre era stata ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale, un collega carabiniere dell'agente dei ROS che ha avuto questa pensata, l'ha definita, nel corso del proprio interrogatorio: " un'idea geniale" (geniale aggiungiamo noi quanto le gabbie dei richiami dei cacciatori per sparare agli uccelli).
È questa la cultura di tutte le forze dell'ordine? Si spera di no, altrimenti ci sarebbe di che preoccuparsi seriamente.
La difesa ha fatto rilevare che ci sono state irregolarità penali nell'acquisizione della testimonianza di un giovane albanese sulla vicenda del "regalo" di Andrea a Michele del 15 di agosto.
Il regalo ricordiamo erano alcuni assegni, ricevuti da Andrea, come egli stesso oggi ha ricordato, da un uomo di Modena che glieli consegnò insieme all'albanese che li teneva in mano e che nel darglieli, forse per sottolinearne l'importanza, con un gesticolare evidente se li sventolava sotto il naso. Ebbene questa verità, acquisita con prova testimoniale dall'avvocato Cerquetti e sottoscritta dal giovane extracomunitario, è stata negata poi dallo stesso, nell'interrogatorio a cui i ROS l'hanno sottoposto successivamente. I difensori hanno fatto presente che l'interrogatorio svolto sulla prova testimoniale precedentemente offerta è irregolare e penalmente rilevante. Non solo, si è anche detto che il ragazzo albanese ha materialmente sottoscritto un testo precedentemente stilato dai ROS.
"Le bugie hanno le gambe corte" ha affermato l'avvocato Cerquetti, e così è venuto fuori che l'albanese aveva mandato un SMS (di cui c'è documentazione), per ricattare un familiare di Andrea di cui era socio, dicendogli che se non gli avesse dato 1000 euro avrebbe cambiato versione. Un intreccio insomma che è tutto dire.
I primi testimoni della difesa saranno sentiti alla prossima udienza il 19 gennaio.
 
Comitato23ottobre

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